Unione
Sarda
QUARTUCCIU.
Centrosinistra, colpo di scena: non sarà Secci il candidato Dopo la sindaca,
anche l'ex assessore al Bilancio lascia Bentu Nou
Sembrava mancasse soltanto
l'ufficialità, invece è arrivata la sorpresa. L'attuale assessore al Bilancio
Giovanni Secci, non sarà il candidato sindaco della coalizione di un
centrosinistra unito. Non solo: non presenterà la sua candidatura nemmeno come
consigliere. È l'ennesimo schiaffo al gruppo Bentu Nou, che dopo appena una consiliatura,
perde pezzi piano piano. Prima di Secci avevano annunciato l'abbandono della
politica quartuccese, anche la sindaca Lalla Pulga e la vice sindaca
Valeria Ledda.
LA ROTTURA I cieli sopra il Pd sono
sempre più neri e pare ormai quasi certo che il centrosinistra si presenterà
spaccato alle elezioni di giugno, con candidati di liste
civiche. Ufficialmente la rinuncia è per motivi personali «per dedicarmi alla
famiglia e alla mia piccola bimba» ma Secci ha parecchi sassolini da togliersi dalle
scarpe: «La mia disponibilità era condizionata all'impossibilità di trovare un altro
candidato», dice l'assessore al Bilancio, «all'esistenza di un progetto di
ampio respiro e di una lista di persone competenti e pronte a sacrificarsi per
altri cinque anni. Le condizioni per sciogliere la mia riserva non si sono
manifestate. Questo non significa che non farò più politica. La farò per cinque
anni in modo diverso. L'impegno sarà concentrato nel partito e nell'associazionismo».
L'ADDIO Il progetto Bentu Nou,
aggiunge Secci, «è giunto al termine. Si è chiuso un ciclo durato quasi nove
anni che ci ha visto impegnati su più ambiti: Partito democratico,
associazione culturale e esperienza amministrativa». Adesso, a poche settimane
dalla presentazione delle liste, il Pd non ha un candidato e non trapelano nemmeno
nomi possibili. Dalle ceneri del gruppo potrebbe riemergere l'assessore
all'Urbanistica Cristian Mereu che sicuramente si candiderà come consigliere ma
di quale lista non è dato sapere. Incerta anche la posizione
dell'assessore alla Cultura Andreina Catte. Vedere un centrosinistra unito correre
alle elezioni sembra ormai una chimera. Le divergenze sono evidenti e a
giovarne sarà probabilmente la lista civica con candidato sindaco Pietro Pisu.
L'ALTRO FRONTE È invece già spaccato
in due il centrodestra, con un sicuro candidato alla poltrona di primo
cittadino, Damiano Paolucci che unisce in una lista civica molte
delle anime dell'ex giunta di Carlo Murru. Soprese potrebbero arrivare invece
dall'altra lista, in via di definizione, che unisce le anime di Forza Italia.
Se il nome di Ninni Piludu possibile candidato sindaco circola da tempo, è
invece una sorpresa quello dell'ex sindaco Gilberto Pisu che potrebbe ritentare
l'avventura.
Giorgia Daga
PULA.
Caduta la Giunta Medau
L'ex
assessora al Turismo si unisce a Libertas e alla minoranza
Si
dimettono nove consiglieri: a giugno si vota
Finisce anzitempo il mandato della
sindaca Carla Medau: ieri
pomeriggio nove consiglieri hanno
depositato le dimissioni in
Municipio chiudendo con due anni di
anticipo la legislatura. Per Pula
ora si apre una nuova pagina
politica: da ieri è cominciata di fatto
la campagna elettorale, visto che ci
sono i tempi tecnici per andare
subito al voto. La Giunta regionale,
intanto, ha nominato d'urgenza
Mario Mossa - già dirigente del
Comune di Cagliari - come commissario
straordinario, e inserito Pula tra i
Comuni che andranno al voto il
prossimo 11 giugno.
