LE PRIMARIE. Come
voteranno i big. E nell'Isola resta incerto il ritiro di Sanna. Pd, Renzi è
ancora il preferito Ma in molti scelgono Orlando.
Non così renziana, la Sardegna: se si dà retta
alle scelte dei dirigenti del Pd, nell'Isola le primarie non saranno una
passeggiata per l'ex premier. Pochi mesi fa sembravano tutti arruolati col Rottamatore:
ora che, causa referendum, la rottamazione ha lambito anche lui, più d'uno gli
negherà il voto per la segreteria nazionale. Gode invece di un discreto seguito
Andrea Orlando; non pervenuto, finora, Michele Emiliano.
CON RENZI Certo, i renziani restano prevalenti. A
partire dal prossimo segretario regionale: che si vada al voto del 30
aprile col candidato unico Giuseppe Luigi Cucca o che resti in campo il
concorrente Francesco Sanna (le trattative procedono), l'affiliazione è quella.
La batosta di dicembre non ha scosso le certezze dei protorenziani come Gavino
Manca , Chicco Porcu e il neo assessore all'Agricoltura Pier Luigi Caria , che
scortavano l'allora sindaco di Firenze già in quel tour di Sardegna
dell'ottobre 2012, prima delle primarie perse contro Bersani. All'epoca con
Matteo Renzi non erano in molti, nell'Isola, ma tra questi c'era già Francesco
Pigliaru , anche se non era ancora rientrato in politica.
Un serbatoio renziano è l'area di Renato Soru: dal
capogruppo in Consiglio regionale Pietro Cocco allo stesso Francesco Sanna, e
poi altri consiglieri come Salvatore Demontis , l'ex tesoriere Eliseo Secci , l'assessora
alla Cultura Barbara Argiolas. E la deputata Caterina Pes : «Sosterrò ancora
Renzi perché non ricordo un governo che abbia promosso tante riforme come il
suo. Anche se, sotto la spinta della propaganda grillina, abbiamo tutti
sottostimato ciò che si è fatto». Dal mercato del lavoro alla legge sulle
unioni civili, le norme sul “dopo di noi”, le 120mila assunzioni nella scuola
(«certo, ci sono stati errori»), la quattordicesima sulle pensioni minime. «E molto altro: abbiamo sbagliato nel
comunicare», riprende Pes, «e nell'interpretare i bisogni dei più deboli.
Vogliamo ripartire proprio da lì, magari con un progetto più collettivo».
Resta attestata sulla frontiera renziana l'area
Cabras-Fadda ( Gianfranco Ganau , Romina Mura , Cristiano Erriu , Cesare
Moriconi, Emanuele Cani , Antonio Solinas e altri), e con essa il
vicecapogruppo consiliare Roberto Deriu . Più defilato il senatore Silvio Lai ,
che non ha seguito Bersani fuori dal Pd, ma non è certo renziano. Alcuni big
che devono ancora decidere; chi senz'altro sta col segretario uscente è
Francesca Barracciu.
CON ORLANDO Il principale avversario dell'ex
premier nell'Isola ha già il suo comitato: ci sono il consigliere regionale
Luigi Lotto , il segretario provinciale ogliastrino Davide Burchi, Barbara
Cadoni (consigliera comunale a Quartu) e Gianluigi Piras (dalla Traversata). Ovviamente
sta da questa parte Giulio Calvisi , stretto collaboratore di Orlando. Tra i
parlamentari il primo a schierarsi è stato Marco Meloni , vicinissimo a Enrico
Letta (sabato a Cagliari presenteranno insieme l'ultimo libro dell'ex premier).
Gli altri orlandiani sono il senatore Ignazio
Angioni e i deputati Giovanna Sanna e Siro Marrocu : «Serve un leader capace di
unire», ragiona quest'ultimo, «più che un uomo solo al comando. In questa fase
bisogna prendere ago e filo per ricucire l'unità del Pd e del centrosinistra».
La scelta di Orlando deriva da questo: «Lui più di altri può rimettere insieme
i cocci del partito. E anche dell'intera coalizione».
