La
Nuova
Nel
pacchetto: continuità territoriale, indennizzi per il maltempo, stabilizzazione
per i militari Decreto fiscale: 100 milioni per la Sardegna
I sardi fanno squadra e portano a
casa cinque ottime notizie per l'isola che valgono circa 100 milioni di euro.
Merito di tre emendamenti e di due ordini del giorno inseriti nel decreto
fiscale che oggi riceverà il via libera in Senato. Relatore del provvedimento Silvio Lai del Pd, l'ok alle norme è
arrivato grazie al lavoro sinergico con Luciano Uras e Roberto Capelli di Campo
progressista e i colleghi Pd Ignazio Angioni e Giuseppe Luigi Cucca.
Questi i risultati messi in
cassaforte per l'isola: il diritto alla continuità territoriale, l'indennizzo
per le aziende agro pastorali interessate da eventi climatici avversi nel corso
del 2017, la stabilizzazione dei lavoratori civili in basi militari Nato,
detrazioni fiscali per gli affitti agli studenti universitari, e infine il
riutilizzo di 55 milioni di fondi nazionali attribuiti alla Sardegna e
destinati alla
sanità.
Nel dettaglio, l'emendamento sulla
continuità territoriale prevede che i vettori che subentrano nella gestione
delle rotte ne garantiscano la prosecuzione - ed ecco la novità - anche nelle
more della conclusione della gara. È un paracadute per non precipitare a causa
delle turbolenze di Alitalia e dell'attuale proroga in atto dagli scali sardi
di Alghero e Cagliari.
Per quanto riguarda i fondi per gli
agricoltori, sono in arrivo 25 milioni di euro (10 nel 2017 e 15 nel 2018) per
quelli che hanno subìto danni a causa della siccità: l'aspetto più
significativo è che questi fondi seguiranno la stessa procedura snella e veloce
degli stanziamenti per il post terremoto. La terza novità riguarda i
dipendenti di organismi militari che siano stati licenziati in seguito a
processi di riorganizzazione o chiusure: nell'isola è il caso della base di
Decimomannu. Nel decreto viene stabilito che gli ex dipendenti siano
rientegrati nelle pubbliche amministrazioni.
C'è poi un argomento molto sentito
dagli studenti universitari fuori sede. Grazie all'emendamento presentato dalla
senatrice Raffaella Bellot (Fare!) sarà allargata la platea di beneficiari per
gli affitti. Sinora la legge prevedeva che la detrazione venisse garantita solo
agli studenti extra provincia e residenti almeno a 100 chilometri dalla sede
dell'Ateneo. L'emendamento riduce a 50 i chilometri per le zone montane e o disagiate
ed elimina il limite della provincia. In Sardegna a sorridere saranno
soprattutto i ragazzi galluresi che studiano a Sassari e venivano tagliati
fuori dalla precedente normativa.
Ecco infine l'argomento sanità. La
Sardegna grazie alle novità introdotte potrà riutilizzare 55 milioni di fondi
nazionali attribuiti all'isola e non utilizzati, da disimpegnare per coprire i
debiti pregressi maturati, senza accendere ulteriori mutui e adottando una
spending review.
Grande soddisfazione per il
risultato ottenuto dai parlamentari sardi è stata espressa dal senatore e
segretario regionale Pd Giuseppe Luigi Cucca, così come dai senatori Lai e
Uras: «È un esempio di cosa si possa fare per la Sardegna se si intensifica il
lavoro comune nell'ambito di un grande schieramento democratico, progressista autonomista
e identitario».
Gentiloni
dice con orgoglio: «In Europa non siamo più il fanalino di
coda, il
Paese è tornato a crescere ed è un'opportunità»
L'agenzia
di rating Standard & Poor's: «L'economia italiana è in
ripresa,
ma dopo sei anni di stagnazione la strada è lunga»
L'Europa
incalza Roma sul debito
Padoan è
ottimista: «Presto scenderà»
ROMAEquo compenso per tutti i
professionisti, non solo gli avvocati.
Ma anche stretta sul reato di
stalking, bollette di tlc e pay tv che
tornano mensili e un pacchetto sisma
che rafforza gli interventi non
solo per il Centro Italia ma anche
per Ischia e per i territori
colpiti in passato. Sono solo alcune
delle novità inserite nel
passaggio in Senato del decreto
fiscale collegato alla manovra che
dovrebbe ottenere giovedì il primo
via libera, con la fiducia, per
andare poi alla Camera. Un secondo
passaggio che lo stesso relatore,
Silvio Lai, preannuncia «blindato»,
anche se a Montecitorio si
registra un pressing per poter intervenire
anche sul decreto, e non
solo sulla manovra, tanto che la
commissione Bilancio ha già stilato
un programma serrato promettendo di
chiudere entro il 1 dicembre.
