Unione
Sarda
VIA ROMA.
I commercianti bocciano la piazza sul mare
La
pedonalizzazione? Disagi e affari in calo
A quasi un mese dallo stop alle auto
in via Roma lato portici - datato 11 agosto - il giudizio dei
commercianti è quasi unanime: esperimento bocciato. Con qualche distinguo,
certo. Ma la pedonalizzazione integrale, che terminerà il 17 settembre, così
com'è non piace proprio.
Intanto perché, su questo sono più o
meno tutti concordi, non ha portato a un incremento degli affari. Per bar,
negozi e ristoranti non è cambiato praticamente nulla
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il numero di clienti è rimasto
costante, così come la media degli incassi. E se qualcuno ha registrato una
lieve crescita il merito - a detta degli stessi esercenti - è dovuto più al
numero di navi da crociera arrivate in porto questa estate, il doppio rispetto al
2016, che alla nuova veste di via Roma liberata dal traffico.
Ma c'è anche chi dalla
sperimentazione fortemente voluta dal sindaco Massimo Zedda sostiene di aver
subito perdite sanguinose: è il caso dei titolari delle tre edicole che si
trovano lungo i 200 metri di strada interdetta alle auto, i cui incassi sono
più che dimezzati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tra i disagi
lamentati, spicca il problema rappresentato dal carico e scarico della merce.
Con la pedonalizzazione integrale i camion non possono infatti più arrivare
sino agli ingressi degli esercizi e i commercianti devono dunque provvedere
personalmente al trasporto dei colli per parecchie decine di metri o pagare
qualcuno per farlo al posto loro. Problema simile per il conferimento dei
rifiuti.
Ma la domanda che tutti si fanno è
principalmente una: a cosa è servito questo esperimento? In questi 26 giorni
via Roma è rimasta quasi deserta durante il giorno mentre la notte pare siano
aumentati atti vandalici, schiamazzi e risse. Quella dei commercianti non è
però una bocciatura tout court : la maggioranza non è contraria al blocco estivo alle auto, a patto però che
scatti soltanto la sera e preferibilmente nel fine settimana. Sindaco e giunta
ne terranno conto?
Massimo Ledda
Mattarella
a Cagliari in ottobre inaugura l'anno accademico
Sopralluogo
del Cerimoniale del Quirinale alla Cittadella dei musei
Il presidente della Repubblica ha
accolto l'invito della rettrice
dell'Università di Cagliari, Maria
Del Zompo, e del sindaco del
capoluogo sardo, Massimo Zedda:
Sergio Mattarella sarà nell'Isola il 2
ottobre. Una giornata - un lunedì -
con due tappe: prima a Cagliari,
per l'inaugurazione dell'anno
accademico in rettorato e subito dopo
alla Cittadella dei Musei per
ammirare i Giganti di Mont'e Prama, poi
a Ghilarza, nella casa di Antonio
Gramsci. L'ultimo Capo dello Stato
in visita a Cagliari è stato Giorgio
Napolitano, nel febbraio 2012.
I SOPRALLUOGHI La notizia dell'arrivo
di Mattarella è diventata
ufficiale ieri mattina dopo lo
sbarco a Cagliari dello staff del
Cerimoniale di Stato e della scorta
presidenziale. Prima si è svolta
la riunione in Prefettura, convocata
dalla prefetta Tiziana Giovanna
Costantino, alla presenza del
questore, dei comandanti provinciali di
Carabinieri, della Finanza e della
Capitaneria, dei sindaci di
Cagliari e Ghilarza e della
rettrice. Poi ci sono stati i sopralluoghi
nei luoghi che verranno visitati dal
presidente della Repubblica. La
delegazione - accompagnata dalle
pattuglie dei Carabinieri e della
Polizia - ha verificato l'idoneità
dei locali del rettorato di via
Università e del museo archeologico
anche, e soprattutto, dal punto di
vista della sicurezza. Sarebbe così
arrivato il via libera.
LE TAPPE L'arrivo di Mattarella a
Cagliari sarebbe previsto la mattina
del 2 ottobre, verso le 10.
