La Regione Autonoma della Sardegna è ufficialmente entrata a far
parte dell’internazionale dell’intolleranza. È necessario fare questa premessa sul piano politico regionale
per comprendere come possa essere accaduto che la nuova maggioranza
telecomandata dal ministro dell’interno Salvini deleghi ogni politica a qualche
sconosciuto viceré lombardo. Da Mario Melis a Cristian Solinas il Psd’az a
trazione leghista è riuscito a svuotare di ogni significato l’istituzione
autonomistica. Il centro sinistra sardo ha perso,
non solo a causa del vento di Visegrád che soffia un po’ ovunque, ma ha perso
perché non è riuscito ad abbandonare le politiche del neoliberismo e
dell’austerità.
A Cagliari siamo ancora in tempo per cambiare la rotta di questo
spettro nero rappresentato da una destra che non ha mai fatto i conti con il
suo passato. Perché la destra cagliaritana ha
scelto un uomo come Truzzu e non un politico più moderato? Perché la rabbia delle persone che vivono le
disuguaglianze ha necessità di una via d’uscita radicale, una scorciatoia breve
che produca parole d’odio e piccoli schok mediatici, costi quel che costi. Le
parole intolleranti del candidato sindaco della destra nei confronti di ogni differenza
culturale, politica e religiosa all’interno della società è la sintesi di una
guerra sociale in atto, gli ultimi devono soccombere per poter salvaguardare i
penultimi. Questa è la formula vincente della destra contemporanea, una destra
che sembra essere ritornata indietro nel tempo, basti pensare al sostegno
nemmeno troppo camuffato di Casa Pound.
Questo è il principale motivo che mi spinge ad affermare che c’è
una profonda differenza tra la destra di Truzzu è i movimenti politici che
animano la coalizione della sinistra e dei progressisti di Francesca Ghirra.
C’è una profonda differenza il modo di governare le disuguaglianze delle giunte
di Massimo Zedda e quello delle giunte di centrodestra. E c’è differenza pure
tra quelle destre di Delogu e Floris e questa destra populista che alimenta una
quotidiana fascistizzazione del senso comune.
Perché il mondo dell’indipendentismo e dell’autodeterminazione
dovrebbe scegliere Francesca Ghirra? Perché non sono poche le voci di coloro che dalle liste della sua
coalizione, da sinistra, vogliono porre al centro del dibattito politico la
questione del patto costituzionale che lega la Regione Sardegna allo Stato
italiano. Me compreso. Non siamo in pochi e in poche dentro la coalizione di
Francesca Ghirra a pensare a quale futuro può avere l’Autonomia Speciale.
È un dato di fatto che oggi
l’autonomia sia una scatola vuota, “un simulacro privo di poteri” per
utilizzare una definizione del mio amico e compagno del manifesto sardo Massimo
Dadea. Sono d'accordo con lui quando scrive che l’Autonomia Speciale si è resa
uno strumento da superare anche a causa di una classe politica piegata ad
interessi lontani dai bisogni e le necessità della Sardegna. Una classe
politica incapace di utilizzare le potenzialità dello Statuto sardo.
Per questo motivo penso che Cagliari, come ogni territorio e
comunità della Sardegna debba essere governato da uomini e donne che si pongano
il problema rappresentare le nuove necessità e i nuovi bisogni dell’autogoverno
della società sarda. Insieme a tante compagne e
compagni che mi accompagnano nella sfida per le elezioni del comune di Cagliari
penso sia urgente aprire un dibattito serio su quali strumenti istituzionali
abbiamo a disposizione per costruire e scegliere gli elementi dell’autogoverno.
E penso che debba essere proprio la sinistra sarda impegnata nei
conflitti sociali ad aprire un confronto orizzontale con quei movimenti che da
anni si battono per l’autodeterminazione della Sardegna. In Sardegna i partiti indipendentisti possono essere
alleati preziosi di una via d’uscita da un modello di sviluppo che sta
avvelenando la Sardegna, dalla riconversione al
superamento dell’industria petrolchimica come di tutte le iniziative che hanno
favorito attività estranee alle caratteristiche dei nostri territori, comprese
le basi militari e la fabbrica di bombe Rwm.
Dobbiamo avere il coraggio di
proporre un’alternativa all’attuale modello di sviluppo fallimentare che sta
danneggiando, in modo irreversibile, il nostro paesaggio e l’ambiente. Penso
che il sostegno a Francesca Ghirra debba essere un sostegno che guarda oltre le
scelte di governo della città per inserirsi all’interno di un dibattito che
parli del futuro di tutta la Sardegna.
Gli uomini e le donne indipendentiste domenica non possono stare a
casa. Questa coalizione della sinistra e dei progressisti può rappresentare
anche la loro voce. Perché come ho avuto modo di
scrivere più volte, l’autodeterminazione che non propone il cambiamento delle
cose esistenti e non è connessa con la lotta per l’uguaglianza è una mera
riproposizione in un formato più piccolo delle forme autoritarie e violente
dello Stato. Per questo motivo una sinistra moderna ed europea deve accogliere
e sostenere anche i partiti dell’autodeterminazione come oggi accade con il partito
irlandese Sinn Féin e la coalizione basca Euskal Herria Bildu componenti
dell’European United Left e Nordic Green Left nel Parlamento Europeo.
