giovedì 30 marzo 2017

Rassegna stampa 30 Marzo 2017


La Nuova

In Aula a inizio maggio, Bersani: votiamo il Mattarellum se i dem fanno proposta. Decisa la data delle Amministrative: alle urne l’11 giugno, il ballottaggio sarà il 25. di Gabriele Rizzardi

Decisa la data per le elezioni amministrative 2017: si voterà domenica 11 giugno con l’eventuale turno di ballottaggio previsto per due settimane dopo, vale a dire il 25 giugno. In tutto saranno 1.021 i comuni che andranno al voto, di cui 796 nelle Regioni a statuto ordinario e 225 nelle Regioni a statuto speciale. I cittadini chiamati al voto sono 9 milioni 255mila.

Sempre ieri, è stata decisa un’altra importante data: la legge elettorale andrà nell’aula della Camera la prima settimana del mese di maggio. La decisione è stata presa dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio che ha deciso di assumere l’impegno ad approvare definitivamente la legge elettorale entro l’estate e comunque prima della pausa estiva.

Si farà prima dell’estate? Difficile immaginarlo perché i partiti procedono ancora in ordine sparso. Ieri Pier Luigi Bersani, smentendo quanto dichiarato dal suo collega Alfredo D’Attorre appena 24 ore prima, ha affermato che «Articolo 1-Mdp è pronto a votare a favore del Mattarellum». Allora siamo d’accordo? Non proprio.

Perché secondo Bersani è la proposta del Pd a non essere concreta: «Non abbiamo il prosciutto sugli occhi, qui c’è sotto un trucchetto: quello di non farne nulla». E rilancia: «Sulla legge elettorale siamo ancora a carissimo amico e non credo che possiamo stare tutti in balia del congresso del Pd». Intanto il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, garantisce di voler portare la legge elettorale in Aula a fine aprile. Bene, allora siamo d’accordo? Non esattamente, perché Andrea Orlando ritiene che insistere sul Mattarellum significa la palude e spiega perché.

«C’è il rischio che non si arrivi a una nuova legge elettorale e ci si trovi davanti alla necessità di larghe intese o di rimanere mesi e mesi senza un governo. Un rischio che dobbiamo assolutamente evitare» dice il ministro della Giustizia, che invita il Pd a mettere sul piatto una «nuova proposta» di legge elettorale. Roberto Giachetti ironizza sugli ex Pd («Finalmente abbiamo capito la linea di Mdp sul Mattarellum: giorni pari no, giorni dispari sì. Domenica pausa di riflessione») e poi tira in ballo il ruolo del M5S, che sul Mattarellum avrebbe «cambiato posizione almeno cinque volte».

Ma la bocciatura dei 5Stelle, questa volta, è senza appello. «Questa maggioranza sta facendo melina, l’unica legge che può essere approvata è il Legalicum. Fare altre cose significa perdere tempo e aspettare settembre per le pensioni d’oro» dice il responsabile per le riforme del M5S, Danilo Toninelli, che esclude una convergenza dei pentastellati sul Mattarellum: «È del 1922, è una legge vecchia, è invotabile».

E poi c’è Matteo Salvini, che sul Mattarellum non ha dubbi: «È una legge democratica già messa alla prova: pronti a votarlo domani mattina se il Pd si decide a portano in Aula». Un balletto di posizioni, insomma, che almeno per adesso non lascia presagire nulla di buono. Quanto ai sistemi di voto, una nuova proposta di legge elettorale, la trentesima, è stata presentata ieri alla Camera dai deputati renziani Fragomelli, Malpezzi e Rotta. La proposta rilancia il doppio turno dell’Italicum con le correzioni richieste dalla Corte costituzionale.

Il premio viene assegnato se la lista o la coalizione supera il 40% in entrambe le Camere, in caso contrario si tiene un secondo turno. Vi accedono le forze che superano il 20% e il ballottaggio è valido se vota il 50% degli elettori. Se un partito o una coalizione ottiene il 37% in entrambe le Camere, ottiene il 52% dei seggi.


