Unione
Sarda
Fluorsid,
il verdetto Arpas: «Santa Gilla non è inquinata»
Presentati
gli esiti dei campionamenti su acqua, aria e terreni della laguna
Se anche Fluorsid avesse scaricato
materiali inquinanti, l'acqua, l'aria e il suolo di Santa Gilla e Macchiareddu
non ne hanno risentito. Quasi un mese di rilievi e campionamenti nella laguna,
dal 26 maggio al 29 giugno scorso, hanno condotto a questa conclusione: le aree non sono compromesse. L'attività
di monitoraggio straordinario dell'Arpas (Agenzia regionale per la protezione
dell'ambiente della Sardegna) è scaturita dalla recente inchiesta sulla
Fluorsid di Assemini per presunto disastro ambientale, legato allo smaltimento
degli scarti di lavorazione dello stabilimento, e rientrava tra le azioni
promosse dal Tavolo tecnico permanente convocato dalla presidenza della Regione
proprio in coincidenza con l'indagine.
ESITI CONFORTANTI «La presenza di
inquinanti è invariata, siamo di fronte a risultati confortanti. Se poi si sono
effettivamente svolte attività di inquinamento, questo non risulta», ha
spiegato ieri il direttore dell'Agenzia, Alessandro Sanna, che con il
presidente della Regione Francesco Pigliaru e gli assessori alla Sanità e alla
Difesa dell'ambiente, Luigi Arru e Donatella Spano, ha presentato ai sindaci delle zone interessate gli esiti di
un mese di lavoro.
Il monitoraggio ha riguardato le
acque di transizione e i relativi sedimenti, e anche le acque sotterranee.
Ventiquattro stazioni di rilevamento in tutto. Nel primo caso è stato rilevato
un superamento della soglia di contaminazione per alcune sostanze: piombo,
zinco e mercurio. Ma per queste si registra anche un decremento dei valori medi
di concentrazione rispetto ai dati di dieci anni fa. Quanto alle acque
sotterranee, presentano concentrazioni superiori alla soglia per fluoruri,
solfati, metalli e composti organici. In entrambi i casi, però, i risultati
restano invariati rispetto a quelli che erano stati rilevati negli anni
precedenti.
DIALOGO COI SINDACI «Ciò di cui
l'Arpas si occupa è vedere se ciò che succede dentro un certo luogo ha delle
conseguenze all'esterno», ha precisato il governatore Pigliaru: «Abbiamo
ascoltato i risultati di questa attività, ora riprenderà il tavolo tecnico per
fare ulteriori valutazioni e stabilire quali siano i passi successivi.
Naturalmente ci sono state e ci saranno interlocuzioni precedenti tra noi e i sindaci
del territorio».
L'assessora all'Ambiente Donatella
Spano ha ricordato che è stata fatta anche un'ispezione dall'Ispra i cui dati,
ancora in elaborazione, sono stati inviati al ministero». L'Ispra è l'Istituto superiore
per la protezione e la ricerca ambientale, che fa capo al ministero
dell'Ambiente: in questo caso aveva il compito accertare se il ciclo produttivo
della Fluorsid sia avvenuto nel rispetto delle prescrizioni Aia, ovvero
l'Autorizzazione integrata ambientale di cui ha bisogno un determinato impianto
per funzionare. I controlli sono stati effettuati nell'arco di tre giorni, che
andavano dal 4 luglio scorso al 6, e i risultati saranno disponibili
probabilmente già entro la prossima settimana.
LE REAZIONI Ma questo, ai sindaci
dei Comuni che insistono nella zona, riguarda fino a un certo punto. Già oggi
possono ritenersi soddisfatti. O quasi. «Tra le altre cose a noi interessava
l'aspetto legato alle attività di pesca, visto che dopo le notizie sull'inchiesta,
gli operatori hanno denunciato un calo di vendite», ha chiarito il sindaco di
Cagliari e della Città metropolitana, Massimo Zedda: «Per questo, in relazione
alla salute della laguna, volevamo avere la percezione anche su materiali sui
quali non venivano fatte le analisi. Per noi era importante, anche per
eventuali ordinanze legate a prodotti e luoghi».
