Unione
Sarda
Dirigenti
da 10 in pagella Premio da 30mila euro
Valutati
con ottimo i big della burocrazia regionale, l'ira dei sindacati
Gli obiettivi? Tutti raggiunti. E
quando non sono stati raggiunti «è per cause esogene e perciò non imputabili
alle strutture». Cambiano i colori delle Giunte, i Governi e persino i criteri
di valutazione ma per i 137 dirigenti regionali, direttori generali in primis,
il voto in pagella è sempre ottimo. E siccome a massimo voto corrisponde
massima retribuzione, quell'ottimo si tramuta in soldi veri: 30mila euro
(lordi) per i direttori generali e 20mila per gli altri. Si chiama retribuzione
di risultato ed è una delle tre voci che compongono lo stipendio dei vertici
della burocrazia regionale. La prima è la paga fissa, la seconda quella di
posizione, la terza quella di risultato. Una componente che dovrebbe variare,
visto che dipende dal raggiungimento degli obiettivi prefissati e dalla
valutazione di un organismo indipendente (Oiv) ma che fatalmente è sempre il
massimo: più o meno il 25% del totale.
MACCHINA INEFFICIENTE Se ne
dedurrebbe che la macchina burocratica regionale, di cui sono a capo, funzioni
«ottimamente». Provate a chiedere se è così agli agricoltori, che aspettano da
anni dall'Argea l'erogazione dei fondi per il ricambio generazionale o quelli
del pacchetto giovani. O a chi attende per un tempo irragionevole valutazioni o
autorizzazioni.
ECCO PERCHÉ IL PREMIO È ALTO La
verità - come rivelano i sindacati – è che la retribuzione di risultato è
sempre massima perché direttori generali e dirigenti di servizio
della Regione Sardegna hanno le prime due voci dello stipendio (parte fissa e
di posizione) inferiori alla media nazionale e con il premio annuale
compensano. Insomma, il bonus è nei fatti una parte strutturale e fissa della
busta paga. Allora che senso hanno i Poa (Programma operativo annuale), il
Piano delle performance e tutti gli innumerevoli atti coi quali si indicano gli
obiettivi da raggiungere - che peraltro comportano aggravi di spesa perché
impegnano decine di dipendenti - se il voto in pagella è dieci a prescindere?
I COMPITI DELL'OIV E DELLA GIUNTA
Non solo: è vero che i risultati dei dirigenti vengono valutati da un Organismo
indipendente di valutazione (Oiv) composto da tecnici esterni ma è anche vero
che la Giunta ha il potere di correggere la valutazione. Alzi la mano
l'assessore che ha dato un brutto voto al suo direttore generale, colui con il
quale lavora fianco a fianco e che ha il compito di tradurre in atti concreti
la sua linea politica.
SINDACATI CRITICI Giampaolo Spanu,
segretario regionale della Uil Fpl, riconosce il problema: «È chiaro che gli
assessori difendono i loro dirigenti valutandoli col massimo così come è
evidente che l'Oiv dovrebbe assumere maggiori poteri a discapito della Giunta.
A parziale difesa dei dirigenti dico che la loro retribuzione di base è più
bassa della media nazionale. Per fortuna oggi al Coran dovremmo firmare il nuovo
contratto che mette fine a questa anomalia aumentando l'indennità di funzione e
mettendo un tetto di 16mila euro per quella di risultato».
LE CRITICITÀ Analizzando la
relazione sulle performance dei dirigenti approvata dalla Giunta il 17 ottobre
scorso si capisce anche quali sono le ragioni formali che giustificano l'ottimo
in pagella. Si va da una «descrizione poco chiara degli obiettivi da
conseguire» a una «significativa percentuale di obiettivi che non risulta
monitorabile», a «i target prefissati risultano inadeguati a misurare
correttamente l'obiettivo definito» a «una non adeguata rappresentazione dei progetti»
sino, dulcis in fundo, alle «cause esogene» che hanno condizionato il
raggiungimento degli obiettivi. Il concetto è: tutto quello che si poteva fare
si è fatto, ciò che non è stato fatto è per causa indipendenti dalle loro
volontà e capacità.