CGIL. Il 4 aprile due assemblee e il dibattito al Teatro lirico
Lavoro e diritti, Camusso a Cagliari

Susanna Camusso arriva in Sardegna: martedì 4 aprile, nel quadro delle
iniziative di sostegno alla campagna referendaria e per la proposta di
legge per la Carta universale dei diritti sul lavoro, la leader della
Cgil parteciperà ad alcuni appuntamenti a Cagliari e dintorni.
Il programma della giornata prevede, la mattina alle 8, l'assemblea
con i lavoratori dell'area industriale di Sarroch (nella mensa
consortile Cacip, di fronte all'ingresso Saras), alle 10 il
volantinaggio al mercato rionale di Pula, alle 11 e 30 l'assemblea al
Piccolo Auditorium di piazzetta Dettori a Cagliari.

Nel pomeriggio,
dalle 15 al Teatro Lirico di Cagliari, dopo i saluti del segretario
della Cgil cittadina Carmelo Farci si terrà l'incontro pubblico in cui
Camusso risponderà alle domande dei giornalisti dell'Unione Sarda,
della Nuova Sardegna e delle agenzie di stampa Agi e Ansa. Al
dibattito, coordinato da Carmina Conte, parteciperà il segretario
della Cgil sarda Michele Carrus. Interverranno anche Omar Chessa,
docente di Diritto costituzionale all'Università di Sassari, Sabrina
Perra, docente di Sociologia dell'organizzazione all'Università di
Cagliari, Gianni Loy, docente di Diritto del lavoro all'Università di
Cagliari, Luca Santus, studente di Scienze politiche a Cagliari.
In apertura il musicista Leonardo Sarigu suonerà con il flicorno
l'Inno dei Lavoratori, mentre gli attori Simeone Latini e Felice
Montervino reciteranno monologhi sul tema della precarietà e dei
diritti nel lavoro.

La Sinistra italiana debutta nell'Isola

Appuntamento domenica 2 aprile a Santa Cristina di Paulilatino per gli
iscritti e i simpatizzanti sardi di Sinistra italiana: a partire dalle
10.30 si terrà l'assemblea regionale, che fa seguito al congresso
nazionale di Rimini del 19 febbraio scorso in Nicola Fratoianni è
stato eletto segretario nazionale. È il primo passo del percorso
congressuale che nelle prossime settimane vedrà impegnati gli iscritti
di tutta l'Isola nei congressi locali, e si concluderà con quello
regionale.

Il nuovo soggetto politico, ricorda una nota degli organizzatori
dell'assemblea, ha come obiettivo «la costruzione di un percorso a
sinistra in grado di essere l'alternativa concreta in un'Italia dove i
diritti dei cittadini sembrano ormai in via di estinzione. Occorre una
forza politica che metta al centro del proprio agire le problematiche
legate al mondo del lavoro».

All'assemblea parteciperà il senatore Peppe De Cristofaro,
coordinatore della segreteria nazionale di Sinistra italiana, che
concluderà i lavori.

CONSIGLIO. La Giunta ritira l'accorpamento dei reparti. Più risorse ai
centri antiviolenza Maggioranza, salute a rischio
Sulla sanità le prime fibrillazioni in Aula per il centrosinistra

Il tema della sanità, che incide quasi su metà del bilancio, riesce ad
accendere gli animi durante il dibattito sulla Finanziaria che si
appresta al rush finale. La maggioranza crolla in occasione di un
emendamento presentato dall'esponente del Partito dei sardi Roberto
Desini sul personale sanitario.
E finisce nel cassetto un emendamento presentato dalla Giunta su
interventi di accorpamento delle strutture sanitarie e
riorganizzazione dei servizi. Prova di unità per un voto compatto
sull'emendamento sui Centri antiviolenza. L'aula ha poi approvato gli
articoli sul personale e su cultura, istruzione, sport e spettacolo.