E quindi, da questo punto di vista,
ha aggiunto Zedda, «non ci lamentiamo». Ma, ha aggiunto, «resta ancora
l'aspetto legato ai siti sotto sequestro e alla dispersione delle polveri,
specialmente in passato». Infatti, ha ricordato, «la centralina posizionata
dall'Arpas a seguito degli incontri del tavolo tecnico ha ovviamente iniziato
il monitoraggio da quando è stata installata, ma da allora di sicuro l'attività
delle fabbriche si è ridotta».
Meno positiva la reazione del
sindaco di Assemini, Mario Puddu: «È un bene che in città ci sia una nuova
centralina e che per la zona di Santa Gilla si possa stare tranquilli», ha
ammesso. Tuttavia, «oggi ho appreso che nelle zone attorno alle discariche
sequestrate di Terrasili e Su Pillari non è stata fatta alcuna analisi, e
questo non è per niente confortante».
Roberto Murgia
La Nuova
Nel
Pd è guerra di lettere Scontro tra le correnti
Gli
antisoriani vanno in difesa di Cucca. Nuova missiva dell'assessore Erriu
Demontis
cerca di mediare. Cappellacci: pagina triste per la Sardegna
SASSARI
Cemento armato. Nel Pd è di nuovo
guerra. Il fragile castello della
pace costruito in questi ultimi mesi
dal segretario Giuseppe Luigi
Cucca è crollato sotto i colpi del
mattone. La legge urbanistica
irrompe come un iceberg nella
chiglia del Pd e fa affondare la nave.
Lo scontro tra soriani e antisoriani
diventa totale. E quasi il tema
della legge sui mattoni finisce in
secondo piano. La polemica
scatenata dai giornali sulle
differenti posizioni rispetto a Ppr e
nuova legge urbanistica è
degenerata. Prima la lettera del segretario
Cucca in cui si criticavano le
dichiarazioni di Soru. Poi la lettera
della componente soriana in
segreteria che si schiera contro Cucca.
Immancabile e scontata arriva la
controlettera degli altri esponenti
della segreteria, in difesa di Cucca
e contro Soru.
«Il danno al Pd
sardo sul piano della immagine
nazionale, fatto dalle dichiarazioni,
incoerenti e prive di fondamento
rilasciate da Renato Soru, è
incomparabile e riporta alla memoria
il triste episodio che portò alla
scommessa delle elezioni anticipate
del 2008 e che produsse la più
grande sconfitta del centrosinistra
nella storia dell'isola. Per
questo ha fatto bene Giuseppe Luigi
Cucca, segretario eletto al
vertice del Pd con il 70% dei
consensi, a chiarire da subito la
posizione e restituire al mittente
le accuse fatte alla giunta
regionale sulla proposta di legge
urbanistica. Descrivere la
maggioranza del Pd come protagonista
di una nuova cementificazione
solo per aver proposte regole
precise a tutela dell'ambiente e del
diritto dei cittadini anziché
lasciarlo alla discrezionalità della
giunta come succede dal 2005 è
indegno e falso».
La lettera è firmata
da Pietro Morittu, Alberta Grudina,
Aldo Pili, Giannarita Mele,
Michela Mura, Sebastiano Mazzone.
Difficile pensare a una
pacificazione. Ma se non bastasse
anche l'assessore Cristiano Erriu ha
scritto una lettera che difende la
legge. «Il nocciolo è che nella
fascia dei 300 metri dalla linea di
battigia non fossero resi
possibili dal Ppr gli incrementi
volumetrici degli alberghi. È
singolare che gli autori politici
del Ppr non sappiano, o non
ricordino, che gli articoli 20 e 90
del Ppr non solo già lo
permettessero, ma non lo
assoggettassero a nessuna dimostrazione della
necessità finalizzata alla
destagionalizzazione o al miglioramento
dell'offerta, come previsto dal
nuovo disegno di legge». Cerca di
portare pace Salvatore Demontis,
autore dell proposta di legge del
consiglio.
«Ci sono distinzioni tra il progetto
di legge che porta la
mia firma e quello della giunta e in
particolare su grandi progetti di
valenza economica e sociale in
coopianificazione col ministeroche per
noi devono essere coerenti al Ppr,
nonostante questo non ritengo che
la legge della giunta sia fatta da
cementificatori. Non c'è una simile
distinzione nel Pd. È un grande
equivoco in cui non dobbiamo cadere».
