DOMUSNOVAS.
L'assemblea compatta chiede il regime fiscale agevolato Il Consiglio approva:
«Il paese è Zona franca»
Domusnovas è “Zona franca”. Con la
votazione unanime di ieri, in una seduta del Consiglio comunale più volte
interrotta dagli applausi dei tanti intervenuti (non solo domusnovesi),
Domusnovas diventa così il primo Comune sardo (anche se altri come Quartu
Sant'Elena stanno avviando lo stesso percorso) ad approvare l'atto d'indirizzo
per l'istituzione del regime fiscale agevolato nel proprio territorio.
IL DECRETO L'assemblea lo ha fatto,
votando all'unanimità, sfruttando l'articolo 1 del decreto legislativo 75 del
1998 che, nell'istituire le Zone franche nei porti di Cagliari, Olbia,
Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax, ha previsto che lo siano anche gli
altri porti e aree industriali a questi collegati o collegabili. Domusnovas
sfrutta dunque la propria contiguità con la Zona franca di Portovesme. Beninteso,
questo non significa che da domani il Comune diventerà un paradiso fiscale in
cui imprese e cittadini sono esentati dal pagare Iva e accise su beni di
consumo primario quali benzina, energia elettrica, caffè, zucchero, apparecchiature
elettroniche, alcool e derivati «ma è certamente un passo, il primo», dicono
gli amministratori, «in quella direzione e, allo stesso tempo, un grosso contributo
verso l'ottenimento della Zona franca per tutta la Sardegna».
GLI OBIETTIVI Un'Isola, spiega il
primo cittadino di Domusnovas, Massimo Ventura, che smetterebbe di arrancare
economicamente divenendo una sorta di Eldorado appetito da tantissime aziende
ansiose di sfruttarne i vantaggi fiscali. «La Regione dia gambe a una legge nazionale
- ragiona Ventura - oppure abbia il coraggio di attivarsi per abrogarla.
Persino la Corte Costituzionale, con due sentenze, ha sostanzialmente detto che
siamo degli sciocchi a non utilizzare strumenti già applicabili». Negli auspici
del sindaco il fatto che altri Comuni intraprendano la strada tracciata da
Domusnovas (che nei giorni scorsi ha ospitato un incontro di tutti i
“zonafranchisti” guidati da Maria Rosaria Randaccio, presidente del movimento
“Sardegna Zona franca”) «per arrivare a ciò di cui tutti i sardi hanno diritto da
tempo. Non vedo perché - continua Ventura - non possiamo avere le stesse
condizioni favorevoli ottenute da Livigno, Bolzano, la Valle d'Aosta rispetto
ai quali abbiamo ben altri enormi svantaggi come l'insularità che non ci rende
competitivi».
UNITI D'accordo la minoranza
(assenti Fabrizio Saba e Isangela Mascia) che con Stefano Soru parla di
«battaglia assolutamente da vincere» e Attilio Stera si accoda «scontato il mio
voto favorevole, è un nostro diritto». Il prossimo passo è «una manifestazione
a Cagliari - dice il vicesindaco Angelo Deidda - per andare a sondare gli umori
del Consiglio regionale. Chiedo a tutti i commercianti, gli artigiani, le
Partite Iva e i cittadini stessi di
partecipare. Insieme possiamo farcela». Simone Farris
Unione
Sarda
I partiti
stanno lavorando alla riforma delle soglie di sbarramento
«Voto con
nuove regole» Ganau: legge elettorale regionale da correggere
Certezza sulla composizione del
Consiglio regionale, garanzia di
rappresentanza delle forze
politiche, equilibrio territoriale e
presenza femminile. Quattro esami
che la legge elettorale regionale
non è riuscita a superare,
dimostrando alla sua prima applicazione
tutte le criticità.
I NODI I numerosi ricorsi hanno
causato confusione e cambiato la
composizione del Consiglio
regionale. A questo si aggiunge che
soltanto quattro donne sono state
elette e una parte di realtà
politiche isolane è rimasta fuori
dai giochi, a causa delle soglie di
sbarramento. Lacune che impongono
«di intervenire per correggere le
distorsioni che questa legge ha
evidenziato come la rappresentanza di
genere, politica e certezza della
composizione dell'assemblea»,
sottolinea il presidente del
Consiglio regionale, Gianfranco Ganau.
