La Nuova
Territorio e stellette. Scanu attacca sulle servitù «Presi in giro dalla Difesa» di Luca Rojch
SASSARI Mette nel mirino la Difesa e spara a zero sui poligoni. Il deputato del Pd Gian Piero Scanu rilancia la vertenza sulle servitù militari, e lo fa senza paura di puntare il dito contro i responsabili di un ritardo non più accettabile, per il parlamentare. «Nel 2013 fu approvata dal governo la decisione dela commissione di una chiusura dei poligoni di Capo Teulada e di Capo Frasca e un ridimensionamento con un nuovo ruolo per il poligono di Quirra - spiega il presidente della commissione sui danni da uranio -. Erano stati stanziati anche 25 milioni di euro per le bonifiche. Da allora nulla è stato fatto. Ora si deve cambiare rotta e non si deve avere paura di parlare del ministero. In questi anni la Difesa ha creato solo banchi di nebbia. Ha fatto finta di collaborare, di ascoltare. ma nulla è mutato. Credo sia maturo il tempo perché si affronti in modo risolutivo la questione».
Monopolio. La Sardegna è la regione più
militarizzata d'Europa. Da sola ospita 35mila ettari di servitù militari, il 61
per cento di tutte quelle che ci sono in Italia. Le altre regioni si dividono
l'8 per cento delle servitù, il resto è nel Friuli.
La Regione. Il governatore Francesco
Pigliaru ha fatto della battaglia sulle servitù uno dei suoi punti cardine. «È
vero, so che ne ha parlato anche col presidente Sergio Mattarella e più volte
ha richiamato i premier, da Renzi a Gentiloni, a onorare l'impegno - continua
Scanu -. Sia Pigliaru, sia il presidente del consiglio regionale Gianfranco
Ganau hanno detto che sui poligoni si deve intervenire. Non si può tornare
indietro da un ridimensionamento delle servitù in Sardegna. Ma credo serva un
ulteriore passo».
Scanu lancia un appello. «La giunta e il
consiglio devono pronunciarsi in modo solenne e univoco sulla necessità di
affrontare la questione delle servitù. Con la chiusura delle basi di Capo
Frasca e Teulada e con la rifunzionalizzazione del poligono di Quirra.
I Comuni. Scanu parla anche del rapporto
con i Comuni. «Sono convinto che sia indispensabile un dialogo a tutti i
livelli tra parlamentari, regione e comuni. L'Anci deve essere un naturale
interlocutore. E non solo perché i comuni che sopportano le servitù devono
essere ristorati del danno, cosa che non avviene. Lo Stato nega a quei centri
anche i ridicoli risarcimenti che ha stabilito. Ma sono convinto che serva il
pronunciamento di tutti i 377 Comuni della Sardegna. Tutti i consigli devono
deliberare una richiesta netta con lo stop alle servitù».
La trilogia. In tutti questi anni
davanti a chi chiedeva un ridimensionamento delle servitù si è sempre opposto
il fatto che i poligoni creano posti di lavoro. «Si deve scardinare la trilogia
"salute ambiente lavoro" - continua Scanu -. Mi spiego meglio. In
nome del lavoro non si può rinunciare alla salute, né devastare l'ambiente.
Credo che questi tre aspetti debbano procedere insieme.
Non ci può essere un atteggiamento che
privilegia il lavoro anche a discapito della dignità di un popolo e del suo
diritto alla salute. Né si possono cedere parti pregiate del territorio in nome
di una busta paga. E dico questo in riferimento non solo ai poligoni, ma anche
ad alcune nefaste realtà industriali che dal Dopoguerra per un pugno di posti
di lavoro ha avvelenato la Sardegna. Si deve guardare oltre e capire che
difendere il nostro territorio significa anche creare posti di lavoro. Pensate
solo alle possibilità offerte dalle bonifiche».
Tempus fugit. «Non si deve pedere questa
occasione storica - conclude Scanu -. La legislatura è al tramonto, lasciarla
sfuggire significa rimandare ancora la questione servitù. Significa condannare
la Sardegna. Sarebbe bello se ci fosse un sussulto di tutti i sardi. Si deve
impengare subito questo govenro. Interrompere la melina del ministero della
Difesa che da 60 anni ha contribuito a peggiorare le cose in Sardegna».