Fra le novità principali, la
cannabis per la terapia antidolore a carico
del Servizio sanitario nazionale,
con uno stanziamento di altri 2,3
milioni. La produzione inoltre viene
estesa ad altri enti e imprese,
secondo le procedure già previste
per lo stabilimento militare di
Firenze. E poi lo stop alle bollette
a 28 giorni: la fatturazione
diventa obbligatoriamente mensile
per telefoni e pay-tv, con
l'esclusione di promozioni non
rinnovabili o inferiori al mese. Gli
operatori avranno 4 mesi per
adeguarsi. Arriva l'equo compenso per
tutti, ossia viene esteso a tutti i
professionisti, anche se non
appartenenti ad un ordine, il
riconoscimento economico «proporzionato»
al lavoro svolto.
Un principio che anche la P.a. è
tenuta a
riconoscere. Per quanto riguarda i
lavoratori frontalieri o chi ha
lavorato all'estero spostando anche
la residenza, potranno sanare
depositi rimasti all'estero,
compresi gli introiti della vendita degli
immobili, versando il 3% forfait.
Quanto al pacchetto sisma, le rate
dei mutui su prime case e attività
produttive, inagibili o distrutte,
inserite nelle zone rosse dei Comuni
del Centro Italia colpiti dal
sisma del 2016 saranno sospese fino
al 2020. Per sanare situazioni
limite degli sfollati, l'attività
edilizia libera è consentita agli
immobili costruiti senza titolo abilitativo
eliminando l'obbligo di
rimozione entro 90 giorni. Nella
voce scuola, i ragazzi con meno di 14
anni potranno tornare a casa
autonomamente, previa autorizzazione dei
genitori che esonera gli istituti
dalla responsabilità «connessa
all'obbligo di vigilanza». E poi
arrivano le semplificazioni per le
scuole, che non dovranno più
verificare la regolarità delle
vaccinazioni.
ROMA. Il vero problema dell'Italia
era e resta il debito.
Il giorno dopo l'affondo del
vicepresidente della Commissione europea
Jyrki Katainen, da Bruxelles si
smorzano i toni e si precisa che è
vero che la crescita italiana si sta
rafforzando ma che rimane la
«persistente» sfida del debito
pubblico. E mentre il premier Paolo
Gentiloni con orgoglio sottolinea
che Roma non rappresenta più «il
fanalino di coda» in Europa per il
ritmo di aumento del suo prodotto
interno lordo, a difendere l'operato
del governo anche sul fronte del
debito è il ministro dell'Economia,
Pier Carlo Padoan, ribadendo
ancora una volta che proprio grazie
alla crescita ci sarà un «deciso»
calo del debito. A riconoscere che
l'economia italiana «sta mostrando
positivi segnali di ripresa» è anche
l'agenzia di rating Standard &
Poor's che in un rapporto
sull'andamento dei conti del nostro Paese
sottolinea però che «dopo sei anni
di stagnazione il processo di
recupero sarà probabilmente lungo».
L'agenzia statunitense ricorda
l'accelerazione della crescita nel
secondo trimestre, con il Pil reale
in aumento dell'1,5% quest'anno..
Fra i fattori positivi la crescita
«degli investimenti grazie agli
incentivi fiscali» ed al miglioramento
delle condizioni del credito, con la
soluzione della crisi di Mps e
delle banche venete. Molto da fare
resta però sulla «produttività del
lavoro», che anche nel 2016 ha
segnato un calo, come certificato
dall'Istat, dell'1%.Se su questo
versante l'Italia, secondo i dati
dell'istituto di statistica, rimane
«fanalino di coda» in Europa negli
ultimi due decenni, tra il 1995 ed
il 2016, così non è per il Pil,
come dice il premier forte dei numeri
sul terzo trimestre: «Dobbiamo
essere più consapevoli - ha
puntualizzato Gentiloni - che la sostanza
del discorso non sono le cifre, ma è
capire che il Paese s'è rimesso a
crescere, anche se questa crescita
non ha risanato le cicatrici della crisi.
Non è la soluzione ma
un'opportunità, dice alle classi
dirigenti che offre una
possibilità». Una risposta indiretta a
Katainen, che aveva invece invitato
a dire «la verità» agli italiani
sui conti pubblici, suscitando le
ire del commissario alla spending
review, Yoram Gutgeld: «La critica
costruttiva è sempre benvenuta.
