martedì 12 novembre 2019

Nassirya, Iraq, ore 10.



(12 Nevmbre 2003) Un camion cisterna pieno di esplosivo, guidato da 2 kamikaze, scoppia dinanzi alla base militare “Maestrale”. L’attentato provoca 28 morti: di questi 19 sono italiani. Il contingente italiano della missione “Antica Babilonia” è impegnato in operazioni di peacekeeping: ovvero ricostruzione, mantenimento dell’ordine pubblico, addestramento della nuova polizia irachena.

Il camion cisterna forzò il posto di blocco dinanzi all’ingresso della base Maestrale nel tentativo, sventato dal fuoco dell'appuntato dei Carabinieri, Andrea Filippa, di proseguire fino alla sede del dipartimento logistico italiano. L'irruzione di un'autobomba carica di 150 kg di esplosivo, che seguiva immediatamente il camion, permise di colpire la palazzina.

La potentissima esplosione determinò il crollo di gran parte dell'edificio, ne lesionò un secondo ed incendiò il deposito delle munizioni. Oltre ai carabinieri di stanza nella base, fu coinvolta anche la troupe del regista Stefano Rolla (deceduto) appena arrivata sul posto per girare un documentario sul lavoro delle truppe italiane in Iraq.

Nel 2007 le indagini del ROS dei Carabinieri hanno consentito di identificare undici partecipanti all’attentato (sette dei quali arrestati nel gennaio 2012), tra pianificazione ed esecuzione, tutti riconducibili a organizzazioni terroristiche legate ad al Qaida. Dopo lattentato in Italia sono divampate forti polemiche sulle ragioni della presenza del contingente militare in Iraq, inviato per una missione di peacekeeping ma in un Paese al centro di numerosi attacchi terroristici. I partiti di centrosinistra hanno chiesto il ritiro immediato della missione, confermata però dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

I caduti delle Forze Armate Italiane appartenevano a vari reparti dell'Arma dei Carabinieri Territoriale, al 13 Reggimento Carabinieri di Gorizia e al 7º Reggimento Carabinieri "Trentino-Alto Adige" di Laives, al Reggimento lagunari "Serenissima", alla Brigata Folgore, al 66º Reggimento fanteria aeromobile "Trieste", al Reggimento Savoia Cavalleria, al Reggimento Trasimeno. Sono morti anche alcuni appartenenti alla Brigata Sassari che stavano scortando la troupe cinematografica di Stefano Rolla e 3 militari del 6º Reggimento Trasporti della Brigata Logistica di Proiezione, che stavano scortando il cooperatore internazionale Marco Beci.

La camera ardente per tutti gli italiani morti venne allestita nel Sacrario delle Bandiere del Vittoriano, che fu oggetto di un lungo pellegrinaggio di cittadini. I funerali di Stato si svolsero il 18 novembre 2003 nella basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, officiati dal cardinale Camillo Ruini, alla presenza delle più alte autorità dello Stato, e con vasta (circa 50.000 persone) e commossa partecipazione popolare; le salme giunsero nella basilica scortati da 40 corazzieri a cavallo. Per quel giorno fu proclamato il lutto nazionale.


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