martedì 18 dicembre 2018

Maninchedda vince le primarias, ma non parlerà della cogestione fallimentare con le giunte di Cappellacci e Pigliaru. Di Lucia Chessa.





Maninchedda ha vinto le primarias. Non è un colpo di scena. Le ha vinte competendo con 3 o 4 sconosciuti di cui mi sfugge il nome, le ha vinte su un’area virtuale autogestita, oltre che autofinanziata, su cui nessuno potrà mai controllare e verificare un bel niente. Tuttavia le ha vinte lo stesso.

Le ha vinte perché è riuscito a stare sui giornali e sui tg per 20 giorni non per avere avuto a disposizione, da assessore alle opere pubbliche della giunta Pigliaru, 700 milioni di mutuo, appositamente contratto dalla Regione Sardegna, utilizzati senza che ci sia stato per la collettività dei sardi un grammo di ricaduta positiva, non per aver partecipato pesantemente alla cogestione di Abbanoa che vessa i sardi tutti i giorni dalla sera alla mattina, non per aver votato la riforma sanitaria che oggi va bellamente contestando come se l’avessero votata altri, non per aver partecipato alla gestione di un potere lottizzato che a vario titolo si è diviso posti e posticini, non per aver condiviso tutte le scelte di governo prima di Capellacci poi di Piglaru e Paci.

No, non di queste cose gli è stato chiesto di rispondere sui giornali ed i tg, è più facile parlare di primarias. E’ più facile enfatizzare il topolino come avesse la dimensioni della montagna. E così, forte di un risultato senza senso, che tra l’altro nessuno mai potrà verificare, oggi Maninchedda si presenta esibendo un “trionfo” a buon mercato e solennemente dichiarando “Noi siamo qui, chi vuol venire venga chi non vuole non ci venga”…

Io per esempio non ci vengo. Faccio a meno di questa compagnia.

Di Lucia Chessa.

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