Quando ero giovane chi si faceva i selfie era un grezzo. Adesso penso che è sempre meglio
essere se stessi giudicare poco e agire molto. Vivo cosi da qualche anno e mi
trovo bene. Molto bene.
Non ho più voglia di piangere. Ed ho scoperto grazie agli
anni bui in cui mi mancava l’ispirazione e non avevo ancora capito quale era la
mia vocazione, che quando ti manca l’ispirazione ecco è allora che comincia la salita,
ma anche la rinascita.
Che le cose che mi vengono “meglio,” che mi rendono
vulcanica sono quelle nelle quali gli altri sono protagonisti. Che un ruolo
straordinario lo ha avuto la mia infanzia jerzese fatta di solitudine ma tanto
amore.
Quegli spazi immensi di natura e solitudine, di comunità e
di regole severe e non scritte da rispettare. Quella voglia di andare via e
avere una vita migliore. Oggi sento di avere capito che nella vista basta poco,
che quello che voglio me lo prendo, e che non posso pretendere amore.
Ma non smetterò mai di sognare realizzare e amare, non
rinunciare mai ai propri sogni, soprattutto se hanno come protagonisti non il
nostro ego ma la felicità altrui. Ecco dopo questa settimana pazzesca riparto
rinnovata e sempre più motivata.
Di
Sabina Contu.
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