Unione
Sarda
Sardos è
nata, adesso i programmi
Hanno partecipato in trecento alla
nascita ufficiale di Sardos. Volti noti della politica e volti meno noti della
società civile si sono riuniti nella sala del Centro Servizi Losa sulla “131”
per l'assemblea costituiva dell'associazione che vuole creare una federazione
di movimenti, partiti e anime singole in nome dell'autodeterminazione.
«L'obiettivo è mettere assieme non
solo chi aspira all'autonomia dell'Isola», spiegano i promotori, «ma anche far
rinascere la voglia di partecipare nelle persone disilluse, quelle che ad
esempio hanno smesso di andare a votare, sono stanche di destra e sinistra,
pensano che il bipolarismo sia una “finta”».
In vista della corsa alle prossime Regionali, si lavora a costruire proposte
nei laboratori su zootecnia, turismo, trasporti, spopolamento, ambiente, cultura
- istruzione-lingua sarda, agroindustria, zona franca e sanità. Dopo
l'introduzione del presidente di Sardos, Alberto Filippini, sono seguiti
numerosi interventi. La chiusura l'ha fatta il giornalista Anthony Muroni.
Novanta
milioni dal passato-Pagata solo ora l'ultima rata del Piano di
rinascita
del 1994 “Buco” scoperto di recente dalla Giunta. Paci: potremo saldare i
debiti
con le imprese
Che bello quando spunta una
banconota da un vecchio cappotto rimasto
nell'armadio. Ecco, questa è la
storia di un ritrovamento molto
simile: solo che il vecchio cappotto
è un Piano di rinascita, la
banconota vale 90 milioni di euro, e
a ritrovarla è stata la Regione.
Sembra assurdo, ma dal 1999 lo Stato
non aveva mai pagato l'ultima
rata del Piano approvato cinque anni
prima. Quasi vent'anni di ritardo
per un saldo avvenuto solo nelle
scorse settimane, dopo una
“mini-vertenza entrate” aperta
dall'assessorato regionale al Bilancio.
Novanta milioni che ora la Giunta
utilizzerà per pagare vecchi debiti,
e di cui nessuno si ricordava più:
non certo il debitore, ma a dire il
vero neppure il creditore, ossia la
Sardegna. Per qualche motivo non
era mai stata chiusa la contabilità
di quel Piano, che prevedeva in
origine 910 miliardi di lire per
aiuti alle imprese isolane e per la mobilità.
IL CASO In realtà, l'amministrazione
statale aveva una buona scusa per
non pagare: la Regione non aveva mai
presentato il rendiconto finale
del programma. «Incredibile ma vero,
nessuno se n'era mai
preoccupato», commenta l'assessore
Raffaele Paci: la mancanza è emersa
circa due anni fa, mentre i tecnici
dell'assessorato passavano al
pettine fitto tutti i conti correnti
regionali per un'attenta
«pulizia» finanziaria.
Per accertare che restava da
riscuotere la tranche del 1999 del
finanziamento, l'assessorato ha
dovuto ricostruire l'intero Piano. Poi
è partito il confronto con la
Ragioneria dello Stato per ottenere il
riconoscimento del credito. La
relazione di chiusura del programma e
la richiesta di saldo dei 90 milioni
sono arrivate a fine 2016 al
Cipe, che lo scorso 10 luglio ha
riconosciuto il diritto della Regione
e autorizzato il pagamento.
IL PROGRAMMA È curioso, oggi,
rileggere le finalità per cui nel 1994
la legge nazionale numero 402 aveva
stanziato 910 miliardi di lire per
la Sardegna: «Recupero delle
situazioni di crisi e sostegno dei
livelli occupazionali nelle aree
maggiormente colpite», con
agevolazioni per imprese dei settori
turistico-alberghiero,
industriale, trasporti e dei servizi
alla produzione.
Una parte rilevante riguardava la
mobilità. Allora si parlava di
«contiguità» territoriale, non
ancora di «continuità»: la legge
ipotizzava un accordo di programma
tra Regione, ministero dei
Trasporti e operatori pubblici e
privati, per «un sistema di trasporto
integrato, intermodale e
interconnesso con quello della penisola»,
attraverso «specifici contratti di
servizio».