Il Psd'Az in ritiro a Narcao Nuovo modello economico
CAGLIARI Più che all'indipendenza
politica, il Psd'Az pensa, nei tempi brevi, a quella economica della Sardegna.
«Perché, in una società globalizzata - ha detto di recente il segretario
nazionale Christian Solinas - i popoli che dipendono da qualcuno o da qualcosa
sono condannati alla dipendenza anche politica». Sarà proprio questo uno dei
temi forti della tre giorni di ritiro dei sardisti, che comincerà il venerdì 20
ottobre a Narcao. Di fatto sarà anche l'inizio della maratona del Psd'Az verso
le elezioni nazionali del 2018 prima, potrebbero far parte di un polo
centrista-autonomista, e soprattutto verso le Regionali del 2019.
«Ho chiamato a raccolta - ha detto il
segretario - dirigenti, militanti, intellettuali ed esperti, con l'obiettivo di
elaborare una proposta politica forte, destinata a dar forma a un progetto di
governo della Sardegna credibile e concreto». In cui l'indipendenza economica
dovrà essere un pilastro: «Sulla soglia di un secolo dalla nostra nascita - ha
aggiunto Solinas - sentiamo il dovere di tracciare la strada verso un
cambiamento indispensabile, per costruire la felicità e la libertà collettiva
del popolo sardo, restituendo a ciascuno la dignità del suo lavoro fino a
portare il reddito pro-capite sui migliori livelli dell'Europa».
È ovvio però che, nella tre giorni, i
sardisti parleranno anche di alleanze l'anno prossimo quando ci saranno le
Politiche e fra due anni quando sarà rinnovato il Consiglio regionale. Come
detto, è possibile che nel primo caso il Psd'Az punti a costruire un «polo
nazionale», aggregando intorno a sé altri partiti della galassia sardista,
autonomista e indipendentista. Per le Regionali, bisognerà vedere fra i partiti
chi si riconoscerà nel modello di sviluppo e di governo che sarà al centro del
ritiro a Narcao.
Il guardasigilli a Isili per il convegno sulle «Colonie penali aperte»
Visita lampo del ministro Orlando
CAGLIARIVisita lampo domani mattina, nella colonia penale di Isili, del ministro di grazia e giustizia Andrea Orlando, che parteciperà alla presentazione del progetto «Colonie aperte». Progetto che di fatto è un altro passaggio importante verso la produttività di quelle che una volta erano considerate «luoghi di detenzione a cielo aperto», ma che col tempo si sono trasformate in vere e proprie aziende agricole.
Il guardasigilli a Isili per il convegno sulle «Colonie penali aperte»
Visita lampo del ministro Orlando
CAGLIARIVisita lampo domani mattina, nella colonia penale di Isili, del ministro di grazia e giustizia Andrea Orlando, che parteciperà alla presentazione del progetto «Colonie aperte». Progetto che di fatto è un altro passaggio importante verso la produttività di quelle che una volta erano considerate «luoghi di detenzione a cielo aperto», ma che col tempo si sono trasformate in vere e proprie aziende agricole.
È stata l'Ifold, capofila del
progetto «Liberamente, a invitare il ministro al convegno - comincerà alle 10
nella colonia penale di Isili - e proprio la presenza di Orlando darà ancora
più prestigio all'evento.
Nella presentazione dell'appuntamento
c'è scritto tra l'altro: «I territori che ospitano e hanno ospitato le colonie
penali sono un patrimonio ancora da valorizzare, ed è questo l'obiettivo del
progetto». Domani sono previsti anche gli interventi del sindaco di Isili, Luca
Pilia, dell'assessore regionale al lavoro Virginia Mura e del direttore della
colonia penale Marco Porcu. In programma anche un concerto del cantautore Piero
Marras, che eseguirà i brani realizzati prendendo spunto dalle lettere dei
detenuti. Infine, è previsto il pranzo con i prodotti della colonia penale.
