La
Nuova
Puddu di
nuovo rinviato a giudizio
Il
sindaco ed esponente del Movimento 5 Stelle è accusato di diffamazione
Dopo quello per abuso d'ufficio,
arriva il secondo rinvio a giudizio per Mario Puddu: il 26 aprile 2019 il
sindaco pentastellato di Assemini dovrà presentarsi davanti al giudice
Giampiero Sanna con l'accusa di aver diffamato scrivendo frasi pesanti sulla
chat del M5s la dipendente comunale Daniela Petricci, difesa dall'avvocato
Carlo Amat.
Con Puddu, che è difeso
dall'avvocato Luigi Sanna, sono imputati l'assessora al contenzioso Jessica
Mostallino e il consigliere comunale Roberto Melis. A firmare il decreto di
citazione a giudizio è stato il pm Giangiacomo Pilia, che inizialmente aveva
contestato al sindaco anche le accuse di abuso d'ufficio, maltrattamenti e
calunnia.
Quelle contestazioni sono cadute nel
corso dell'inchiesta nata da un esposto firmato dalla funzionaria, ma il
fascicolo era rimasto aperto per il reato di diffamazione. I fatti risalgono al
2014, quando Daniela Petricci, al culmine di un rapporto difficile col sindaco eletto
un anno prima e con il suo staff, si rivolse alla Procura sostenendo di aver
subìto da parte del vertici comunali "comportamenti vessatori" legati
al lavoro, fra cui quattro visite fiscali e una denuncia per truffa rivelatasi
poi del tutto infondata.
La Petricci lamentò di essere stata
ridotta alla mansione di impiegata dell'anagrafe dopo anni di servizio con
ruoli di responsabilità perché si rifiutava di eseguire disposizioni sulle
quali nutriva dubbi di legittimità. Nei dialoghi via whatsapp acquisiti al
fascicolo del procedimento penale Puddu, Jessica Mostallino e Melis si lasciano
andare a pesanti apprezzamenti nei confronti della funzionaria e dalle loro
parole emerge l'intento di cacciarla dal suo incarico pubblico, cosa che poi -
secondo l'accusa - sarebbe avvenuta.
L'inchiesta seguita all'iniziativa
giudiziaria della Petricci seguì a ruota il primo procedimento a carico del
sindaco Puddu, nato dalla denuncia di tre consigliere del M5s dissidenti - fra
cui l'attuale candidata a sindaco Irene Piras - per il quale l'ex capo
dell'esecutivo comunale dovrà presentarsi davanti al gup il prossimo 10 luglio
insieme al sindaco-ombra Francesco Murtas, accusati entrambi di abuso d'ufficio
per aver rimosso dal suo ufficio una dipendente considerata poco collaborativa
sostituendola con la moglie di Murtas.
Entrambi saranno giudicati col rito
ordinario. In caso di condanna, potrebbe cadere l'investitura di Puddu a
candidato governatore per il 2019. (m.l)
Sit in a
Isili, Sorgono, Muravera e Iglesias. Ma Arru: non ci sarà
alcuna
chiusura. Piccoli ospedali in rivolta: ci vogliono cancellare
di Umberto Aime
CAGLIARI
Il quartetto della protesta è sceso
in piazza a Isili, Muravera,
Sorgono e Iglesias. Proprio in quei
Comuni dove, secondo i Comitati
per la difesa della sanità pubblica,
«gli ospedali sono stati
condannati a morte». Saranno
schiacciati, è stato detto più volte nel
passaparola, da una «gestione che
guarda solo ai bilanci e garantisce
molto meno una sanità uguale per
tutti». Ma per la Regione non è così,
ha detto l'assessore alla sanità,
Luigi Arru, nella replica: «Non
abbiamo alcuna intenzione di
chiudere i piccoli ospedali». Tutto
questo mentre da qualche giorno i
tecnici del ministero della sanità
hanno fatto sapere che la
riorganizzazione del sistema, votata mesi fa
dal Consiglio regionale, ha qualche
«zona grigia» su cui serve ancora
più chiarezza. Infatti da Roma sono
in arrivo alcune osservazioni sui
pronto soccorso degli ospedali che
sono stati accorparti, sui reparti
di medicina e chirurgia e anche sui
punti nascita sotto i 500 parti
l'anno. Proprio gli standard di
sicurezza nei reparti di ostetricia,
in quelli sotto quella soglia non ci
sono, sostiene il ministero, sono
al centro anche dell'interpellanza
presentata dal consigliere
regionale di maggioranza Pierfranco
Zanchetta dell'Upc.
