La Nuova Sardegna
In una
nota si annuncia un nuovo bando dopo lo stop dell'Antitrust alla proroga. Ministro:
al lavoro sul testo Ma la Regione resta fuori
di Luca Rojch
SASSARI
Roma e la
Sardegna si allontanano. Non è solo il mare a segnare la distanza geografica
tra l'isola e il resto dell'Italia, ma anche le politiche sui trasporti che
rischiano di lasciare sempre più sola la Sardegna. Lo stop dell'Antitrust a qualsiasi
possibilità di proroga della convenzione sulla continuità territoriale marittima,
che scade a luglio del 2020, ha scatenato una reazione a catena.
Da una parte l'ex assessore ai
Trasporti Carlo Careddu, che ha lanciato l'allarme di un possibile futuro senza
continuità marittima. Manca poco più di un anno alla fine della convenzione e
nulla è stato fatto. La Regione ha chiesto più volte al governo attuale, e a
quello precedente, di trasferire le competenze sulla continuità. Ma non ha mai
avuto risposte. L'assessore ha investito anche la commissione paritetica Stato-Regione,
e anche in questo caso il risultato è stato nullo. Così come le proposte di legge, ce ne sono
diverse e di diversi partiti, Pd, Forza
Italia e 5 Stelle, non sono state prese in considerazione. Neanche incardinate nel dibattito parlamentare.
Su questa
polveriera è arrivato il pronunciamento dell'Antitrust, che ha fatto esplodere
il caso convenzione. Il risultato è che a poco più di un anno dalla fine della
convenzione il governo naviga a vista. Il Ministero cerca di disinnescare il caso Continuità marittima e lo fa con un comunicato stampa. «La Convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e i Trasporti e la Compagnia Italiana di Navigazione spa (Cin), acquirente di Tirrenia in amministrazione straordinaria, per il collegamento in regime di pubblico servizio con la Sardegna è stata stipulata nel 2012 e scadrà il 18 luglio 2020. Il Mit
sta già predisponendo il nuovo bando di gara e l'attuale Governo sta lavorando
per assicurare in futuro una convenzione più favorevole all'interesse pubblico
di quella attuale, ereditata dal passato, e per garantire al meglio la continuità
marittima con la Sardegna.
Il Ministero ha comunque innalzato
il livello di vigilanza sul rispetto degli obblighi di convenzione verificando,
tra l'altro, il rispetto degli orari di arrivo e partenze delle navi e
l'idoneità delle stesse, compresa la qualità dei servizi. La violazione degli
obblighi contrattuali ha comportato l'applicazione a carico della società di
penali che ammontano complessivamente a 2,8 milioni di euro dal 2012 a oggi, di
cui 500mila nel solo 2019».
Ma il
comunicato forse crea ancora maggiore allarme. Nel testo si capisce che il
governo non ha nessuna intenzione di trasferire le competenze sulla continuità
marittima alla Regione. Né che voglia prendere in discussione i disegni di legge presentati da diversi parlamentari sardi. Si capisce anche che il modello di riferimento è sempre quello della continuità che è stato pensato e varato nel 2012. E c'è anche un altro aspetto che non viene preso in considerazione. La nuova continuità marittima dovrà essere realizzata attraverso un bando europeo. E dovrà
prevedere compensazioni, soldi, per chi sostiene gli oneri di servizio, in
altre parole garantire i collegamenti con certi standard di qualità e una
frequenza precisa anche nei periodi in cui il traffico non lo giustifica.
Proprio per difendere il diritto alla mobilità dei sardi.
Ma come ha spiegato anche l'assessore Careddu per porre gli oneri di servizio dietro una compensazione bisogna dimostrare che il mercato da solo non può bastare. E questo lo si deve fare con un indagine di mercato. In realtà a dirlo non è l'assessore, ma la nota con cui l'Antitrust affonda ogni possibilità di proroga dell'attuale continuità.
«L'Autorità auspica che questo
dicastero proceda, secondo una tempistica congrua rispetto alla scadenza del 18
luglio 2020, a una corretta applicazione del Regolamento (CEE) n. 3577/92 e
svolga un'analisi dei fabbisogni effettivi di mobilità da e per le isole interessate
(declinati in termini di tipologia e frequenza dei collegamenti, articolazione
tariffaria, standard qualitativi, ecc.), propedeutica sia alla verifica
preventiva delle condizioni per l'offerta dei servizi predetti a condizioni di
mercato sia all'eventuale assoggettamento a Osp (oneri di servizio pubblico)
dei servizi da affidare con gara.
Lo svolgimento di una nuova gara per
l'assegnazione nei tempi originariamente previsti del servizio di cabotaggio
marittimo da svolgersi in regime di Osp, il cui perimetro sia opportunamente
definito dalla preventiva analisi dei fabbisogni effettivi di mobilità, appare,
lo strumento più appropriato per raggiungere gli obiettivi posti dal
Regolamento - tra i quali rileva l'efficienza delle gestioni e il rispetto
delle condizioni minime di qualità del servizio - e, in particolare, per
correggere eventuali distorsioni». In altre parole è l'Antitrust a pretendere
la gara. E a ribadirlo è l'ex assessore Careddu.
«Mi fa piacere avere provocato una reazione
- afferma Careddu -. Spero non sia solo mediatica, ma costituisca un impegno
concreto al di là degli slogan. Spero garantisca ai sardi per davvero una
continuità territoriale migliore di quella in scadenza. Confido nel fatto che
la Regione abbia un ruolo determinante nella redazione della nuova convenzione.
Solo i sardi vivono una condizione insulare così penalizzante e sono in grado
di comprendere cosa occorra, in termini di tariffe e di capacità, per assicurare
il diritto alla mobilità e l'esigenza di accessibilità all'isola. Sono certo
che li rappresenta in Regione non vorrà avallare scelte romane, distanti troppe
miglia marine dal diritto alla coesione economica, sociale e territoriale dei
sardi».
Careddu si appella alla nuova
giunta. E per Solinas, che ha alle spalle un passato di assessore regionali ai
Trasporti, sarà forse la prima sfida da governatore. Di sicuro una delle
emergenze da affrontare subito per non far finire la Sardegna in balia del
libero mercato dei mari.
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