SOTTO DI UN VOTO Non sono soltanto le parole che arrivano dai banchi
del centrodestra a far capire che il clima è teso. La maggioranza va
sotto sull'emendamento, presentato da Desini, sul personale delle
aziende sanitarie. Per l'esponente del Partito dei sardi è ingiusto
che «i vincitori dei concorsi vengano scavalcati dal personale delle
agenzie interinali». Nonostante la richiesta di ritiro dalla Giunta,
Desini va avanti e nemmeno una sospensione dei lavori riesce a
risolvere la situazione. L'emendamento passa con un voto in più e
permetterà di prolungare le graduatorie dei concorsi delle vecchie Asl
sino a fine anno invece che al 30 giugno.

ACCORPAMENTI Quando si parla di rete ospedaliera lo scivolone è sempre
in agguato. Un emendamento della Giunta sugli accorpamenti sparisce
per evitare sorprese durante la votazione anche perché, visto il
clima, dall'opposizione era pronta la richiesta per il voto segreto.
Nello specifico l'emendamento prevedeva l'autorizzazione per le
aziende del servizio sanitario di procedere ai primi interventi di
accorpamento di strutture e riorganizzazione dei servizi. Questo
purché funzionali alla razionalizzazione, al contenimento della spesa
e al miglioramento della qualità dell'assistenza sanitaria.
ANTI-VIOLENZA L'assemblea ritrova il massimo della compattezza sul
provvedimento dei centri antiviolenza. Gli emendamenti presentati da
Rossella Pinna (Pd) e Anna Maria Busia (Campo progressista) serviranno
per aumentare la dotazione finanziaria da 300 mila a 900mila euro per
le strutture. Sarà possibile, inoltre, aumentare il numero rispetto
agli otto attuali.

Rossella Pinna ribadisce «la necessità di rafforzare queste strutture
perché i numeri della violenza sulla donne sono preoccupanti e in
aumento». Per la collega Busia si tratta di «un grande passo avanti
anche grazie alla previsione dei centri per il trattamento di uomini
maltrattanti». Passa anche l'emendamento presentato da Gigi Ruggeri
(Pd) che condiziona l'erogazione del finanziamento pubblico a favore
dei servizi per la prima infanzia, all'assolvimento degli obblighi
vaccinali per ciascun minore.

Delusione da parte dei Riformatori che
si vedono respingere la proposta per l'attivazione di un servizio di
guardia anestesiologica dedicato al punto nascita della Maddalena.
Stessa sorte per l'emendamento per estendere alle gestanti di
Carloforte e Maddalena i rimborsi per i ricoveri fuori dalla Sardegna.
Critico anche il capogruppo dei Cristiano popolari socialisti,
Pierfranco Zanchetta: «L'insularità riguarda anche le isole minori».

PREZZO DEL LATTE Via libera, con qualche fibrillazione iniziale, anche
alla proposta di Gaetano Ledda (La Base) per legare lo stanziamento di
14 milioni per l'acquisto del Pecorino Romano invenduto e il prezzo
del latte. Dal testo originario salta il riferimento al prezzo minimo
del latte, fonte di disaccordi.

RANDAGISMO Saranno 200mila euro a finanziare il contrasto al fenomeno
del randagismo. Questi fondi serviranno alle associazioni come
contributo per l'attuazione di un piano straordinario di
sterilizzazione dei cani di proprietà.

CULTURA E SPORT Passano con l'accordo tra maggioranza e opposizione
alcuni emendamenti presentati dagli esponenti di Forza Italia,
Alessandra Zedda ed Edoardo Tocco. Permetteranno di intervenire per
cercare di far fronte alle difficoltà dello sport isolano. Approvato
anche un emendamento della Giunta che prevede una quota di 350mila
euro per le attività musicali popolari e 1,3 milioni per i campionati
federali nazionali a squadre.
Matteo Sau

Comunali, si vota l'11 giugno Il ministro dell'Interno fissa la data,
la Giunta regionale dovrebbe confermarla martedì
Nell'Isola alle urne in 65 centri tra cui Oristano e Selargius

Il decreto del ministro dell'Interno, Marco Minniti è stato emanato
ieri e riguarda le regioni a statuto ordinario. La presidenza della
Regione seguirà a ruota e confermerà la data martedì 4 aprile nel
corso della prossima riunione di Giunta. Insomma, anche se manca
l'ufficialità è certo che anche in Sardegna si voterà il prossimo 11
giugno per eleggere i sindaci e i consiglieri comunali in 65 Comuni. I
ballottaggi sono in programma domenica 25.