Florinas- Il programma del sindaco copiato da quello di Pisticci
Il gruppo di minoranza accusa Enrico Lobino: «Cittadini presi in giro, si dimetta»
L'opposizione scopre che nel documento sono rimasti riferimenti al paese lucano
di Mauro Tedde
FLORINA SPisticci, paese del Materano la cui storia è costellata di tragedie a causa degli smottamenti, fa franare gli entusiasmi della nuova giunta comunale di un paese lontanissimo dalla Basilicata: Florinas. Il neo-sindaco Enrico Lobino viene infatti accusato dal gruppo di minoranza "Per Florinas" di aver fatto un copia e incolla delle linee programmatiche del suo mandato presentate in Consiglio utilizzando quelle del Comune lucano. Lo hanno constatato i consiglieri dell'opposizione, confrontando i due documenti. E scoprendo fra l'altro che anche il programma del Comune di Pisticci è a sua volta frutto di un copia-incolla da quelli di Fiesole e Budrio.
Florinas- Il programma del sindaco copiato da quello di Pisticci
Il gruppo di minoranza accusa Enrico Lobino: «Cittadini presi in giro, si dimetta»
L'opposizione scopre che nel documento sono rimasti riferimenti al paese lucano
di Mauro Tedde
FLORINA SPisticci, paese del Materano la cui storia è costellata di tragedie a causa degli smottamenti, fa franare gli entusiasmi della nuova giunta comunale di un paese lontanissimo dalla Basilicata: Florinas. Il neo-sindaco Enrico Lobino viene infatti accusato dal gruppo di minoranza "Per Florinas" di aver fatto un copia e incolla delle linee programmatiche del suo mandato presentate in Consiglio utilizzando quelle del Comune lucano. Lo hanno constatato i consiglieri dell'opposizione, confrontando i due documenti. E scoprendo fra l'altro che anche il programma del Comune di Pisticci è a sua volta frutto di un copia-incolla da quelli di Fiesole e Budrio.
«Sentiamo l'obbligo morale ed
istituzionale di rendere noto a tutta la popolazione florinese quanto emerso in
occasione del Consiglio comunale dello scorso 18 settembre - scrivono i
consiglieri di minoranza - e sarebbe superfluo evidenziare quanto tale
documento rivesta un'importanza fondamentale, poiché contiene le azioni che la
Giunta comunale intende realizzare durante il proprio mandato. Ciò richiede una
profonda analisi del territorio che si amministra». E rilevano come già la
nuova Giunta si sia avvalsa della proroga prevista per le amministrazioni di
nuovo insediamento, sottoponendole al Consiglio a settembre anziché a luglio,
«in contrasto con quanto ostentato durante la campagna elettorale, cioè la
conoscenza assoluta delle problematiche del territorio e delle necessità dei
cittadini».
«Tuttavia - scrivono -, concedendo tutte
le attenuanti ad una macchina amministrativa che deve ancora essere tarata, si
è mostrata tutta la comprensione che la circostanza richiedeva». Il punto sul
quale la minoranza non sembra intenzionata a fare sconti è un altro: «Scoprire
che le linee programmatiche illustrate in Consiglio sono state copiate
integralmente da Pisticci, paese di 17.700 abitanti in provincia di Matera, in
Basilicata, amministrato dal Movimento Cinque Stelle, ci ha lasciato basiti. La
cosa grave non è tanto l'aver scoperto il clamoroso copia-incolla, peraltro
eseguito in modo maldestro, giacché nelle conclusioni non si è neppure avuta
l'accortezza di apportare la più elementare delle correzioni, ovvero sostituire
"comunità pisticcese" con "florinese"; ma prendere
coscienza che tutti i florinesi, in primis quelli che hanno riposto fiducia
negli attuali amministratori, sono stati presi in giro».
La minoranza non ha negato l'imbarazzo
nel dover far rilevare l'errore durante la seduta consiliare e nel richiedere
la modifica. «Non si è neppure speso del tempo per adattare il programma di un
altro paese. Crediamo sia legittimo e doveroso interrogarsi su come questa
squadra di governo abbia intenzione di amministrare Florinas nei prossimi 5
anni. L'unico scopo era evidentemente quello di prendere possesso delle stanze,
delle poltrone della Casa comunale e fare i caroselli con le auto dopo le
elezioni, non certo quello di preoccuparsi del futuro della comunità ed
amministrarla con legalità e trasparenza. Le linee programmatiche esposte non
fanno il benché minimo riferimento a quanto promesso in campagna elettorale.
