L’Unione Sarda
Pd, due iscritti
su tre scelgono Renzi. ll voto in Sardegna in linea con quello nazionale. In
Gallura scoppia il caso delle tessere.
Anche i circoli sardi del Pd hanno scelto Matteo
Renzi. Nel voto che precede le primarie del 30 aprile, 3801 iscritti si sono
espressi a favore del segretario uscente, 1527 per Andrea Orlando e solo 47 per Michele Emiliano. Risultato in linea con quello
nazionale: l'ex premier va oltre il 62%, il ministro della Giustizia al 30% e
il presidente della Puglia all'8%.
I DATI In provincia di Sassari il risultato è
plebiscitario: 1342 a 252, con Renzi che ottiene cinque volte i voti di
Orlando. Dodici preferenze per Emiliano. Non c'è da sorprendersi. Del resto,
commenta il segretario provinciale Pd, Giampiero Cordedda, «entrambi i candidati
alla segreteria regionale, Francesco Sanna e Giuseppe Luigi Cucca, sostengono
Renzi». Orlando tiene in provincia di Cagliari, dove ottiene 618 voti contro i
1039 del segretario dimissionario e i 18 di Michele Emiliano.
ORLANDO PRIMO A QUARTU Pesa l'affermazione del
ministro nella terza città della Sardegna, Quartu, con il 68%. Non va male
nemmeno in Medio Campidano: Orlando 268 voti, Renzi 332 e Emiliano 2. E in
Ogliastra: 55 per Orlando, 126 per Renzi, 1 Emiliano. I dati di Sulcis (332
Renzi, 108 Orlando, 2 Emiliano), Oristano (300, 120) e Nuoro (320, 106, 7) sono
lo specchio di quelli nazionali.
IL SULCIS A RENZI Sorprende il risultato nel
Sulcis, dove l'ex presidente del Consiglio ha rimediato una pesante sconfitta
al referendum di dicembre. «È possibile che chi sta con Orlando non sia andato
a votare - ha spiegato il segretario provinciale Daniele Reginali - di certo
l'accoppiata Renzi-Martina è vincente, rappresenta per gli iscritti ciò di cui
il Partito democratico ha bisogno».
SCONTRO IN GALLURA Mancano i numeri dei circoli
della Gallura. La procedura congressuale è stata interrotta per una serie di
problemi con i tesseramenti: 500 iscrizioni arrivate fuori tempo massimo al
circolo 1 di Olbia non sono state convalidate. Nella lista, accusa il
segretario provinciale Tommaso Visicale, ci sarebbero persone che non avevano
intenzione di essere iscritte al Pd.
Roberto Murgia
Cagliari,
stravince Matteo
Andrea
Orlando si ferma al 27,4 per cento. La disfatta di Emiliano con 1,3
L'ex
premier conquista il 71 per cento dei consensi
In attesa delle primarie del 30
aprile, il Pd cagliaritano si conferma
partito renziano. Lo dicono i
numeri, lo hanno affermato i risultati
delle convenzioni che tra giovedì e
sabato hanno coinvolto i sei
circoli cittadini. Matteo Renzi ha
strappato il 71,01 per cento dei
consensi, lasciandosi alle spalle,
con un 27,42, Andrea Orlando, e con
un risicato 1,35 per cento Michele
Emiliano.
IL SEGRETARIO «Sono state votazioni
importanti ma soprattutto è stato
un confronto costruttivo, leale tra
gli schieramenti delle tre
mozioni», ha detto il segretario
cittadino del Pd, Nicola Montaldo.
«La partecipazione è stata
consistente e questo nonostante i tempi
strettissimi per organizzare le
convenzioni. Questo, per noi, per me,
ha un significato preciso: siamo
ancora l'unico partito capace di
coinvolgere centinaia di iscritti,
come è accaduto in questo weekend».
Renzi ha vinto al circolo Lussu,
dove ha conquistato 65 voti contro i
24 di Orlando e una sola preferenza
per Emiliano. Al circolo Rinascita
i consensi sono stati 39 per l'ex
premier, 13 per Orlando e nessun
voto per Emiliano. Ventisei i voti
renziani a Mulinu Becciu. È qui che
la corsa di Matteo Renzi si è
interrotta. I militanti del Pd rionale
hanno scelto Orlando, conferendogli
37 voti e riservandone uno solo a
Emiliano.
I RISULTATI La scalata è ripresa al
circolo Berlinguer dove Renzi ha
strappato 55 voti, 16 Orlando e 1
Emiliano. Così anche a La Palma: 72
i consensi per Matteo Renzi, 16 per
Andrea Orlando e 2 per Emiliano.