Quasi scontato l'affondo di Ugo
Cappellacci, Fi: «L'immagine di un
presidente della Regione convocato
in Commissione al Senato dal suo
stesso partito per mettersi in
ginocchio sui ceci per una legge che
ancora deve essere discussa la dice
lunga sul rispetto per l'autonomia
da parte del Pd - afferma -. Partito
prigioniero delle sue
contraddizioni e delle sue
ipocrisie». (l.roj)
Erriu: leggi chiare per lo sviluppo
urbanistica
di Umberto Aime
CAGLIARIL'urbanistica che sarà non
la conosce nessuno, cosa accadrà
nei 300 metri dal mare ancora meno.
Le leggi in campo sono quattro,
compresa quella della giunta, mentre
il caos intorno sembra essere
infinito e ci vorrà ancora del
tempo, molti mesi, prima che passi la
tempesta. Attenzione però: il tutto
potrebbe trascendere fino a
trasformarsi in un terremoto. Meglio
muoversi con largo anticipo, così
la Cisl ha deciso di portarsi avanti
col lavoro. Proprio nel giorno in
cui dentro il Pd accadeva l'impossibile,
ha convocato l'assessore
all'urbanistica Cristiano Erriu per
un primo confronto sulla legge che
sarà. Non solo Erriu, ma anche Paolo
Maninchedda, ex assessore ai
lavori pubblici e presidente del
Partito dei sardi, e Pietro Pittalis,
capogruppo di Forza Italia in
Consiglio regionale. Ma ad esordire è
stato è Giovanni Matta, segretario
degli edili della Cisl. «C'è
bisogno di una scossa - ha detto -
però tutti dobbiamo stare attenti a
non infilarci solo in uno scontro
ideologico. Siamo anche noi contro
la cementificazione selvaggia così,
come allo stesso tempo, siamo
contro l'ambietalismo integralista.
All'edilizia e al turismo servono
invece leggi chiare per uscire dalla
crisi, nel primo caso, o
continuare a crescere, nel secondo.
Da oggi in poi il Consiglio ha
sulle spalle questo compito».
Missione raccolta subito dall'assessore
Erriu, che ha usato sin dall'inizio
toni duri per controbattere agli
ultimi attacchi arrivati - parole
testuali - dai soliti continentali.
«Abbiamo sufficiente intelligenza
politica, cultura e amore per il
nostro territorio da essere capaci
di approvare una buona legge. Una
legge capace di salvaguardare
l'ambiente piu' di quanto gridano certi
forestieri». Lanciato un fulmine
contro il settimanale L'Espresso, che
l'ha criticato nell'ultimo numero,
Erriu ha fatto riferimento anche
all'ex presidente del Gruppo
L'Espresso, De Benedetti, come
proprietario di una villa in Costa
Smeralda poi venduta ai russi «e
poi - ha detto - s'è dimenticato
dell'isola».
Un affondo dopo l'altro
Erriu è andato avanti: «Sono
convinto che i sardi abbiano il diritto e
siano capaci di confrontarsi fra
loro sulla legge». Poi è entrato nel
merito: «Non vogliamo cementificare
un bel niente, tanto meno le
coste, perché sappiamo che sono la
nostra grande ricchezza. Abbiamo
invece l'obiettivo di mettere
assieme le condizioni per uno sviluppo
armonico, condiviso e che sia di
tutti». È stato un fiume in piena
fino all'ultima battuta: «Parlare
solo dei 300 metri è chiudersi in un
recinto, e subire le pressioni, in
un verso e nell'altro, da parte di
poteri forti a cui mi opporrò
sempre, e non capire invece che la
Sardegna deve essere competitiva». A
frenare l'aggressività dialettica
dell'assessore è stato Pietro
Pittalis, con un anticipo di quello che
sarà presto il confronto fra
maggioranza e opposizione. «Il
centrosinistra è vittima del suo
stesso male: l'ideologia. Appena
salito al potere, ha cancellato il
Piano paesaggistico della giunta
Cappellacci, ripristinato molte,
troppe, delle regole astruse del Ppr
di Soru e oggi che si sente sotto
attacco cosa fa?
