Unione
Sarda
Premi a
pioggia ai dirigenti, ignorata la legge che li elimina Inapplicata la norma del
2014 sulla meritocrazia. Agus (Cp): brutto segnale ai cittadini
«Il complesso sistema di valutazione
per l'anno prossimo dovrà essere rivisto». Nelle delibere della Giunta
regionale che negli ultimi anni hanno attribuito le retribuzioni di risultato
ai dirigenti c'è sempre stata questa frase. Peccato che la revisione continui a
essere rinviata e l'unica cosa puntuale sia l'ottimo in pagella ai 192 capi dell'inefficiente
burocrazia regionale (enti e agenzie compresi). Un ottimo che dà luogo al
massimo del premio previsto: 30mila euro (lordi) per i direttori generali e
circa 20mila per i dirigenti di servizio e i dirigenti ispettori. In termini
assoluti significa una cifra vicina al milione di euro. Tanti soldi.
LA LEGGE IGNORATA E pensare che a
fine 2014 la stessa maggioranza che governa oggi approvò una legge (la 24 su
“Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione”) che avrebbe
dovuto sanare l'anomalia dei premi a pioggia. All'articolo due, tra le altre
cose, è scritto che... «i sistemi di valutazione sono improntati a criteri di merito
e di selettività tali da evitare la distribuzione di incentivi, o trattamenti
in maniera indifferenziata o sulla base di automatismi». Una norma, questa,
voluta dalla commissione che dopo un lunghissimo dibattito emendò la proposta
della Giunta che prevedeva criteri molto generici e lasciava, dunque, margini
di discrezionalità all'organo politico.
«ASSESSORI INATTENDIBILI» Invece
nulla: anche la legge è stata ignorata ancora una volta. Francesco Agus,
presidente della Commissione autonomia del Consiglio regionale, è indignato.
«In una fase di grave delegittimazione che l'istituzione autonomistica subisce a
livello nazionale è grave che buone leggi, nate con lo scopo di migliorare la
qualità dei servizi pubblici e stabilire principi meritocratici
nell'amministrazione pubblica, non trovino applicazione», attacca il
consigliere di Campo progressista.
«Già lo scorso anno chiedemmo il
rispetto della legge e l'assessore competente ci diede garanzie come ha fatto
l'assessore Spanu tre mesi fa in commissione. Ma non è stato così. Noi non
vogliamo fare il processo ai burocrati della Regione», conclude Agus, «ma se è
possibile che ce ne siano molti bravi è impossibile che tutti siano bravissimi:
è la sconfessione totale della meritocrazia e a perderci è la credibilità dell'ente.
Peraltro stiamo aumentando i costi perché striamo pagando un organo di
valutazione che non serve granché».
IL CONTRATTO Il nuovo contratto dei
dirigenti avrebbe dovuto costituire un passo verso il cambiamento. Ma così non
è stato. Nell'ipotesi di accordo firmata martedì al Coran (Comitato per la rappresentanza
negoziale) da Cgil, Uil, Sdir e Sadirs, buona parte del premio di risultato
viene spostato nella retribuzione di posizione, cioè una delle parti fisse del
contratto. Significa che quando la legge 24 sarà finalmente applicata e i voti
(e di conseguenze i premi) valuteranno realmente le performance, i dirigenti
avranno comunque le spalle coperte.
UNA NUOVA OCCASIONE Ma un'altra
occasione c'è: l'imminente discussione sulla parte normativa del contratto
(quella che è stata siglata martedì è la parte economica). «A breve ci
siederemo ancora al tavolo con il Coran per completare il percorso intrapreso
ed affrontare i diversi temi della parte contrattuale normativa ed in primo
luogo il delicato tema della razionalizzazione del sistema di valutazione dei dirigenti»,
scrivono in una nota i segretari di Cgil-Fp (Nino Cois), Uil-FFpl (Giampaolo
Spanu), Sadirs (Corrado Rossi) e Sdirs (Cristina Malavasi).