Dall'aeroporto il trasferimento in
rettorato per l'inaugurazione (alle
11) dell'anno accademico
2017-2018. Dopo, breve tappa in
Prefettura, a piazza Palazzo, per i
saluti istituzionali e visita al
Museo archeologico e passaggio
davanti ai Giganti di Mont'e Prama.
I trasferimenti dovrebbero
avvenire tutti in auto, con la
scorta. Quasi certamente il quartiere
di Castello sarà blindato durante
tutta la mattina. È probabile che
Mattarella possa essere accompagnato
anche nella terrazza di
Buoncammino e - tempo e misure di
sicurezza permettendo - nella
spiaggia del Poetto.
GLI INVITI Il Capo dello Stato,
alcuni mesi fa ha ricevuto un invito
proprio dall'Ateneo cagliaritano con
la speranza che potesse essere
presente per l'inaugurazione
dell'anno accademico universitario. Un
altro invito è arrivato dal sindaco
Massimo Zedda per le celebrazioni
per l'anno Gramsciano. Le due strade
si sono incrociate e il 2 ottobre
il presidente della Repubblica sarà
a Cagliari e poi a Ghilarza. Ci
sono ancora alcune settimane per
l'organizzazione della visita e per
definire tutti i servizi di
sicurezza previsti per i viaggi del Capo
di Stato e per i suoi spostamenti.
Per il capoluogo sardo un altro
test importante dopo quello dello
scorso giugno in occasione del G7
dei Trasporti.
Matteo Vercelli
GHILARZA.
Prefettura e Comune mobilitati
Il Capo
dello Stato sulle orme di Napolitano: andrà a Casa Gramsci
A distanza di dieci anni la
cittadina del Guilcier, il centro dove
Antonio Gramsci ha trascorso
l'infanzia, si appresta ad accogliere
nuovamente il presidente della
Repubblica. Il 30 aprile del 2007 era
stato Giorgio Napolitano a raggiungere
Ghilarza. Ora, il prossimo 2
ottobre, la comunità di Ghilarza e
l'intero territorio accoglieranno
il presidente Sergio Mattarella .
Pochissimi i dettagli sulla visita,
ma il paese del Guilcier si sta già
muovendo per prepararsi ad
accoglierlo.
Dopo un primo incontro in Prefettura
a Oristano, nel primissimo
pomeriggio c'è stato un sopralluogo
a Ghilarza. Una quindicina di auto
hanno portato nel Guilcier autorità
istituzionali e forze dell'ordine
al seguito dello staff del
Cerimoniale di Stato.
Prima tappa a Casa Gramsci. Corso
bloccato così come gli accessi
laterali. Quindi spostamento in
Municipio e in ultimo al campo
sportivo per valutare (ma l'ipotesi
sembra poco probabile) l'arrivo
del presidente della Repubblica in
elicottero, dopo la visita a
Cagliari.
Presente anche il prefetto di
Oristano Giuseppe Guetta . «È ancora
tutto in embrione - ha spiegato - è
stato un incontro informale,
propedeutico». Chi proprio non vuole
parlare, attenendosi al rigido
protocollo di un'ufficialità ancora
non arrivata è il presidente della
Fondazione Casa Gramsci Giorgio
Macciotta . Da parte sua nessun
commento.
Eppure si sa per certo che il Capo
dello Stato arriverà a Ghilarza
proprio per visitare Casa Gramsci.
Si parla anche di un possibile
intervento all'auditorium, ma al
riguardo poco trapela.
Il primo cittadino Alessandro
Defrassu , anche lui presente ieri al
vertice in Prefettura e al
sopralluogo, afferma: «È un'occasione molto
importante per Ghilarza. Un onore
che la massima carica istituzionale
dello Stato venga a trovarci».
Quindi il sindaco prosegue: «È il modo
migliore per concludere le
iniziative dell'Anno gramsciano istituito
in occasione dell'ottantesimo
anniversario della morte di Gramsci.