«PREMIO SURREALE» «Il raggiungimento
del premio massimo da parte di tutti i dirigenti è surreale e non rispecchia la
fotografia di un sistema-Regione che non ha le stesse velocità ed efficienza»,
commenta Davide Paderi, segretario della Cisl Funzione pubblica. «Livellare, senza
coraggio, non è un segnale di gestione moderna e va contro la norma gli
orientamenti e gli stessi impegni della Giunta regionale».
Per Nino Cois, della Cgil-Fp, «ciò
che è accaduto è inconcepibile. Se i dirigenti hanno incassato il punteggio
massimo dovrebbero averlo ottenuto anche i lavoratori del comparto perché i
risultati, se ci sono, si ottengono assieme. Ma così non è stato quindi c'è una
grande anomalia. Non a caso a livello nazionale stiamo studiando una norma da inserire
nella contrattazione decentrata che preveda che il premio al dirigente arrivi
dopo il risultato collettivo».
Fabio Manca
Periferie
più belle, 70 milioni per Carbonia, Nuoro e Sassari
Ieri
firmato l'accordo a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Gentiloni
ROMA Periferie più belle e cantieri
edilizi, ossigeno per nuova
occupazione. In un incontro
blindatissimo i sindaci di Carbonia, Nuoro
e Sassari hanno portato a casa la
firma, in presenza del presidente
del Consiglio Paolo Gentiloni, che
vale circa 70 milioni di euro di
investimenti complessivi.
CARBONIA Un regalo migliore Carbonia
non poteva concedersi: per i suoi
79 anni, celebrati appunto ieri, la
città si è regalata undici milioni
e 660 mila euro. Con la firma a Roma
ha preso corpo la convenzione per
la realizzazione del progetto di
riqualificazione urbana “Quartiere
Montuori”, valutato positivamente
dal Governo nella seconda tranche
dei programmi di miglioramento delle
periferie. Carbonia, recuperando
anche alcune idee già avanzate negli
anni scorsi, si è vista assegnare
un fondo di otto milioni e 261 mila
euro più 3,4 di competenza
regionale e Area. In generale, vedrà
la luce la sistemazione di una
scuola nata circa 15 anni fa ma già
segnata dall'usura e
dall'abbandono: le ex professionali
di via Dante, destinate a
diventare sia un centro di
accoglienza per giovani migranti che sede
per attività rivolte agli anziani.
Due i parchi previsti. Uno si
chiamerà parco lineare di rio Cannas
con percorso verde ciclo-pedonale
lungo il ruscello, inizialmente già
avviato dalla precedente
amministrazione. Il secondo sarà un
parco più a sud ma sempre nei
pressi del fiume rio Cannas, con un
teatro all'aperto, area giochi,
orti urbani. Sempre nella stessa
zona, il progetto assume il
sottotitolo “Dal carbone al sole” e
prevede la costruzione di altri
due fabbricati per giovani coppie
secondo lo stile dell'edilizia
residenziale pubblica a canone
agevolato già varata diversi anni fa
con i cinque palazzi di colore
diverso fra via Manzoni e Angioy.
Gli sportivi di Carbonia e non solo,
infine, attendono con trepidazione il
rifacimento, con la posa del manto
in erba sintetica, del campo Santa
Barbara, e annessi marciapiedi e
parcheggi.
«Sarà necessario - ricordail sindaco
Paola Massidda - cogestire
gli spazi pubblici coi
cittadini, promuovendo attività
didattiche, laboratori, conferenze e
corsi». Parte del progetto è poi
destinato a completare i garage di
corso Iglesias.