Ma rispetto al congresso regionale, la
demarcazione Renzi-Orlando non coincide con quelle locali. Per esempio
voteranno il Guardasigilli esponenti soriani che, nella competizione con Cucca,
sceglierebbero Sanna: i già citati Luigi Lotto e Giovanna Sanna (oltre a
Meloni), gli ex consiglieri regionali Cicito Morittu , Tore Sanna e
Giambattista Orrù , l'attuale consigliere Gigi Ruggeri , il segretario
provinciale di Cagliari Francesco Lilliu.
Dal gruppo consiliare regionale arrivano anche
Rossella Pinna e Mario Tendas; da quello al Comune di Cagliari, il capogruppo Fabrizio
Rodin e il suo predecessore Davide Carta . Compatte per Orlando le due aree della
Sinistra autonomista-federalista e della Traversata, escluse dalle primarie
regionalu dopo il ritiro di Yuri Marcialis: «Non voteremo al congresso sardo ma
per quello nazionale sì», precisa Tore Cherchi, «e voteremo Orlando per
spostare a sinistra l'asse del Pd e del Paese».
CON EMILIANO Devono ancora farsi avanti invece i
sostenitori del governatore pugliese, che non ha grandi rapporti in Sardegna.
Ambienti a lui vicini stanno sondando i non-renziani per trovare qualche sponda
nell'Isola, che del resto è stata la Regione che più di tutte ha voltato le
spalle a Renzi nel voto referendario: troppo appetitoso, quel 73% di No, per
non tentare di pescare da lì un po' di consenso.
Giuseppe Meloni
Il
Cagliari rimarrà al Sant'Elia
In
attesa del via libera allo stadio temporaneo, c'è la concessione
sino
a giugno 2018 Scongiurato l'esodo dei rossoblù nel prossimo campionato
Il Sant'Elia sarà la casa del
Cagliari Calcio anche nella prossima
stagione. Comunque vada a finire il
nuovo, imprevisto braccio di ferro
sulla realizzazione dello stadio
temporaneo, i rossoblù non dovranno
emigrare. “L'incubo-Trieste”, così
chiamato perché ricorda l'esodo
forzato ai tempi di Massimo Cellino,
è - almeno per il campionato
2017-2018 - scongiurato. La notizia
arriva direttamente dal
presidente. Tommaso Giulini, dopo lo
sfogo di domenica scorsa nel
dopogara di Cagliari-Lazio,
preferisce non aggiungere altro sulla
vicenda-stadio, in attesa di
sviluppi nel Palazzo di via Roma su una
pratica che sembrava completata e
che, invece, ha conosciuto nuovi
approfondimenti.
SI RESTA A CAGLIARI Sulle gare
interne della prossima stagione Giulini
evidenzia che «la concessione per lo
stadio Sant'Elia scadrà il 30
giugno 2018». Altro il presidente
non dice e non vuole dire, ma il
messaggio è chiarissimo: se il via
libera per l'impianto temporaneo
dovesse slittare, il Cagliari avrà
comunque una casa sicura. La messa
a norma della Curva Sud, nel recente
passato, aveva consentito la
proroga della concessione comunale
alla società rossoblù sino al
termine del prossimo campionato.
Ovviamente resta da giocare la
partita delle autorizzazioni.
L'assessore comunale allo Sport,
Yuri
Marcialis, ha garantito la massima
attenzione da parte della macchina
comunale. La parte politica ha già
detto la sua, deliberando che - in
attesa del nuovo impianto -
l'amministrazione pubblica metterà a
disposizione l'area per la
realizzazione di uno stadio temporaneo.
Due, tre stagioni, il tempo
necessario per realizzare
un'infrastruttura da da 21 mila
posti. Giulini ha detto più volte che
l'obiettivo è quello di realizzare
lo stadio nel 2020, l'anno del
centenario.