Naturalmente l'amministrazione
comunale è impegnata ad accogliere il
presidente nel miglior modo
possibile. Saranno invitati ad accoglierlo
tutti i sindaci del Guilcier e del
Barigadu. È intenzione del Comune
di Ghilarza far partecipare tutto il
territorio a questo evento».
Ulteriori informazioni? «I dettagli
non sono ancora definiti - si
limita a dire il sindaco - per ora è
solo confermata la presenza per
il 2 di ottobre, il Cerimoniale in
questo mese, insieme
all'amministrazione comunale e alla
Fondazione Casa Gramsci, dovrà
mettere a punto i dettagli della
visita che, per questioni di
sicurezza, saranno resi noti solo
qualche giorno prima».
Il presidente Giorgio Napolitano era
arrivato a Ghilarza in occasione
dei 70 anni della morte del
fondatore del Pci. In quell'occasione il
presidente della Repubblica aveva
scoperto una lapide dedicata a
Gramsci nella piazzetta quasi di
fronte alla Casa museo, per poi
ricordarne la straordinaria figura.
Alessia Orbana
La
Nuova
Mattarella
in Sardegna:
tappe a
Cagliari e Ghilarza
in VISITA il 2 ottobre
di Antonello PalmaswCAGLIARILa prima
visita ufficiale in Sardegna da
Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella la compirà il 2 ottobre,
quando parteciperà alla cerimonia di
inaugurazione dell'Anno
accademico 2017/18 dell'Università
degli Studi di Cagliari, il cui
ufficio stampa ha divulgato con un
breve comunicato la notizia:
l'appuntamento è fissato per le ore
11 nell'Aula magna del Rettorato.
Il Capo dello Stato ha quindi
accettato l'invito fattogli qualche mese
fa dal rettore Maria Del Zompo, che
per ora non commenta - c'è da
attendere probabilmente
l'ufficialità da parte del Quirinale - ma che
ha manifestato, com'è comprensibile,
una enorme soddisfazione per una
presenza che nobiliterà come mai
prima l'annuale appuntamento
accademico.E Cagliari già si prepara
all'arrivo del presidente della
Repubblica Sergio Mattarella.
Una prima riunione si è svolta ieri
in
Prefettura con i primi sopralluoghi
nelle sedi che ospiteranno
Mattarella. All'incontro, convocato
dalla prefetta Tiziana Giovanna
Costantino, hanno partecipato il
questore, i comandanti di
carabinieri, guardia di finanza e
capitaneria di porto, i
rappresentati delle istituzioni
cittadine e dell'università, gli
uomini del cerimoniale e della
scorta presidenziale. Primo sopralluogo
in rettorato, dove alle 11 ci sarà
l'inaugurazione dell'anno
accademico. Da qui il Presidente
dovrebbe spostarsi in prefettura, in
piazza Palazzo, quindi ai Musei
civici per una visita, in particolare,
ai giganti di Monte Prama.
Per ora non si conoscono altri
dettagli
sugli spostamenti di Mattarella,
sull'orario di arrivo e sulla
ripartenza, se non che nel
pomeriggio dovrebbe trasferirsi a Ghilarza
per le celebrazioni dell'Anno
Gramsciano. Considerato il momento
delicato sotto il profilo della
lotta al terrorismo, una visita come
questa implica uno sforzo notevole
sotto il profilo organizzativo e
della sicurezza.Sergio Mattarella è
stato più di una volta in Sardegna
quando non era stato ancora eletto
alla massima carica della
Repubblica. Si ricorda una sua
visita nel 1997 quando si recò a Olbia
per sostenere il candidato a sindaco
del Ppi,
Gian Piero Scanu, in
occasione della campagna elettorale.
Nel 1999 tornò da vicepresidente
del Consiglio nel governo D'Alema:
due giornate, nelle quali si recò a
Cagliari per sostenere il candidato
del centrosinistra alla presidenza
della regione, Gian Mario Selis, ma
anche a Nuoro per appoggiare il
Ppi nella campagna per le regionali.