Ed era prevista una
parte sull'Isola nel programma
decennale dell'Anas per la viabilità e
nei progetti delle Ferrovie dello
Stato. Sarebbe facile, ora,
ironizzare su quanto quei problemi
siano stati risolti.
Altra curiosità: anche quel Piano di
rinascita mise in luce la
tendenza dello Stato a lesinare
persino i soldi promessi. Nel 1995
un'altra legge nazionale si riprese
17,1 miliardi, portando il totale
finale a 892,9 miliardi di lire
pagabili in sei rate annuali.
L'ultima, quella da 174,3 miliardi
del 1999, è quella appena riscossa.
I CONTI «Scoprire tutto questo -
spiega Paci - è stato possibile
grazie al lavoro di ripulitura dei
conti che rientra in un'operazione
trasparenza che vogliamo portare
fino in fondo, per lasciare in ordine
le casse regionali. Un grande
risultato di due anni di duro lavoro,
per il quale ringrazio i miei
uffici».
La Giunta ha destinato i 90 milioni
insperati (aggiungendone altri 60)
al pagamento delle cosiddette
perenzioni, i vecchi debiti della
Regione verso gli enti locali e le
aziende. «Soldi che daranno
ossigeno al sistema economico della
Sardegna», riprende Paci: in molti
casi si tratterà di dare il dovuto a
imprese che hanno già eseguito le
opere a esse appaltate. Soprattutto,
elenca l'assessore, «interventi
di riqualificazione urbana, contro
la dispersione scolastica e per la
promozione della lettura, piani di
edilizia residenziale pubblica,
strade, emergenza idrica, opere
fognarie, eliminazione delle barriere
architettoniche dagli edifici
pubblici, internazionalizzazione delle
imprese».
Alla fine del 2017, calcola Paci, «i
debiti perenti ancora da pagare
saranno un miliardo e 100 milioni»:
più che dimezzati rispetto ai 2,7
miliardi che gravavano sui bilanci
della Regione tre anni e mezzo fa,
all'inizio della legislatura. Giuseppe
Meloni
Polemica
sull'invito di Minniti «Subito lo Ius soli»
Ma M5S
conferma: astensione al Senato
ROMA Subito lo Ius soli, chiudere i
grandi centri di accoglienza,
favorire l'integrazione. E
soprattutto, riconoscere che immigrazione
ed emergenza sono questioni diverse
e separate. È la ricetta del
ministro degli Interni Marco
Minniti, riferita dai quotidiani online,
che hanno sintetizzato ieri il suo
discorso davanti alla Scuola per la
democrazia di Aosta e una intervista
pubblicata su L'Avvenire. «Chi si
integra difficilmente risponde ai
proclami dei terroristi», ha detto Minniti.
«Lo Ius soli non è un tema di
partito, né deve diventarlo» ha ammonito
Walter Veltroni dalle pagine di
Repubblica «Vorrei che ogni
parlamentare fosse chiamato a
rispondere alla propria coscienza su
un'idea di società». Replica Stefano
Maullu, di Forza Italia: «Un
disperato tentativo di salvare una
partita persa». Il senatore
Maurizio Gasparri bolla come
«ridicolo» lo sciopero della fame cui
hanno aderito numerose personalità
(fra cui Renzo Piano e Paolo
Fresu). «La cittadinanza non c'entra
con l'integrazione», ribatte a
Minniti. Il percorso dello Ius Soli
è in salita: M5S conferma
l'astensione in caso di voto al
Senato. «È un tema europeo, non
nazionale», ha detto il deputato
Alessandro Di Battista a Lucia
Annunziata su Rai3.
La
Nuova
Artigianato
e gioielli un tesoro in un capannone
EX ISOLA
di Silvia Sanna
wSASSARIImbustati e catalogati ci
sono 49 anni di
storia e circa 4 milioni di euro. Il
patrimonio dell'ex Isola giace da
11 anni nel deposito di un ex
ospedale alla periferia di Sassari. Dal
letargo profondo si risveglia solo
per le grandi occasioni, quando c'è
da mostrare la sua bellezza in
pubblico. Poi ritorna nel capannone,
sotto l'occhio attento della
vigilanza che tiene alla larga curiosi e
malintenzionati. Lì dentro ci sono i
gioielli della collezione Cocco e
le ceramiche, gli arazzi, i tappeti
e gli oggetti di artigianato
artistico di Eugenio Tavolara. Fine
di un sogno. È la storia di un
sogno interrotto, quella dell'ex
Isola: l'Istituto sardo per
l'organizzazione del lavoro
artigiano, nato nel 1957, è stato
soppresso nel 2006.