LA FASE BUROCRATICA Dopo il voto del
Consiglio comunale la palla passa
agli uffici. L'intoppo, come
anticipato ieri dall'Unione Sarda, è
legato all'area indicata dall'Aula
di via Roma per la realizzazione
dello stadio temporaneo, ovvero il
grande spiazzo tra il mercato di
Sant'Elia e i distinti. Oggi è un
parcheggio. Domani sarà o potrà
essere un impianto sportivo. È
un'altra cosa sotto l'aspetto della
fruizione? L'assemblea ha deciso, ma
gli uffici stanno ragionando. «È
una pratica molto importante che»,
dice l'assessore Marcialis,
«richiede una valutazione attenta e
scrupolosa». Ai tempi della
risposta sono legati quelli della
realizzazione dello stadio
provvisorio o, come recitano gli
atti ufficiali, “temporaneo”. E, di
riflesso, se dovesse slittare, anche
l'impianto definitivo subirà
ritardi nella realizzazione.
L'INCERTEZZA In questa situazione di
improvvisa incertezza conforta i
tifosi la prospettiva che, nella
prossima stagione, i rossoblù
giocheranno comunque al Sant'Elia.
Scenari alternativi, dal campionato
2018-19, non sono in questo momento
nemmeno ipotizzabili. La logica,
visto anche quanto la politica si è
esposta sul progetto-stadio, a
livello comunale e regionale,
porterebbe e pensare che per il via
libera non si dovrebbe aspettare
molto. Ma sul Sant'Elia quanto a
logica e a impegni politici i
precedenti non depongono bene. Il conto
alla rovescia resta aperto, si
tratta di capire se per giorni,
settimane o mesi.
IL PROGETTO PROVVISORIO Il Cagliari,
in tutti i casi, lasciano
intendere dalla sede di via Mameli,
è pronto a partire già domani. Il
progetto è legato alla delibera
comunale che individua nello spiazzo a
ridosso dell'attuale stadio l'area
da utilizzare temporaneamente per
dare una casa al Cagliari
aspettando, a quasi cinquant'anni dalla
realizzazione dell'attuale
Sant'Elia, un impianto nuovo. Il campo di
gioco provvisorio sarà realizzato
dalla società rossoblù con un
investimento di capitali propri. Si
parla di 7-8 milioni, dal manto
erboso alle tribune amovibili. In
buona parte si tratterà degli
“spalti” dell'ex stadio Is Arenas di
Quartu. Il Cagliari ha già
investito per rimuoverli e per
custodirli, in attesa del riutilizzo.
Stessa cosa - rimozione delle
tribune - andrà fatta a ridosso del
Sant'Elia quando sarà pronto il
nuovo stadio. ( r. s. )
SASSARI.
Ultimatum a Sanna
La
settimana di fuoco del sindaco solo
La battaglia è a chi rimane in piedi
col cerino in mano. La decisione
del plenum del Pd, di affidare la
risoluzione di tutto al sindaco
Nicola Sanna è l'epilogo di un
percorso accidentato sin dagli esordi:
quello di un partito che non si
aspettava un uomo testardo oltre
misura, alla guida di una nave senza
mozzi né ufficiali. Processo
doveva essere e processo è stato,
alla convention di big in viale
Mazzini. Tre ore di accuse all'uomo
disubbidiente, colpevole di avere
«scollato il partito dalla città».
Di soluzioni zero, neanche l'ombra.
La fronda di Silvio Lai vuole
andare subito a elezioni. L'altra,
meno drastica e soprattutto meno
fiduciosa sull'esito positivo di un
voto anticipato, vuole navigare a
vista, magari col palliativo di un
accordo, seppur timido. Una cosa è
palese: qualsiasi accordo, appunto,
sarà disegnato sulla sabbia: fra
il sindaco e il suo gruppo
consiliare manca la fiducia reciproca.
Le prese di posizione fioccano, a
partire da quella di Ottavio Sanna,
del Partito dei Sardi, per cui «il
Pd non può tenere in ostaggio la
città». Sarebbe dovuta essere una
settimana di bocce ferme, così non
sarà: oggi è prevista la conferenza
di capigruppo, venerdì invece un
incontro fra sindaco, segreteria del
partito e consiglieri comunali.