Accusa altri, a
cominciare proprio da Soru, di
essere ideologi fuori dal tempo».A quel
punto, ha chiesto alla giunta di
«non farsi tirare per la giacca da
chi vuole darci lezioni ma non si
capisce a quale titolo». È stata poi
la volta di Maninchedda, che non è
entrato nella bagarre del sì o no
ai 300 metri. «Invece vorrei - ha
detto - che anche sull'urbanistica
il confronto partisse da questa
constatazione: manca il lavoro. Oggi
più che mai, chiedo un piano
straordinario contro la disoccupazione. I
soldi ci sono, sono molti, mancano
le idee e anche nell'edilizia
abbiamo bisogno di quelle».
La chiusura è stata di Ignazio
Ganga,
segretario regionale della Cisl:
«Dobbiamo essere realistici e uscire
da visioni finora romantiche. La
tutela del paesaggio è fondamentale,
nessuno vuole passi indietro, ma
dobbiamo guardare al futuro, allo
sviluppo sostenibile. Lo possiamo
raggiungere con buone regole il più
possibile di tutti, soprattutto dei
Comuni, e dunque mai potrà esserci
una legge di polizia ambientale.
Vorrebbe dire ripetere un errore che
qualcuno, anni fa, ha già commesso».
L'obiettivo:
trovare entro settembre una sintesi da sottoporre alla commissione
Subcommissione
per le 4 proposte
CAGLIARIIl cammino è ancora lungo e
solo ipotizzare quando la legge
urbanistica entrerà in Consiglio
regionale, oggi è un azzardo. C'è chi
dice entro l'anno, altri guardano
molto più lontano almeno fino a
febbraio. Sta di fatto che un primo
piccolo passo in avanti c'è stato
proprio in queste ore. Sarà una
sottocommissione a studiare le quattro
proposte. Sono quelle presentate
dalla giunta, dal Pd, dai consiglieri
di Mdp e da Forza Italia. Il mandato
per i subcommissari è di «trovare
una sintesi fra le bozze» e
presentare un testo «il più unitario
possibile alla commissione». Sintesi
forse possibile se un domani
dovesse passare una sorta di
miscellanea fra le tre proposte del
centrosinistra, anche se gli ultimi
scontri all'interno del Pd fanno
pensare a tutt'altro. Ma
impossibile, almeno sulla carta, se nel
mucchio dovesse finire anche quella
del centrodestra.I subcommissari.
A discutere per primi di urbanistica
saranno il vicepresidente della
commissione Antonio Solinas, Pd,
Giuseppe Fasolino di Forza Italia, in
rappresentanza anche del presidente
Peppino Pinna, sarà assente per
motivi personali nelle prossime
settimane.
Più i primi firmatari delle
proposte di legge: Salvatore
Demontis, Pd, Eugenio Lai, Mdp, e
Antonello Peru, Forza Italia. Il
punto di partenza sarà la bozza - per
l'esattezza è un disegno di legge -
approvata a metà marzo dalla
giunta.L'impegno. Il lavoro di
sintesi - sempre che sia possibile -
dovrebbe concludersi a settembre. Poi
la sottocommissione proporrà una
prima stesura alla commissione vera
e propria. Subito dopo
cominceranno le convocazioni delle
«parti in causa»: imprenditori,
ambientalisti, sindacati edili e
chiunque abbia a che fare con
l'edilizia.Prima riunione. Dopo che
l'assessore Cristino Erriu ha
presentato il disegno di legge, sono
stati i primi firmatari delle
proposte a fare un passo avanti.
Antonello Peru ha detto: «Una nuova
legge urbanistica è una necessità
dopo un vuoto lungo trent'anni».
Salvatore Demontis è entrato più
nello specifico: «La nostra proposta
è diversa da quella della giunta.
Oltre a migliorarla in alcuni punti,
vogliamo soprattutto semplificare un
testo fin troppo ricco di
dettagli». Per Eugenio Lai «la legge
dovrà prima di tutto riportare al
centro i Comuni che, in un
territorio complesso come quello della
Sardegna, non possono essere
considerati tutti allo stesso modo». Uno
dei nodi più difficili da sbrogliare
sarà quello dei bonus per gli
alberghi nei 300 metri ed è facile
ipotizzare che da quell'articolo in
poi comincerà la vera battaglia.