Mentre la Cisl, che per ora non ha
firmato, ribadisce le motivazioni: «Il contratto era l'occasione per dare un
assetto nuovo e moderno alla valutazione, invece tutto resta inalterato
nonostante gli annunci degli assessori», commenta Davide Paderi, leader
regionale della Cisl-F. «Livellare tutto significa non dare valore a chi merita
di più».
Fabio Manca
Aerei, un
Natale da tutto esaurito
Le
statistiche di Assoaeroporti: a novembre un nuovo crollo dei
passeggeri
ad Alghero
Alitalia
aumenta i posti, ma in alcune date volare è impossibile
Un ritocco dopo l'altro. I posti in
aereo non bastano e a pochi giorni
dal Natale arriva l'ultima aggiunta:
Alitalia mette in circolo nuovi
biglietti, tra voli in più e aumenti
di capienza. Fino al 9 gennaio
saranno 115mila i posti a
disposizione di una continuità territoriale
che va sempre stretta ai passeggeri
sardi.
IL TUTTO ESAURITO Rispetto ai giorni
scorsi la situazione è migliorata
sulla rotta Milano-Cagliari, la più
ingolfata da settimane. Ieri si
trovava qualche posto anche nelle
giornate più “calde”, segno che le
iniezioni di biglietti sollecitate
dalla Regione hanno dato l'effetto
sperato. Ma il calendario evidenzia
ancora diversi buchi: l'emergenza
si è trasferita su Roma. Sulla linea
Cagliari-Fiumicino è impossibile
prenotare un volo dal 26 al 28.
Sulla tratta inversa il “tutto
esaurito” va dal 21 al 24 dicembre.
Problemi anche ad Alghero
(impossibile volare verso Milano il
29 e 30 dicembre) e in Costa
Smeralda, dove domani gli aerei
saranno pieni sulla rotta
Milano-Olbia.
LE AGGIUNTE La Regione ieri ha
annunciato nuovi «aumenti di capienza
sulle rotte aeree Alitalia» sino al
prossimo 9 gennaio. L'ultimo
intervento al piano voli porta a «un
incremento del 63,5% dei posti
minimi stabiliti in base al decreto
di imposizione degli oneri di
servizio, un valore nettamente
superiore anche rispetto alla cifra del
+50% concordata nell'ultimo comitato
di monitoraggio convocato
dall'assessore ai Trasporti Carlo
Careddu», fanno sapere
dall'amministrazione regionale. Fino
ad ora sono state messe in
vendita 115.822 poltrone, ovvero
44.986 in più del previsto. I voli
totali nello stesso periodo e nelle
stesse rotte sono 698 con picchi
di 23 collegamenti il 23 dicembre
sull'asse Cagliari-Milano o i 18
(nello stesso giorno) sulla linea
Cagliari-Roma.
«Le percentuali di
incremento in alcune giornate
superano quindi anche il 200%, come
sulla Alghero-Linate-Alghero il 23
dicembre con 896 posti in vendita e
sulla Cagliari-Linate-Cagliari nella
stessa data con 3620 poltrone
disponibili e si aggirano intorno al
150% nella settimana del
controesodo: per esempio 171% di
posti in più il 7 gennaio con 696
posti in vendita sulla
Alghero-Linate o il 153% di poltrone aggiuntive
lo stesso giorno nel collegamento da
Cagliari a Milano», spiega la
Regione.
LA POLEMICA Nonostante le aggiunte
non mancano le polemiche. La
continuità a singhiozzo di questi
giorni è legata, secondo il
coordinatore regionale di Forza
Italia Ugo Cappellacci, alla
cancellazione della Ct2 per Verona,
Napoli, Bologna e Torino. «Questa
follia ha “dirottato” su Roma e
Milano buona parte dei passeggeri,
costretti a itinerari più lunghi e
costosi, e ha fatto sballare la
disponibilità di posti sulla
continuità principale». Cappellacci punta
il dito contro la Giunta, che «ha
fatto scadere la Ct1 varata da noi
nel 2013, quella con la tariffa
unica, senza riuscire ad assegnare un
nuovo bando. Ora tirano a campare
con le proroghe e con contratti
aggiuntivi, che sono molto costosi.