Sabato un incontro aperto alla
coalizione. Prove tecniche di
soluzione, in vista del nuovo plenum
di lunedì prossimo. Ieri una
giunta ristretta: al sindaco è stato
chiesto di individuare 3, 4 punti
da cui ripartire, per ricompattare
le diverse anime.
Patrizia Canu
La Nuova
Il
Pd “congela” la crisi per una settimana
Niente
accordo tra le correnti, con il sindaco che “resiste”. Vertice
aggiornato
a lunedì prossimo, le urne si allontanano
di
Giovanni Bua
SASSARI Venti minuti di totale,
surreale e imbarazzante silenzio. Che
hanno seguito la relazione
introduttiva del segretario provinciale
Gianpiero Cordedda e del sindaco
Nicola Sanna. Rappresentazione
plastica di una calma solo
apparente, e di una incertezza che non è
solo di facciata. Così è iniziato
l’incontro dell’altro ieri sera
nella sede del Pd in via Mazzini. Che
doveva essere decisivo per le
sorti della consiliatura, e che
invece si è concluso con un rinvio di
una settimana, durante la quale la
crisi è “congelata”. E, come hanno
chiesto i consiglieri comunali, il
sindaco avrà l’onere di mettere sul
tavolo una proposta. Le urne si
allontanano insomma. Sia perché sette
giorni senza decisioni trasformano
la finestra elettorale in una
feritoia, dentro cui diventa davvero
difficile infilarsi. Sia perché
l’indecisione del Pd ha provocato
una immediata reazione degli
alleati, che hanno rotto gli indugi
e si sono schierati per il
proseguimento del mandato.
Difficile però capire come si possa
trovare
la quadra. Soprattutto se Silvio Lai
e Gianfranco Ganau (di loro due
gli interventi più duri, se non nei
toni almeno nei
contenuti)rimarranno convinti che le
urne sono l’unica strada
possibile per recuperare un rapporto
smarrito con la città. E Gavino
Manca (che ha chiesto tempo per
confrontarsi con i “suoi”) non troverà
il modo di rientrare nella
maggioranza da cui Gianni Carbini è uscito
sbattendo la porta senza metetre a
rischio la tenuta della sua
corrente, impegnata, come tutte, in
una complessa fase congressuale
regionale e nazionale. Problemi con
cui il Pd ha iniziato a
confrontarsi già da ieri, con il
sindaco che in mattinata ha
incontrato il segretario provinciale
Cordedda, per poi riunire nel
pomeriggio una giunta “politica”
(dove cioè si discutono gli argomenti
che verranno approvati nella giunta
successiva) dedicata alla
riapertura della pratica del
Bilancio che, se Sanna rimarrà in sella,
deve arrivare in aula al massimo nei
primi dieci giorni di aprile.
Pratica scivolosa che, se il Pd non
troverà velocemente una sintesi,
diventerà inevitabilmente luogo di
imboscate, sgambetti e rese dei
conti. Aspettando gli eventi c’è
comunque da studiare la road map
della settimana. Con la capigruppo
convocata oggi che deciderà se
tornare in aula a stretto giro di
posta (indispensabile la surroga di
Simone Campus con Maria Francesca
Fantato). E le presidenze delle
commissioni da rinominare, pena la
paralisi. Prezzo che la città non
si può permettere di pagare.
Ottavio
Sanna: se il partito democratico ci impedirà di governare ne
pagherà
le conseguenze Il PdS batte i pugni: basta perdere tempo
SASSARI «Stanchi, delle beghe
interne al partito democratico che da
anni tengono sotto scacco la città.
Pronti, ad andare avanti nel
governo della città, unica vera
priorità. Con o senza il Pd. Perché
sia chiaro che, se si costingerà
Sassari a tornare alla urne, il PdS
farà le sue scelte, autonome da un
partito che invece che una risorsa
è stato un problema per chi come noi
ha sempre e solo voluto lavorare,
ed è sicuro di averlo fatto al
meglio». Rompe gli indugi l’assessore
ai lavori pubblici Ottavio Sanna,
personaggio di punta del Partito dei
Sardi, in forte ascesa a livello
regionale e locale e già secondo
partito della coalizione nei banchi
del consiglio regionale. E,
incassato il rinvio della decisione
sul futuro della giunta Sanna, fa
un duro ultimatum: «Il Bilancio deve
arrivare in giunta e in consiglio
comunale in tempi strettissimi.