Il voto riguarda 9.255.437 elettori in tutta Italia (1021 Comuni) e
nell'Isola coinvolge poco più di 220 mila elettori: dai 28 mila di
Oristano (il più popoloso e l'unico capoluogo) ai 113 di Soddì. Tra i
centri più importanti Selargius, Arzachena, Palau, Terralba e
Sant'Antioco.
DOVE SI VOTA In Provincia di Cagliari si vota solo in due Comuni,
Quartucciu e Selargius; 13 nel Nuorese - Austis, Bari Sardo, Bitti,
Bolotana, Girasole, Lanusei, Lodine, Lula, Onferi, Orune, Osini,
Perdasdefogu, Teti - 17 nell'Oristanese - Aidomaggiore, Ardauli,
Baratili San Pietro, Bauladu, Magomadas, Milis, Mogorella,
Morgongiori, Oristano, Sagama, Sedilo, Siamanna, Soddì, Terralba,
Tinnura, Tresnuraghes, Uras - 18 in provincia di Sassari - Anela,
Arzachena, Badesi, Bono, Calangianus, Chiaramolti, Erula, Florinas,
Loiri Porto San Paolo, Ozieri, Padria, Palau, Santa Maria Coghinas,
Semestene, Stintino, Tissi, Torralba, Valledoria. Infine 15 Comuni
inseriti nella provincia del Sud Sardegna: Carloforte, Castiadas,
Nurallao, Nuxis, Pimentel, Portoscuso, Samassi, San Sperate,
Sant'Antioco, Serramanna, Serri, Siliqua, Siurgus Donigala,
Vallermosa, Villasor.

TEST IMPORTANTE Per quanto si tratti di un voto amministrativo è
chiaro che sarà un test importante sia in vista delle Politiche, in
programma tra un anno (o forse prima), sia nella prospettiva delle
Regionali del 2019.

E lo sarà per tutti i partiti. Soprattutto per il Movimento
Cinquestelle, ad oggi secondo i sondaggisti primo partito in Italia
(nell'ultima settimana, secondo termometropolitico.it, tra il 31 e il
27,4%) che cerca una prima vittoria schiacciante nei Comuni prima di
dare l'assalto decisivo al Governo. E sarà una prova anche per il Pd
(dato tra il 28,1 e il 24%) al primo vero confronto dopo la scissione
dalla quale è nato il Movimento dei Democratici e Progressisti (che
oggi raccoglie tra il 4 e il 5% dei consensi) così come per Sinistra
Italiana (dall'1,2 al 3%). Nel campo opposto Forza Italia ristagna tra
il 12 e il 13% dei consensi, esattamente quanti ne ha la Lega Nord
mentre Fratelli d'Italia è dato tra il 4,9 e il 5,2%, più o meno
quanto Ncd e Udc che assieme oggi raccoglierebbero tra i 2,6 e il 5%
dei voti a seconda dei sondaggisti.