Nessun cenno agli impianti sportivi, ad
Abbanoa, al lavoro, allo sviluppo, niente di niente. E non poteva essere
diversamente, considerata l'ispirazione ad una realtà distante anni luce da
Florinas, non solo geograficamente». Il gruppo Per Florinas invita i florinesi
a confrontare le linee programmatiche di Pisticci dello scorso anno, relative
al periodo 2016-2021 e quelle presentate a Florinas il 18 settembre scorso.
"Anche volendo prendere degli spunti, sarebbe bene guardare a realtà la
cui economia, le cui risorse del territorio, le esigenze della popolazione
abbiamo degli elementi in comune - spiegano - e all'indignazione suscitata da
un simile gesto dovrebbe corrispondere una sola azione sensata e responsabile:
le dimissioni».
Unione Sarda
Solare, imbarazzo della Regione
Inaugurata la centrale termodinamica finita al centro del ciclone giudiziario per tangenti. Gli assessori a Ottana: «Abbiamo vigilato, obiettivo raggiunto»
Neanche il tempo di inaugurarlo che già è finito nelle cronache giudiziarie. L'impianto di alta tecnologia per la produzione di energia rinnovabile realizzato a Ottana ha aperto i battenti ieri ma già nei giorni scorsi se ne è parlato a lungo nelle cronache sarde per il ciclone giudiziario che ha portato all'arresto di cinque persone accusate di corruzione dalla Procura di Cagliari.
Unione Sarda
Solare, imbarazzo della Regione
Inaugurata la centrale termodinamica finita al centro del ciclone giudiziario per tangenti. Gli assessori a Ottana: «Abbiamo vigilato, obiettivo raggiunto»
Neanche il tempo di inaugurarlo che già è finito nelle cronache giudiziarie. L'impianto di alta tecnologia per la produzione di energia rinnovabile realizzato a Ottana ha aperto i battenti ieri ma già nei giorni scorsi se ne è parlato a lungo nelle cronache sarde per il ciclone giudiziario che ha portato all'arresto di cinque persone accusate di corruzione dalla Procura di Cagliari.
L'INAUGURAZIONE L'impianto solare termodinamico, il primo realizzato in Italia, di proprietà dell'ente acque della Sardegna, produrrà energia per alimentare gli invasi di tutta l'Isola, ma anche vapore destinato alle aziende, in particolare del settore agroalimentare. La cerimonia di inaugurazione, ieri mattina, è stata chiaramente condizionata dall'inchiesta. A Ottana erano presenti l'assessore dell'Industria Maria Grazia Piras e quello dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini.
Lo stesso amministratore dell'Enas,
Giovanni Sistu, ha tenuto a sottolineare che quanto realizzato è stato fatto
nella massima trasparenza e professionalità e «rispetta i 70 anni di storia
dell'Enas». C'è però un'inchiesta giudiziaria in atto. «Noi abbiamo vigilato»,
dice l'assessore dell'Industria Maria Grazia Piras, «lasciamo però che sia la
magistratura a fare il suo corso. Andiamo avanti dando esempio di buona pratica.
Il nostro obiettivo è rendere attrattive le zone a vocazione imprenditoriale
come quella di Ottana, quindi creare infrastrutture per consentire una ripresa
produttiva, a partire da settori quali l'agroalimentare e soprattutto quelli
alternativi al vecchio modello industriale».
L'assessore dei Lavori pubblici Edoardo
Balzarini aggiunge: «Quanto è stato fatto supera ogni forma di imbarazzo.
Certo, si prova dispiacere per questi fatti. Possiamo dire che la Regione ha
vigilato su tutto, raggiungendo poi l'obiettivo. Qui stiamo facendo altra cosa.
Puntiamo su altri traguardi e siamo all'interno del solco che abbiamo tracciato
nel piano generale di sviluppo del 2014».
GLI OBIETTIVI I sindaci di Ottana, Franco Saba, e Noragugume, Federico Pirosu, sperano che l'impianto realizzato nei loro territori (dove attorno c'è solo desolazione, con i capannoni abbandonati, realizzati col Contratto d'Area), possa creare benessere. «Intanto non sarebbe male un tornaconto per i cittadini in termini di bollette dell'acqua e di energia elettrica» dice Saba, «anche affidando alla manodopera locale la manutenzione». Federico Pirosu aggiunge: «L'avanguardia tecnologica di questo impianto è un fatto positivo, ma vogliamo risposte concrete per il territorio, che vive di tante sofferenze».
Francesco Oggianu
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Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca
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