Non siamo disposti a farci logorare
per mesi. Se il Pd non ha fiducia
nel suo sindaco vada in aula e lo
sfiduci, e si prenda la
responsabilità delle sue azioni, come si è
presa la responsabilità di governare
questa città. Se vuole andare
avanti lo faccia senza perdere
ulteriore tempo. Errori sono stati
fatti, dal sindaco e dalla giunta.
Ma non è per quello che siamo sotto
pressione, ma come sempre per
problemi interni di un partito in piena
ebollizione. è inaccettabile». Sulla
stessa linea Amalia Cherchi (Ora
sì): «La città è tenuta in scacco
dalla politica, non si merita
questo. Ci sono tutti i presupposto
perché questa amministrazione
possa andare avanti. La città
aspetta e merita questo e deve essere
governata con vigore e unione».
Duro anche Giampaolo Manunta (Idv):
«Siamo alle solite, sindaco e
consiglio ostaggio di un partito
arrogante e irriguardoso che non
riesce a scindere l' azione di
governo con gli interessi di
bottega. Siamo stanchi di questo gioco
del gatto con il topo. Bisogna
pensare alla città e al lavoro fin qui
fatto che nonostante i detrattori,
ha portato alla città centinaia dì
milioni pronti a essere messi in
campo in obiettivi strategici. Il Pd
deve capire che questa logica lo
porterà a farsi del male
gratuitamente. Abbiano il coraggio
di ammettere di avere un sindaco
per la città un sindaco espressione
del Pd». Alle urne, senza dubbio
alcuno, vorrebbe tornare il M5S: «Un
sindaco in trincea, cittadini
ostaggio del voto espresso nel 2014,
una città sotto scacco – attacca
Maurilo Murru – Questa è Sassari,
non da adesso, ma da almeno tre anni
E tutto riparte, alleanze, mega
coalizioni, liste civetta. Esattamente
tutto quello che non fa e non farà
mai il M5Sla cui alleanza è sempre
la stessa, quella con i cittadini».
Il
30 aprile saranno eletti il segretario nazionale e quello regionale
Pd,
tutto pronto per le primarie
TORTOLÌ Anche in Ogliastra ha preso
avvio la fase congressuale del
Partito democratico che porterà alle
primarie del 30 aprile per
l’elezione del segretario nazionale.
Lo stesso giorno inoltre verrà
eletto, sempre attraverso le
primarie, il nuovo segretario sardo. La
direzione provinciale del Pd
Ogliastra ha eletto la Commissione
congressuale che si occuperà degli
adempimenti necessari a preparare
le iniziative assembleari che si
terranno nei circoli del territorio.
La stessa ha nominato Mario Bruno
Piras come coordinatore. E, nei
prossimi giorni, in collaborazione
con la segreteria provinciale e i
responsabili dei circoli, fisserà le
date delle assemblee dei circoli
cittadini che si concluderanno entro
il 2 aprile.
Il Pd provinciale
Ogliastra spiega che nel corso delle
riunioni si presenteranno le tesi
congressuali dei tre candidati alla segreteria
nazionale e si
voteranno i delegati alla
convenzione provinciale che si svolgerà
nella prima settimana di aprile. «I
congressi – viene rimarcato –
rappresentano un appuntamento di
fondamentale importanza per il
confronto tra i militanti sui temi
organizzativi e sulle strategie per
affrontare le sfide che le nostre
comunità non possono più rinviare».
Viene ricordata la politica al
servizio dei cittadini «il ruolo dei
militanti, la presenza nelle
istituzioni democratiche a partire dagli
enti locali, la presenza nelle
associazioni e nei luoghi di
aggregazione possono essere la
risposta credibile ed efficace per
costruire una società che possa
realmente fondarsi su lavoro e
sviluppo». (l.cu.)
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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