Interpellanza
che può essere riassunta così: «Se
come sollecitano da Roma la Regione
dovrà chiedere alcune deroghe, lo
faccia subito e dichiari, con forza,
l'impossibilità di chiudere quei
punti nascita». A rischio, si sa, ci
sono quelli di Alghero, Tempio,
Isili, Muravera e del Sulcis.La
mobilitazione. A Isili hanno
protestato quasi in seicento, con diversi
sindaci nel corteo, mentre
tutt'intorno sventolavano gli striscioni
«Difendiamo i nostri ospedali», sono
alcuni dei mille annunciati dai
Comitati in questi giorni di
mobilitazione.
Con un finale inaspettato:
l'occupazione pacifica degli uffici
della direzione sanitaria
dell'ospedale San Giuseppe, A
Muravera in cinquecento hanno
partecipato alla marcia per evitare
il ridimensionamento del «San
Marcellino». Anche a Sorgono sono
scesi in piazza, per salvare il San
Camillo. Infine Iglesias, dove -
secondo i Comitati - la fusione con
Carbonia ha azzerato i reparti. È da
questi Comuni che, ancora una
volta, sono arrivate le
rivendicazioni contro una riorganizzazione
vista come fumo negli occhi:
«Smantella i piccoli ospedali,
svuotandoli di servizi, competenze e
personale».
Ad Isili per esempio
chiedono da tempo il riavvio del
reparto di chirurgia e un pronto
soccorso aperto 24 ore su 24, come
del resto - dicono - «è autorizzato
dal ministero per le zone
disagiate». Nelle quattro manifestazioni,
ogni territorio ha messo in piazza
la paura di essere ancora più
isolato.La replica. L'assessore alla
sanità, Luigi Arru, ha provato a
spegnere l'incendio della protesta
con un lungo comunicato. «Non
vogliamo chiudere i piccoli ospedali
- si legge - ma al contrario
abbiamo confermato, nella nuova
Rete, che tutti i presidi resteranno
sul territorio».
C'è ovviamente una fase di
transizione - aggiunge
Arru - «stiamo ridefinendo le
funzioni di ogni ospedale, ma
confermiamo che dovunque sarà
garantita l'emergenza-urgenza per le
patologie tempo dipendenti
(dall'infarto all'ictus) e sarà all'interno
di una rete dedicata». Per poi
aggiungere: «Abbiamo confermato anche
tutti i reparti di medicina e chirurgia,
e potranno far fronte alle
urgenze a seconda della
complessità».
In questo momento di
transizione, è scritto nel
comunicato, «stiamo assumendo tra l'altro
1.200 persone, stabilizzando molti
precari e, con la mobilità esterna,
riporteremo a casa 150 infermieri
sardi finora in servizio nella
penisola». Quindi «non c'è alcuna
volontà né di favorire il privato né
di fare tagli o macelleria sociale.
Puntiamo invece a un sistema
efficiente che garantisca il massimo
della qualità e della sicurezza
per tutti i cittadini». Per poi
ricordare che «a breve «entrerà in
servizio l'elisoccorso, con tre
elicotteri, ed è pronto il bando per
quaranta nuove ambulanze destinate a
rafforzare il sistema del 118».
Nel comunicato dell'assessore c'è
spazio anche per un passaggio
dedicato all'ospedale di Sorgono.
«È in una situazione particolare -
scrive - come lo sono tutte le
strutture della Azienda sociosantaria
di Nuoro visto il caso ancora aperto
del project financing. Ora stiamo
discutendo con il Consorzio per
capire se continuare o andare alla
completa risoluzione. Questo per
ricordare che le situazioni di
disagio nascono solo da questo
contenzioso e non da altro».La
politica. Sui punti nascita a
rischio Zanchetta ha presentato
un'interpellanza in cui ha scritto:
«Le zone disagiate e insulari
della Sardegna non possono perdere
anche questi servizi.