Nel 2000 Mattarella andò a
Macomer con la carica di ministro
della Difesa del governo Amato nel
quale mandò un messaggio di
rassicurazione all'isola sulla presenza
dello Stato, anche tramite le
caserme.
Nel 2001 era di nuovo
nell'isola: a Nuoro parlò della
riforma appena portata a termine che
eliminava il servizio di leva
obbligatorio. L'ultima visita ufficiale
di un Presidente della Repubblica
nell'isola risale al 2012, il 3
luglio, quando Giorgio Napolitano
inaugurò il Memoriale di Garibaldi a
Caprera. Precedentemente era stato a
Ghilarza il 30 aprile 2007 per
ricordare Gramsci, alla Maddalena
nell'agosto 2008 in vacanza, a
Cagliari e a Sassari il 20 e 21
febbraio 2012 in visita istituzionale
La
Commissione: impossibile accogliere tutte le richieste del Cal. Fi
attacca:
prevale il clientelismo Sulla riforma degli ospedali ancora guerra
CAGLIARI
La Riforma della rete ospedaliera
riatterra in commissione Sanità in
consiglio regionale. Accompagnata
dal parere negativo del Cal e dalle
richieste in 18 punti che arrivano
dal Consiglio per le autonomie. Una
seduta in cui è stata presa visione
delle richieste arrivate dal Cal.
Molte delle quali, ha già
sottolineato il presidente della commissione
Raimondo Perra, «sono contemplate
nel ddl, altre invece non rispondono
ai requisiti strutturali, e tanto
meno al decreto ministeriale 70
sugli standard qualitativi,
strutturali, tecnologici e quantitativi
relativi all'assistenza ospedaliera,
al quale già col testo di
riordino stiamo derogando».
Le parole di Perra fanno capire che
sarà
impossibile accogliere una parte
delle richieste, le maggiori
difficoltà sembrano esserci sulla
Maddalena, sul riconoscimento del
Dea di secondo livello per
l'ospedale di Nuoro e del Dea di primo
livello per quello di Lanusei. Il
percorso della riforma va avanti,
almeno in commissione. Ma presto
arriverà anche in aula. Prima c'è da
superare anche la manifestazione
davanti al palazzo della Regione
prevista per domani. Forza Italia.
Ma non ci sono solo i sindaci del
Cal a criticare la riforma. Critiche
arrivano anche da Forza Italia.
Pietro Pittalis e Alessandra Zedda,
capogruppo e vice di Forza Italia
in Consiglio regionale, incalzano
«sulle carenze e la mancata
trasparenza della riforma della rete
ospedaliera. Avevamo già
accennato a luglio l'insoddisfazione
per quanto accade, frutto di una
Riforma sanitaria disattenta al
fabbisogno della salute dei cittadini.
Questa politica di clientelismo deve
finire, pena il declassamento
delle Aziende ospedaliere».
Ministro turista. L'attacco più duro
arriva
dal coordinatore regionale di Forza
Italia Ugo Cappellacci. «La
Lorenzin è venuta come ministro o
come turista? Nella seconda ipotesi,
la prossima volta venga con mezzi
propri. È sconcertante vedere una
rappresentante del Governo
comportarsi come se fosse una semplice
visitatrice e che non abbia sentito
il dovere di dare risposte alla
comunità. Ma l'aspetto vergognoso è
vedere l'assessore alla sanità di
una giunta, che si ammanta di
sovranismo, ridotto al ruolo di semplice
e accondiscendente accompagnatore:
degno rappresentante di un
esecutivo di servili esecutori di
ordini romani. Arru ancora una volta
fa finta di nulla, continuando a
mascherare sotto confuse
argomentazioni tecniche una
decisione politica, ovvero la chiusura del
punto nascita, di cui lui, Pigliaru e il Governo sono pienamente
responsabili.
Ministro e assessore vagheggiano di
elicotteri, di altre
amenità senza sapere che
costerebbero più delle soluzioni richieste
dai maddalenini, ma nessuno dei due
fa delle scelte nella direzione
richiesta con forza dalla comunità.
