Un congresso del Pd
sardo ha senso se improntato al confrontarsi sulle questioni di merito che
interessano ai nostri concittadini. Un congresso del pd sardo deve
necessariamente affrontare, ad esempio, il dibattito, sempre più attuale e
sempre più sentito dai sardi, che attiene all’autonomia della Sardegna e quindi
all’autonomia del pd sardo dal pd nazionale.
Crediamo che il Partito
Democratico sia il luogo di elaborazione politica più importante del nostro
Paese e che il patrimonio di militanza e di amministratori rappresenti una
grande ricchezza per la vita politica della Sardegna. Per questo motivo,
avvicinandoci al congresso regionale, sentiamo il bisogno di aprire una
discussione e offrire il nostro punto di vista. Non possiamo non partire da ciò
che è mancato. Non sempre abbiamo saputo comunicare un’idea di Sardegna chiara
e condivisa. Non sempre, abbiamo prestato la dovuta attenzione alle periferie e
ai piccoli comuni che sono la struttura portante del nostro essere comunità.
Si è sentita l’assenza
di una dialettica corretta, costruttiva ma incalzante nei confronti del governo
regionale, per arricchire la discussione in un partito che sappia fare come
proprio tratto distintivo l'ascolto e la lotta alle molte diseguaglianze e alle
povertà. Un partito di sinistra che non abbia tra le proprie priorità
l’istruzione, la formazione ed il diritto allo studio dei nostri ragazzi come
azioni indispensabili per produrre un benessere culturale e sociale oltre che
economico, è un partito che non esercita a dovere il proprio naturale profilo
culturale È indispensabile che maturiamo la consapevolezza di superare le
recenti divisioni attraverso una discussione aperta e ampia sui motivi ideali
alla base dell’impegno politico, che ritroviamo un’etica condivisa nella lotta
strenua alla corruzione, dentro un partito che vuole essere credibile negli
obiettivi, trasparente nella gestione delle scelte politiche e accogliente per
farsi casa e voce dei cittadini: è da qui che dobbiamo ripartire.
Vogliamo per la
Sardegna un partito autonomo e federato dentro un rapporto di leale
collaborazione con il partito nazionale, mai di sudditanza acritica; un partito
capace di esprimere la sua vocazione di sinistra riformista e democratica,
intransigente nella ricerca della giustizia sociale e delle pari opportunità,
radicato nei territori, che consulta iscritti e iscritte facendo della
partecipazione diffusa il motore della sua attività politica. Una Sardegna del
futuro non può prescindere dalle risorse dei piccoli comuni: esistiamo grazie a
quelli che i territori li vivono, li curano e ne preservano le risorse.
Un partito serio e
soprattutto maturo non può dimenticare le sue radici se vuole costruire in
maniera duratura. Tanto più sapremo riconoscere, cogliere e far crescere le
energie che circolano tra noi, tanto più potremo farci interpreti del cambio di
passo di cui la Sardegna ha bisogno e costruire il Partito Democratico della
Sardegna che vogliamo: spopolamento, invecchiamento della popolazione, il
lavoro che non c'è, i numeri drammatici della dispersione scolastica, sono
alcuni dei problemi che ci incalzano e pretendono risposte concrete, dobbiamo
fare di questo appuntamento congressuale l'occasione di rinascita autonomista
del nostro partito per trainare l'Isola verso un progresso atteso e possibile.
È una sfida che riguarda tutte e tutti noi e che questo gruppo vuole fare
propria, con umiltà e altrettanta determinazione. Offriamo questa riflessione a
tutte e tutti i democratici, in particolare alla sinistra del Pd che ha
dimostrato, anche nella campagna referendaria, di saper intercettare un diffuso
malcontento dell'elettorato sardo che si è riconosciuto nella battaglia in
favore del No.
Ci appelliamo a tutte
quelle generazioni che, iniziando con noi nuovi percorsi nei mesi scorsi, hanno
voluto testimoniare la necessità di confrontarci sui problemi dei nostri
concittadini. Ci rivolgiamo più in generale a chi in questi mesi ha condiviso
lo stesso ragionamento come punto di partenza di un dibattito ricco e plurale
che aggreghi le forze che vogliono lavorare per la rinascita del partito e
della Sardegna.
Il gruppo “La traversata”
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