(ua)
Sassari
La
lista civica bandisce le tessere, strizza l'occhio all'elettore di
centrodestra
e moderato e sarà guidata dall'ex sindaco
Nanni
Campus, una sfida senza i partiti
di Luigi Soriga
SASSARII partiti politici possono
mettersi il cuore in pace: per loro
non ci sarà spazio. Mentre chiunque
si presenterà senza tessere o
simboletto appiccicato alla schiena,
allora sarà il benvenuto. Lo
spirito di "Sassari
Libera", almeno in questa fase embrionale, è
proprio questo. «Un vero progetto
civico non si era mai visto a
Sassari - dice Nanni Campus - sono
nate diverse liste civiche, ma
erano solo delle liste civetta dei
partiti maggiori. Niente che
potesse avere una forza dirompente
propria. Ciò che invece ha di
innovativo Sassari Libera è invece
questo: vive di vita propria. Ed è
questo che mi ha convinto ad aderire
al progetto». Del ritorno dell'ex
sindaco di Sassari se ne parlava da
mesi, ma solo ieri, nella sala
Angioy della Provincia, Campus è uscito
ufficialmente allo scoperto.
Ed è stato un piccolo richiamo alle
armi, quasi un'allerta, per alcuni
fedelissimi.
Seduto in ultima fila c'è Giampiero
Uneddu. In mezzo c'è
Nicola Lucchi ed Enrico Sini, poi
Gianfranco Meazza, e in prima fila
Sandro Profili. Per altri esponenti
di centro e centrodestra
(l'identikit dell'elettorato è
principalmente questo), è sicuramente
prematuro esporsi. E comparire nella
vetrina della sala Angioy può
essere una sorta di vidimazione
politica. Ci sono naturalmente i
curiosi: tipo Antonello Unida (Jodo)
o Michele Pinna. Ci sono molti
avvocati e commercianti. Ci sono
grillini delusi pronti a rimettersi
in gioco, come Marco Casu. Presenti
anche gli esponenti
dell'associazione "Noi per
Sassari", quella fondata da Michele Tola,
Antonello Sanna, Eleonora Sanna,
Franco Fara e Antonio Canu. Ma in
questa fase di grande fermento, dove
non è nemmeno chiaro quanto
vicine possano essere le elezioni,
dove il capitolo alleanze e
coalizioni è parecchio lontano, ecco
che prevale un interesse misto a
diffidenza, un annusarsi
reciprocamente da lontano.
Si vede subito che
siamo di fronte a una creatura in
divenire, un mix tra società civile
e politici navigati. Il coordinatore
è l'avvocato Luigi Satta, ma
accanto a lui, al tavolo di
presidenza, c'è Luciano Sanna, uno che ha
cambiato tante casacche, che ha
dimestichezza con i microfoni e le
platee. Così come Lorenzo Scano, ex
insegnante, ma militante di
sinistra da sempre, poi convinto ambientalista
e infine grillino
pentito. Una mente vulcanica e
difficilmente inseribile in schemi. C'è
il pedagogista Mirko Miscali, e il
medico Paola Zolo, dirigente
sanitaria del carcere di Bancali.
Persone che mettono in campo
competenza settoriale più che
visione politica di lungo corso. Nanni
Campus dovrà lavorare bene per dare
una fisionomia a questo blob. I
detrattori parlano di minestra
riscaldata, di riesumazione , di
tradimenti col centrosinistra.
«Anche io mi sono messo in
discussione
e posto interrogativi. Perché
rimettermi in gioco dopo 15 anni? Poi ho
capito una cosa: stiamo qui a
rompere molti equilibri - dice Nanni
Campus - senza padrini e senza
padroni. Diamo fastidio. Le liste
civiche sono l'unica via d'uscita
per Sassari». Poi, a parte la
verginità politica e i proclami
della prima ora, sarà interessante
vedere come Sassari Libera si
rapporterà con il Partito dei Sardi di
Maninchedda e Ottavio Sanna, o con i
Riformatori, o con lo stesso
Psd'Az, o ancora con Antonio Cardin
e Mariolino Andria che si sono
appena schierati con Anthony Muroni
aderendo a Sardos.