Se le cittadine e i cittadini di Cagliari decideranno di avere
Francesca Ghirra alla guida della loro città il ruolo della sinistra dei
diritti e dei movimenti dell’autodeterminazione sarà fondamentale. L’obbiettivo comune va oltre questo momento elettorale
ed è quello di unire anche a Cagliari le persone e tutti i soggetti che la
crisi, il liberismo e il patriarcato hanno diviso. Per questo motivo ritengo
che quella di Francesca Ghirra sia una “coalizione delle differenze” una
coalizione con due volti, il primo è quello del PD, (un partito che non ha
ancora abbandonato le politiche neoliberiste e antisociali), ma il secondo è un
volto delle sinistre ecologiste, femministe e antiliberiste, dove possono
convivere anche i movimenti per l’autodeterminazione. Sono sempre più convinto
che all’interno di questa coalizione e anche grazie al profilo politico della
candidata sindaca a prevalere sia il secondo volto.
Ciò che accadrà domenica, dipende
anche da noi.
Di Roberto Loddo
Non mi spieghero'mai gli scritti del nuovo duce della sinistra,della sinistra radical chic arcobalenosa che scrive ogni giorno cosi immani pensieri e teorie degne di un racconto di fantascienza,non ci credete???basta leggere i suoi scritti per calarsi in un fantamondo astrale e solo allora si provera’ il brivido dell’ignoto,ma andiamo ad analizzare e a smontare tali assurdita’ “” La Regione Autonoma della Sardegna è ufficialmente entrata a far parte dell’internazionale dell’intolleranza.””???e io che pensavo che l’internazionalismo fosse prerogativo della sinistra,mah,rimango basito“” A Cagliari siamo ancora in tempo per cambiare la rotta di questo spettro nero rappresentato da una destra che non ha mai fatto i conti con il suo passato.””???a parte che se uno fa’ o non fa’ i conti col suo passato sarebbero affari suoi,non c’e nessuna legge che dice che bisogna fare i conti con un fantomatico passato e nemmeno che lo debbano dire a rollofroll che si sente offeso se questi non fanno i conti col passato e allora froll lancia l’allarme antifa che serve sempre per tentare di ricompattare una sinistra dispersa in mille rivoli a cui LVI ha pesantemente contribuito quindi, che faccia Lvi i conti col suo passato in primis“”c’è una profonda differenza tra la destra di Truzzu è i movimenti politici che animano la coalizione della sinistra e dei progressisti di Francesca Ghirra.””Ah si???E quali sarebbero suddette differenze???Ma poi,chi da’ le patenti a chi di codesto progressismo???Ma e’ ovvio,LVI sale in cattedra da bravo professorino e da’ lezioni di progressismo a tutti,perche’LVI e’ il progressismo fatto e finito mica poco eh???Ma adesso viene il clou di questo scritto,viene la richiesta di aiuto perche’ si sente solo contro il campo dell’intolleranza di visegrad“”Perché il mondo dell’indipendentismo e dell’autodeterminazione dovrebbe scegliere Francesca Ghirra?Perché non sono poche le voci di coloro che dalle liste della sua coalizione, da sinistra, vogliono porre al centro del dibattito politico la questione del patto costituzionale che lega la Regione Sardegna allo Stato italiano. Me compreso. Perché come ho avuto modo di scrivere più volte, l’autodeterminazione che non propone il cambiamento delle cose esistenti e non è connessa con la lotta per l’uguaglianza è una mera riproposizione in un formato più piccolo delle forme autoritarie e violente dello Stato.”” Da notare che LVI si autoincensa scrivendo di se stesso che LVI pensa e vuole “” porre al centro del dibattito politico la questione del patto costituzionale che lega la Regione Sardegna allo Stato italiano.”” Insomma come un novello Marx,LVI pensa e filosofeggia tra un articolo e l’altro sul manif sardo,tra un comizio e l’altro LVI pensa sente e soffre la condizione sarda,del suo proletariato,sulle disuguaglianze degli ultimi,ma da come scrive sembrerebbe che scambi queste votazioni comunali con le votazioni regionali,Chi glielo dice che LVI anche se si candida non cambiera’niente,o meglio,cambia qualcosa,ma solo per LVI,un portafogli piu’ gonfio e lo giustifica con le classiche parole fumose sull’uguaglianza che alla fine se“”l’autodeterminazione che non propone il cambiamento delle cose esistenti e non è connessa con la lotta per l’uguaglianza è una mera riproposizione in un formato più piccolo delle forme autoritarie e violente dello Stato.””( e’ un suo mantra e un suo allungare e arringare le folle plaudenti quando vuole fare gazzosa ),ma alla fine,perche’ i cosidetti autonomisti dovrebbero votare per LVI ??? capirei se fosse sardista, ma LVI non e’ mai stato sardista nel senso profondo del termine, lo capirei se lottasse per i diritti del popolo sardo in primis, ma LVI ha sempre lottato solo per i diritti dei migrants quindi….Lo capirei se LVI si fosse battuto da sempre per i capisaldi sardisti,collegio unico sardo ha detto qualcuno??? Ma qualcuno che gli chieda“quanti migrants vuoi nella tua cagliari accogliente e colorata arcobalenosa???“solo vedere la sua faccia arrossire e aggrottare le ciglia sarebbe il regalo di una vita
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