LE ELEZIONI DEL 2016 Ma forse mai come questa volta il voto dei
cittadini sarà condizionato dalle liste civiche che proveranno a
intercettare le preferenze di un numero di delusi-astensionisti che
ormai rischia di diventare la vera maggioranza in tutta Italia. Alle
amministrative dello scorso anno - nell'Isola il 5 giugno si votò in
61 Comuni, tra cui Cagliari e Olbia - si recò ai seggi il 64,6% degli
elettori sardi, una percentuale di circa dieci punti inferiore al dato
delle elezioni precedenti. L'affluenza più alta fu registrata in
provincia di Sassari (71,98%), seguita dall'Ogliastra (70,86%),
Olbia-Tempio (68,80%), Oristano (67,14%), Carbonia-Iglesias (66,12),
Medio Campidano (64,61%), Cagliari (61,79%), Nuoro (63,57%).
PRESENTAZIONE DELLE LISTE La presentazione delle liste, dunque, dovrà
avvenire entro l'11 maggio, un mese prima del voto.
Immediatamente dopo l'approvazione della delibera della Giunta,
prevista per il prossimo martedì, saranno informati i prefetti e
l'ufficio elettorale regionale, che dipende dalla presidenza della
Giunta. Non appena sarà ufficializzata la data del voto si attiverà la
macchina per predisporre, tra le altre cose, le 269 sezioni
elettorali.

L'ARRIVO DEI LEADER Nei prossimi giorni arriveranno i primi leader
nazionali. Nel fine settimana Luigi Di Maio, big dell'M5S e vice
presidente della Camera, sarà a Olbia per incontrare gli elettori;
nelle stesse ore sarà a Santa Cristina di Paulilatino Nicola
Frantoianni di Sinistra Italiana; il 6 aprile approderà nell'Isola
Massimo D'Alema per presentare il Movimento dei democratici.
Fabio Manca


L'Alleanza contro la povertà
Le associazioni: «Reddito sociale, così non funziona»

Le nuove linee guida sul Reddito di inclusione sociale (Reis) non
saranno efficaci e rischiano di far naufragare il percorso di
contrasto alle povertà. Lo afferma in una nota l'Alleanza contro la
povertà, che riunisce varie associazioni impegnate nel sociale: dai
sindacati Cgil, Cisl e Uil alla Caritas Sardegna, passando per Anci,
Acli, Confcooperative, Forum terzo settore, Adiconsum, Unitalsi,
Centro don Orione, Legautonomie, Sardegna solidale, Arci, Carta di
Zuri, Azione cattolica italiana, Cnca, Federazione italiana
superamento handicap, Salesiani per il sociale.

«Nonostante i ripetuti richiami dell'Alleanza - scrivono le
associazioni - l'assessore alla Sanità ha portato in Giunta un nuovo
documento di linee guida che manca di molti degli elementi necessari a
rendere efficaci gli interventi pensati dalla nuova legge regionale e
coerenti con la nuova misura nazionale Rei». Anzitutto non si
considera «il necessario gradualismo tra vecchie misure e nuovi
meccanismi», rischiando di escludere molti poveri.
«Ci appelliamo al presidente della regionale - dichiara Fabio Meloni,
portavoce dell'Alleanza - affinché ritiri la delibera del 28 marzo e
si faccia promotore della riapertura del confronto con il Tavolo
dell'Alleanza nell'interesse dei poveri della Sardegna».

I firmatari
(oltre Meloni anche Michele Carrus, Franco Marras, don Marco Lai,
Ignazio Ganga, Federica Ticca, Emiliano Deiana, Anna Melis, Alfio
Desogus, Fabio Onnis e Giorgio Vargiu) vedono «un atteggiamento di
forte distacco dalle reali necessità dei poveri e di chi deve
accompagnare le persone e le famiglie verso l'autonomia. Il Reis potrà
funzionare solo se le comunità locali saranno in grado di progettarne
ed attuarne le azioni col sistema dei servizi del lavoro, della
formazione, dell'istruzione e della sanità, con un'azione sinergica di
tutte le componenti e non come misura calata dall'alto».

MONSERRATO. «Mi ha offeso» Il sindaco Locci
Querela la consigliera Pd

Il sindaco Tomaso Locci martedì ha aperto la seduta del consiglio
comunale con una comunicazione: «Ho denunciato in procura la
consigliera del Pd Rosalina Locci per diffamazione a mezzo stampa e
altri mezzi. Non sono misogino, come lei ha dichiarato. E questo è
stato altamente offensivo, per la persona, per la mia famiglia, ma
soprattutto per la mia carica istituzionale».