NUORO Diciotto milioni di euro di
finanziamento, 39 complessivi: qui
la parola d'ordine è riconnessione,
geografica e sociale tra luoghi e
comunità. «Oggi è una giornata storica
per la nostra città, grazie a
questo progetto possiamo rimettere
al centro le periferie geografiche,
ma soprattutto quelle sociali, che
creano marginalità. Solo investendo
in questi luoghi possiamo migliorare
la qualità della vita dell'intera
comunità e mettere in moto una serie
di energie economiche che creano
vivacità produttiva e culturale», ha
dichiarato Andrea Soddu
all'uscita da Palazzo Chigi.
I tempi sono ristretti, infatti, le
amministrazioni dovranno depositare
il progetto definitivo entro
sessanta giorni dall'approvazione
della Corte dei conti. Un Piano
periferie ambizioso e che coinvolge
tutta la città all'insegna
dell'istruzione, dello sport, del
verde pubblico, della sostenibilità
e dell'identità. Gli interventi
principali riguardano l'ex mulino
Gallisay che sarà futura sede
dell'università, l'ex Artiglieria che
diventerà parco pubblico dotato di
impianti sportivi, il parco
archeologico di Tanca Manna che sarà
museo a cielo aperto. Importanti
interventi di riqualificazione
riguarderanno viale Repubblica, viale
Costituzione e viale Sardegna, le
tre strade che collegano le
periferie al cuore della città. Il
progetto vuole andare oltre il
concetto di periferia come luogo
lontano dal centro della città, e
mira a riqualificare tutti quei
luoghi che versano in condizioni di
marginalità, indipendentemente dalla
loro posizione geografica e
riconsegnarli alla città.
SASSARI Anche Nicola Sanna, sindaco
di Sassari, ha firmato per il
Piano periferie. Il progetto
sassarese ha ottenuto 16 milioni dal
Governo a cui si aggiungeranno 2
milioni dalle casse comunali, per
intervenire nei quartieri di Latte
Dolce, Santa Maria di Pisa,
Baddimanna e Sassari2 e ricollegarli
alla città.
Per Sassari è
prioritario intervenire sul verde
pubblico, l'edilizia popolare, la
sostenibilità ambientale e la
mobilità sostenibile. «Il filo
conduttore del progetto è
riconnettere queste aree alla città, per
questo vogliamo investire in opere
di mobilità - fa sapere Sanna - per
accorciare le distanze fra le
diverse aree e riqualificare quei luoghi
simbolo di disagio attraverso una
progettazione partecipata con i
cittadini. I tempi sono sfidanti per
la pubblica amministrazione, ma
lavoreremo sodo».
Paola Cama
Andrea Scano
Servitù,
spiagge libere
Pinotti:
vogliamo essere una risorsa. Pigliaru: adesso tempi rapidi
Firmato a
Roma l'accordo tra Difesa e Regione
Dice Roberta Pinotti che «le Forze
armate amano la Sardegna», vogliono
essere «una risorsa e non un peso»,
e tutto quello che «non era
impossibile per la Difesa è stato
accettato». Sottolinea Francesco
Pigliaru che «è stato fatto un passo
importante, e adesso è necessario
attuare questo accordo in tempi
rapidissimi».
Così la ministra e il presidente
della Regione commentano l'intesa
siglata ieri a Roma, dopo un lungo
lavoro politico e diplomatico. Era
il 2014 quando alla Conferenza
nazionale sulle servitù militari i
governatori di Puglia e Friuli
Venezia Giulia firmarono un patto,
mentre Pigliaru si rifiutò,
chiedendo allo Stato, a nome di tutto il
Consiglio regionale, l'avvio di
negoziati per «l'inizio di un processo
di dismissioni e bonifiche».
Questo è il risultato del tavolo di
concertazione, l'atto ufficiale che
impegna «il ministero ad attuare
le seguenti misure di riequilibrio e
armonizzazione».
Stop alle attività a fuoco dal 1°
giugno al 30 settembre di ogni anno.
