La
Nuova Sardegna
Le
risposte dei candidati governatore sui temi delle elezioni
Lavoro,
sanità, voli come cambiare l'isola
di Alessandro Pirina
Sanità, lavoro, trasporti,
spopolamento, urbanistica, turismo. I temi della campagna elettorale sono stati
tutti affrontati dai candidati a governatore, ma inevitabilmente il primo
argomento sviscerato è stato la guerra del latte. La protesta dei pastori che
da giorni ha immobilizzato l'isola.
Ieri la Nuova Sardegna ha ospitato
gli aspiranti presidenti della Regione per un confronto pubblico di due ore al
teatro comunale di Sassari. Un dibattito in cui non sono mancate le scintille
tra candidati. Erano presenti quasi tutti. Mancavano solo Paolo Maninchedda e
Christian Solinas, però intervenuto per telefono. I candidati hanno risposto alle
domande del direttore Antonio Di Rosa e del giornalista Luca Rojch. Ma altri
spunti sono arrivati dalle clip di persone comuni che hanno interrogato i
candidati sui loro programmi.
La
guerra del latte. Ovviamente, però, l'incontro non può che iniziare dalla protesta sul prezzo del latte. A dare il via una clip con protagonista Ciriaco Fronteddu, giovane pastore di Dorgali. «Non è più possibile andare avanti, qui stiamo per morire, nessuno ci vuole ascoltare, nessuno riesce a dare il giusto valore al nostro lavoro», è stata la domanda-denuncia. «È una cosa che ci stiamo trascinando da
troppo tempo -
esordisce Francesco Desogus, candidato dei 5 stelle -. E prima che scoppiasse la rivolta drammatica abbiamo
invitato il Movimento dei pastori,
che è trasversale, a entrare nella nostra squadra. Noi i pastori preferiamo averli
dentro il palazzo. Il Movimento 5 stelle ha portato in Parlamento un
pastore, Luciano Cadeddu, che non è stato scelto perché avesse delle
qualità particolari, ma semplicemente per la sua professione».
Massimo
Zedda, leader dei Progressisti, ha invece due ricette. «È necessario
innanzitutto un intervento immediato per dare un po' di sollievo economico ai
pastori. È inaccettabile che un litro di latte venga pagato meno di una
bottiglia d'acqua. Serve una legge come si fece per il latte
bovino. Immediatamente dopo bisogna agire per un accordo di
filiera, puntando su qualità, destagionalizzazione e
diversificazione».
Il
candidato di Sinistra Sarda, Vindice Lecis, mette in evidenza come la
situazione attuale sia la stessa del 1950. «Anche allora c'era lo stesso
divario percentuale tra i 60 centesimi e l'euro che dovrebbe essere pagato. Io sono contro la violenza, ma siamo di fronte a uno scontro di classe tra i pastori e i trasformatori che determinano i prezzi a loro piacimento».
Andrea Murgia,
leader di Autodeterminatzione, annuncia lo stop alla campagna elettorale. «Io
dico no a soluzioni fantasiose perché siamo a 10 giorni dalle elezioni. In
questo momento il dovere della politica è ascoltare e calmare gli animi. Chiunque vinca le elezioni
deve aprire il tavolo e costringere le parti a
trovare una soluzione».
La
ricetta di Mauro Pili, leader di Sardi Liberi, è invece «una authority che stabilisca
i quantitativi da produrre e che sanzioni chi va oltre. Il centrosinistra e il centrodestra hanno bocciato una mia proposta di legge in Parlamento quando c'era un'aggressione al pecorino romano da parte dell'Italia, quando il governo aveva consentito la registrazione del cacio romano e la Regione non ha presentato ricorso».