Il motivo: costava troppo ed era
diventato un
carrozzone politico. Ma il suo ruolo
- questo il proposito - era
prezioso e non doveva essere perso.
Non è andata così. Perché
nonostante le buone intenzioni, sono
pochissimi gli spazi espositivi
dove i tesori dell'artigianato
artistico possono essere ammirati e
acquistati: resiste quello di via
Bacaredda a Cagliari, mentre ha
avuto vita breve quello di Porto
Cervo (riaperto dopo anni nel 2015 e
chiuso la stagione successiva).
Stessa sorte per gli spazi Isola a
Milano e a Berlino. Qualcosa
dovrebbe cambiare presto, quando la
collezione Tavolara troverà posto
nell'omonimo padiglione all'interno
dei giardini pubblici di Sassari. I
lavori sono conclusi ma il taglio
del nastro è ancora rimandato.
Il bando. Nel frattempo, la Regione
ha
provato a dare nuova vita ai 18 ex
centri pilota Isola: si tratta di
spazi - in alcuni casi molto estesi
- a suo tempo individuati per
promuovere le varie forme di
artigianato: dalla tessitura alla
ceramica, dal rame all'arte della
cestineria. Il bando, da 40 milioni
di euro, non ha avuto però un grande
successo. Eppure l'occasione
offerta era straordinaria: gli spazi
degli ex centri pilota affidati
in concessione gratuita ai Comuni o
alle Unioni dei Comuni con un
unico vincolo, quello di utilizzarli
per continuare a promuovere
l'artigianato , realizzare centri di
aggregazione dell'offerta,
favorire la nascita di nuove
attività imprenditoriali da parte di
artisti intenzionati a valorizzare
l'immagine della Sardegna e a
tramandarne le arti più antiche.
Tra i 18 ex centri pilota
distribuiti
in altrettanti Comuni, solo una
parte rispose all'appello e solo
pochissimi presentarono progetti
ritenuti validi dalla commissione.
Appena quattro quelli finanziati
,tre quelli attivati. Della grande
torta di 40 milioni di euro, ne sono
stati spesi quasi quattro. I
progetti. A essere scelti sono stati
i progetti presentati dai comuni
di Sinnai, Atzara e Tonara, Assemini
e Villanova Monteleone. Tra
questi ad aggiudicarsi il
finanziamento più consistente è stato il
progetto di Atzara e Tonara: quasi
due milioni di euro per
riqualificare gli spazi e
utilizzarli per ospitare il museo delle
tradizioni ed esposizioni di
prodotti tipici. Ma alla commissione
giudicante era piaciuta anche l'idea
di organizzare attività sportive,
come il tiro a segno.
Il progetto è stato realizzato solo
in parte: lo
spazio di Tonara ospita la sede
delle associazioni. Niente da fare
neanche a Sinnai dove in cantiere
c'erano una biblioteca e uno spazio
per convegni e formazione
professionale. Quasi 550mila gli euro a
disposizione: mai spesi. Via libera
invece ad Assemini - poco più di 1
milione di euro - e Villanova
Monteleone - 278mila euro -: in entrambi
i casi si promuove l'artigianato con
vendita dei prodotti. Poco o
nulla rispetto all'immenso
patrimonio ex Isola. Che aspetta di essere
tirato fuori dal deposito in cui è
nascosto.
Primo
incontro per l'associazione: presentati i 9 laboratori tematici
Il
debutto del movimento Sardos
ABBASANTA Debutto pubblico per
l'associazione Sardos. Ieri soci e
simpatizzanti si sono ritrovati ad
Abbasanta per la prima assemblea
del movimento che si riconosce
nell'area della autodeterminazione. Ad
aprire i lavori la relazione del
presidente Alberto Filippini che ha
illustrato le finalità e gli scopi
sociali di Sardos, ovvero «dare un
luogo fisico di confronto a chi vuol
mettere in campo nuove e moderne
idee di governo
socio-culturale-economico della Sardegna, facilitando
il dialogo nell'area politica
dell'autodeterminazione». A seguire, a
cura di Mariolino Andria e Giuseppe
Corongiu, sono stati presentati i
9 laboratori tematici, lanciati sul
web in estate: zootecnia, turismo,
trasporti, spopolamento, ambiente,
cultura-istruzione-lingua sarda,
agroindustria, zona franca e sanità.
