(07 Settembre 1953) Nikita Krusciov diventa segretario del
Partito Comunista dell’Unione Sovietica, e subito avvia un lento processo
di destalinizzazione del paese. In
particolare riabilita gli epurati e i deportati nei gulag, mille dei quali alla
fine del 1953 hanno già fatto ritorno a casa. Il processo di destalinizzazione
raggiunge la sua fase più acuta nel febbraio del 1956, quando Krusciov, con un ‘rapporto
segreto’ al XX congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, denunzia i crimini di Stalin
e i danni arrecati all’URSS dal ‘culto della personalità’.
Una riunione riservata, dalla quale erano perciò esclusi gli
esponenti dei partiti stranieri, si tenne la mattina del 25 febbraio.
Nell'occasione il nuovo segretario del PCUS, espose la propria relazione
intitolata ‘Sul culto della personalità e le sue conseguenze,’ passata alla
storia anche come Rapporto segreto. In essa si riassumevano le conclusioni a cui era giunto il processo di
rivalutazione della politica staliniana, avviato subito dopo la morte del
precedente leader (5 marzo 1953) e che aveva portato nel 1955 alla costituzione
di una commissione, guidata dal Segretari del Comitato centrale Pëtr Pospelov,
per lo studio dei materiali sulla repressione di massa. Le risultanze
dell'inchiesta convinsero la dirigenza della necessità di esporre la questione
all'imminente Congresso.
Nel rapporto, Krusciov
enumerò numerose illegalità compiute da Stalin, denunciò la sua violazione del principio leniniano
della guida collettiva e fece i nomi di molti di coloro che erano stati
irregolarmente processati e giustiziati prima della Seconda Guerra Mondiale, ma
non quelli degli oppositori politici che avevano subito la stessa sorte. Nella
relazione la responsabilità delle repressioni veniva attribuita interamente a
Stalin e non al partito, sottolineando tanto
più che delle illegalità commesse dal precedente leader del PCUS e dell'URSS avevano
pagato le conseguenze in primo luogo esponenti del partito stesso. A Stalin
venivano inoltre imputati errori nella preparazione e nella condotta della Guerra,
che avevano portato alle sconfitte patite dall'Armata Rossa nei primi due anni
di conflitto.
Stalin era stato
divinizzato, era il vincitore della guerra, il creatore del mondo socialista e
all'improvviso divenne un criminale, giudicato come tale al 20° congresso. Fu un momento cruciale, non solo
per il partito comunista sovietico, ma per tutto il movimento comunista
internazionale, che fu duramente colpito nelle fondamenta delle loro credenze.
Stalin, sino ad allora esaltato, secondo il rapporto era stato invece un
tiranno megalomane, un sadico paranoico ed assassino, un teorico da farsa, un
persecutore di innocenti.
Secondo lo storico Norman Naimark, docente alla Stanford
University, le ragioni per cui Krusciov avviò il processo di destalinizzazione
furono essenzialmente due, entrambe relative alla situazione interna
dell'Unione Sovietica. La prima politica: Krusciov aveva grandi oppositori nel
partito tra cui Molotov e Kaganovich. L'unico modo per avere la meglio era
associarli a Stalin e allo stalinismo, denunciando Stalin poteva spezzare la
loro forza nel partito. L'altra era che Krusciov era sensibile alla necessità,
per il popolo russo, di emanciparsi da un passato orribile. Tuttavia, coloro
che criticarono Krusciov evidenziarono che il nuovo segretario era stato un uomo
di fiducia dello stesso Stalin, ed aveva contribuito alla realizzazione di
quell’apparato che ora lui stesso denunciava al mondo.
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