Il mondo universale della merce si fonda sulla opposizione di classe;
questa è la sua essenza, ed è dunque fondamentalmente gerarchica. Una
gerarchizzazione universale modellata ad immagine e somiglianza della merce e
del suo movimento, che ripropone, inasprendole, col supporto di sofisticati
apparati ideologici, come direbbe quel tale, “le false opposizioni arcaiche dei
regionalismi o dei razzismi incaricati di trasfigurare in superiorità
ontologica fantastica la volgarità E’
questa, per l’essenziale, la verità che si cela dietro la serrata di scudi
contro migranti e profughi, e più in generale i poveri, alla quale siamo
costretti ad assistere quotidianamente. Gli esempi sono innumerevoli e sempre
più diffusi; e si ripropongono con nauseante frequenza!
Il sistema mediatico tutto dal canto
suo, proprio mentre pretende di emettere la propria falsa condanna (perché lo
esige il politicamente corretto) di una verità ritenuta formalmente
inconfessabile, quale è appunto il “razzismo”, si incarica al tempo stesso
della valorizzazione di quelle stesse idiote gerarchie del consumo su cui in
definitiva si regge il razzismo. I cosiddetti populismi di destra sono i
rabbiosi cani da guardia di questa gerarchizzazione universale che attraversa,
e sovverte, intere nazioni, continenti, fino al più sperduto villaggio
(supponiamo della Sardegna, non ci mancano certo gli esempi, specie recenti!).
Il collasso del ceto medio, un tempo
ritenuto elemento di armonizzazione e stabilizzazione del sistema grazie alla
sua triviale integrazione nel banchetto consumistico, non fa che alimentare il
rancore di un corpo sociale sempre più incarognito e impaurito. Accade così
che, come nel monologo del Ragioniere Total (impersonato da un grande Flavio
Bucci) nel film di Elio Petri “La proprietà non è più un furto”, “nella lotta,
legale o illegale, per ottenere ciò che non abbiamo, molti si ammalano di mali
vergognosi. Si riempiono il corpo di piaghe, dentro e fuori. Tanti altri
cadono, muoiono. Vengono esclusi, distrutti, trasformati. Diventano bestie,
pietre, alberi morti, vermi. Così nasce l’invidia. E in questa invidia si
nasconde l’odio di classe. Che è composto in egoismo e quindi reso innocuo.”
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