LE PROPOSTE Le soluzioni per
correggere il testo sono oggetto di
confronto tra i partiti di
maggioranza e opposizione. Si pensa
all'introduzione di una «soglia di
sbarramento fissa all'interno della
coalizione», spiega il capogruppo
del Pd, Pietro Cocco. Questa
soluzione faciliterebbe il calcolo
dei quozienti, questione sulla
quale c'è stata molta confusione in
questa legislatura.
Messa in cassaforte la doppia
preferenza di genere (ancora da
approvare in aula) l'altra proposta,
sulla quale Partito democratico e
Forza Italia sembrano convergere,
riguarda «l'obbligo di comporre
liste al 50% tra uomini e donne»,
spiega il capogruppo di Fi, Pietro
Pittalis. In questo caso si lavora
all'ipotesi di «avere numero pari
di candidati in tutti i collegi
sardi», aggiunge Cocco. La capogruppo
del Misto, Anna Maria Busia, dice:
«Discutiamo subito la doppia
preferenza. Poi è certo che ci siano
altri problemi sulla legge
elettorale e molte cose andranno
riviste».
I PASSAGGI Tutte le modifiche
dovranno passare prima attraverso la
commissione Autonomia. «Abbiamo
rimediato alla rappresentanza
femminile con la doppia preferenza
di genere», dice il presidente
dell'organismo, Francesco Agus.
Sulle altre modifiche «ci sono le
sentenze che suggeriscono le
migliorie. Quando c'è la volontà
politica, le cose si fanno».
«VOTO PALESE» Nuovo affondo da parte
del Coordinamento3-Donne di
Sardegna, che chiede un incontro con
il presidente Ganau e i
capigruppo perché «assumano
l'impegno che la votazione sulla doppia
preferenza di genere avvenga a voto
palese».
Matteo Sau
Carta
probabile successore
Ganga
designato alla segreteria nazionale Cisl
Il suo impegno per la crescita e lo
sviluppo dell'Isola non è certo
passato inosservato. Anzi. E così,
dopo appena un anno dalla sua
elezione, il segretario regionale
della Cisl, Ignazio Ganga, 56 anni,
nuorese, si appresta a lasciare la
guida del sindacato nell'Isola per
assumere un prestigioso incarico a
Roma. La segretaria generale
nazionale, Anna Maria Furlan,
riferiscono fonti vicine al sindacato,
lo avrebbe designato come componente
della segreteria nazionale
confederale. Se la notizia sarà
confermata, Ganga, funzionario
dell'Inps e dirigente sindacale dal
1986, sarà il secondo dirigente
sardo della Cisl ad arrivare alla
segretaria nazionale del sindacato.
Prima di lui, infatti, lo stesso
riconoscimento aveva premiato il
lavoro di Antonio Uda, chiamato a
Roma dall'allora segretario
nazionale Sergio D'Antoni nel 1999.
La nomina di Ganga a segretario
confederale dovrà ora essere
ratificata dal voto del Consiglio
nazionale, in programma a metà di
dicembre. Esperto in materia di
lavoro, previdenza e pensioni,
verosimilmente è proprio in uno di
questi settori che verrà chiamato a
dare il suo contributo nel nuovo
incarico a Roma. La sua scelta non
sorprende. La stessa segretaria
generale, il 24 ottobre del 2016,
all'indomani della elezione di Ganga
con oltre il 90% dei voti alla
segreteria regionale (dopo che
Oriana Putzolu era stata nominata a
Roma copresidente dell'Anolf, la
struttura della Cisl che si occupa di
immigrazione) aveva già lasciato
intendere un percorso importante per
il dirigente sardo. Con Ganga, aveva
detto la Furlan, «il gruppo
dirigente della Cisl esce rafforzato
sia a livello locale che
nazionale. E di questo c'è grande
bisogno perché le istanze e le
vertenze sono tante e abbiamo
necessità di impostare un grande lavoro
per la crescita».