Incetta di voti, infine, al circolo
di Pirri: 68 i numeri positivi per
Renzi, 16 per Orlando e 1 per
Emiliano.
Alla fine della tre giorni di
incontri, confronti, discussioni e
naturalmente votazioni, la mozione
Renzi ha conquistato in città 316
preferenze a dispetto delle 122
della mozione Orlando e dei sei
suffragi di Emiliano. Cinque circoli
su sei, insomma, hanno detto sì
alle proposte politiche dell'ex
presidente del Consiglio dei ministri.
VERSO LE PRIMARIE «Che dire, non
posso che ringraziare tutti i
segretari dei circoli, gli iscritti,
i tanti volontari che si sono
prodigati per rendere possibile il
congresso. Personalmente non posso
che essere felice di questo successo
e del successo di Matteo che è
riuscito a vincere a Cagliari dove
non aveva ancora avuto consensi.
Nonostante la scissione, abbiamo
avuto un aumento degli iscritti
passati da 900 a 1200. Il popolo del
Pd ha reagito e ha appoggiato le
idee di governo di Renzi».
Andrea Piras
Il
congresso del 30 aprile
Cucca-Sanna,
domani il termine per le liste
Due candidati alle primarie del 30
aprile e, con ogni probabilità, tre
liste. C'è tempo fino alle 13 di
domani per presentarle nella sede
regionale del Pd, in viale Regina
Margherita a Cagliari. Un rinvio di
24 ore stabilito dalla commissione regionale
di Garanzia, che così va
incontro a chi chiedeva qualche ora
in più per la compilazione delle
liste. Una sarà collegata a
Francesco Sanna, due a Giuseppe Luigi
Cucca. Tre come le correnti più
importanti del Pd sardo: i soriani che
hanno espresso il nome di Sanna, i
renziani ex Ds con Cucca, e poi la
terza area, quella Cabras-Fadda, che
ha sciolto le riserve e sostiene
il senatore: «L'assemblea regionale
dei riformisti, popolari e
Sardegna +Meglio, riunita a
Oristano, condivide la piattaforma
politica e la proposta programmatica
avanzata dal candidato Cucca e le
priorità presentate», ha fatto
sapere una settimana fa.
Sempre il 24 marzo Sanna, dopo che
per giorni era sembrato prossimo a
ritirare la candidatura, ha deciso
di giocare la partita sino in
fondo. «Corro per vincere - ha
precisato - una delle motivazioni che
mi hanno convinto a rimanere in
campo è la volontà di superare il
correntismo esasperato». Sanna si è
anche battuto, invano, perché La
Traversata, rimasta orfana di Yuri
Marcialis (passato in Mdp), potesse
esprimere un altro candidato:
«Cercherò contatti con i rappresentanti
della sinistra autonomista e
federalista e La Traversata, sarebbe uno
spreco se la parte a sinistra del Pd
non partecipasse al congresso»,
ha detto una settimana fa. ( ro. mu.
)
La Nuova Sardegna
In
città l’ex premier batte Orlando con l’86% contro l’11
Il
ministro meglio ad Alghero (35,56). Pochi voti a Emiliano
Congressi
del Pd: vittoria per Renzi nei grandi centri
SASSARI La mozione Renzi ha vinto e
stravinto ai congressi del Partito
Democratico delle quattro città
della provincia: Sassari, Alghero e
Porto Torres e Ozieri. Ma non tutte
le assise si sono concluse:
martedì andranno al voto Ittiri e
Thiesi e sono allora sarà possibile
avere il dato completo, anche se la
vittoria sembra nettissima per
l’ex premier che ha preso
percentuali bulgare rispetto ai contendenti:
Andrea Orlando, ministro della
Giustizia, ed il governatore pugliese
Michele Emiliano. Quest’ultimo ha
raggranellato pochissime preferenze
quando addirittura non è stato
nemmeno votato. Altro dato generale,
anche se parziale, che è emerso è
che nei grandi centri è andato a
votare la metà dei 3998 iscritti a
livello provinciale. Probabilmente
perché i congressi rappresentano una
prima scrematura delle
candidature alla carica di
segretario nazionale del partito che
giocheranno l’ultima e definitiva
partita il 30 aprile, con le
“primarie aperte” alle quali
potranno partecipare non solo i tesserati
ma tutti i cittadini.
