venerdì 10 gennaio 2020

Roma: si discute sulle servitù militari della Sardegna


Servitù militari, Solinas dal ministro: «Attuare le intese»

Almeno sui tempi la Difesa è stata di parola, aveva promesso un incontro con la Regione ai primi di gennaio per parlare di servitù militari e così è stato. Poi si vedrà, non basta un appuntamento romano per risolvere tutto. Però almeno non si gioca a perdere tempo. L'incontro è stato ieri: il governatore Christian Solinas, il ministro Lorenzo Guerini e il sottosegretario Giulio Calvisi, vertice ristrettissimo per discutere di come attuare le intese tra la Sardegna e lo Stato sulle aree dell'Isola gravate dalla presenza dei militari.

I tavoli tecnici
Confronto non risolutivo, si diceva, ma abbastanza operativo: utile a definire un percorso che - almeno nei propositi - non sarà lunghissimo. E comunque all'insegna della collaborazione. I documenti che aspettano completa attuazione sono due, entrambi firmati dal precedente governatore, Francesco Pigliaru: l'intesa con la ministra Roberta Pinotti nel 2017 e un primo protocollo attuativo definito l'anno scorso con Elisabetta Trenta.

Nel vertice a tre negli uffici del ministero di via XX Settembre, e in una successiva riunione con i tecnici della Difesa, si è deciso di istituire entro fine mese la cabina di regia e i cinque tavoli tecnici previsti dal Protocollo 2019. Ciascuno dei mini organismi sarà composto da sei persone, tre di nomina ministeriale e tre indicate dalla presidenza della Regione: quindi - al netto di eventuali nomine doppie - si costituirà un plotoncino di 36 esperti chiamati a vagliare ogni aspetto della questione servitù.

I tavoli tecnici, in particolare, «si occuperanno - come spiegano i comunicati diffusi ieri dai rispettivi uffici stampa - degli aspetti demaniali e ambientali, di natura operativa, delle attività di ricerca, sviluppo e innovazione dual-use, nonché di programmi di sviluppo industriale da localizzare nell'Isola». E anche dei «criteri per la definizione dei programmi di indennizzo e contributi» destinati al territorio come compensazione delle limitazioni dovute alla presenza militare.

Il colloquio
Sono stati ripresi tutti i punti dell'accordo Stato-Regione, a partire dalle dismissioni: la cessione delle spiagge di Porto Tramatzu nel poligono di Capo Teulada e di S'Enna 'e S'Arca a Capo Frasca, la concessione per l'uso nei periodi di sospensione delle attività a fuoco delle aree “Spiagge Bianche” (Teulada) e “Spiaggia di Murtas” (Capo San Lorenzo). Solinas ha anche chiesto la piena operatività della caserma di Pratosardo e, a Capo Frasca, l'accesso da terra, per i pescatori locali, al porto interno nella zona est, e un'area di rispetto per le zone archeologiche nel poligono.

C'è l'intento comune di rilanciare la Scuola di formazione per allievi sottufficiali della Marina militare alla Maddalena, e poi bisogna completare il passaggio alla Regione dei beni che la Difesa non usa più. Sono circa 190 immobili e aree che il ministero non sfrutta più, ma che restano ancora al Demanio.

I commenti
«È necessario gestire la complessa questione delle attività militari nell'Isola con un dialogo costruttivo con la Difesa che preveda collaborazione e sinergia d'intenti», commenta Solinas, «e favorisca lo sviluppo industriale, scientifico e tecnologico del territorio. La condivisione degli obiettivi è fondamentale per attuare un piano d'intervento adeguato alle necessità della Sardegna, con particolare riguardo alla salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini».

Anche Calvisi evidenza che l'incontro si è svolto in un «clima di collaborazione e condivisione degli obiettivi comuni, volti ad assicurare il pieno rispetto degli accordi sottoscritti». Il sottosegretario inoltre sottolinea, tra le questioni centrali di cui si è discusso, «le bonifiche ambientali» e appunto la dismissione delle aree demaniali ex Difesa, ma anche «il riavvio di processi di dismissione di altre aree e altri beni non più utili ai fini istituzionali della Difesa». Un altro aspetto della collaborazione, conclude Calvisi, riguarderà «gli investimenti industriali e in ricerca scientifica e tecnologica e le loro ricadute in termini di occupazione e di sviluppo per tutta la Regione». (g. m.)

Articolo tratto da L'Unione Sarda del 10.01.2020

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Federico Marini
skype: federico1970ca



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