L'aula è rimasta in silenzio ad ascoltare il primo cittadino. La
consigliera del Pd non ha potuto replicare perché non presente. Lo ha
fatto ieri, sempre in Aula. «La querela è innanzitutto un fatto
privato - dice l'ex segretaria del Pd rivolgendosi al sindaco - Ha
detto tutto in pubblico per intimidirmi? Parla di attacchi verbali
violenti e non solo. Ma non mi risultano. La parte offesa sono io. Ho
chiesto a un legale di difendermi. Ma io sono qui per parlare di
politica. Ci vedremo in tribunale».

Il fatto scatenante, nella giornata dell'otto marzo, fu un invito del
primo cittadino - secondo Rosalina Locci poco garbato - a uscire
dall'aula consiliare. Raccontato l'episodio in Aula la tensione è
aumentata quando il presidente del Consiglio Piergiorgio Massidda, non
volendo darle la parola, ha chiesto ai vigili di allontanarla. «Non ha
neppure questo diritto, presidente, ha detto Rosalina Locci, che era
stata difesa con un comunicato da una parte del Pd subito dopo
l'accaduto, definito «di arroganza politica e scorrettezza
istituzionale da parte del sindaco».
Tomaso Locci si dice dispiaciuto: «A malincuore ho dovuto precedere
con la querela. Non posso tollerare tali offese». (v.s.)

La notizia trapelata da una riunione con i dipendenti Sogeaal:
«Nessuna trattativa con F2i, il 4 novembre si chiude»

Indiscrezione Ryanair: «Via da Alghero»
di Gian Mario Sias wALGHERO «Il 4 novembre Ryanair andrà via da
Alghero». La notizia arriva direttamente dagli emissari della
compagnia irlandese che sabato scorso, in occasione del primo volo
"basato" per Londra, hanno incontrato i dipendenti di stanza al
"Riviera del corallo". La regina internazionale dei voli low cost
avrebbe detto espressamente ai suoi lavoratori "algheresi" che «non
c'è alcuna trattativa in corso con la società che gestisce l'aeroporto
di Alghero». Per chi sperava che l'arrivo di F2i in plancia di comando
avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi, sarebbe una vera doccia
fredda. Per chi riesce a tenere la calma anche nelle situazioni più
complicate, invece, si tratta solo della prima mossa di una grande
partita a scacchi.

Solo che l'avversario, volendo rimanere alla
metafora, è in ultima istanza l'assessore regionale dei Trasporti,
Massimo Deiana, ossia uno che ha mostrato di avere un certo sangue
freddo. La riunione di sabato scorso ai piani alti di Nuraghe Biancu è
di quelle che dovevano rimanere top secret, ma chissà perché dopo
qualche giorno "Radio aeroporto" inizia a far filtrare le prime
indiscrezioni, che poi diventano conferme e si trasformano in notizie.
Per niente buone, utili solo a esasperare il clima di preoccupazione
alla vigilia di una stagione turistica che definire anomala è
eufemistico.

Senza ancora una completa programmazione "Summer 2017",
che Olbia e Cagliari hanno già annunciato da tempo e in pompa magna,
senza un chiaro piano per l'inverno, che è stato il vero tallone
d'Achille per l'industria locale delle vacanze ma non solo, e senza la
benché minima novità rispetto al piano di incentivi ai voli low cost,
il fatto che Ryanair dica che il suo rapporto con Sogeaal è ai titoli
di coda - se la notizia sarà confermata - diventa una botta difficile
da digerire. Se questi sono i presupposti e considerato che F2i non è
certo abituata a produrre perdite, è immaginabile che per far quadrare
i conti dovrà sforbiciare sulle spese. Degli attuali 265 dipendenti
della società di gestione dell'aeroporto, rischiano oltre in cento.
Per una cinquantina è già scoccata l'ora X: nei giorni scorsi è stato
pubblicato il bando per l'affidamento a società terze delle attività
di security.