Accuse ignoranti da parte di questo
campione del rigore sono
patetiche», ha tuonato su Twitter
dopo aver ricordato i dati negativi
della Finlandia sul fronte dei conti
pubblici sotto il governo guidato
proprio da Katainen.
La soluzione di compromesso
individuata dal
collegio dei commissari europei
dovrebbe portare la prossima settimana
a una promozione ma con riserva,
come lo scorso anno, del progetto di
Bilancio, accompagnata da una nuova
lettera che chiederà maggiori
informazioni, dettaglierà l'ampiezza
dello scostamento (oggetto del
contendere tra Roma e Bruxelles) e
potrebbe anche quantificare la
cifra della correzione da fare entro
la primavera. A maggio poi la
Commissione preparerà un altro
rapporto sul debito (il cosiddetto
126.3), dove valuterà se gli
obiettivi di riduzione del deficit
strutturale, e quindi la «regola del
debito», sono rispettati.
Secondo
il Consiglio delle autonomie locali le risorse sarebbero insufficienti
Finanziaria,
protestano i Comuni
CAGLIARIIl Consiglio delle autonomie
locali ha detto la sua sulla
Finanziaria regionale 2018. In gran
parte può essere promossa, meno
che su un punto: «Le risorse per i
Comuni sono insufficienti e
sopratutto l'aumento delle entrate
non porterà anche a un incremento
automatico del Fondo unico, come
sarebbe dovuto essere in base agli
accordi, che invece rimarrà bloccato
sui 600 milioni». È tutto scritto
nel parere che il Cal consegnerà in
questi giorni alla commissione
bilancio del Consiglio regionale
prima dell'ingresso della Manovra in
aula. «Sull'istruzione - scrive
l'organismo presieduto dal sindaco di
Nuoro Andrea Soddu - cominciamo a
vedersi gli effetti positivi grazie
al progetto Iscol@.
Sul sociale deve aumentare l'attenzione anche
finanziaria sul reddito d'inclusione
sociale, il Reis, atteso dalle
comunità, insieme a quello
nazionale, per rendere meno pesante
l'effetto della crisi sulle classi
sociali più deboli». Poi
l'agricoltura: «Oltre alla pastorizia,
che ha avuto già i suoi
contributi, la Finanziaria dovrà
garantire anche il sostegno agli
altri settori, colpiti anche loro
dalla siccità e da diverse calamità
naturali».Per poi ritornare sul caso
critico: i trasferimenti agli
enti locali. Secondo il Cal: «Su
questo punto il giudizio è sospeso,
perché non è stata presa nella
giusta considerazione l'emergenza
finanziaria dei Comuni, soprattutto
di quelli più piccoli,
all'indomani dei continui tagli
decisi dallo Stato». E infatti a
preoccupare i sindaci sono «le
evidenti difficoltà di cassa delle
Province, non hanno i soldi neanche
per le manutenzioni ordinarie, con
le strade interne ormai in
condizioni sempre peggiori e non più
sopportabili. Anche le Unioni dei
Comuni - conclude il Cal - non hanno
le risorse per decollare e in più
sono bloccate anche le assunzioni».
La conclusione del Consiglio delle
autonomie è secca: «Chiediamo al
Consiglio regionale di accogliere i
nostri suggerimenti e soprattutto
quelli sulle difficoltà finanziarie
in cui da troppo tempo si
dibattono i Comuni».
Legge
sulla parità di genere Ganau: «Nessun trucco»
politica
regionale. CAGLIARI
Il giuramento è solenne e lo è da
qualunque parte arrivi: martedì la
leggina sulla doppia preferenza di
genere sarà approvata dal Consiglio
regionale. Perché «l'ultimo stop,
quello di 48 ore fa, era legato solo
a una questione tecnica sulla
presentazione delle liste negli otto
collegi provinciali, ma la volontà
di tutti i partiti è chiara: donne
e uomini dal 2019 avranno pari opportunità
nelle elezioni regionali».
Dal Pd a Forza Italia, dal Pds
all'Udc: non c'è partito che non metta
le mani avanti, per evitare che
cresca il sospetto. Quale? Questo: che
dopo lo sciagurato voto segreto del
2013, anche questa volta la
riforma cada nel vuoto. «Non ci
saranno altre sorprese e neanche
trucchi», ha ribadito il presidente
del Consiglio regionale Gianfranco
Ganau, per poi aggiungere: «Sono
molto fiducioso.