Viene ceduta la spiaggia di Porto
Tramatzu (a Capo Teulada),
prevedendo «convenzioni di uso per
il personale della Difesa
appartenente alla fasce di reddito
più basse». Ancora, si concede
l'utilizzo temporaneo dell'area
“Spiagge bianche”, per il periodo di
fermo delle esercitazioni e per le
feste di Pasqua, e della spiaggia
di Murtas (Capo San Lorenzo). Ceduta
totalmente la spiaggia di S'Ena e
S'Area (dentro Capo Frasca) e una
porzione di scogliera. I pescatori
potranno utilizzare, con accesso da
terra, il porticciolo di Capo
Frasca, e ci sarà un'area di
rispetto per le zone archeologiche dentro
il poligono.
La vecchia caserma Ederle, oltre
22mila metri quadrati a Calamosca a
Cagliari, passerà alla Regione
«previa realizzazione di idonee
strutture dove rilocare attività e
funzioni». Garantite la
valorizzazione della Scuola di
formazione per allievi sottufficiali
alla Maddalena e la piena
operatività della caserma di Pratosardo.
Altro punto fondamentale è
l'istituzione di osservatori ambientali
indipendenti, e un'attenzione
particolare sarà riservata al deposito
di Guardia del Moro.
Infine, ci sarà un tavolo
interistituzionale per
lo sviluppo di attività di ricerca e
innovazione tecnologica.
«È il primo passo concreto verso il
riequilibrio che avevamo chiesto»,
sottolinea Pigliaru, «fondamentale
il sostegno dei deputati sardi e
dei sindaci dei Comuni maggiormente
oberati dalle servitù». I primi
cittadini di Arbus, Antonio Arca;
Decimomannu, Annapaola Marongiu; La
Maddalena, Luca Montella; Nuoro,
Andrea Soddu; Perdasdefogu, Mariano
Carta; Teulada, Daniela Serra;
Villaputzu, Sandro Porcu, erano a Roma
col presidente alla cerimonia della
firma.
Cristina Cossu
Soddisfatto
il Pd Per Pili «è un bluff»
Soddisfazione ma anche molte
critiche sull'intesa firmata ieri a Roma.
Giudizi positivi del centrosinistra,
con il segretario regionale del
Pd, Giuseppe Luigi Cucca, che parla
di «un nuovo scenario per la
Sardegna, fatto anche di opportunità
per il tessuto sociale ed
economico». Dell'accordo sulle
servitù siglato con il ministero della
Difesa, il senatore apprezza
soprattutto l'apertura della caserma di
Pratosardo a Nuoro.
Il deputato di Art 1 Mdp, Michele
Piras, ribadisce
«il buon risultato ottenuto da
Pigliaru, considerate le forti
resistenze tra i vertici militari»,
e «l'importanza della parte
dell'intesa sui controlli sanitari
finalmente indipendenti».
Durissimo, invece, il segretario del
Partito dei Sardi, Paolo
Maninchedda: «Troviamo assolutamente
fuori luogo le trionfalistiche
dichiarazioni sull'accordo
disgraziatamente firmato oggi. Gli squilli
di tromba non coprono, per quanto
suonati sulle note più alte, il
grave danno patito dalla Sardegna da
un documento trattato pressoché
segretamente».
Per il parlamentare di Unidos, Mauro
Pili, l'accordo è
solo «un bluff: non contiene un solo
risultato degno di questo nome ma
frattaglie e fantomatici impegni
futuri destituiti di ogni concretezza
e fondamento». Severo il giudizio
del Polo dell'Autodeterminazione:
«Non si parla di bonifiche né delle
inadempienze dello Stato sugli
accordi già firmati in precedenza».
(ro. mu.)
