mercoledì 5 dicembre 2018

I nostri due vicepremier tra gaffe e dichiarazioni poco credibili. Di Lucia Chessa


Quindi, è in corso un’azione della magistratura che comporta anche arresti. Il ministro degli interni non sta nella pelle e ha fretta di appuntarsi la medaglietta del successo facendo l’annuncio urbi et orbi prima di tutti, quindi, presto presto, prima ancora della colazione cinguetta la notizia mettendo a rischio l’intera operazione.

Il capo della procura che ha effettuato le indagini, formulato le accuse e ordinato gli arresti se ne lamenta con forza, chiede a Salvini di evitare interventi fuori luogo, così inopportuni da poter persino pregiudicare i risultati delle indagini e a quel punto, tempestiva, arriva la risposta sdegnata di Salvini: che se ne vada in pensione. 
Ora! La scenetta è curiosa
.

E’ un mix surreale un po’ cialtronesco, un po’ arrogante, un po’ drammatico, un po’comico. E in tutto ciò, uno si chiede: cosa fa il ministro 5stelle della giustizia visto che la questione è settore suo? Interviene, dice la sua, ricostruisce una condizione di minima dignità, chiarisce i ruoli di ognuno. No! Niente di tutto ciò. Si chiude in un riservatissimo silenzio e dice che non rilascia dichiarazioni. A frore semus

Veniamo all’altro vice premier, Luigi Di Maio. Pare che l'unica conseguenza reale della telenovela della famiglia Di Maio sulla quale ho convintamente evitato di intervenire, sia un emendamento grillino che raddoppia le sanzioni per gli imprenditori che fanno lavoro nero. Su questo intervengo perchè mi colpisce questo governare navigando a vista e producendo provvedimenti dettati sempre dalla necessità di cercare e mantenere consenso e non da una visione su quanto sia necessario fare per migliorare una condizione generale.

 L’emendamento è un dettaglio, ma è significativo per chi voglia capire, e chiarisce che le scelte occasionali sono spesso inutili se non anche dannose. Per ciò questa spregiudicatezza politica è una cosa immorale, a volte devastante per il bene comune e si risolve in un’ azione di governo della quale non resterà niente se non la crescita dei consensi di Salvini. Che peccato che le istanze di legalità, equità, sobrietà della casta, desiderio di spazi di partecipazione che venivano dal modo degli elettori 5 stelle stiano facendo questa fine. Erano e sono istanze di grande valore ma non è il Movimento di poter dar loro risposte. E questo né in Italia né in Sardegna... 

Avanti con Autodeterminatzione. 

Di Lucia Chessa

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