Unione Sarda
Urbanistica,
nel Pd volano accuse
Al
convegno della Cisl nuovo scontro sulla fascia costiera. Pittalis
(FI):
«Dem avventurieri»
Siluro
a Soru dalla segreteria. La replica: Cucca lavori per unire
Tutela del paesaggio e opportunità
di sviluppo. La nuova legge
urbanistica cerca di far convivere
queste esigenze che invece hanno
l'effetto di creare due fazioni
contrapposte. Succede anche dentro il
Partito democratico che si spacca
soprattutto sulle norme costiere e
sulle zone interne. L'assessore
regionale Cristiano Erriu, ospite di
un convegno organizzato ieri mattina
dalla Cisl sullo sviluppo
costiero, dice: «Ci sono margini di
discussione, ma non possiamo
accettare i personalismi di chi si
presenta a petto in fuori come
l'unico in grado di difendere la
Sardegna».
I TEMI SPINOSI Il pomo della
discordia è innanzitutto sulla famosa
fascia costiera dei 300 metri,
all'interno del quale sono previsti
aumenti volumetrici per le strutture
ricettive. «Ho la coscienza
pulita», sottolinea Erriu, «non sono
un costruttore, non ho proprietà
e non ho scheletri nell'armadio.
Sono a disposizione per migliorare la
legge». Sulla questione strettamente
legata agli aumenti volumetrici,
il titolare dell'Urbanistica
ammette: «C'è la disponibilità per
valutare diverse qualificazioni di
premialità volumetrica a seconda
delle dimensioni della struttura
ricettiva Un conto è il piccolo
albergo di 40 stanze, altra cosa è
il villaggio di 2.500 posti letto
che occupa 70 ettari».
LO SCONTRO Ma nel Partito
democratico la guerra è aperta. Non è una
novità perché i primi segnali sono
arrivati quando l'ex presidente
della Regione, Renato Soru, annunciò
una proposta di legge parallela
(«migliore») a quella della Giunta.
Lo scontro coinvolge una parte
della segreteria del Pd che con un
comunicato firmato dal vice
segretario Pietro Morittu, Alberta
Grudina, Aldo Pili, Giannarita
Mele, Michela Mura e Sebastiano
Mazzone, condanna le «dichiarazioni
incoerenti e prive di fondamento
rilasciate da Renato Soru».
I sei dem
contestano l'accusa di
cementificazione solo per aver proposto «regole
precise a tutela dell'ambiente e del
diritto dei cittadini anziché
lasciarlo alla discrezionalità della
Giunta come succede dal 2005».
Non tarda la ribattuta dei tre
soriani della segreteria regionale,
Giuseppe Frau, Barbara Cadoni e
Antonio Piu che, oltre difendere Soru,
dicono: «Riteniamo che la gestione
unitaria del partito, faticosamente
raggiunta, necessiti di cura e reale
condivisione, cosa sempre
dichiarata dal segretario Cucca ma
non praticata in questa prima
occasione».
LE RICHIESTE Il convegno organizzato
dalla Cisl è servito per
confrontarsi proprio sul tema del
rapporto tra tutela e sviluppo.
Giovanni Matta della segreteria
regionale ribadisce la posizione della
tutela, ma chiede «un rilancio
dell'edilizia con un respiro adeguato
ai tempi». Il capogruppo di Forza
Italia in Consiglio regionale,
Pietro Pittalis, critica
«l'atteggiamento di una certa sinistra
avventuriera che ha sempre voluto
fare una battaglia di retroguardia
sull'ambiente». Il sindaco di
Cagliari, Massimo Zedda, sulla questione
della fascia costiera ipotizza un
ripensamento «magari sulla posizione
degli ampliamenti, perché se il
turista fa 400 metri per arrivare al
mare non è un problema». Ma il vero
cruccio per il sindaco di Cagliari
è «avere norme certe per le
amministrazioni e non solo la cornice del
Ppr e soprattutto gli strumenti
finanziari, altrimenti avremo norme
belle e impossibili da realizzare».
Il segretario generale della Cisl,
Ignazio Ganga fissa un concetto
preciso: «Il paesaggio deve essere
bello ma anche utile allo sviluppo
della nostra Isola. Rilanciamo il
confronto su aree interne,
allungamento della stagione turistica e il
ripristino dei 436 siti inquinati».
