In Sardegna abbiamo visto, purtroppo,
più e più volte solerti magistrati aggiungere medaglie alla loro carriera con
la caccia agli indipendentisti. Orchestrando teoremi
degni dei migliori azzeccagarbugli hanno spedito in carcere numerosi innocenti,
di volta in volta ribattezzati alla bella meglio come "ideologi",
"mandanti" ed esecutori di attentati.
Mi chiedo dove
siano finiti questi infaticabili magistrati mentre da nord a sud dell'isola
dilagano gli assalti delle bande razziste. Mi chiedo a che punto siano - e
se ce ne siano - le inchieste per chiarire la responsabilità di veri e propri
terroristi che ripetutamente tentano la strage, come accaduto con la bomba di
Dorgali o le molotov di Sassari, ma che si prodigano anche in incendi di strutture come a Bonarcado o in devastazioni e attentati
come a Buddusò, Burcei, Monastir...
Eppure, nonostante questi raid
terroristici vadano avanti da tempo, non ho notizia di quegli arresti
preventivi che vanno tanto di moda in altri ambienti. Mentre branchi di
razzisti sbraitano senza controllo i loro deliri terroristici in pubblico, nei
bar come nei social, i signori magistrati ligi al dovere paiono sordi e ciechi.
I veri mandanti morali degli attentati, quelli che istigano pubblicamente alla
violenza e che incitano all'uso della benzina e dell'acido, aprono sedi
politiche, rilasciano interviste sui giornali, si candidano alle elezioni e
fanno comizi.
Una realtà politica di odio che
vive e prospera nell'ignoranza e fa leva sul disagio e la disperazione delle
classi popolari. Una realtà politica ben protetta - di fatto - da una
magistratura che all'occorrenza riscopre il senso democratico, la liceità
d'opinione, chiudendo un occhio e pure l'altro, dimenticando armamentari
repressivi e campagne mediatiche di criminalizzazione politica
Di Pier
Franco Devias
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