La chiusura
provocherebbe pesantissimi disagi
alle donne che devono affrontare la
gravidanza e il parto in faticosi e
lunghi spostamenti». Per ricordare
che «in diverse zone montane e in
altre isole i punti nascita non sono
stati chiusi proprio perché quei
territori sono isolati. Per questo ho
chiesto all'assessore Arru di
inviare alla neo ministra Giulia Grillo
urgenti e motivate richieste di
deroga».
Però per l'opposizione di
centrodestra la sanità continua a
essere un disastro. Lo hanno
ribadito a Iglesias Gianluigi Rubiu
dell'Udc e a Isili Edoardo Tocco
di Forza Italia. Per loro c'è una
sola via d'uscita: «Basta con le
sforbiciate, sulla base di calcoli
ragionieristici che mai tengono
conto del diritto costituzionale
alla salute».
La
comunicazione istituzionale ha scelto la definizione usata dagli archeologi
Mentre
scoppia il nuovo caso: il sito del Sinis è chiuso e ricoperto da erbacce
Mont'e
Prama, contrordine non più giganti: sono eroi
di Claudio Zoccheddu
SASSARI«La parola d'ordine è
"immagine coordinata". Saranno
valorizzate così le statue dei
giganti di Mont'e Prama». Erano state
queste le parole utilizzate dalla
Regione per annunciare i primi passi
del "Piano di comunicazione per
la valorizzazione del complesso
scultoreo" che aveva due
milioni di euro nel portafoglio e una serie
di obiettivi che comprendevano, tra
le altre cose, la valorizzazione
del patrimonio archeologico
attraverso il web. Da allora è passato
poco più di un anno e ancora si
parlava liberamente di "Giganti di
Mont'e Prama", anche a livello
istituzionale.
Oggi, invece, dei
giganti si sono perse praticamente
tutte le tracce. Sul nuovo sito
internet monteprama.it sono comparsi
gli eroi, un nome più vicino al
pensiero della comunità scientifica
ma molto lontano dall'immaginario
collettivo e da quello dei pionieri
del marketing culturale che
iniziavano a muovere i primi passi
all'ombra delle statue di arenaria
scoperte nel Sinis. La polemica. Il
cambio della denominazione
ufficiale, se di cambio si può
parlare, ha scatenato una valanga di
polemiche sui social network,
l'ambiente più fertile per le crociate
del nuovo millennio.
Chi ha puntato sul marchio dei
giganti -
nell'elenco c'è anche la Dinamo
Banco di Sardegna che ha girato
l'Italia con la faccia di pietra di
un gigante del Sinis stampata
sulla canotta - si è trovato
spiazzato dalla rettifica nella
comunicazione istituzionale. Anche
chi crede che il nome della
tradizione sia stato usurpato dalla
nuova parola ha iniziato a
costruire barricate virtuali
sostenendo la notizia che rimbalzava su
Facebook. E la spiegazione
scientifica della scelta non è servita
praticamente a nulla, oppure è
passata del tutto inosservata.
Perché, in fondo, chi ha seguito gli
scavi e i lavori sul posto ha sempre
sentito gli archeologi parlare di
eroi. Anche se poi, per tutti i non
addetti ai lavori, erano giganti. E
sembrava che si potesse continuare
così, senza troppi problemi. Invece
è germogliato l'ennesimo casus
belli nonostante ci siano tanti
altri problemi. La soprintendenza. Nel
calderone del web è finito anche il
direttore della soprintendenza
archeologica di Sassari e Nuoro che,
riperso durante una conferenza,
ha parlato senza troppi fronzoli del
nome giusto e della necessità di
cancellare quello sbagliato: «Spero
che il sindaco di Cabras si
vergogni e convinca tutti a levare
il nome di "giganti" a delle statue
che invece rappresentano persone
vere.
Le chiamano giganti perché sono
più grandi. e allora avrebbero
dovuto chiamare giganti anche i bronzi
di Riace - spiega Francesco Di
Gennaro -. Le statue di Mont'e Prama
tutto sono fuorché giganti. Per di
più in una terra come la Sardegna
dove si è alimentata nella
popolazione e nella lingua una terminologia
specifica molto bella che ci parla
delle domus de janas e delle tombe
dei giganti. Perché i giganti,
nell'immaginario collettivo della
Sardegna, già ci sono e non dobbiamo
andare a rovinare questa
percezione molto bella e diffusa che
parla di case delle fate e tombe
dei giganti con Mont'e Prama perché
quelli non sono giganti».
