La morte
di Rita Carboni Boy, prima donna candidata sindaco
Si è spenta a 91 anni, compiuti il
22 marzo scorso, Rita Carboni Boy, la prima donna candidata a sindaco
di Cagliari.,Fu lei, vent'anni fa, brillante avvocata, a sfidare il suo collega
Mariano Delogu per lo scranno più alto di Palazzo Bacaredda dove, comunque,
sedette per due consiliature, nella prima - dal '98 al 2001 - come vice
presidente della massima Assemblea cittadina. Il centrosinistra, allora formato
da Democratici di Sinistra, Partito Popolare Italiano, Federazione Democratica
e Socialista, Rifondazione Comunista e Verdi, puntò oltre che sull'affermata
professionista soprattutto su una delle figure imprenditoriali emergenti in
Sardegna.
A capo di un'azienda agrozootecnica
nella nativa Nuragus, leader nel settore grazie a un'accurata
selezione di bovini, Rita Carboni Boy divenne agli inizi degli anni '90
presidente mondiale degli allevatori della razza Charolais che in Sardegna
aveva la concentrazione più alta su tutto il territorio nazionale. «Abbiamo
fatto insieme la campagna elettorale per le comunali», ricorda l'ex rettore
dell'Università Pasquale Mistretta, «e la ricordo sempre in prima fila sui
problemi umani e sociali della città. Era castellana vera, nel senso di quel
particolare attaccamento a Cagliari che amava in modo viscerale». ( p.
mat. )
Moscovici
avverte: «Rischi al ribasso per politica e banche» Ma l’Eurozona vola, trainata
da domanda interna e export Italia maglia nera Ue «Ultima per crescita» Pil
2017 fermo a 0,9% di Chiara de Felice.
BRUXELLES L'Europa va avanti, l'Italia resta
indietro. Ancora una volta, nelle previsioni economiche della Commissione Ue, è
l'unico Paese colorato di scuro sulla mappa, perché è il solo con una crescita sotto
l'1%. «Persistono le fragilità strutturali che conosciamo», spiega il
commissario agli affari economici Pierre Moscovici. E pesano anche fonti di
«rischi al ribasso» come «la situazione politica e il lento aggiustamento del
settore bancario». Il fronte dei conti pubblici, invece, sembra per ora libero
da ostacoli.
Sebbene il giudizio definitivo arriverà la prossima
settimana, già ora c'è il plauso alla manovra-bis, che ha fatto calare il
deficit, e il riconoscimento delle ragioni italiane sulla flessibilità per investimenti.
«Apprezziamo lo sforzo fatto dall'Italia», sottolinea lo stesso Moscovici,
secondo il quale ora bisogna guardare «al giusto aggiustamento per il 2018, è
un work in progress». Mentre l'Eurozona può contare su una «crescita salda» che
continuerà ad un «ritmo stabile», con un pil rivisto al rialzo all'1,7% per il
2017 e invariato all'1,8% per il 2018, l'Italia deve accontentarsi di una «ripresa
modesta». +0,9% quest'anno, 1,1% il prossimo, trainati da domanda interna, export, ripresa degli
investimenti e politica accomodante della Bce.
Fattori evidentemente insufficienti a far ripartire
in modo convinto la quarta economia europea. Anche la disoccupazione cala solo
«marginalmente» (11,5% nel 2017 e 11,3% nel 2018), mentre nella zona euro
segnerà nel 2018 il record più basso dal 2009 (8,9%). Le buone notizie arrivano
invece sul fronte del risanamento, perché la manovrina ha funzionato. «La
Commissione ha incluso quasi completamente l'impatto delle misure fiscali che
abbiamo valutato in 0,19 del Pil, e si felicita che la maggior parte riguardino
la lotta all'evasione fiscale», ha sottolineato Moscovici. Il deficit quindi
scende a 2,2% quest'anno e a 2,3% nel prossimo.
Peggiorano «leggermente» il deficit strutturale e
il debito che salirà al 133,1%, anche a causa «delle risorse aggiuntive
stanziate per il sostegno pubblico al settore bancario e agli investitori
retail». Il commissario spiega che è presto per dire se il rischio di una procedura
per debito eccessivo sia davvero scongiurato. Ma da qualche indizio lascia
intendere che non sono in arrivo brutte sorprese. Ad esempio, quando parla del
calo degli investimenti, problema rilevato dai tecnici Ue nelle scorse
settimane, accoglie le spiegazioni date dal governo, salvando quindi la
flessibilità ad essi collegata.