Intanto si fanno già i primi nomi
per il dopo-Ganga alla guida della
Cisl sarda. Gavino Carta, presidente
provinciale della Cisl-Sassari, è
l'uomo in questo momento più
accreditato. Cinquantadue anni, di Uri,
Carta ha alle spalle una lunga
storia nella Cisl in Sardegna: oltre a
essere segretario provinciale è
stato anche al vertice dei lavoratori
elettrici.
Mauro Madeddu
ALGHERO.
Il Pd non entra in maggioranza ma assicura il sostegno
Mario
Bruno è salvo: accordo nel centrosinistra
«Occorre guardare oltre la rottura
del 2014. La priorità è il rilancio
dell'azione politico-programmatica».
Con questo monito i partiti del
centrosinistra hanno ritrovato il
senso di una alleanza che era venuta
meno tre anni fa. Messi da parte i
rancori, adesso si può ricominciare
in vista di nuove sfide elettorali
e, cosa più importante, il sindaco
Mario Bruno potrà finalmente
ritirare le dimissioni: lo farà sabato,
nell'ultimo giorno utile.
GLI OBIETTIVI Il primo cittadino ha
avuto tutte le garanzie del caso:
i numeri non gli mancheranno più
nell'aula del Consiglio comunale. Il
Partito democratico, però, non
entrerà formalmente in maggioranza.
Sarebbe chiedere troppo. Ma è come
se lo fosse. Bruno potrà comunque
contare sul sostegno di una
coalizione formata da forza politiche
autonomiste, di sinistra e moderate,
«disponibili a condividere e
ridisegnare un progetto politico».
È questo in estrema sintesi l'esito
della riunione che si è svolta nei
locali della sede del Partito
Democratico di Alghero. «Da parte di
tutti è emersa la necessità di
superare le divisioni, mantenute in questi
ultimi anni, e di guardare
tutti insieme e uniti alle
importanti sfide elettorali dei prossimi
mesi a livello nazionale, regionale
e locale», si legge in un
documento congiunto firmato da
Partito Democratico, Partito dei Sardi,
Mdp-Campo progressista, Democratici
per Alghero, Sinistra civica,
Lista per Alghero e Gruppo Misto.
Poi l'elenco degli argomenti da
portare in Consiglio quanto prima.
Innanzitutto il Piano Urbanistico
comunale, in cima all'agenda. Poi la
riscossione dei tributi, la
razionalizzazione degli immobili
pubblici, la revisione profonda della
governance delle partecipate, «sono
nodi imprescindibili per uno
sviluppo della città al servizio del
nord-ovest dell'isola come lo
sono scelte strategiche sul modello
di sviluppo e sugli strumenti
necessari, dal parco, al porto e
all'aeroporto».
LA GIUNTA I nuovi alleati si
impegneranno per l'approvazione di questi
importanti punti e non creeranno
problemi nell'ordinaria
amministrazione. Pure gli attuali
assessori dovrebbero essere
riconfermati, quindi Gavino Tanchis
del Partito dei Sardi, Raniero
Selva per i Democratici per Alghero
e Raimondo Cacciotto della lista
civica del sindaco.
A rischio Ornella Piras per la
Sinistra civica. La
delega all'Urbanistica potrebbe
andare a un professionista vicino al
Pd, mentre la donna giusta ai
Servizi Sociali dovrebbe poterla
indicare Alessandro Nasone del
Gruppo Misto. Sabato pomeriggio
conferenza stampa, nel quartiere
generale del Pd di Alghero, in via
Mazzini, per suggellare il nuovo
patto di ferro.
Caterina Fiori
NUORO. La
segretaria provinciale prende il timone tra le polemiche
Pd, oggi
investitura ufficiale di Maria Sedda
All'Euro hotel di Nuoro oggi alle 17
l'investitura ufficiale di Maria
Sedda alla segreteria provinciale
del Pd. È sostenuta da tutte le
anime del partito, dall'asse forte
Cucca-Deriu all'area Orlando. Fuori
gioco l'uscente Daniela Forma che ha
esternato il suo dissenso su
Facebook: «Ho denunciato al
responsabile organizzativo regionale
l'assenza di trasparenza e di
informazione nella gestione congressuale
della federazione nuorese chiedendo
un supplemento di attenzione. Ma
dal Pd regionale non ci si è
scomposti di una virgola». La sua uscita
di scena coincide con l'intesa
unitaria su Maria Sedda, già sindaca di
Ottana e assessore in Provincia: può
contare sulla totalità dei 54
delegati dell'assemblea.