La
Nuova
Intesa
Stato Regione Pigliaru soddisfatto: risposte dopo 40 anni
Il
presidente: per la prima volta ridotta la presenza dei soldati La
ministra
Pinotti: accettate tutte le richieste possibili
di Alessandro Pirina
SASSARI. C'è chi parla di giornata
storica, chi lo vede come un accordo
al ribasso. Quel che è certo è che
per la prima volta governo e
Regione hanno messo nero su bianco
una riduzione delle servitù. Una
firma che libera del tutto due
spiagge dal giogo militare e altre
durante la stagione estiva per poi
ritornare a ospitare i test di
guerra nel resto dell'anno. Un
accordo che punta anche su ricerca e
tecnologia, sul rilancio della
Scuola sottufficiali della Maddalena,
sull'apertura della caserma di
Pratosardo a Nuoro. E prevede
indennizzi per i Comuni e i
pescatori penalizzati dalla presenza dei
poligoni. Ad apporre la firma
sull'intesa sono stati la ministra della
Difesa, Roberta Pinotti, e il
governatore Francesco Pigliaru. Insieme
a loro a Roma anche i sindaci dei
Comuni interessati dall'accordo.
«Abbiamo lavorato a lungo e con
grande impegno per quest'intesa, che
riduce concretamente sia dal punto
di vista quantitativo che
qualitativo gli impatti della
presenza militare sul nostro territorio
- ha dichiarato il presidente della
Regione -. Sono problemi aperti da
oltre 40 anni, a causa di uno Stato
centrale che per troppo tempo è
stato colpevolmente distratto nei
confronti della Sardegna. Con
l'accordo abbiamo posto le basi per
un nuovo rapporto con la Difesa. È
il primo passo concreto, senza
alcuna contropartita, verso il
riequilibrio che avevamo chiesto fin
da principio».Tre anni di
trattative. Era il giugno 2014
quando è stato avviato il tavolo
istituzionale tra il ministero e la
Regione per trovare un accordo
sulla riduzione delle servitù.
Un'azione politica in cui il
governatore ha potuto contare
sull'appoggio dell'intero Consiglio
regionale, che all'epoca votò
all'unanimità un ordine del giorno in
cui si chiedeva il riequilibrio
della presenza militare nell'isola,
pari al 65 per cento del totale
delle servitù in Italia.La Difesa.
«Abbiamo lavorato per anni su questo
obiettivo, per questo sono
particolarmente lieta - è stato il
commento di Roberta Pinotti -. A
mia memoria non erano mai stati
firmati accordi sulle servitù
militari». Le richieste della
Regione puntavano più in alto, lo
ammette anche la ministra.
«Abbiamo cercato di comprendere
tutte le
esigenze che potevano essere
accettabili. Ci abbiamo lavorato e tutto
quello che non era impossibile per
la Difesa perché avrebbe reso
impraticabile l'attività delle forze
armate lo abbiamo accettato.
Abbiamo voluto dare un messaggio
alla Sardegna, che le forze armate
amano, per dire che noi vogliamo
essere una risorsa e non essere
percepiti come una presenza
oppressiva».L'accordo. L'intesa tra la
Difesa e la Regione conferma innanzitutto
la sospensione delle
esercitazioni dal 1 giugno al 30
settembre.
Ma la parte più rilevante
riguarda la liberazione definitiva
delle spiagge di Porto Tramatzu a
Teulada e di S'ena e s'arca ad
Arbus, nonché del porticciolo di Capo
Frasca e della caserma Ederle a
Cagliari. La Difesa si è poi impegnata
a cedere tra giugno e settembre le
Spiagge Bianche a Capo Teulada e la
spiaggia di Murtas a Capo San
Lorenzo. Nell'intesa anche la previsione
di un'area di rispetto per le zone
archeologiche a Capo Frasca.
I tempi. «Ci siamo impegnati,
governo e Regione - ha aggiunto Pigliaru -
a realizzare questa trasformazione
con regole chiare e tempi certi
così che tutti possano verificare,
giorno dopo giorno, ogni fase del
processo». «Sarà mia cura far sì che
l'implementazione di questo
protocollo sia il più rapido
possibile - ha concluso la Pinotti -.