La candidatura di Emiliano, che nel
Nord Ovest
Sardegna ha raccolto meno del 2 per
cento, ha invece già superato la
soglia del 5 per cento a livello
nazionale che consentirà al
governatore della Puglia di
partecipare alla sfida di fine mese. Ma
vediamo come è andato il voto città
per città. A Sassari dove si sono
recati alle urne 1011 iscritti sugli
oltre 2300 tesserati, Renzi ha
ottenuto l’86,01 per cento con 864
voti, Orlando l’11,61 per cento con
122 preferenze ed Emiliano il 2,38
per cento con 25 sostenitori. La
mozione dell’ex premier è stata
presentata nell’hotel Grazia Deledda
dalla presidente del consiglio
comunale Esmeralda Ughi, quella di
Orlando dalla deputata Giovanna
Sanna. Era presente anche il
presidente del consiglio regionale
Gianfranco Ganau.
Una maggioranza
schiacciante per Renzi,
evidentemente sostenuto anche dalla
maggioranza del partito, mentre tra
gli orlandiani rimasti a molte
distanze c’è da annoverare il
sindaco Nicola Sanna. Sarà da verificare
se la conclusione del congresso
sassarese segnerà anche un cambio di
equilibri all’interno dei dem, in
questi ultimi mesi lacerati dalla
crisi a Palazzo Ducale che tutt’ora
non è stata risolta e sulla quale
è ancora in corso una pausa di
riflessione. Ad Alghero migliore
l’affluenza nella sede del Partito
Democratico di via Mazzini dove si
sono svolte le operazioni
congressuali. A votare sono stati in 195 su
270 iscritti. La mozione Renzi,
presentata dal consigliere comunale
Enrico Daga, ha ottenuto 123 voti
pari al 63,40 per cento mentre la
mozione Orlando, presentata dal capogruppo
del Pd Mimmo Pirisi, ha
ottenuto 79 voti pari al 35,56 per
cento.
Due voti sono andati alla
lista Emiliano che però durante i
lavori non era rappresentata in via
ufficiale. Alla tornata congressuale
erano presenti il consigliere
regionale Luigi Lotto, il segretario
provinciale Gianpiero Cordedda e
il garante regionale Massimo
Pintus.Mentre era prevedibile il successo
della componente renziana
rappresentata da Daga è stata una sorpresa
la percentuale ottenuta dai
supporter di Orlando, che rappresenta la
vecchia componente degli ex
comunisti, il cui 35,56 per cento sembra
essere uno dei dati più alti in
assoluto di questa prima fase
congressuale del Pd.Intanto sembra
ormai archiviata la vicenda del
mancato tesseramento degli ormai ex
esponenti del Pd che all’epoca
delle amministrative algheresi
lasciarono il partito per confluire in
una lista civica guidata
dall'attuale sindaco Mario Bruno dopo che la
direzione aveva indicato quale
candidato alle comunali Enrico Daga.
Tutto secondo programma Porto Torres
dove i 99 votanti sugli oltre 200
iscritti hanno dato il 97 per cento
delle preferenze a Matteo Renzi e
solo due voti a Orlando. Nemmeno una
scheda per Emiliano, così come ad
Ozieri che con un risultato atteso
ha premiato l’ex premier con 75
voti, cinquanta voti in più del
ministro della Giustizia. (hanno
collaborato Gianni Olandi, Gavino
Masia e Barbara Mastino).
Strappo
Pd, al voto solo uno dei due circoli
Illustrate
e votate le mozioni per le primarie: vince largamente
Matteo
Renzi su Orlando ed Emiliano
OLBIA
Diviso come e più di prima. Quando
c’è da votare per qualcuno o per
qualcosa il Pd olbiese non resiste
alla tentazione di spaccarsi in
due. Ieri si dovevano votare mozioni
e candidati in lizza alle
primarie, ma al “congressino” – così
come avevano annunciato il giorno
prima – non si sono presentati gli
iscritti del circolo Olbia 1 che
hanno contestato la procedura di
tesseramento. La votazione si è
conclusa con il largo successo di
Matteo Renzi (299 voti pari al
92.22%), seguito da Andrea Orlando
(11 voti pari a l 3.50%) e da
Michele Emiliano (4 voti pari
all’1.28%) In tutto i votanti sono stati
318, 4 le schede bianche. Il dato
politico olbiese però è un altro: il
solco incolmabile che ancora divide
il Pd locale.