Sono Giuseppe Ciccolini, Roberto
Deriu,
Valentino Carta, Francesca Zidda,
Riccardo Corosu, Natascia Demurtas,
Francesco Manca, Alessia Anna Urrai,
Mario Angioi, M. Letizia
Marongiu, Michele Cotzia, Lidia
Porceddu, Enrico Piroddi, Tania
Corrias, Antonio Cambedda, Arianna
Pala, Tonino Rocca, Tatiana Isoni,
Mario Patteri, Francesca Rosa Contu,
Nicola Porcu, Graziella Lupinu,
Peppino Mureddu, M. Antonietta
Corrias, Luigi Zurru, Antonietta Cossu,
Luca Deiana, Chiara Soro, Antonio
Falchi, Anna Deriu, Antonio Mura, M.
Teresa Nieddu, Antonello Delogu,
Alba Galante, Salvatore Fenu, Gonaria
Delogu, Francesco Licheri, Maria
Gambioli, Tonino Loi, Franca Piga,
Giovanni Deiana, Gabriella Musina,
Francesco Putzu, Andrea Pusci,
Umberto Puggioni, Vincenzo Floris,
Giulia Delogu, Marco Cerina,
Daniela Sollai, Antonio Sedda,
Costantino Tidu, Romano Cambedda,
Orazio Culeddu, Andrea Fadda.
La Nuova
Cisl,
cambio al vertice Carta verso la segreteria
sindacato »la rivoluzione
di Claudio Zoccheddu
SASSARI Cambio al vertice della Cisl
sarda. Anche se la sostituzione,
per il momento, non è stata
confermata (ma nemmeno smentita) dai
diretti interessati e dal sindacato.
L'avvicendamento al timone della
segreteria regionale sembra cosa
fatta e i rumors di qualche giorno fa
lasciano spazio a un ipotesi che si
rafforza con il passere delle ore.
Ignazio Ganga, segretario regionale
in carica da appena un anno,
lascerebbe il posto a Gavino Carta,
fresco di nomina - datata primo
aprile 2017 - per le terza volta
consecutiva alla segreteria
territoriale di Sassari. Un
avvicendamento che parte da lontano perché
l'impegno di Ignazio Ganga tra le
file del sindacato cattolico non
sarebbe terminato. Anzi. Il domino
della cariche, infatti, sarebbe
stato innescato da una richiesta
arrivata direttamente dal segretario
nazionale Annamaria Furlan.
Proprio il numero uno del sindacato
avrebbe indicato il nome di Ignazio
Ganga come futuro componente della
segreteria federale.Un impegno che,
ovviamente, non è compatibile con
la carica di segretario regionale
che Ganga sarebbe pronto a lasciare
proprio a Gavino Carta. Le grandi
manovre che stanno movimentando
l'autunno del sindacato non sono
passate inosservate ma non hanno
trovato conferme nei vertici del
sindacato che non hanno alcuna
intenzione di sfuggire alla consegna
del silenzio che ha congelato le
relazioni con l'esterno. Ganga non parla
e Carta segue l'esempio di
quello che sembra destinato a
diventare l'ex segretario regionale. Il
motivo del silenzio potrebbe essere
nascosto tra le pagine del
regolamento del sindacato
confederale.
Il processo che porterebbe
Ganga da Cagliari a Roma è ancora in
divenire e sulle scrivanie della
segreteria confederale e di quella
regionale non sono arrivate le
nuove direttive per il semplice
fatto che non sono ancora state
firmate. Nonostante l'endorsement
arrivato direttamente da Annamaria
Furlan, l'arrivo di Ignazio Ganga
nella segreteria confederale dovrà
essere deciso da una votazione. Sarà
infatti il Consiglio generale
della Cisl Nazionale, con una
votazione a scrutinio segreto, a
decidere a maggioranza se
l'indicazione del segretario nazionale possa
essere tradotta in un fatto concreto
che scatenerebbe il gran ballo
degli incarichi delle segreterie
regionali e territoriali dell'isola.
