Ho sottoscritto uno dei
ricorsi al Tar contro la legge elettorale sarda. Quella che tra premi di
maggioranza e quote di sbarramento lascia fuori, privi di rappresentanza,
percentuali altissime di elettori. Quella che squilibra la rappresentanza dei territori con
tutta l’iniquità che ne consegue, quella che prende i voti dei sardi li
distorce in mille modi e produce consigli regionali che, con i voti espressi,
non c’entrano quasi niente.
Quella che costringe alcuni gruppi ad una pesante raccolta
di firme per la candidatura, mentre altri li esonera per graziosa concessione
di un qualunque consigliere regionale. Quella che, nonostante il can can, non
ha affatto garantito una rappresentanza di genere degna di un paese civile.
Il nostro ricorso verrà discusso
domani al TAR Sardegna e presto sapremo. Ad esso hanno fatto opposizione il
presidente della giunta Cristian Solinas e il presidente del consiglio Michele
Pais. E questo non mi
meraviglia, non mi aspetto nessuna sensibilità democratica da questa destra
bene accomodata e ancora intenta a spartirsi fino all’ultima briciola di
incarico.
Quello che però non
capisco bene è l’opposizione della onorevole Carla Cuccu rappresentante neo
eletta del Movimento 5 stelle in consiglio regionale. Ecco, mi farebbe piacerebbe se ci
fosse qualcuno tra i miei contati 5 stelle che potesse spiegarmi. No per
saperlo, e per dichiararla definitivamente, in aggiunta alla vicende nazionali,
la deriva antidemocratica del grillismo, la sua contiguità sostanziale e non
occasionale con il leghismo e dunque, per quanto mi riguarda, la sua
pericolosità.
Di
Lucia Chessa
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