Dopodomani
si terrà l'iniziativa davanti ai cancelli della base di Decimomannu. Mentre venti impetuosi di guerra soffiano dalla Libia all'Iran, finora
questa è l'unica iniziativa di protesta che si leva dalla Sardegna, terra di
addestramento per gli eserciti di tutto l'Occidente.
Una
condanna pubblica è arrivata dalla chiesa cattolica, col nuovo arcivescovo di
Cagliari Baturi che ha detto che la pace non può essere costruita scambiandosi
i missili.
L'intera
politica sarda invece resta colpevolmente in silenzio, come se l'argomento non la riguardasse, come se la Sardegna non fosse
costretta ad essere al centro di ogni preparativo di aggressione per tutta la
fascia che va da dal nord Africa al Medio Oriente! Come può il mondo politico
sardo mostrarsi indifferente verso operazioni che partiranno anche da qui e che
possono costare la vita a decine di migliaia di persone innocenti?
Da
una settimana chiediamo che il Consiglio
Regionale dia un segnale, con una dichiarazione
simbolica di INDISPONIBILITA' DEL TERRITORIO SARDO PER OPERAZIONI DI GUERRA, ma
sia la Giunta Solinas che l'opposizione evidentemente non sentono nessun
dolore, nessuna vergogna nel tenere il silenzio davanti a delle stragi
imminenti.
Abbiamo chiesto che i Consigli comunali si esprimessero con delle dichiarazioni di condanna verso qualsiasi ipotesi di conflitto, ma evidentemente nessun comune della Sardegna, nemmeno quelli maggiormente umiliati dall'occupazione militare, si rende conto che quelle bombe e qui missili che vengono testati qui, saranno presto lanciati su scuole piene di bambini, fabbriche piene di lavoratori, case piene di famiglie.
Chiediamo
che la società sarda dimostri di essere un passo più avanti della politica che
dovrebbe rappresentarla, che dimostri coraggiosamente di condannare le
aggressioni imperialiste contro qualsiasi popolo nel mondo, che gridi a gran
voce di non voler avere alcuna complicità, nemmeno quella del silenzio, con gli
aggressori occidentali. Per questo è importante essere
presenti al sit in che si svolgerà sabato mattina alle ore 10:30 davanti ai
cancelli dell'aeroporto militare di Decimomannu.
Di Pier
Franco Devias
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