IL LAVORO Il leader del Partito dei
sardi, Paolo Maninchedda, affianca
al tema del governo del territorio
quello di un «grande piano per il
lavoro, utilizzando 110 milioni di
euro di risorse disponibili». Le
proposte non mancano: «C'è da
disegnare la mappa delle tubature di
Abbanoa che significa circa 200
posti di lavoro. Si potrebbe pensare a
dilatare l'orario dei servizi
pubblici o occupare le persone nella
pulizia dei sentieri campagnoli».
Maninchedda, poi, sul rapporto tra
governo del territorio e lavoro è
netto: «Non ci sono riflessi
positivi immediati. Le normative
sono confuse e causano tantissimi
ritardi».
LE TRE PROPOSTE Intanto ieri mattina
sono state presentate in
commissione le tre proposte di legge
alternative alla Giunta firmate
da consiglieri Antonello Peru (Forza
Italia), Salvatore Demontis (Pd)
ed Eugenio Lai (Art.1-Sdp).
M. S.
Rete
ospedaliera, alta tensione
Giunta
e maggioranza continuano il braccio di ferro. Oggi l'assessore
Arru
è atteso a Sassari
Posti
letto e classificazione delle strutture: l'accordo è lontano
Questione di etichette e posti
letto. Il confronto in maggioranza
sulla riorganizzazione della rete
ospedaliera si blocca su questi
aspetti. La Giunta cede sugli
ospedali di zone disagiate che ottengono
ufficialmente la chirurgia
programmata e il pronto soccorso, ma frena
sulle altre richieste di
“promuovere” alcuni ospedali, cambiando la
classificazione. Parallelamente
cominciano a crearsi alcune tensioni
sulla suddivisione dei posti letto
che tradotto significa strutture
complesse e primariati.
LO STOP Dopo il vertice di maggioranza
di ieri sera non ci sono passi
avanti per gli ospedali che
chiedevano un innalzamento della
classificazione. Il San Francesco di
Nuoro ambiva a ottenere il Dea di
II livello, come Cagliari e Sassari,
ma riuscirà a ottenere un primo
livello rinforzato con alcune
discipline ad alta specializzazione.
Tramonta, almeno per ora, la
possibilità di ottenere il primo livello
per il polo formato dagli ospedali
di Alghero e Ozieri. Le due
strutture da quest'anno saranno
monitorate per valutare la
possibilità, in futuro, che possano
diventare un presidio di I livello
e ottenere la rianimazione. In quel
caso dovrà essere rifatto il
conteggio dei posti letto
soprattutto con la struttura di Sassari che
dovrebbe cederne al nuovo presidio.
Si frena la corsa dell'ospedale
Nostra signora della Mercede di
Lanusei verso il Dea di I livello:
il bacino della popolazione di
riferimento, nonostante la zona
periferica, non permette di assegnare
al presidio questa classificazione
per la quale era stata chiesta una
deroga al minimo di 150.000
abitanti. Per evitare strappi eccessivi,
la maggioranza è riuscita a trovare
un accordo sulle strutture
complesse: infatti, la riforma ne
prevedeva 5, la richiesta era per
averne 12 e alla fine saranno 10.
Non dovrebbero esserci problemi per
gli ospedali di Carbonia e Iglesias
per avere il primo livello, anche
se il cruccio in questo caso
riguarda la richiesta di aumentare il
numero dei posti letto in alcuni
reparti.
ZONA DISAGIATA Passo in avanti per
gli ospedali di Sorgono, La
Maddalena, Bosa, Muravera e Isili
per i quali è stato trovato
l'accordo sulla presenza della
chirurgia programmata e il pronto
soccorso. Ieri mattina in
commissione la maggioranza ha sottoscritto
un emendamento di sintesi che
prevede oltre i 20 posti letto di
medicina generale, la chirurgia.
Significa assicurare l'assistenza 24
ore su 24 e che permette il supporto
delle emergenze di bassa
intensità risolvibili nell'ospedale
stesso. È prevista l'area di
degenza e un punto per le analisi di
diagnostica da laboratorio e i
servizi di radiologia, farmaceutico
ed emodialisi.
TRATTATIVE Martedì si riprenderà a
lavorare per cercare di chiudere il
cerchio. È probabile che si torni
ancora sulla classificazione degli
ospedali, anche se la parte della
riforma in esame riguarda il numero
dei posti letto. Oggi l'assessore
Luigi Arru dovrebbe essere a Sassari
per discutere di posti letto perché
dal nord Sardegna arriva la
richiesta per una parificazione con
Cagliari.