Per parlare di numeri, dei 4
milioni di passeggeri festeggiati da
Cagliari-Elmas la metà ha volato
con la nostra continuità: circa 2
milioni. Se pensate che un
visitatore spende circa 100 euro al
giorno e si trattiene per 4
giorni, basta una semplice
moltiplicazione per comprendere il danno
economico che potrebbe derivare
dalle “non scelte” di Pigliaru e
compagni», conclude Cappellacci.
LE STATISTICHE Nel frattempo,
secondo le statistiche di Assoaeroporti,
il mese di novembre non ha sorriso
allo scalo di Alghero: rispetto
allo stesso periodo del 2016 (già in
calo se confrontato con gli anni
precedenti) la perdita di passeggeri
è del 15,9 per cento. In un mese
il traffico è stato di 51mila
viaggiatori, due anni fa sfiorava i
90mila. L'aeroporto di Cagliari
invece guadagna l'11,2 per cento,
quello di Olbia cresce del 13,4 per
cento. (m. r.)
INTERVISTA.
Cappellacci: «Pd in caduta, M5S è solo mal di pancia»
Il leader
di Forza Italia vicino a una candidatura per Roma
Primi alle Politiche, primi alle
Regionali. Ugo Cappellacci mette da
parte i dubbi: «Le urne ci daranno
ragione». Il coordinatore regionale
di Forza Italia è sicuro che gli
azzurri usciranno vincitori dai
prossimi appuntamenti elettorali.
L'ex governatore cerca anche
possibili alleati e tende la mano ai
sardisti. Non esclude di scendere
direttamente in campo per la guida
della Regione: «Se Berlusconi mi
mandasse un segnale in questo senso,
ci penserei seriamente». In
realtà il futuro sembra già guardare
verso Roma: «Il presidente mi ha
chiesto la disponibilità per il
Parlamento».
Teme di più il Movimento 5 Stelle o
il Partito democratico?
«Nessuno dei due. Il Pd è reduce da
un fallimento ed è ai minimi
storici nel gradimento. Il Movimento
5 Stelle incarna il malcontento e
fa presa solo su chi vuole votare
contro tutto e contro tutti».
Il centrodestra sarà compatto?
«Credo di sì. I segnali, a livello
regionale, vanno in questa
direzione, come credo anche sul
nazionale. Ci sono delle forze che si
coagulano attorno ai valori del
centrodestra».
In Sardegna Forza Italia è ancora un
partito unito?
«Diciamo che lo è di nuovo. Questo
grazie alla leadership di
Berlusconi, che riesce a mettere
tutti d'accordo».
Le divisioni sono alle spalle?
«Da un anno abbiamo avviato un
percorso per mettere insieme tutte le
varie anime nell'ottica di un
ragionamento costruttivo e unitario».
Ha parlato della leadership di
Berlusconi: decide ancora tutto lui?
«Con una risorsa di questa portata
sarebbe un crimine non riservare al
presidente le decisioni importanti».
Per le prossime politiche Berlusconi
ha parlato di rinnovamento. Sarà
così anche nelle liste sarde?
«Assolutamente sì. I candidati
saranno in equilibrio tra rinnovamento
e tradizione. Abbiamo sindaci e
consiglieri regionali capaci, ma
guardiamo anche al mondo delle
professioni e a chiunque sia in grado
di rappresentare una risorsa».
Lei sarà tra i candidati?
«Sono a disposizione di Berlusconi
che me lo ha chiesto e ho risposto “sì”».
C'è qualche altra candidatura
sicura?
«Per il momento nessuna. Nei
prossimi giorni a Roma discuteremo di
collegi e di metodo».
Crede che il Partito sardo d'Azione
sarà vostro alleato?
«Me lo auguro, perché incarna a
pieno i nostri ideali. Siamo prima di
tutto sardi e poi italiani».
Le alleanze però hanno un prezzo.
«Saremo disposti a dare loro la
dignità che meritano».
I sardisti vogliono tornare in
Parlamento. Disponibili a offrire un
seggio blindato?
