mercoledì 11 settembre 2019

L'incendio va spento vent'anni prima che parta. Di Pier Franco Devias



Ieri ho visto la faccia di Salvini in televisione. Scuro in volto, si vede che è nervoso, ha perso quella strafottenza e spavalderia a cui si era un pò troppo abituato. Come si dice "est torrau a pedes in terra". Ha accusato il colpo della perdita del potere, ma anche dello sfottò generale per la sua mossa avventata.

In preda a delirio di onnipotenza, trascinato dall'autocelebrazione di sè, ha passato l'ultimo anno con branchi di primati adoranti per le gesta del Capo, dalla scorpacciata di Nutella alla minaccia di deportazione, dall'ingozzata di hamburger all'insulto razzista, dalle feste in spiaggia allo sgombero di centri sociali.

Come ministro dell'interno si è scatenato nella caccia al poveraccio, al migrante, al disperato in cerca di sopravvivenza, perseguitando l'ambulante, il ladruncolo e lo studente con la marijuana. Nessun disturbo di rilievo è arrivato agli industriali del nord Italia che continuano tranquilli a nascondere veleni nei terreni, né alla grande criminalità organizzata che ha visto solo concludersi operazioni iniziate anni prima del suo arrivo (e sfumare alcune grazie ai suoi post su face book), né alla tratta delle donne, mentre alle strombazzate per qualche voluminosa pianta di marijuana fa da contraltare il silenzio sui quartieri nuovamente invasi dall'eroina e un'intera società che galleggia sulla cocaina...

Se non fosse evidente la solita perversione della caccia al debole e al disperato, tipica dell'estremismo di destra, verrebbe da dire che è stato semplicemente un incapace. Pieno di sè e stupidamente avventato al punto di reclamare pieni poteri, ma evidentemente incapace anche di assumersi pieni doveri. Il problema tuttavia non è risolto.

Vorrei farvi notare che lui ha fatto già nascere due governi. Il primo un anno fa con la sua spregiudicatezza, il secondo adesso, nato in contrapposizione a lui. Due fattori che dimostrano che
ha ancora tanta influenza da poter condizionare e unire - o pro o contro - grandi spezzoni della politica italiana. La partita quindi non è chiusa, e non va sottovalutato neanche il tentativo di dare fiato alla piazza, che per ora sembra ancora un'improbabile caricatura dell'Ucraina.

Ciò che per noi è importante è non cadere nell'errore di pensare che siccome l'imperialismo europeo è cattivo allora questi sono meno cattivi, errore che ho già visto commettere anche a gente che si reputa di sinistra. Come quelli che in odio alla Francia e agli Usa pensavano che il caporale Adolfo fosse un ragazzo che difendeva il suo Paese e diceva anche cose giuste. E poi hanno visto il resto. Questo per dire che il fascismo è un pericolo che va trattato allo stesso modo di come i nostri vecchi parlavano del pericolo degli incendi:

l'incendio va spento vent'anni prima che parta.

Di Pier Franco Devias

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