L’ennesimo strappo
si è consumato tra sabato e
domenica, esattamente un anno dopo
l’accordo elettorale che aveva
sancito almeno una tregua tra le due
anime del partito e tra i due
circoli, Olbia 1 e Olbia 2, guidati
rispettivamente da Angela Corda e
Graziano Asara. Perse e archiviate
le elezioni, il Pd ha ripreso la sua
guerra interna. Guerra di
tessere, perché la ragione del
contendere è tutta nella regolarità
delle procedure di iscrizione al
partito per i congressi. Sotto accusa
soprattutto il deliberato sul filo
di lana della commissione nazionale
per il congresso che ha accolto il
ricorso del circolo Olbia 2
presentato contro la bocciatura di
centinaia di tessere dei propri
iscritti. Ieri l’epilogo: come
annunciato da segretario Graziano
Asara, gli iscritti del circolo
Olbia 1 non si sono presentati
all’incontro preliminare alle
elezioni primarie per illustrare e
votare le mozioni e i candidati
concorrenti alla segreteria del
partito (Renzi, Orlando ed
Emiliano).
In realtà diversi iscritti di
Olbia 1 si sono presentati al
seggio, non certo i dirigenti o i
militanti più in vista. Pur con
mezzo partito o giù di lì, le
operazioni di voto si sono svolte
regolarmente. Adesso, passata la
bufera, le diplomazie a lavoro per
ricucire lo strappo.
Nuoro
Pd,
è Renzi il vincitore della consultazione provinciale
la
corsa alla segreteria nazionale
NUORO È Matteo Renzi il candidato
alla segreteria nazionale del Pd che
ha ottenuto più voti nella
consultazione della convenzione provinciale
che si è svolta ieri nella sede del
Partito Democratico, in vista
delle primarie del 30 aprile. Con 53
voti l’ex premier ha ottenuto 15
delegati, seguito dal ministro della
Giustizia Andrea Orlando, con 8
delegati. Appena un voto per il
governatore della Puglia Michele
Emiliano che non ha quindi ottenuto
neanche un delegato. I 23 delegati
eletti ieri da tutti gli iscritti
nuoresi al Partito Democratico
mercoledì prossimo sceglieranno i
tre che li rappresenteranno alla
assemblea nazionale in programma
sabato prossimo, 8 aprile, a Roma.
Un’assemblea decisiva quella romana:
da lì usciranno i nomi dei
candidati ufficiali alla segreteria
nazionale del Pd. Poi il 30 aprile
appuntamento con le primarie aperte
a tutti, iscritti e simpatizzanti
(per votare bisognerà versare 2
euro).
La sera stessa sarà incoronato
il nuovo segretario nazionale del
Partito Democratico. «I risultati
della provincia di Nuoro sono in
linea con i risultati nazionali –
commenta il segretario del Pd
nuorese, Francesco Manca – Renzi si è
confermato vincitore a Nuoro con
ampio margine sugli altri due
candidati nel voto degli iscritti.
L’ex premier ha ottenuto 53 voti su
83, seguito dal ministro Orlando con
29 preferenze. Ad avere la peggio
è stato il governatore della Puglia
che ha ottenuto solo un voto». Se
la tendenza di voto per il
governatore Emiliano dovesse essere
confermata anche a livello
nazionale, è probabile che la sfida finale
per la segreteria sia un duello tra
Renzi e Orlando. Una sconfitta per
il governatore della Puglia, che
aveva annunciato la sua candidatura
alla segreteria proprio in alternativa
a Renzi che aveva attaccato,
accusandolo di una gestione
autoritaria del partito. (g.z.)
Gli
iscritti incoronano Renzi Emiliano ce la fa di un soffio
Conclusa
la prima fase delle primarie: ha votato il 50% dei tesserati,
ma
è ancora guerra di numeri Sarà corsa a tre tra l’ex premier, il governatore
della Puglia e il ministro della Giustizia Orlando
di
Chiara Scalise
ROMA È ancora guerra di cifre dentro
il Pd. Renzi tiene saldamente il
comando nella corsa a tre per la
segreteria, ma le percentuali ballano
In serata arrivano i dati parziali
dello spoglio del pronunciamento
degli iscritti: Renzi è al 68,22%,
Orlando al 25,42, e Emiliano al
6,365, una percentuale che gli
consente di restare in gara.
L’affluenza, secondo i dati del Pd,
è stata del 58%. Si tratta di
numeri non difformi da quelli che
erano stati diffusi dai renziani, i
quali li registrano con molta
soddisfazione, giudicandoli «un
risultato incredibile, un vero
trionfo». E che però sono diversi da
quelli raccolti dal comitato di
Orlando e dal governatore della
Puglia, secondo i quali l'ex premier
si attesterebbe poco sopra il 62%
con il ministro della Giustizia
intorno al 30% e Emiliano ben oltre la
soglia necessaria per andare ai
gazebo, conquistando addirittura l'8%.