Un'incertezza che motiva il silenzio
dei protagonisti della vicenda
che non possono fare altro che
attendere le direttive del Consiglio
nazionale prima di uscire allo
scoperto.
Nel caso dovessero essere confermate tutte le indiscrezioni ,
Ignazio Ganga seguirebbe lo stesso
tragitto precorso da Oriana Putzolu,
l'ex segretario generale della
Cisl sarda che aveva lasciato il
posto proprio a Ignazio Ganga prima
di accettare l'incarico di
presidente dell'Anolf, un'associazione
nazionale della Cisl che si occupa
di immigrazione e di promuovere "la
crescita dell'amicizia e della
fratellanza tra i popoli, nello spirito
della Costituzione italiana".
Il trasferimento diretto di Ignazio
Ganga dalla plancia di comando della
segreteria regionale a quella
nazionale, dove si dovrebbe occupare
di previdenza e pubblico impiego,
ha invece un solo precedente nella
Cisl Sarda. Il primo era stato
Antonio Uda, sindacalista di
Bortigali, che era stato convocato a Roma
dall'allora segretario nazionale
Sergio D'Antoni nel 1997 quando
proprio D'Antoni aveva scatenato un
terremoto nel sindacato cattolico
nato nel 1950 da una costola della Cgil
rimuovendo quattro segretari
confederali e sostituendoli con
altrettanti segretari regionali tra
cui, oltre Antonio Uda, figurava
anche Savino Pezzotta che rilevò
proprio D'Antoni alla guida del
sindacato nel 2000.
Bruno
riparte dal centrosinistra
Crisi
chiusa con un documento nel quale la nuova maggioranza detta la
linea al
primo cittadino
di Gian Mario Sias
ALGHEROUn "archistar" per
il Puc e tutta la strategia urbanistica, un
assessore in grado di interpretare
la visione dem dello sviluppo di
Alghero, una governance
completamente rivisitata delle partecipate,
alle quali va data una nuova
missione più che un nuovo management. Non
è un commissariamento, ma qualcosa
di simile. Il sindaco di Alghero,
Mario Bruno, resta in sella: in
fondo è quello che voleva per portare
a compimento il mandato. Ritorna nel
Pd, pure, e voleva anche questo
per il "dopo Porta Terra".
Ma il documento licenziato ieri dalle forze
del centrosinistra, Pd incluso,
suona come un avvertimento lanciato da
via Mazzini alla volta di Bruno. «O
si fa come diciamo noi, o salta
tutto», è il senso del messaggio.
Il Pd non farà nomi - né per la
giunta, né per il sottogoverno - ma
vorrà partecipare attivamente
all'agenda politica, fissare le
priorità e il cronoprogramma. In
cambio, Bruno potrà proseguire nella
sua missione principale:
l'internazionalizzazione
dell'immagine di Alghero e la costruzione di
una destinazione "quattro
stagioni". Per certi versi, l'accordo
rappresenta una sfida entusiasmante,
ma l'impressione è che il patto
di non belligeranza sia appeso a un
filo. Partito Democratico, Partito
dei sardi, Mdp - Campo progressista,
Democratici per Alghero, Sinistra
civica, Lista per Alghero e Gruppo
misto di maggioranza devono fare un
monumento al pool di linguisti che
ieri, a 48 ore dalla riunione che
ha sancito la fine della crisi, ha
licenziato un documento che è un
vero capolavoro. Via le parole
"appoggio esterno" e "fallimento", che
non piacciono a Bruno e ai suoi, via
le parole "ingresso in
maggioranza" e "coalizione
di governo", che al momento non
appartengono al vocabolario dei
democratici algheresi. Per tutti la
priorità è «il rilancio dell'azione
politica e programmatica» ed è ora
di «guardare oltre la rottura del
2014».
