La Nuova
Sardegna
Il centro sinistra spera che fra 5
anni Massimo Zedda pesi molto di piu di Solinas. Che la sua stazza politica sia
tale da trascinare la coalizione alla vittoria ma l'inizio sembra più sinistro
che di sinistra. Il leader Massimo alla sua prima uscita da
quasi consigliere regionale fa uno scivolone a destra. Prende di mira il peso
del governatore Christian Solinas, e promette di fargli perdere qualche chilo. Che detta così richiama
alla mente altre vette politiche come quando il presidente Usa Barack Obama era
stato definito "abbronzato" dal premier di allora Silvio Berlusconi,
che nel suo palmares vanta altre delicatezze come il crudele "più bella
che intelligente" regalato a Rosy Bindi.
Negli
Stati Uniti la lotta al body shaming, la derisione del corpo, è diventata una
delle battaglie culturali più sentite. Ne è vittima una donna su due. E dal leader progressista
ci si aspetta un altro stile e un altro pantheon politico di riferimento, un
po' più alto delle battute da caserma. Ci si aspetta che Zedda si rifaccia più a
Moro e a Berlinguer che alla dottoressa Tirone. Sia uno statista vero e non un
guru Vitasnella. La diversità di un nuovo centrosinistra che vuole candidarsi a
governare deve partire anche dallo stile.
Dal superamento della politica da
ruttodromo che ha sdoganato il sovranismo. Più che dei chili di Solinas il
leader dell'opposizione dovrà concentrarsi sulle tonnellate di cemento che
potrebbero finire sulle coste se dovessero essere approvate leggi urbanistiche sbagliate.
Del peso che i trasporti potranno avere sulle tasche dei sardi, e sull'economia
turistica, se si punterà su politiche che non promuovano una crescita armonica
dei tre aeroporti.
E su una rivoluzione dei
collegamenti via mare, che faccia sentire i sardi meno prigionieri della loro
isola. Il peso che conta è quello che il centrosinistra avrà in aula. Dovrà
vigilare perché la controriforma della sanità non diventi una spartizione di
poltrone. Perché i tanti progetti portati avanti dalla giunta Pigliaru non
vengano cancellati, da Iscola alla politica sul lavoro.
Dalla formazione alle battaglie contro
lo Stato che preleva in modo forzoso le risorse dei sardi. Zedda dovrà stanare
il nuovo governatore sui temi chiave che non sono stati ancora affrontati in
modo chiaro da Solinas. Come il nodo dell'energia, il progetto del metanodotto,
lo spopolamento delle zone interne, la scomparsa dei servizi nei piccoli
comuni. I temi sono infiniti, in un'isola dall'endemica economia in affanno.
E il peso
del governatore non rientra tra questi. I peccati di cui il centrosinistra può
accusare Solinas non sono di gola, ma nell'avere fatto diventare la Lega il
primo partito del centrodestra. La stessa Lega che solo qualche
anno prima proponeva di vendere la Sardegna per ripianare il debito
dell'Italia. Inutile buttarla sul pingue profilo dell'avversario. La carne da
mettere al fuoco della politica non manca. Zedda ha
fatto il primo passo da leader, con la scelta di andare in consiglio regionale
a guidare l'opposizione. Con coraggio ha dato anche le sue prime indicazioni su cosa deve fare il centrosinistra
per continuare a costruire la sua crescita.
Parla di un'apertura
ai 5 Stelle per le Comunali di Cagliari e Sassari. Disponibilità al dialogo che
farà discutere, perché il Movimento sembra essere in caduta libera, già
logorato dopo neanche un anno di governo. Ma il nuovo leader del
centrosinistra in Regione apre già un dibattito dentro la coalizione e fa un
discorso da leader maturo. Ecco perché con le affermazioni sui chili di troppo
del proprio avversario Zedda dimostra di non essere fedele alla linea.
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