Anche ammesso che il vincitore li confermi tutti, non
saranno più dipendenti di Sogeaal. Gli altri, che grosso modo
dovrebbero essere altrettanti, devono sperare che i flussi di traffico
aumentino. Anche loro, a questo punto, vogliono capire se Ryanair sta
provando a forzare la mano per accelerare l'iter per l'approvazione
della legge regionale sugli incentivi ai low cost. È l'unica speranza.
Per il consigliere regionale di Forza Italia, Marco Tedde, che sulla
questione dell'appalto dei servizi di sicurezza ha presentato
un'interrogazione, non ci sono dubbi. «L'abbandono di Ryanair è
motivato dall'assenza del piano di incentivi al low cost e dalla
mancanza di dialogo e confronto col nuovo azionista di maggioranza».

Il segretario Cordedda: «Decisivi passi avanti, ma ora serve un
confronto con tutta la maggioranza» Oggi in giunta arriva il Bilancio, ma è ancora caos per la nomina dei presidenti di commissione
Crisi in Comune, avanti adagio aspettando la “pace” nel Pd
di Giovanni Bua

SASSARI Avanti adagio, con il bilancio che questa mattina arriverà
probabilmente in giunta, ma l’elezione dei nuovi presidenti di
commissione che sembra ancora in alto mare. Il Pd che lavora per il
disgelo a caccia dei nomi giusti che riportino la pace, e i piccoli
che tornano invece in piena fibrillazione. La maggioranza che prova
comunque a mettersi in cammino, e l’opposizione che invece annuncia a
breve gesti clamorosi. Insomma i soliti alti e bassi che, fin dal
giorno dopo l’elezione del sindaco Sanna, hanno accompagnato questa
consiliatura. Con il primo cittadino che per ora incassa l’apertura
del partito dopo il suo documento di scuse e proposte, tiene per sè le
deleghe vacanti e segna sul calendario l’ultimo giorno utile per
eventuali dimissioni per andare al voto anticipato. Che, con il turno
elettorale fissato per l’11 giugno, diventa il 19 aprile.

Elezioni anticipate che il partito (almeno i dirigenti) non sembra proprio
volere. Con il segretario provinciale Gianpiero Cordedda che
sottolinea: «Il Pd ha affrontato la situazione del Comune di Sassari
nel corso di un incontro al quale hanno partecipato il sindaco, gli
assessori, i consiglieri comunali e i dirigenti del partito. Si è
trattato di un momento di confronto che si è svolto con l’obiettivo
comune e condiviso di affrontare la crisi dell’amministrazione.
L’obiettivo comune è quello del superamento dei problemi posti nel Pd
e in alcune forze politiche alleate per creare le condizioni di una
prosecuzione dell’esperienza amministrativa, a partire dal metodo di
lavoro e dalle priorità programmatiche condivise, mentre non sono
oggetto di discussione gli assetti e gli equilibri di giunta.

Tale argomento non è e non può essere considerato né la causa né la
possibile risoluzione della situazione di difficoltà attuale. In
questo contesto è stato apprezzato il passo in avanti costituito dal
documento proposto dal sindaco che richiede però un approfondimento
che in questi giorni sarà effettuato nel Pd e in sede di coalizione,
per essere concluso e condiviso nel più breve tempo possibile». Breve
tempo durante il quale sindaco, giunta e consiglio dovranno comunque
continuare a marciare. Almeno sul Bilancio, con i termini per la
presentazione ormai irraggiungibili (la scadenza è il 31 marzo), e con
la pratica che necessita, oltre al via libra della giunta, e a una
commissione funzionante per arrivare in aula, anche di 20 giorni di
tempo per l’esame dei consiglieri. Che potrebbero essere “tagliati” se
ci fosse la volontà dell’aula di far presto. Con i consiglieri di
opposizione che però sono decisi a non fare nessuno sconto.

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Federico Marini

skype: federico1970ca

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