Tra l'altro la «forte volontà
di rilancio dell'azione politica
della coalizione di centrosinistra e
indipendentista democratica» è una
«apertura alle forze politiche
autonomiste, di sinistra e moderate
disposte a condividere e
ridisegnare un progetto politico».
Ma c'è un però: il tavolo per la
ricostruzione del centrosinistra
cittadino «prende atto
dell'insuccesso dell'alleanza
politica scaturita dalle elezioni del
2014 e dalla conclusione
dell'esperienza che vedeva insieme forze
politiche di sinistra, liste
civiche, Udc e Upc». «Oggi ci sono le
condizioni perché, con il contributo
di tutte le forze politiche e
civiche che si riconoscono nel
centrosinistra indipendentista
democratico, ci sia una
responsabilità comune e un rilancio
dell'azione politica e programmatica
dell'amministrazione comunale», è
l'artifizio lessicale usato con
maestria per non parlare né di nuova
maggioranza né di alleanze
variabili.
«Fondamentale è partire dalla
condivisione programmatica», dicono
le forze del centrosinistra "work
in progress". Così urbanistica,
partecipate, riscossioni e
razionalizzazione degli immobili
pubblici diventano «nodi
imprescindibili per uno sviluppo
della città al servizio del Nord
Ovest dell'isola», per un «rilancio
economico e sociale di Alghero,
che può e deve diventare un centro
strategico per lo sviluppo
dell'intero territorio». Certo,
«tutto ciò può avvenire meglio se a
governare la città nel proseguo
della legislatura vi sarà un sindaco
con una maggioranza politica in
consiglio comunale», motivo per cui «è
stato chiesto al sindaco di valutare
il ritiro delle dimissioni in
quanto modificato il quadro politico
che le ha generate». Ma
l'ingresso in maggioranza, per il
Pd, è un piatto che va servito
freddo. Come la vendetta.
La riforma
ospedaliera sotto la lente del ministero
sanità
CAGLIARI
Il dossier è stato inviato. La
riorganizzazione degli ospedali è sul
tavolo del ministero della salute.
Fra un mese o poco meno, i tecnici
del governo faranno sapere se la
mappa, dai reparti ai posti letto,
può ottenere il via libera. I
criteri nazionali erano molto rigidi, il
Consiglio regionale li ha adattati
alla Sardegna e le deroghe sono
state diverse. A parte l'aggettivo
per Nuoro, rinforzato, per essere a
un passo dal secondo livello, e
qualcosa di simile a favore di
Lanusei, sarà qualcosa in più di un
ospedale "base", la
ristrutturazione della Rete ha
tenuto conto soprattutto delle diverse
esigenze in ognuna delle otto macro
aree amministrate dall'Asl unica.
Ma anche del ruolo che quelle
autonome - il Brotzu e le Aziende miste
di Sassari e Cagliari - dovranno
avere nel sistema sanitario. Subito
dopo l'approvazione del Consiglio,
il 24 ottobre, l'assessore ala
sanità Luigi Arru aveva detto: «Sono
fiducioso Il parere del ministero
sarà positivo, perché, prove alle
mano, dimostreremo che non ci sono
state decisioni immotivate.
Tutte hanno una loro logica
all'interno
della Rete». Negli uffici
dell'assessorato, l'ottimismo di poche
settimane fa è rimasto lo stesso. Al
massimo qualcuno ipotizza «la
richiesta romana di piccole
correzioni», che se dovessero arrivare
saranno discusse in Consiglio
regionale.Bacino d'utenza. È soprattutto
sul numero di abitanti intorno a
ciascun ospedale pubblico, sono
ventinove, che il ministero
verificherà quante e di che tipo sono
state le variazioni. Oltre a quello
dell'Ogliastra, il cui potenziale
è di fatto molto ristretto, qualche
rischio potrebbe esserci per
l'accoppiata Alghero-Ozieri, che pur
essendo vicina all'ospedale
capofila, l'Azienda mista di
Sassari, avrà un reparto autonomo di rianimazione.