I SILURATORI A mandare a casa la
Giunta sono stati i quattro
consiglieri del gruppo Libertas:
Ettore Caboni, Gabriel Orbai,
Emanuele Olla e Ilenia Urru. Con
loro gli esponenti di minoranza:
Barbara Boi, Elisabetta Loi, Angelo
Pittaluga e Francesca Toccori, ma
soprattutto, l'ex assessora al
Turismo, Annalisa Capobianco. La
sindaca, nonostante la mancata
approvazione del bilancio, non si era
dimessa con la speranza di ricucire
i rapporti con parte della sua
stessa maggioranza: ieri, invece,
sono stati gli altri a farlo.
MAGGIORANZA LOGORATA Termina così
una legislatura complessa,
avvelenata da un clima politico che,
specie nell'ultimo anno, aveva
provocato uno strappo all'interno di
una maggioranza solo
all'apparenza granitica. Quella di
ieri è la cronaca di una fine
annunciata, perché, nonostante i
tentativi della sindaca, le speranze
di ricompattare quella stessa
maggioranza sempre più eterogenea erano
ridotte a un lumicino.
L'EX FEDELISSIMA Annalisa
Capobianco, l'ex fedelissima della sindaca,
spiega: «Questa decisione è coerente
con le motivazioni dalle
dimissioni da assessore e con il
voto contrario al Dup, motivato
dall'emendamento della consigliera
De Donato. È un atto dovuto,
considerata la mancanza di
presupposti per il prosieguo del mandato.
La parola ora passa ai cittadini».
GRUPPO MISTO Per i consiglieri del
Gruppo misto, Angelo Pittaluga,
Elisabetta Loi e Barbara Boi, le
dimissioni sono «il risultato della
mancanza di dialogo tra la sindaca,
non solo con tutto il Consiglio
comunale, ma con gli stessi
cittadini. Due assessori persi per strada
in tre anni e una maggioranza
spaccata dimostrano le sue difficoltà a
dialogare. Senza la stampella di una
consigliera di minoranza, questa
legislatura sarebbe terminata anche
prima». Sulla stessa lunghezza
d'onda Francesca Toccori, che tre
anni fa - come Barbara Boi - si era
candidata a sindaca: «Credo che in
questi anni non abbia trattato i
cittadini allo stesso modo:
terminata la campagna elettorale, chi
vince ha il compito di essere il
sindaco di tutti, non solo dei propri
elettori». Ivan Murgana
L'ex
sindaca
«Sono
delusa: mi avevano rassicurato, poi il blitz»
«Sono delusa e amareggiata. Dispiace
solo non aver potuto completare
il percorso di rinnovamento
intrapreso tre anni fa per migliorare
Pula». Sono passati pochi minuti
dalla firma dei nove consiglieri che
hanno messo fine al suo mandato da
sindaca, e al primo piano del
Municipio di corso Vittorio
Emanuele, in quello che orami non è più il
suo ufficio, Carla Medau prova a
metabolizzare la sconfitta. «Non me
l'aspettavo», ammette: «In mattinata
le rassicurazioni del consigliere
Ettore Caboni e di un consigliere
regionale di Forza Italia sul fatto
che, dopo Pasqua, il bilancio
sarebbe passato: mi avevano fatto capire
che esistevano i margini per
ricucire la maggioranza». Poi la svolta.
«Sono orgogliosa - aggiunge - del
lavoro svolto in questi anni, dei
risultati raggiunti: abbiamo
abbassato le tasse e appaltato opere
davvero importanti. Avrei voluto
solamente terminare la legislatura
per completare il programma e
rispondere alla esigenze dei cittadini».
(i.m.)