Sanità. Un altro tema caldo del dibattito è la sanità. La riforma della Asl unica,
bocciata da tutti. A partire da Zedda, nonostante a vararla sia stato il
centrosinistra. «Io sono contrario alla riforma, ma lo dico da tre anni. Ne parlai anche
col sindaco di Sassari: l'Ats sarà una fregatura per entrambi, gli
dissi, ci portano a discutere sulla sede ma non sul contenuto». «La Regione non avrebbe dovuto aderire al decreto ministeriale e oggi ci
sono 24 consiglieri che si vergognano di avere votato la riforma - aggiunge
Murgia -. Se sarò eletto la smonterò subito». «Lo smantellamento della riforma Arru sarà il nostro primo atto politico»,
gli fa eco Lecis. Pili definisce Arru «il peggior assessore della storia che ha
imposto la sua candidatura, anche se Zedda cerca di nasconderlo».
Dal
lavoro all'energia. Per risolvere il dramma della
disoccupazione Lecis propone «un piano straordinario per l'occupazione che
abbia la spinta ideale e culturale con la stessa attenzione morale degli anni
'50. Un nuovo piano di rinascita finanziato con i soldi che
lo Stato ci deve restituire». Zedda
rilancia con un piano di riorganizzazione della Regione. «A quelli della mia
generazione avevano fatto pensare che il lavoro pubblico a tempo indeterminato
non fosse più una cosa contemporanea. Invece, la precarietà ha
stravolto le famiglie, la vita di ragazzi e ragazze. Oggi c'è uno
straordinario bisogno di assunzioni nel pubblico impiego come nella Spagna
degli anni '90».
Desogus
sposa l'elettrodotto tra Sicilia e Sardegna annunciato dal premier Conte (e bollata da Pili come «un'idea demente») e la preferenza per le energie rinnovabili. «Zedda invece sta difendendo il carbone e non si capisce il perché». Immediata la replica del sindaco di Cagliari. «Portovesme srl, Enel, ex Alcoa, Eurallumina: più di 1.300 lavoratori si troverebbero senza occupazione». «Io preferisco la salute dei miei figli - è la controreplica del leader dei 5 stelle -. Troveremo le soluzioni per queste 4 fabbriche».
Urbanistica
e turismo. Murgia ribadisce la sua contrarietà alla
revisione del Ppr. «La fascia costiera è inviolabile, il Consiglio
non si permetta più di toccarla, perché va gestita
all'interno dei Puc dei comuni costieri. Il Ppr va esteso anche ai comuni dell'interno. Ho preso le distanze dal centrosinistra quando la giunta ha smesso di considerare l'ambientalismo un valore fondante».
Pili
invece si sofferma sul suo piano del turismo low cost per portare nell'isola 10
milioni in più di turisti. «Il turista low cost vuole spendere poco per viaggiare, ha diversi interessi rispetto al balneare, ama l'archeologia, la storia e la cultura. Noi la Sardegna la utilizziamo solo per due mesi all'anno. La proposta di portare 10 milioni di turisti in più nasce dall'obiettivo di implementare la stagione». Il suo riferimento è la prima stagione low cost di Alghero, avviata nel 2002 dalla giunta da lui guidata.
Appelli
al voto. Gli ultimi minuti sono dedicati agli appelli
al voto. Manca solo Desogus, andato via in anticipo per correre a Cagliari a
stringere la mano al premier Conte. «Siamo scesi in campo per costruire una alternativa al modo di governare del centrosinistra e all'avanzare della destra», dice Lecis. «Tirrenia, Alitalia, Enel ed Eni: quattro nemici giurati della Sardegna sponsorizzati da centrodestra, centrosinistra e 5 stelle contro cui combatteremo», aggiunge Pili. «Abbiamo una lista di uomini e donne che non devono chiedere niente a nessuno - è l'invito di Murgia -. In ogni caso votate sardo e non la solita minestra italiana». Zedda si appella al voto utile: «I 5 stelle sono al terzo posto, la vera sfida è tra noi e la Lega. Si tratta di decidere se avere un proconsole di Salvini o un governo di sardi».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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