Ma Alghero-Ozieri, come l'Ogliastra,
hanno dalla loro
l'aumento secco della popolazione
nei mesi estivi e di questo
particolare il ministro dovrà
tenerne conto. Qualche rischio
potrebbero corrererlo gli ospedali
delle zone disagiate: Bosa, Isili,
Muravera, La Maddalena e Sorgono.
Ciascuno avrà un suo reparto di
chirurgia generale, mentre da sempre
il ministero sostiene che le sale
operatorie dovrebbero essere il meno
possibile. Ma anche in questo
caso la Sardegna ha dalla sua «le
innegabili difficoltà» che esistono
nei collegamenti interni, dalle
strade agli autobus o ai treni.
È possibile che Roma poi studi con
attenzione il caso del punto nascita
di La Maddalena, di fatto riaperto
dal Consiglio, ma la sinergia
evidente costruita con il Giovanni
Paolo II di Olbia dovrebbe metterlo
al sicuro da ogni possibile
contestazione.Posti letto. Il riequilibrio
fra posti letto per acuti e post
acuti, sollecitato più volte dal
ministero alle Regioni, in Sardegna
c'è stato. Il numero totale è
sceso a 5.790, nel rispetto dei
parametri nazionali: 3,7 ogni mille
abitanti. Resta da capire come
saranno pesati dai tecnici i 204 posti
letto messi comunque a disposizione
del Mater Olbia, anche se
l'ospedale privato del Qatar è
ancora un cantiere. Edilizia sanitaria.
Appena arriverà il via libera del
ministero, la Regione avrà a
disposizione 250 milioni, sono fermi
da anni, per ristrutturare gli
ospedali pubblici e costruire quello
nuovo di San Gavino
Psd'Az:
noi nel polo nazionalitario-Il consigliere regionale Angelo
Carta dà
un indicazione al suo partito
CAGLIARINiente più equilibrismi, il
Psd'Az «deve schierarsi a favore
di un polo nazionalitario sin dalle
prossime elezioni politiche». A
scriverlo su Facebook è Angelo
Carta, capogruppo dei sardisti in
Consiglio regionale. «A pochi mesi
dalla scadenza per il rinnovo della
Camera e del Senato e a poco più di
un anno dalle elezioni regionali -
scrive - il Psd'Az strizza l'occhio
a destra e a sinistra, ammiccando
la mattina con quel partito, il
pomeriggio con quell'altro. Mi chiedo
cosa impedisca invece al Psd'az di
schierarsi apertamente insieme a
tutte le altre forze d'ispirazione
sardista». Quello di Carta è nei
fatti è un appello alla direzione
del partito, col segretario
Christian Solinas i rapporti sono
ancora complicati, perché si decida.
«Non si può' negare - scrive Carta -
che, anche all'indomani della
vicenda Catalana e del referendum
lombardo-veneto, nella società in
generale stia prevalendo una volontà
di autodeterminazione che mai si
erano manifestata con questa
dirompenza».
Per questo «alla soglia di
celebrare i cent'anni, primato unico
in Italia, il Psd'Az oggi deve
porsi come pietra angolare per
qualunque aggregazione di forze che si
riconoscono nel programma e negli
ideali sardisti». Per proseguire:
«Negli ultimi 20 anni, abbiamo
eletto o nominato consiglieri
regionali, assessori regionali,
sindaci e consiglieri regionali,
presidenze e consigli di
amministrazione. Mai però siamo riusciti a
far prevalere le nostre
rivendicazioni, che poi sono quelle di tutti i
sardi: zona franca, lotta alle
servitù militari, continuità
territoriale, lingua, cultura». Con
un ultimo e deciso affondo: «Oggi
dobbiamo riuscire ad andare oltre il
risultato del momento, legato al
candidato col suo pacchetto di voti
e non possiamo più soddisfare solo
le ambizioni personali di potere e
continuare a galleggiare.
Probabilmente si cercherà di
azzeccare la coalizione vincente, come si
e' fatto spesso, quasi come giocare
al lotto per vincere il massimo,
salvo poi accontentarsi del premio
di consolazione. Questa volta -
conclude Carta - il banco vincente
può essere davvero il Psd'Az».
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
Nessun commento:
Posta un commento