Un ragionamento che ha generato
pochi proseliti e tanto umorismo da parte
di chi non ha capito come sia stato
possibile bocciare i giganti del
Sinis perché non reali e,
praticamente nella stessa frase, promuovere
la case delle fate di Bonorva. Anche
l'origine popolare della
denominazione dovrebbe godere delle
stesse attenuanti. Spigolature,
insomma, che però riscaldano gli
animi e il dibattito. Lo stato
attuale. E chissà cosa asrebbe se le
energie che gravitano attorno
agli scavi di Mont'e Prama fossero
state utilizzate sin dai primi
momenti per allestire un piano di
sviluppo del sito.
Perché tra le
potenzialità dei
"giganti", o degli "eroi", c'è anche un ritorno
economico fondamentale. Allo stato
attuale qualcosa si è mosso,
difficile negarlo, ma quello che
potrebbe essere generato
dall'esposizione del primo complesso
scultoreo a tutto tondo del
Mediterraneo è un'altra cosa. E
invece, mentre si discute il nome
giusto, gli scavi sono fermi e il
sito è chiuso, praticamente
abbandonato e infestato dalle
erbacce.
Ma anche il polo museale,
diviso tra Cabras e Cagliari, non ha
generato i numeri di cui era
accreditato. Quello di Cabras è il
museo più visitato della Sardegna e
molti si fermano al primato
prestigioso. Tuttavia i 114mila biglietti
staccati nel 2017 comprendono anche
l'area archeologica di Tharros
che, prima della crisi e quando i
giganti-eroi del Sinis dovevano
ancora essere ristrutturati, era
comunque uno dei siti più visitati
dell'isola. Ma soprattutto, per
misurare il polso della situazione, è
necessario ricordare che le classifiche
ministeriali da cui arrivano
questi dati non tengono conto dei
musei comunali e di quelli privati.
Se lo facessero, il primo della
Sardegna sarebbe il "Museo
dell'Intreccio Mediterraneo di
Castelsardo", che nel 2017 ha avuto
143mila visitatori. La sensazione,
insomma, è che si possa migliorare.
Che si tratti di "giganti"
o di "eroi", poi, sembra davvero il
problema minore. Certo, dare un nome
alle cose è fondamentale per la
scienza e anche per il marketing ma
allo stato attuale si è costretti
a presentare un campo inaccessibile
e ricoperto di erbacce come la
casa degli eroi, o dei giganti. Una
fine poco dignitosa anche per la
dimora dell'ultimo degli
sconosciuti, figuriamoci per un eroe.
Unione
Sarda
MONSERRATO.
Archiviazione
Abuso
d'ufficio, cadute le accuse contro Argiolas
Il giudice ha accolto la richiesta
del pubblico ministero, archiviando
l'indagine per abuso d'ufficio nei
confronti dell'ex sindaco di
Monserrato Gianni Argiolas.
L'inchiesta del sostituto procuratore
Daniele Caria si era già chiusa lo
scorso anno: il magistrato aveva
ritenuto insussistente l'ipotesi di
reato in relazione al
trasferimento dell'ingegnere Luciano
Corona dall'ufficio Urbanistica a
quello dell'Ambiente. Ma quella
richiesta era stata impugnata, così da
rendere necessaria l'udienza dal Gip
Giuseppe Pintori.
La decisione è arrivata nei giorni
scorsi: il giudice ha ritenuto
corretti i comportamenti dell'ex
sindaco. «Nel caso specifico - si
legge nel decreto - non si ravvisa
il requisito della violazione di
legge».
Contro la richiesta di archiviazione
si era opposto l'ingegnere con
l'avvocato Piergiorgio Statzu,
mentre Gianni Argiolas era difeso dal
legale Renato Mura. Corona, sino al
2012 responsabile
dell'Urbanistica, nella denuncia in
Procura elencava una serie di
contestazioni disciplinari mosse
dall'allora sindaco e il suo
trasferimento.