Quartucciu
Elezioni,
ancora incertezze sui candidati
A poco più di 24 ore dalla scadenza
per la presentazione delle liste,
a Quartucciu continua a regnare
l'incertezza. Per ora i candidati
certi sono due ma sembra scontata la
presentazione di una terza lista
civica che potrebbe riunire
componenti di centro destra e di
centrosinistra. A capo di questa, il
candidato sindaco più accreditato
continua a essere Antonio Piras che
però non smentisce e non conferma,
dal momento che da giorni il suo
telefono squilla a vuoto.
Passando alle certezze, a sfidarsi
il prossimo 11 giugno saranno
Damiano Paolucci, ex assessore alla
Cultura della giunta di Carlo
Murru che di quell'esperienza
amministrativa ha riunito diverse anime
e Pietro Pisu, anche lui in lista
civica con gli attuali consiglieri
di opposizione Tonino Meloni, Walter
Caredda, Rita Ambu e Franco
Paderi. Ancora top secret gli altri
nomi delle liste che saranno
svelati soltanto sabato alle 12.
In questa competizione elettorale
non ci saranno i grillini che hanno
annunciato la rinuncia, per motivi
strettamente personali di alcuni
loro rappresentanti. (g. da.)
CARBONIA.
Paola Massidda replica alle critiche dopo l'addio di Carla Mario
«Cambi
in Giunta? Fisiologici Per noi conta il programma»
La prima, Arianna Vinci (Politiche
sociali), si era fatta da parte
subito nel settembre del 2016. Il
secondo, Riccardo Cireddu (Lavori
pubblici), ha gettato la spugna lo
scorso febbraio. Il terzo forfait
in aprile, Emanuela Rubiu (Cultura),
ma solo per una settimana perché
i malumori son rientrati quasi
subito. Ora Carla Mario, Scuola e
sport: addio, con rimpianti, per un
problema familiare. Tirando le
somme: il sindaco Paola Massidda si
è vista sfilare tre assessori in
dieci mesi. Quasi uno a stagione. La
nuova era politica
amministrativa, retta dal Movimento
Cinque Stelle, rivela che serviva
una sorta di tagliando preliminare.
Sindaco, tutto sotto controllo?
«Tutto ok, le dimissioni di Carla
Mario sono maturate per importanti
questioni personali divenute tali
nell'ultimo periodo ma, essendo
stata candidata ed eletta
consigliere con centinaia di voti, sarà
sempre dei nostri».
All'epoca delle scelte sapevate che
lo scenario sarebbe potuto cambiare presto?
«No. Forse Carla Mario per prima non
avrebbe accettato se avesse
intuito cosa sarebbe accaduto: i
candidati sono stati designati con
scelta collettiva e tramite
votazione, idem per gli assessori su cui
ovviamente c'è stato il mio avallo,
e per Carla rifarei la stessa
scelta perché ha dimostrato senso
civico nel momento in cui ha capito
di recente che non avrebbe più
potuto dedicare tempo al suo mandato:
ricordiamo che automaticamente aveva
già perso anche la carica di
consigliere».
Tuttavia tre assessori dimissionari
e una mini crisi con un quarto, è
un po' troppo in dieci mesi?
«Il cambio di assessori è
fisiologico. È accaduto nella Giunta
regionale e chi in città oggi grida
allo scandalo non ha mai sollevato
il problema. Tornando a noi, sia
chiaro che vale più il programma di
chi lo porta avanti e noi questo
stiamo facendo».
Intanto è emergenza amministratori,
dopo il forfait di Cireddu e ora
di Mario: quanto resterà snella la
Giunta?
«A fine maggio il nuovo assessore
alla Scuola: potrei cercare oltre
gli attivisti, tendenzialmente non
nel Consiglio perché il gruppo sta
crescendo, potrei riassegnare anche
altre deleghe».
Carla Mario, pur senza citare
episodi, si è sfogata contro la burocrazia
«Vale anche per me. Mi scontro pure
io con percorsi lunghi ma se ciò
venisse associato alla fisiologica
perdita di consenso la questione mi
lascerebbe del tutto indifferente:
lavoriamo per la città, non per il
consenso».
All'opposizione c'è chi chiede le
sue dimissioni
«Sinché ho un solo voto in più resto
per rispetto di chi mi ha scelto».