Sono 37 i casi di deroghe per i
punti nascita e quasi tutti per
terre insulari: La Maddalena e la
Sardegna non sono forse isole? Il
passaggio in traghetto non ha
chiarito questo aspetto al ministro
e all'assessore? Hanno bisogno di
una carta geografica? Siamo stanchi
di queste missioni ministeriali,
sempre in periodo balneare, che
hanno puntualmente la stessa
conclusione: tante parole, zero
impegni e l'immancabile plauso della
giunta regionale». La rete sarda.
Critche anche da Claudia Zuncheddu,
portavoce della Rete sarda difesa
sanità pubblica. «La ministra
Lorenzin ha ignorato la lettera che
le avevamo inviato a giugno. Un
documento circostanziato sulle
ragioni delle lotte in corso in tutta
la Sardegna. È un un atto grave la
soppressione di servizi sanitari
indispensabili come il punto nascite
dell'ospedale Merlo. La Sanità
sarda necessita di essere
razionalizzata e potenziata e non tagliata.
Domani la Rete ha indetto una grande
manifestazione contro il "piano
di riordino della rete ospedaliera
sarda".
E Renzi
rilancia sul Pd più «largo»
i dem
di Serenella MatterawROMAEsportare
il «modello Sicilia» a livello
nazionale. Rispolverare lo schema,
mai archiviato, di un listone
guidato dal Pd e «largo» da centro a
sinistra, da Calenda a Pisapia.
Per puntare a superare il 40% alla
Camera alle prossime elezioni. È
questo l'obiettivo che torna a farsi
largo al Nazareno, dopo la
frattura della sinistra in Sicilia.
E nel giorno in cui il Pd
siciliano ufficializza all'unanimità
il sostegno alla candidatura di
Fabrizio Micari, il no di Giuliano
Pisapia alla scelta di Mdp di
contrapporre a Micari il nome di
Claudio Fava (accompagnato però da un
estremo appello dell'ex sindaco
all'unità), alimenta negli uomini
vicini a Renzi la speranza che in
vista delle politiche anche su scala
nazionale si arrivi alla rottura tra
la sinistra di Pisapia, che tiene
aperto il dialogo con i Dem, e
quella di Bersani e D'Alema, che «non
perde occasione» per contrapporsi.
Un Pd «largo», forza «tranquilla»
perno di uno schieramento in grado
di battere i populisti, è il
progetto cui Renzi lavora da tempo e
che proverà a rilanciare nella
lunga volata elettorale, che
prenderà il via a fine settembre con la
festa nazionale dell'Unità e il tour
in treno. Essere inclusivi, è la
linea. Tanto che al Pd frenano su
quanto affermato da Matteo Orfini e
cioè che l'alleanza con Ap in
Sicilia (ancora non formalizzata) non
sarebbe riproponibile in chiave
nazionale. Al contrario, lo schema
resta quello di stare «più larghi
possibile». E il programma della
festa dell'Unità sembra rispecchiare
questa aspirazione: saranno
presenti Pisapia e Alfano, anche se
non Bersani e Speranza (per Mdp ci
sarà Filippo Bubbico).
La convinzione dei Dem è che unico
obiettivo
degli «ex» di Mdp sia fiaccare il
Pd: lo hanno dimostrato smarcandosi
in Sicilia dalla candidatura,
proposta da Leoluca Orlando, di Micari
(al cui fianco sarà Renzi venerdì a
Catania). Perciò Lorenzo Guerini,
da Palermo, dichiara di «apprezzare»
la chiusura di Pisapia «a ipotesi
minoritarie» come quella di Fava. E
fa un salto logico, in chiave
nazionale: «Il centrosinistra senza
il Pd più che una utopia è una
sciocchezza, la sinistra identitaria
non ha nessuna possibilità di
essere competitiva e vincere». Per
ora Pisapia dichiara di voler
proseguire con Mdp il percorso
costituente di un nuovo partito alla
sinistra del Pd. Ma lo strappo
siciliano è un precedente cui i
renziani guardano con attenzione.