Ma lo stesso Governatore della
Puglia si mostra cauto: si dice
convinto di «aver superato
ragionevolmente» la fatidica soglia del 5%,
ma non canta vittoria.
E soprattutto punta i riflettori
sulla scarsa
partecipazione. Lo stesso fa
Orlando: a metà scrutinio, le rilevazioni
- osserva il suo comitato - danno
un'affluenza tra i 140 e i 155mila
votanti, su un totale di oltre
400mila. Ammettendo che a competizione
chiusa si arrivi a quota 200-210mila
voti, vorrebbe dire che ha
partecipato il 50% degli iscritti.
Poco. Meno dell'ultima volta (anche
se c'è da considerare che sono
inferiori anche gli iscritti) e così
scatta l'appello in vista delle
primarie aperte del 30 aprile: «Mi
auguro che quel giorno votino oltre
2 milioni di persone - dice
Orlando - perché sotto questa soglia
sarebbe un colpo per tutto il
Pd». I dati ufficiali arriveranno
solo oggi, perché in alcuni circoli
si vota fino a mezzanotte: mancano
molte sezioni, soprattutto al Sud.
In Calabria, Sicilia e in
particolare in Campania la maggioranza delle
sezioni ieri sera doveva ancora
essere fotografata. E questi ritardi,
assieme alle «anomalie» denunciate
nel corso dei tesseramenti, di
sicuro alimenteranno le polemiche
del giorno dopo il voto. Intanto,
ognuno brinda ai risultati locali:
nonostante la vittoria di Renzi a
Roma (con oltre il 62%), Orlando
dichiara tutta la propria
soddisfazione per aver registrato
proprio nella capitale il suo
miglior risultato, il 36%; così come
rivendica il primo posto a La
Spezia, sua città natale.
L'ex premier invece guarda
soprattutto al
primato incassato nella «rossa»
Bologna ma anche a Bari, la città di
Emiliano, e in generale la buona
riuscita in Liguria. È un vanto poi
il risultato di Firenze dove l'ex
sindaco ha messo a segno l'82% dei
consensi. Si avvicina così il
secondo atto del congresso, dove
ciascuno dei tre candidati si dice
certo di poter vincere. Se Orlando
non demorde e assicura di essere
pronto a lasciare da parte esitazioni
e dubbi per far cambiare rotta al
partito e Emiliano scommette su
alcune sorprese che ha messo in
cantiere per dare filo da torcere ai
contendenti, Renzi ai suoi spiega di
non sottovalutare di certo
l'appuntamento con le primarie ma
anche di confidare in un risultato
non troppo diverso da quello di
questo primo round. A questo punto, la
parola passa agli elettori del Pd,
che saranno chiamati a sceglieretra
i tre sfidanti il 30 aprile. Fino ad
allora sarà campagna elettorale,
senza esclusione di colpi.
Sinistra
italiana: alternativi ai dem
Dopo
l’addio di Zedda, Uras e Piras il partito si prepara al congresso
PAULILATINO
L'esodo di quelli che occupano poltrone importanti a
Cagliari e Roma non frena le
ambizioni di Sinistra Italiana, che ieri
si è riunita a Santa Cristina di
Paulilatino. «In Sardegna Sinistra
Italiana c'è ed è forte e viva
nonostante le scissioni e al momento
siamo l'unico vero partito a
sinistra del Pd – spiegano Nicola
Comerci, tempiese, delegato
regionale al Congresso nazionale di
Rimini, e Alessandro Vinci,
consigliere comunale di San Nicolò
d'Arcidano –. Sinistra italiana in
Sardegna è forte e viva e vogliamo
porci come baricentro della
discussione con tutte le altre forze di
sinistra per costruire un progetto
alternativo al Pd».
Per quanto
riguarda i congressi, la provincia
di Sassari e il Nord Sardegna in
genere sono già pronti e in grado di
rispettare il termine di aprile
indicato dal congresso nazionale. A
Cagliari, Oristano e Nuoro invece
la campagna di tesseramento è in
ritardo. «Temevo che la scissione del
sindaco di Cagliari, dei
parlamentari Uras e Piras e dei consiglieri
regionali avessero lasciato il
segno, ma riparto sollevato perché ho
visto che ci sono tutte le
condizioni per la nascita di un nuovo
gruppo dirigente capace di fare
bene», ha concluso il senatore
napoletano Peppe De Cristofaro.
(fgp)
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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