Andrea Scano
LANUSEI
AL VOTO. Piras ha rotto col Pd e ora cerca l'intesa col sindaco uscente
Ferreli
e Carobbi, liste pronte Per Burchi ultime chiamate
Con il countdown che incombe, il
quadro elettorale a Lanusei è sempre
più definito. Ora, oltre ai tre
candidati sindaco Davide Burchi,
Silvio Carobbi e Davide Ferreli
emergono anche i nomi dei componenti
delle liste. Nel caso della civica
di Burchi si sta ancora lavorando
alla definizione: mancherebbero,
oltre il logo che li rappresenterà,
anche alcune conferme per completare
la lista. Per le altre due liste
i giochi sono praticamente fatti e
circolano già gli elenchi delle
liste complete.
DAVIDE BURCHI Qualche mese fa nella
cittadina ha preso piede il
comitato spontaneo PensiAmo a
Lanusei. Espressione di una corrente
popolare e di tesserati del Partito
democratico. Dopo vari tira molla
e accordi saltati il nome condiviso
dalla maggioranza è stato quello
di Davide Burchi , avvocato, attuale
segretario del Pd Ogliastra. Il
39enne porterà con sé Matteo
Stochino eRenato Pilia (entrambi avvocati
di 36 e 29 anni). Sarà in lista
anche un altro legale, Salvatore Zito
che, dopo essere stato a lungo in
predicato di candidarsi a sindaco,
ora ambirà quantomeno a un
assessorato. Alla squadra si aggiungono
anche Cinzia Marongiu , attuale
segretario del circolo cittadino del
Pd.
SILVIO CAROBBI Che Silvio Carobbi,
agronomo, attuale capo
dell'opposizione ed ex Pd ci avrebbe
riprovato non è mai stato un
mistero. Il candidato ha sciolto le
riserve già ai primi di gennaio.
La voglia di riprovarci, con una
lista civica, è nata dopo cinque anni
di opposizione e aver incassato
oltre 1300 voti. I componenti della
sua squadra saranno, salvo
ripensamenti dell'ultimo minuto,Alessio
Tegas , Mary Arzu , Francesca
Caredda , Maurizio Ligas , Maria Tegas ,
Roberto Pilloni , Mirko Balloi ,
Nicola Mameli , Barbara Cugusi ,
Carlo Pistis , Giancarlo Pili , Luca
Pretti , Sara Angius e Mauro Ibba
.
DAVIDE FERRELI Il primo mandato di
Davide Ferreli, 41enne, è ormai
agli sgoccioli. In lui ha prevalso
la voglia di rimettersi in gioco
per portare avanti un discorso
aperto cinque anni fa. L'imprenditore
lo fa con alcuni dei colleghi che
l'hanno sostenuto in questo primo
mandato, come Salvatore Acampora
(attuale vice), Giancarlo Dore ,
Fulvio Usai , Daniela Ligas ,
Camilla Rossi (attuali assessori),
Riccardo Usai , Matteo Pisano e
Susanna Deiana (consiglieri uscenti).
Tra i volti nuovi Maurizio Deplano ,
Marcella Del Rio e Carlotta
Baldussi . In queste ore Attilio
Piras, oggi consigliere di minoranza,
che ha chiuso i contatti con la
lista di Burchi, starebbe, insieme
all'ex sindaco Virginia Lai,
lavorando a un accordo con Ferreli.
Giovanna Falchetto
La Nuova Sardegna
I
fondi? Per lo shopping A Scarpa 4 anni e mezzo
Parte
dei soldi pubblici spesi dalla compagna, l’ex sindaco rischia il carcere
Fissata
l’udienza preliminare per altri sei ex onorevoli, cinque erano di An
di
Mauro Lissia
CAGLIARI La compagna, poi moglie, di
Beniamino Scarpa usava a suo
piacimento i 2500 euro del gruppo di
cui l’ex sindaco di Porto Torres
faceva parte: profumeria,
parrucchiere, abbigliamento. Ma quei soldi
erano destinati ad altro, alle
attività politico-istituzionali del
gruppo misto, certamente non alle
spese private della signora.
Colpevole per questo ed altro di
peculato continuato, Beniamino Scarpa
ha incassato dal collegio di Corte
d’Appello presieduto da Antonio
Onni la conferma della sentenza di
primo grado: quattro anni e mezzo
di carcere, così come richiesto dal
sostituto procuratore generale
Maria Grazia Genoese. Resta la
speranza del ricorso per Cassazione,
altrimenti per l’ex esponente di
Progetto Sardegna e del Psd’az
potrebbero spalancarsi le porte del
carcere. Scarpa è indagato anche
nell’inchiesta-bis.