Nella speranza che il lavoro dei
«pontieri» renziani, da Delrio a
Martina, ma anche il dialogo che
Andrea Orlando ha tessuto negli
ultimi mesi con l'ex sindaco di
Milano, possano portare a formare un
unico «listone» al voto di
primavera. Uno schema, questo,
'disegnato sul Consultellum, la legge
elettorale ad ora in vigore.
Perché se è vero che oggi ripartirà
il
dibattito alla Camera sulla riforma
del sistema di voto, lo stallo non
sembra per ora sbloccarsi.di
Giovanni InnamoratiwROMADopo lo strappo
di Mdp lunedì in Sicilia, con l'
appoggio al candidato di Si Claudio
Fava, è Giuliano Pisapia a prendere
le distanze dall'operazione dei
democratici progressisti anche se
non rinuncia a compiere un estremo
tentativo per tener vivo il progetto
di Campo progressista, quello di
un contenitore a sinistra del Pd ma
in dialogo con il partito di
Renzi: l'ex sindaco di Milano ha
infatti prima lanciato un appello a
Fava e al candidato sostenuto dal
Pd, Fabrizio Micari, a «costruire
una piattaforma comune» e poi ha
incontrato Roberto Speranza, con il
quale ha deciso di mantenere aperto
il dialogo.
Pisapia ha riunito a
Roma i dirigenti di Campo
Progressista per una valutazione delle mosse
di Mdp: «In Sicilia ha fatto delle
scelte che non condividiamo». Alla
riunione c'è chi ha chiesto una
rottura con Mdp, con un appoggio
immediato a Micari («Mdp sembra
avere come unico mandato quello di far
perdere il Pd» ha detto Mario
Catania), mentre altri hanno spinto
perché Pisapia si faccia promotore
di una mediazione avanzata. Ne è
nato un appello molto articolato: a
Micari e Fava a dialogare per
«aprire fin da subito un dialogo per
costruire una piattaforma
programmatica unitaria»; ai partiti
a non proiettare in Sicilia lo
schema nazionale. In particolare al
Pd si chiede di rompere «alleanze
ambigue e innaturali rispetto al
mondo progressista», cioè quella con
Ap di Angelino Alfano, e a Mdp di
rinunciare «all'ennesima
riproposizione di uno schema di
testimonianza, seppur nobile, già
fallito in passato».
Un appello velleitario per quello
che riguarda
l'alleanza del Pd con Ap: se
saltasse le ripercussioni sul governo
sarebbero immediate, a partire dalla
legge di Bilancio; mentre Mdp già
teorizza con Pier Luigi Bersani e
Vincenzo Visco un periodo
all'opposizione. Nel pomeriggio
Pisapia ha incontrato Roberto
Speranza, il quale ha ribadito che
la presenza di Ap nella coalizione
che sostiene Micari è dirimente per
Mdp, e ha ricordato al suo
interlocutore che fu lui per primo
ad escludere una alleanza con Ap.
Alla fine una nota congiunta ha
ammesso che sulla Sicilia esistono
«valutazioni diverse», ma che queste
«non incidono sulla prosecuzione
del percorso unitario nazionale per
la costruzione di un nuovo
centrosinistra in discontinuità con
le attuali politiche del Pd».
Parole che per Mdp implicano la
rottura con il partito di Renzi, e per
Pisapia una ridefinizione del
profilo del centrosinistra e delle sue
politiche, ma con il Pd. Comunque
«l'impegno comune» prosegue, con un
incontro tra i dirigenti di Mdp e
Campo progressista la prossima
settimana. Certo è, dice alla fine
Bersani rivolgendosi all'amico
Giuliano che «o ci sarà
discontinuità da Alfano o avremo un problema».
A fotografare il tira e molla la
partecipazione di Pisapia alla festa
dell'Unità il 20 con il
vicesegretario Dem Martina, mentre D'Almea
domenica dialogherà a Barletta con
Fratoianni di Si.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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