Chi, quando, dove e come pagheranno coloro che sono responsabili di
aver trattato come carne da macello chi si occupa della nostra salute, negli
ospedali, negli ambulatori, nelle guardie mediche. Tutti, dai medici, agli infermieri, ai tecnici,
alle oss. Chi pagherà per aver chiesto a padri, madri, figli, figlie, amici e
compagni di andare al fronte a mani nude. A cosa servono gli assessorati, i
direttori generali, i grandi dirigentoni nominati.
In Sardegna gli ospedali sono diventati i luoghi più pericolosi. E quando la maggior parte di loro
saranno in quarantena o, dio non voglia, saranno malati, chi andrà negli
ospedali? I galoppini che fanno il bello e il cattivo tempo? Gli incompetenti
ammanigliati al politico del quale in sanità non cade foglia che lui non
voglia? I consulenti e i segretari/e che affollano gli assessorati e che
dovevano programmare come si gestisce una crisi? Cosa è la
sicurezza sul lavoro lo sanno lor signori?
Perché qui non è
l’epidemia, qui è che già dai primi casi, non esiste che il medico vada dal
marmista a chiedergli l’elemosina di una mascherina, non
esiste che l’infermiera di un ospedale vada dall’amico dentista a domandargli
se gli sono avanzate mascherine, non esiste che debbano cucirsele quando tornano a casa e lavarsele,
disinfettarsele e passarci il ferro caldo per essere più sicuri.
L’assessore dice che
molti infermieri a molti giovani medici (di quelli che avete maltrattato
facendoli laureare, impedendo loro di specializzarsi e stabilendo che per
essere assunti occorreva la specializzazione) non stanno accettando i contratti
temporanei per l’emergenza. Ma va? Non ci vogliono andare a lavorare in queste
condizioni. Cosa voleva dire assessore quando 20 giorni fa dichiarava spavaldo
che eravamo pronti?
Di Lucia Chessa
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