La Nuova Sardegna
Salta
la candidatura in Lombardia e Liguria. Il governatore: «Siamo
pronti
a fare ricorso»
Emiliano fuori dalle primarie in due
regioni
di Serenella Mattera wROMA Michele
Emiliano è escluso dalle primarie
Pd in Lombardia e Liguria: in quelle
due Regioni il suo nome non
comparirà sulla scheda per eleggere
il segretario. È questa la nuova
grana che crea tensione nel
congresso Pd. Non è detta l'ultima parola
e mentre si continua a cercare una
difficile mediazione, gli uomini di
Emiliano annunciano ricorsi.
L'esclusione, avverte Francesco Boccia,
sarebbe «un errore» anche perché
peserebbe sulla affluenza ai gazebo,
vera incognita del 30 aprile.
«Se votassero in 100 mila sarebbe un
insuccesso», dice Andrea Orlando,
contraddicendo Matteo Renzi secondo
cui quel dato non conta, ma conta la
«partecipazione democratica».
Intanto le commissioni regionali di
Liguria e Lombardia decidono di
cancellare il governatore pugliese
dalla scheda dopo aver appurato che
«nella stragrande maggioranza dei
casi» mancano le 50 firme necessarie
a presentare le liste a sostegno del
candidato. Le firme, spiega
Roberto Montanari, presidente della
commissione congresso, erano di
iscritti non residenti in quelle
Regioni o non iscritti al Pd. Non è
vero, ci sono e sono valide, replica
Boccia.
Che protesta per come la
notizia sia stata fatta trapelare:
«Se e quando sarà ufficiale faremo
appello. Il congresso non sia una
questione burocratica», dice. In
serata Montanari spiega che la
commissione nazionale che gestisce il
congresso non ha potuto che prendere
atto delle scelte delle
commissioni regionali ed esaminerà
eventuali ricorsi. In realtà, per
quasi quarantotto ore si è cercata
una soluzione di mediazione
nell'interpretazione delle regole:
la riunione fiume al Nazareno è
stata sospesa nella serata di
martedì, quando è giunta la notizia
della morte improvvisa di un
collaboratore di Emiliano e il
rappresentante del governatore nella
commissione ha avuto un malore.
C’è un’ipotesi di mediazione dei
renziani: l'ammissione delle liste
solo nei collegi con le firme in
regola.
“Sardegna
più” sostiene Renzi e Cucca
NUORO “Sardegna più. Meglio” vota
Matteo Renzi come segretario
nazionale del Partito democrarico e
la lista “Popolari riformisti
sardi”. Il capolista nel collegio
Nuoro-Ogliastra sarà Davide
Montisci, 34 anni, nuorese,
dentista, specializzato in
ortognatodonzia, studi a Oliena e
Mamoiada, clinical professor di
odontoiatria presso l’università
“Ludes” di Malta, responsabile
didattico del Master internazionale
di secondo livello in
Implantologia e Chirurgia avanzata
presso l’università di Cagliari.
Davide Montisci è anche fondatore
dei Giovani Democratici in Sardegna,
è stato responsabile nazzionale egli
enti locali del Pd e infine
presidente nazionale dei Giovani
democratici fino al 2016. Nella lista
Popolari riformisti sardi nel
collegio Nuoro-Ogliastra sono candidati:
Romina Pili, Franco Corosu e
Mariaelisa Marongiu. Inoltre, “Sardegna
più. Meglio” vota Giuseppe Luigi
Cucca come segretario regionale del
Partito democratico e nella lista
dei Popolari riformisti sardi che
sostiene il senatore nuorese sono
candidati nel Collegio di nuoro:
Valentino Carta, Elena Carta, Luigi
Deiana, Natascia Demurtas,
Giorgiolino Carzedda, Laura Mura,
Paolo Lai, Letizia Marongiu, Daniele
Nieddu, Rita Gessa ed Enrico
Deledda. «La nostra è una scommessa di
rinnovamento – ha spiegato il
consigliere regionale Roberto Deriu,
leader di Sardegna più. Meglio – che
crediamo sia visibile e
autorevole».
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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