Tutto quello che può essere fatto
deve essere fatto subito, compreso
l'investimento sulla ricerca, cui
teniamo molto. Per le decisioni
strettamente connesse alla Difesa,
che non riguardano altri ministeri,
c'è la mia parola. C'è un altro
campo, quello degli indennizzi, su cui
è coinvolto anche il ministero
dell'Economia, e dobbiamo lavorarci
insieme».
Gli
stipendi dei sardi tra i più bassi d'Italia
la classifica dei salari
di Claudio Zoccheddu
SASSARI. Il Nord è in testa, il sud
e le isole inseguono a distanza.
Nella classifica degli stipendi
lordi percepiti in Italia - elaborata
dall'Osservatorio Jobpricing - la
Sardegna è nelle retrovie e ingrossa
le fila di quelli che gli inglesi
chiamano "working poors",
testualmente "i poveri che
lavorano", in pratica tutti quelli che pur
avendo uno stipendio faticano ad
arrivare alla fine del mese. Ci sono
però alcune eccezioni e qualche piccola
nota di merito. Nelle due
città principali dell'isola,
infatti, gli stipendi sono aumentati
rispetto all'anno scorso.
Al punto da garantire a Sassari un
balzo in
avanti di 9 posizioni,
dall'ottantottesima alla settantanovesima, e a
Cagliari un salto di otto, dalla
cinquantaseiesima alla
quarantottesima. Nuoro, invece,
rimane stabile mentre Oristano
guadagna quattro posizioni.
Entrambe, però occupano piazzamenti ben al
di sopra di quota novanta, con la
città di Eleonora d'Arborea che
guadagna la novantaquattresima
piazza e quella di Grazia Deledda che
rimane alla novantasettesima.
Considerando che la province italiane
sono 107, la classifica delle città
sarde è desolante nonostante
tutto. La media regionale. Subito
dietro alle regioni del Centro, poco
avanti a quelle del Sud con
l'eccezione della Campania che guida il
gruppo dei più poveri forte di uno
stipendio medio anno, ovviamente
lordo, di 26mila e 880 euro. L'isola
è al 15esimo posto nell'elenco
delle venti regioni italiane. Male,
insomma, anche se fino a qualche
tempo andava anche peggio.
La più ricca è la Lombardia, con uno
stipendio annuale lordo di 31.711
euro mente l'ultima è la Calabria,
dove la media scende a 24.573. In
Sardegna si guadagna qualcosa in più
grazie a una retribuzione annuale
lorda che supera di tre euro quota
26mila. Ma la quota rimane bassa. La
province. Sassari è quella che ha
fatto il balzo in avanti più
significativo, anche grazie
all'incorporazione della provincia
di Olbia-Tempio cancellata dal
conteggio. La quota degli stipendi
medi però si ferma a 25939 euro
all'anno contro i 25080 del 2016. La
media è in rialzo ma rimane
comunque sotto quella del sud e
delle isole che invece supera di 43
euro i 26mila all'anno.
Cagliari, invece, ha retribuzioni
più alte e
guida la classifica delle città
sarde dall'alto della sua 48esima
posizione con stipendi medi di 27992
euro. Praticamente 2mila in più
rispetto a Sassari e quasi tutto il
resto del gruppo delle città
sarde. Sotto le due città più
popolose c'è la provincia del Sud
Sardegna che si ferma a quota 25496
euro all'anno e che vale, per
l'importo lordo degli stipendi, la
terza piazza nell'isola. Subito
sotto un'altra città che se la passa
meglio dello scorso anno ma che
deve comunque fare i conti con
stipendi molto bassi: Nuoro. La paga
media nel 2017 è stata di 25004 euro
mentre l'anno scorso era di 24125
euro. Nell'ultima posizione
disponibile c'è Oristano, fanalino di coda
con 24994 euro all'anno che comunque
guadagna qualcosa rispetto al
2016, quando lo stipendio medio era
di 24074 euro. Piccoli segnali di
una lenta ripresa.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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