La Cassazione. Per l’accusa, nel
corso della
legislatura 2004-2009 Scarpa ha
speso illegalmente 116 mila euro del
fondo destinato al gruppo misto.
Denaro che in base alla linea
difensiva sostenuta dall’avvocato
Silvio Piras anche nel corso del
processo d’appello il consigliere
regionale avrebbe impiegato in parte
per organizzare convegni, acquistare
auto per i collaboratori e
mantenere la sede politica di Porto
Torres. Un’altra parte di questi
soldi che il segretario del gruppo
misto Angelo Sanna, a sua volta
indagato, gli accreditava ogni mese
sul conto corrente sarebbero
invece finiti nelle tasche di
Roberta Medda, prima collaboratrice poi
fidanzata e dal 2008 moglie dell'ex
sindaco di Porto Torres, che gli
faceva da segretaria particolare fin
dai tempi in cui Scarpa sedeva
sulla poltrona di assessore e che
aveva a disposizione anche
un’automobile.
Tra novanta giorni la Corte
depositerà le motivazioni
della sentenza e la difesa potrà
ricorrere per Cassazione. Altri sei
dal gup. Intanto vanno avanti le
altre tranche del mega-procedimento
penale condotto dal sostituto
procuratore Marco Cocco per l’uso
illegale dei fondi ai gruppi
regionali. Il 22 giugno dovranno
presentarsi davanti al gup
Ermengarda Ferrarese l’ex consigliere
regionale Giuseppe Fadda di Sinistra
Autonomista, Ignazio Artizzu,
Antonello Liori, Matteo Sanna e
Giovanni Moro, tutti ex di An come
Mario Diana, l’ex presidente del
gruppo già a giudizio immediato
davanti alla prima sezione del
tribunale ma ancora indagato in
relazione ad un altro periodo.
Difesi dagli avvocati Gianluca
Grosso,
Massimo Delogu, Michele Loy, Lorenzo
Gallisai, Ivano Iai e Roberta
Campesi, gli indagati devono
rispondere ad accuse analoghe a tutti gli
altri onorevoli ed ex onorevoli:
Fadda per aver speso o avvallato la
spesa impropria di 390 mila euro,
Artizzu per 186 mila euro, Liori 165
mila, Moro 163 mila e Sanna 120
mila. Il centrosinistra. Dopo
l’archiviazione della posizione di
Marco Meloni, dovrebbe partire la
richiesta di rinvio a giudizio per
gli indagati che fanno capo al
centrosinistra, legisaltura
2004-2009. Salvo colpi di scena saranno
30, fra i quali spiccano i nomi del
parlamentare ed ex segretario
regionale Silvio Lai, di Siro
Marrocu, di Giacomo Spissu, di Mario
Bruno, Salvatore Mattana, Gianluigi
Gessa, oltre che dell’ex
europarlamentare Giommaria Uggias,
assolto nel primo processo. Il 14
luglio dovrà presentarsi davanti al
gup Giacomo Sanna del psd’az,
indagato insieme a Efisio Planetta
(che ha patteggiato) e a Cristian
Solinas (archiviato).
legge
severino
Dopo
il giudizio consiglieri sospesi
Scatta la legge Severino per i tre
consiglieri regionali condannati
per peculato dal tribunale a
conclusione del processo principale per i
fondi ai gruppi: il provvedimento si
sospensione é arrivato ieri
mattina alla presidenza del
Consiglio regionale della Sardegna. Il
leader dell'Uds Mario Floris, già
governatore, l'ex assessore
dell'Agricoltura Oscar Cherchi e il
consigliere Alberto Randazzo,
entrambi di Fi, vengono sospesi in
modo retroattivo dal 20 marzo per
un massimo di 18 mesi. Ora mancano
solo i passaggi formali. I
sostituti saranno i primi dei non
eletti nelle circoscrizioni di
Cagliari e Oristan: a Floris
subentrerà Gennaro Fuoco, ad Alberto
Randazzo Mariano Contu - anch'egli
indagato nell'ultimo troncone
dell'inchiesta - mentre per il posto
di Cherchi sono in ballottaggio
Emanuele Cera e Domenico Gallus.
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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