(18 Marzo 1947) Nasce a Spoleto Walter
Tobagi, scrittore e giornalista, da sempre
considerato uno dei più attivi giornalisti nell'analisi del terrorismo
militante durante gli anni di piombo. Fu
giornalista prima de "L'Avanti", poi sopratutto di
"Avvenire". Nel 1972 approda al "Corriere della Sera", dove
poté esprimere le sue potenzialità di cronista politico e sindacale.
All'età di otto anni la famiglia di
Tobagi si trasferisce a Bresso, nei pressi di Milano (il padre Ulderico faceva
il ferroviere). Comincia presto ad occuparsi di giornalismo,
è redattore della storica «Zanzara», il giornale del liceo Parini. Di quel piccolo ma popolare giornale Tobagi diviene in breve tempo il
capo redattore.
Tobagi si occupava di fatti culturali e
di costume, non era interessato allo sport. Già in quelle occasioni dava prova
di abilità di moderazione riuscendo a conciliare conservatori ed estremisti,
tolleranti e intolleranti: doti non comuni che utilizzerà in tutto il corso
della sua carriera. Nel 1969 fu assunto dal giornale “Avanti!”. Disse di lui il
direttore, Leonardo Valente: “Quando lo assunsi, mi accorsi di essere davanti a
un ragazzo preparatissimo, acuto e leale. Affrontava qualsiasi argomento con la
pacatezza del ragionatore, cercando sempre di analizzare i fenomeni senza
passionalità».
Nei giorni del sequestro Moro segue ogni
fase della mancata trattativa. Per primo
tenta di spiegare che esiste una continuità tra vecchie e nuove Br e che,
quindi, non vi è alcuna contrapposizione tra le Br, 'romantiche' delle origini
con la faccia pulita alla Mara Cagol e le Br sanguinarie e provocatorie degli
ultimi tempi».
La sera prima di essere assassinato,
presiedeva un incontro al Circolo della stampa di Milano, per discutere del
«caso Isman», un giornalista incarcerato perché aveva
pubblicato un documento sul terrorismo. Aveva parlato
della responsabilità del giornalista dinanzi all'arroganza delle bande
terroristiche: problemi che aveva studiato ormai da
anni e che conosceva a fondo. Aveva pronunciato frasi come: «Chissà a chi
toccherà la prossima volta».
Tobagi fu ucciso a Milano in via Salaino,
alle ore 11 del 28 maggio 1980, con cinque colpi di pistola esplosi da un
"commando" di terroristi della Brigata XXVIII marzo (gruppo armato di
estrema sinistra). A sparare furono Mario Marano e Marco
Barbone. È quest'ultimo a dargli quello che doveva essere il colpo di grazia:
quando Tobagi era ormai a terra, il terrorista gli si avvicinò e gli esplose un
colpo dietro l'orecchio sinistro. In realtà, dai risultati dell’autopsia, il
colpo mortale fu il secondo esploso dai due assassini, che colpendo il cuore ne
causarono la morte.
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