«Noi dovremmo lavorare senza
dispositivi di protezione individuale e stando pure in silenzio?», dice un
medico stremato che vorrebbe urlare e denunciare, insieme con tanti altri
colleghi, tutto quello che, a vari livelli, non sta funzionando come dovrebbe.
Ma non lo può fare. Perché nei giorni scorsi l'assessorato regionale alla
Sanità ha ribadito con forza che dagli
ospedali è vietato dare news o lamentarsi,
e chi lo fa rischia grosso.
Intanto il presidente della Regione
Christian Solinas ha dichiarato lo stato d'emergenza fino al 31 luglio, per
assicurare all'Isola una maggiore autonomia e lo snellimento delle procedure
per le unità di crisi, e ha adottato una serie di misure operative per il
“gabinetto di guerra”.
La paura E mentre ieri al Brotzu
scatta un altro allarme per una dipendente positiva e si deve chiudere
il Pronto soccorso, la situazione è esplosiva in molte strutture
dell'Isola perché la stragrande maggioranza dei
positivi sardi al Coronavirus sono medici, infermieri,
oss, e ora anche amministrativi dell'Ats (l'Azienda per la tutela della salute).
I casi più eclatanti sono al
Santissima Annunziata di Sassari e al San Francesco di Nuoro,
ma si registrano episodi in altri presìdi (in alcuni sono
stati ricostruiti i tracciati, gli anelli della catena di passaggio
del virus) e forse un numero così elevato di medici
infettati all'inizio dell'emergenza non ha eguali in Italia. Così tutti chiedono
mascherine, guanti e un monitoraggio a tappeto, tamponi per ogni singolo
operatore sanitario, una barricata contro l'ulteriore diffusione del
Covid-19 tra chi deve restare sano, in forze e sereno per curare i
malati.
La deputata Lapia «Non è mettendo il bavaglio all'informazione che si possono nascondere le tante falle nella gestione dell'emergenza», attacca la deputata del M5S Mara Lapia. «È chiaro il tentativo non solo di limitare il diritto ad una
informazione imparziale, obiettiva e trasparente, ma soprattutto di occultare
la gestione totalmente fallimentare della pandemia in atto». Prosegue: «Da
parecchi giorni ho segnalato alla Giunta le richieste di aiuto da parte degli
operatori, soprattutto del San Francesco di Nuoro. Perché l'assessore non si domanda come mai tra gli oltre 120 casi ormai raggiunti ci sono tanti operatori sanitari? Cosa non sta funzionando?». Lapia avverte: «Finché siamo in
tempo il governatore nomini un Commissario straordinario per la gestione dell'emergenza».
I
sindacati Anche i sindacati lanciano l'allarme: «Tutto il personale sanitario in sevizio nel sistema sanitario regionale deve essere sottoposto a esami preventivi per il riscontro dell'infezione, considerato il numero rilevante di asintomatici potenziali vettori», avverte Roberta Gessa della Fp Cgil, che chiede «il rispetto di procedure stringenti sia in pre-triage che nelle unità operative». Non solo, bisogna «avviare la produzione nell'Isola di dispositivi di protezione,
perché non possiamo aspettare che ci arrivi tutto dall'esterno, dobbiamo essere autosufficienti».
Dicono in una nota congiunta i
segretari territoriali di Cgil Fp Nicola Cabras, Cisl Fp Alessandro Floris, e
Uil Fpl Guido Sarritzu: «Nel comprendere le difficoltà nel reperire
idonei Dpi, si ritiene doveroso tutelare gli operatori sanitari
interrompendo ogni catena di trasmissione
del virus, individuando tutti i possibili casi sospetti e probabili, intervenendo anche con l'isolamento domiciliare. I lavoratori sono
sottoposti a scarsa sorveglianza, continuano a prestare la loro opera anche se
potenzialmente infetti, e corrono il serio rischio di svolgere un'involontaria
azione di contagio dentro le strutture e nelle loro famiglie». Aggiunge la segretaria regionale Uil Fpl
Fulvia Murru: «In un'ottica di tutela del personale e di contenimento della pandemia, riteniamo doveroso che ci si attrezzi per fare il tampone a tutto il personale sanitario, prima che siano troppo estesi
i focolai».
Gli
uffici Ats La Fials Confsal, in una lettera firmata dalla segretaria regionale Loredana
Scanu, invoca «l'immediata chiusura dello stabile dell'Ats in via Piero della
Francesca a Su Planu, per procedere alla sanificazione, dopo alcuni casi accertati
di Covid-19 e successivi ordini di quarantena per alcuni
dipendenti». Inoltre, chiede «che sia fatto il tampone a tutti i
lavoratori, potenziali fonti di trasmissione del virus nel
perimetro aziendale».
Cristina
Cossu
Articolo tratto da “L’Unione Sarda” del 18.03.2020
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Federico Marini
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