Numeri in
miglioramento ma l'Iss lancia l'allarme sul Sud: «Ancora troppa
gente in giro» In programma multe sino a 2000 euro
Non è
ancora un trend ed è troppo presto per
dire che la curva si è arrestata, ma per il secondo giorno consecutivo i numeri
fotografano un'Italia in cui calano sia l'incremento dei malati che quello
delle vittime di coronavirus. E, per la prima volta dall'inizio
dell'emergenza, in Lombardia i ricoveri in ospedale sono in diminuzione. Dati
positivi che rischiano però di essere vanificati se al sud - dove il contagio
non è ancora esploso - continueranno ad esserci troppe persone in strada.
Ad un mese dall'entrata in vigore
del primo decreto con le misure restrittive, quello che istituiva la zona rossa
per i comuni del Lodigiano e di Vò Euganeo, il nostro
paese supera altre due soglie psicologiche, quella dei 50mila malati (sono
50.418), e quello delle 6mila vittime (sono 6.077). Il lato positivo è però che
la crescita sta subendo un rallentamento da due giorni: l'incremento dei
positivi è stato di 3.780, mentre domenica era di 3.957 e sabato di 4.821.
Stesso
discorso per le vittime: l'aumento è di 601, domenica era di 651 e sabato di 793,
il giorno più nero dall'inizio dell'emergenza. Altri due numeri che fanno ben
sperare sono il calo dei malati in terapia intensiva - ora il 6% del totale,
nei giorni scorsi erano il 10% - e il fatto che per la prima volta anche la
Lombardia fa segnare un dato finalmente positivo: i ricoverati con sintomi in
ospedale sono passati da 9.439 a 9.266. Presto però per parlare di dati
consolidati.
«Non sento di sbilanciarmi - dice il
presidente dell'Iss Silvio Brusaferro – anche perché oggi vediamo gli effetti
di quel che è avvenuto due settimane fa. Prendiamo
atto che più dati consecutivi si confermano e più è chiaro che ci troviamo in
una situazione favorevole». Che però rischia di tornare ad
essere drammatica, per due motivi. Il primo è se non si riesce ad intercettare
prima possibile «i nuovi positivi o i sospetti positivi», per fare in modo che
«cessino in maniera tragica di trasmettere l'infezione».
Il secondo - che poi è quello che
preoccupa di più - è un'eventuale esplosione del virus al sud. Ed è questa, ora, la
«scommessa» per gli esperti, per il governo e per tutto il paese: «Il nostro
grande sforzo», sottolinea Brusaferro, «è evitare che Campania, Puglia,
Sicilia, facciano registrare nei prossimi giorni 'curve' di crescita come
quelle che si sono viste in Lombardia».
Perché i rispettivi sistemi sanitari
non reggerebbero l'urto. Per ora la curva «non sembra impennarsi»: in Puglia i
positivi sono 862, con un incremento di 114 nelle ultime 24 ore, più della
Sicilia che ha 681 casi e un incremento di 85 e meno della Campania, che ha 929
malati e 63 in più rispetto a domenica. Ma i comportamenti dei cittadini, ed è questo
l'allarme che arriva da Brusaferro, rischiano di far invertire i numeri.
«Si
vedono ancora strade piene di gente, cosa che non vediamo ormai più in altri
contesti» dice il presidente dell'Iss mostrando sul cellulare la foto della
prima pagina del «Mattino» di ieri, con l'immagine del rione Sanità di
Napoli pieno di persone in giro. «Forse sono episodi -
aggiunge - ma se teniamo tutti un atteggiamento rigoroso può
essere concreta la possibilità che le curve non prendano un'impennata».
In caso
contrario, l'epidemia dilagherà anche al sud. Perché, «il virus non guarda alla
latitudine ma ai nostri comportamenti». È il motivo per il quale si
stringono ancora le maglie dei controlli. Il Viminale
cambia il modulo per l'autocertificazione inserendo le modifiche
introdotte con l'ultimo Dpcm che ha vietato anche gli
spostamenti per il rientro al proprio domicilio. E il Consiglio dei ministri già oggi potrebbe approvare un decreto per un
inasprimento della sanzioni per chi viola i divieti. Con una sanzione
amministrativa attorno ai 2mila euro e, eventualmente, anche la confisca del
mezzo.
di Matteo Guidelli e Luca Laviola
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Federico
Marini
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