«Personalmente sì, ma c'è una
coalizione e il partito con cui prima è
necessario discutere».
Avrete donne candidate?
«Sì e anche in posizioni
eleggibili».
Su quali temi punterà Forza Italia?
«A livello nazionale
sull'abbattimento delle tasse con la “Flat tax”,
il credito di imposta fino a 5 anni
per chi assume giovani e sulla
sicurezza: diciamo basta
all'immigrazione selvaggia».
In Sardegna?
«Fiscalità, zona franca, trasporti e
lavoro. Ma il lavoro vero e di
qualità, non quello raccontato dalle
statistiche, che tengono conto
anche se una persona ha lavorato un
solo giorno».
Un pronostico per le elezioni
politiche?
«Mi hanno insegnato che il sondaggio
più attendibile è quello che
viene fuori dalle urne».
Però Forza Italia è il partito dei
sondaggi.
«Siamo vicini al 40%, considerato
quanto recuperiamo in campagna
elettorale siamo tranquilli».
Accetterebbe un governo di emergenza
con il Partito democratico?
«Io no e per quanto ne so nemmeno
Berlusconi».
I temi sardi fanno pensare alle
prossime regionali. Lei si ricandiderebbe?
«Sono per il rinnovamento, ma allo
stesso tempo resto un uomo di
partito e quindi sono a disposizione».
Se Berlusconi glielo chiedesse?
«Ci penserei seriamente».
Cosa vi differenzia dai vostri
alleati?
«Noi siamo il centro, alleato con la
destra. Abbiamo molti valori in comune».
Attualmente in Forza Italia c'è
qualcuno che incarna il candidato
ideale per la Regione?
«Sono tanti e risulta difficile
individuarne uno. Parlamentari,
sindaci, consiglieri regionali: c'è
solo l'imbarazzo della scelta».
I partiti della coalizione, però,
vogliono avere una possibilità di
esprimere il candidato. La soluzione
sono le primarie o c'è il rischio
di rottura?
«Serve il buonsenso per trovare una
persona in grado di rappresentare
il progetto complessivo».
E se la decisione dovesse arrivare
da Arcore?
«Se Berlusconi decide è perché ha
individuato la persona giusta grazie
alla sua lungimiranza». Matteo Sau
MUNICIPIO.
Rodin il politico più ricco
Tra i
quarantaquattro Giorgia Melis è quella che guadagna meno
Giunta e
Consiglio, on-line le dichiarazioni dei redditi
Comune promosso nell'operazione
trasparenza. Sono on-line le
dichiarazioni dei redditi della
Giunta e del Consiglio comunale (solo
la consigliera Gabriella Deidda del
Psd'Az, così come già accaduto
l'anno scorso, non ha dato il
consenso per la pubblicazione).
Prendendo in esame il reddito annuo
complessivo lordo relativo al
2016, tra i 44 politici del palazzo
di via Roma il più ricco è il
consigliere comunale del Pd,
Fabrizio Rodin con 184mila euro, tremila
in più dell'esponente di Forza
Italia, Alessandro Balletto. La più
povera è Giorgia Melis del Pd con
2.711 euro.
LA GIUNTA Tra i banchi della giunta
non c'è partita. Maria Luisa
Marras, vice sindaca e assessora
alla Mobilità, stacca tutti con un
reddito da 125mila euro quasi il
doppio del primo cittadino, Massimo
Zedda (con 68mila). Gianni Chessa
chiude la graduatoria tra gli
assessori con un reddito da 21mila
euro.
CONSIGLIO Tra i banchi dell'aula il
“Paperon de Paperoni” è l'avvocato
Rodin (consigliere del Pd) seguito a
ruota dal commercialista di Forza
Italia, Balletto. Altri tre
consiglieri sopra i centomila euro
(Piergiorgio Massidda, Francesco
Stara e Andrea Dettori). Quattro gli
esponenti politici che hanno
dichiarato meno di diecimila euro:
Pierluigi Mannino, Matteo Massa,
Maria Antonietta Martinez e Giorgia
Melis. (m. v.)
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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