L'ALLARME Il vice presidente della
commissione Sanità, Edoardo Tocco
(Forza Italia) lancia l'allarme sul
futuro dell'ospedale Marino di
Cagliari. «La giunta regionale deve
rivedere il disegno per la rete
ospedaliera e salvare l'ospedale».
Matteo Sau
Verso
la Zona economica speciale
Lo
strumento previsto nel decreto Sud. Paci: «Pronti quando sarà
convertito
in legge»
«La Regione si è già attivata e sta
istruendo le pratiche necessarie
per essere pronta a utilizzare al
meglio lo strumento delle Zone
economiche speciali previste dal
decreto Sud del Governo in cui la
nostra regione è compresa». Lo
assicura l'assessore alla
Programmazione Raffaele Paci,
sottolineando che le Zes hanno come
obiettivo principale l'attrazione di
nuovi investitori. «Al momento il
decreto è in fase di riconversione
alle Camere e, una volta diventato
legge, richiederà un decreto di
attuazione che dovrà stabilire le
regole per il riconoscimento delle
Zes regionali. Quindi i tempi non
sono brevi, ma abbiamo già messo in
moto tutte le procedure necessarie
per farci trovare pronti al momento
giusto».
Per Paci «le Zes sono un'occasione
importante per la Sardegna e per le
imprese che si localizzeranno:
semplificazione burocratica,
possibilità di accedere ad un
credito d'imposta del 50% sul valore
dell'investimento, incentivi
finanziari. Nel percorso che porterà alla
loro individuazione la Regione
coinvolgerà gli enti regionali e locali
e le associazioni imprenditoriali».
ANCHE NEL SASSARESE E se il
capogruppo di Forza Italia Ugo Cappellacci
chiede al presidente della Regione
Francesco Pigliaru di riferire in
Consiglio sulle Zes, il consigliere
del suo partito Marco Tedde
sollecita la Giunta a prevedere «per
il porto di Porto Torres e per il
territorio della Provincia di
Sassari» il riconoscimento di Zes
regionale. «Sarebbe un modo per
iniziare a risarcire il nord ovest
dell'isola per il trattamento
riservatogli dalla Giunta Pigliaru in
questi anni». Tedde non nega di
avere «alcune perplessità» per il
fatto che che il decreto legge per
il rilancio del Mezzogiorno non è
stato ancora convertito in legge,
«ma volendo dar fiducia a Paci
crediamo sia una occasione unica per
risarcire la provincia di Sassari
per il mancato riconoscimento del
titolo di Città metropolitana e per
l'affossamento del traffico
nell'aeroporto di Alghero».
Sardos,
prime prove di terzo polo
L'associazione
politico-culturale mira alle Regionali
Nasce come un'associazione
politico-culturale, ma il suo obiettivo è
ben più ambizioso e guarda alle
prossime elezioni regionali. Ecco
Sardos: non un partito, non un
movimento politico, ma un'esperienza
aperta alla società civile che
«nasce per mettere insieme le migliori
esperienze dell'Isola e creare un
progetto nuovo», come ha detto ieri
a Cagliari il presidente Alberto
Filippini, presentando l'iniziativa.
Il cantiere politico è aperto a
tutti, «anche ai simpatizzanti di
altri partiti o associazioni che
intendano creare un'alternativa in
vista delle elezioni», ha spiegato
ancora Filippini. «Centrodestra e
centrosinistra hanno fallito, e in
Sardegna serve una nuova via
all'autodeterminazione».
Ma Sardos, che ha tra i suoi
fondatori il giornalista Anthony Muroni,
strizza l'occhio soprattutto al
mondo indipendentista: non è un caso
quindi che al battesimo fossero presenti,
come spettatori, alcuni
protagonisti del mondo
indipendentista isolano, da Bustianu Cumpostu
(Sardigna Natzione) a Pier Franco
Devias (Liberu).
Sardos comincerà a lavorare su sette
laboratori (turismo, trasporti,
lingua sarda, zona franca, spopolamento
e altri): «L'obiettivo - ha
concluso Filippini - è delineare una
piattaforma politica per i
cittadini che vogliono cambiare la
Sardegna». (ma. mad.)
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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