«Si chiude per me una vicenda
giudiziaria che, seppur triste, ha
rafforzato in me la fiducia nella
magistratura», ha commentato Gianni
Argiolas: «Una vicenda che,
tuttavia, ha immancabilmente lasciato in
me e nella mia famiglia tracce di
amarezza e sofferenze anche
sanitarie indelebili. Esistono forme
risarcitorie per mitigare o
cancellare amarezze e sofferenze?
Comunque ho sempre guardato la gente
negli occhi, fiero delle mie
decisioni come amministratore pubblico».
(fr. pi.)
GONNESA.
L'ex sindaco e assessore di Iglesias da lunedì è al lavoro in
un altro
ente
Franceschi cambia Municipio: tre
deleghe nella Giunta Cabiddu
A quattro giorni dalle elezioni
comunali di Iglesias, il vicesindaco e
assessore al Turismo e Spettacoli,
Simone Franceschi, ha assunto
l'incarico di assessore nel vicino
comune di Gonnesa, chiamato dal
sindaco Hansel Cabiddu.
TRE DELEGHE Franceschi, che ha
scelto di non presentarsi alle prossime
comunali del centro minerario ma sta
comunque sostenendo il candidato
sindaco Mauro Usai (Pd e tre liste
civiche), da lunedì è a tutti gli
effetti anche un componente della
Giunta gonnesina. A lui sono state
assegnate le deleghe di Turismo e
Attività produttive (lasciate libere
da Paola Delussu, che si è dimessa
da assessore nei giorni scorsi per
motivi personali) e la delega al
Bilancio, finora in mano a Cabiddu.
In tanti sono rimasti sorpresi per
l'arrivo inaspettato di Franceschi
a Gonnesa, a così poca distanza dal
voto iglesiente.
Il nuovo incarico
potrebbe chiudere le porte a una
futura presenza in Giunta di
Franceschi, da esterno, nel caso di
vittoria di Mauro Usai?
L'interessato non si sbilancia: «Il
mio sostegno a Usai è pieno - dice
il neo assessore - così come la
voglia di collaborare con lui».
AL LAVORO Da lunedì scorso comunque
Franceschi è pienamente operativo
a Gonnesa. « Sono molto entusiasta
di questo incarico, che ho
accettato in un'ottica di collaborazione
e integrazione di tutte le
risorse del territorio - dice - la
sfida principale riguarda il
litorale, che è un'attrattiva per
tutto il territorio e deve essere
dotato dei servizi a mare. Poi c'è
da valorizzare l'archeologia: il
villaggio di Seruci deve essere
aperto al più presto perché può essere
il traino di un filone
importantissimo».
Anche Hansel Cabiddu, sindaco
di Gonnesa, mette l'accento
sull'idea di collaborazione territoriale.
«Simone Franceschi è una risorsa per
il territorio che può darci una
grossa mano, in continuità con tutto
ciò che di buono ha fatto nella
sua attività a Iglesias e con la
gestione consortile del litorale
dello scorso anno. Quella è la
nostra idea di sviluppo. Per quanto
riguarda la sua nomina, non c'è
stato alcuno strappo con Iglesias
visto che io sostengo Mauro Usai».
L'OPPOSIZIONE Il nuovo ingresso in
Giunta lascia perplessa
l'opposizione in Consiglio a
Gonnesa. «I risultati positivi di
Franceschi a Iglesias nel campo del
turismo e dello spettacolo sono
oggettivi - dice la portavoce dei 5
Stelle Emanuela Serra - ma non
capiamo perché il sindaco gli abbia
assegnato il Bilancio, di cui il
nuovo assessore non si è mai
occupato.
Perché poi farlo arrivare da
Iglesias? Nella stessa maggioranza e
in paese ci sono giovani
perfettamente in grado di fare gli
assessori». Anche Gianni Cadoni,
capogruppo de L'Unione per Gonnesa,
avrebbe preferito un assessore
gonnesino. «Non è un bel segnale per
il nostro paese - dice - il
sindaco avrebbe avuto un'ampia
possibilità di scelta a Gonnesa, invece
si è rivolto all'esterno, affidando
il Bilancio a una persona non
competente in materia».
Antonella Pani
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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