Tra i vari interventi quello del
capogruppo regionale del Psd'Az,
Angelo Carta. A chiudere i lavori è
stato il giornalista Anthony Muroni,
che in serata ha commentato su
Facebook: «Oggi non eravamo né
pocos, né locos, né malunidos. Per la
classe politica sarda noi non
esistiamo, né esistono le centinaia di
persone che erano con noi e
animeranno i nostri laboratori. Meglio
così. Ci rivediamo fra qualche
mese».
Il leader
di Campo Progressista: «Mdp non intende aspettare? Buon viaggio!»
In attesa
della nuova legge elettorale è caos tra i partiti sull'appoggio al Pd
È ancora
scontro a sinistra Rottura Pisapia-Speranza
di Yasmin Inangiray
ROMA
La rottura era nell'aria, ma ora
Campo Progressista ed Articolo 1
sono già ai saluti. È il leader di
Mdp Roberto Speranza in
un'intervista al Corriere della Sera
ad imprimere un'accelerata al
progetto di un nuovo soggetto
politico anche senza Giuliano Pisapia:
«Bisogna correre, Pisapia è
naturalmente protagonista di questa
storia, ma non si può più perdere un
solo minuto e neanche stare lì a
parlare tutti i giorni di nomi dei
big, invece che di proposte. È
diventata una soap opera
insopportabile».
Non solo, l'esponente di Mdp
ha in mente anche una data, il 19
novembre, per celebrare l'assemblea
costituente. La replica piccata del
leader di Cp non si fa attendere:
«Buon viaggio a Speranza. Non credo
nella necessità di un partitino
del 3%». Rottura consumata dunque e
senza perdere tempo, i partiti già
lavorano al dopo. L'appello lanciato
da Speranza riaccende il
dibattito tra tutte le anime della
sinistra. A rafforzare l'idea di un
soggetto alternativo al Pd di Matteo
Renzi ci pensa il segretario di
Sinistra Italiana Nicola Fratoianni:
«Mi pare finalmente finita la
stagione delle ambiguità - è
l'incipit del suo intervento alla
direzione nazionale del partito -
Basta con la discussione sulle
leadership, basta con i
tentennamenti».
Sulla stessa linea anche Pippo
Civati che plaude alle parole del
coordinatore di Mdp: «L'intervista
di Speranza fa chiarezza sulla lista
unica a sinistra. Era ora ed è
ora». Se il progetto a cui lavora
Articolo 1 inizia a prendere forma,
anche l'ex sindaco di Milano non
rinuncia all'idea di un «campo largo»
che possa dare un contributo per un
«centrosinistra di governo capace
di unire le anime diverse del
centrosinistra: l'ecologismo, il
civismo, il volontariato e
l'associazionismo».
Un progetto caro anche
a Romano Prodi con cui Pisapia si
ritroverà a fine ottobre per
discutere di Europa e non solo.
Appuntamento a cui prenderanno parte
tra gli altri anche Enrico Letta,
Carlo Calenda ed Emma Bonino. Il
progetto a cui lavora l'ex primo
cittadino di Milano viene tenuto
sotto osservazione dal Pd. E se i
Dem non entrano nella polemica tra
Cp ed Mpd, Lorenzo Guerini ci tiene
a ribadire «la posizione del Pd
espressa dal segretario nell'ultima
direzione: noi lavoriamo per un
disegno ampio e inclusivo basato sui
contenuti e non sui veti
personali».
Certo la netta spaccatura tra i due
partiti
inevitabilmente alza il livello
dello scontro e le accuse reciproche
di aver interrotto il percorso
comune: «Pisapia se n'è ghiuto e soli
ci ha lasciato...Pochi si erano
accorti che nelle nostre file egli ci
fosse ancora», osserva con sarcasmo
il presidente della Toscana Enrico
Rossi. Pronta la replica dei
dirigenti di Cp: «Siamo ovviamente
spiaciuti dalla scelta di Art.1 di
interrompere il nostro percorso
comune - osserva il portavoce ci
Campo Progressista Alessandro Capelli
- Non ci interessa affatto né fare
la stampella del renzismo, né la
sinistra del quarto polo».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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