L'ultimo ostacolo
sarà superato e martedì ci sarà il
voto decisivo favorevole». Oggi la
commissione autonomia, presieduta da
Francesco Agus, Campo
progressista, correggerà
l'emendamento della discordia. È quello che,
nell'ultima seduta, ha diviso la
maggioranza e riguarda il numero di
candidati da presentare in ogni
collegio. Dovrà essere per forza pari,
è l'unico modo per garantire una
perfetta parità di genere, ma in sei
collegi su otto quel numero è invece
dispari. In più c'è il caso
Ogliastra: finora i candidati sono
due per ogni lista, c'è l'ipotesi
di portarli a quattro e aumentare
così la partecipazione al voto.
Ipotesi però contrastata da chi
sostiene: gonfiare troppo un collegio
rischia di avvantaggiarlo quando,
con i resti, saranno assegnati i
seggi non ottenuti dai partiti col
quoziente pieno. Una simulazione
avrebbe escluso il pericolo e, a
questo punto, secondo Agus,
«troveremo di sicuro la soluzione
entro questa settimana».
A sollecitarla, con una lettera
aperta ai consiglieri, è il
Coordinamento 3, una delle tre
associazioni - le altre sono Meglio in
due ed Heminas - che da sempre si
battono per la doppia preferenza di
genere. «Non saranno ammessi altri
rinvii per qualunque motivo», è il
senso dell'appello.Nuova legge. C'è
chi però va oltre la doppia
preferenza di genere, perché «questa
legge elettorale si trascina
dietro anche molti altri errori». A
sostenerlo è il comitato Costat,
guidato da Andrea Pubusa, che nella
campagna referendaria di dicembre
era sceso in campo in difesa della
Costituzione e a favore del No. La
sua ipotesi di riforma l'ha
consegnata al presidente del Consiglio
regionale. La sintesi è questa: non
dovrà più esserci l'elezione
diretta del governatore,
il sistema elettorale dovrà essere
proporzionale e «senza più
l'assurdità del premio di maggioranza».
Dovrà poi essere garantita «la
massima rappresentatività di partiti,
territori e dei due generi senza
alcuna discriminazione, ma senza
neanche bisogno di correttivi
studiati a tavolino». Secondo Costat,
«il peso del voto di ciascun
elettore dovrà essere uguale a quello
degli altri, e a scegliere il
governatore dovrà essere di nuovo il
Consiglio regionale, perché non
esiste una legge perfetta che possa
garantire a priori la
governabilità». E soprattutto - è scritto nel
documento del comitato - «non può
essere solo il via libera alla
doppia preferenza di genere a
cambiare la natura truffaldina della
legge attuale che ha provocato solo
danni».
Perché «a suo tempo è
stata pensata, anche con le soglie
sbarramento che non dovranno più
esserci, per danneggiare qualche
partito avversario, mentre la nuova
dovrà garantire il massimo della
volontà di tutto il corpo
elettorale». Al termine
dell'incontro Gianfranco Ganau ha detto: «Ben
vengano i contributi e le proposte.
All'esame della commissione
autonomia ci sono diverse ipotesi di
riforma elettorale e ora c'è
anche quella del Comitato in difesa
della Costituzione».
Unione
Sarda
SENATO.
Aerei, piano per la continuità Via libera in commissione, sì ai fondi per stabilizzare
gli ex lavoratori delle basi sarde
Decreto
fiscale: danni alle aziende agricole, ci sono 25 milioni
Rotte aeree garantite fino al via
libera alla nuova continuità
territoriale, altri 25 milioni di
euro per gli indennizzi alle aziende
agro pastorali interessate da eventi
climatici avversi nel corso del
2017, stabilizzazione dei lavoratori
civili delle basi militari.
È quanto previsto da tre emendamenti
e due ordini del giorno
esplicativi al dl Fiscale, collegato
alla manovra, che sono stati
approvati ieri in commissione
bilancio al Senato su iniziativa dei
parlamentari sardi di Campo
Progressista Sardegna Luciano Uras e
Roberto Capelli e di colleghi del Pd
Ignazio Angioni e Giuseppe Cucca
supportati da Silvio Lai.
AEREI GARANTITI Una delle novità più
attese riguarda la Continuità
territoriale: sarà garantita anche
nella fase di amministrazione
straordinaria e in caso di cessione
di Alitalia. La norma approvata
prevede che «chi dovesse subentrare,
anche in presenza di proroghe
della CT1, alla ex compagnia di
bandiera dovrà assicurare la
prosecuzione delle rotte alle
medesime condizioni dei contratti con
oneri di servizio pubblico
attualmente in essere, fino alla
conclusione della gara per
l'assegnazione del medesimo servizio».
FONDI PER L'AGRICOLTURA Un'altra
misura attesa riguarda gli indennizzi
alle aziende agropastorali
danneggiate dagli eventi climatici avversi
nel corso del 2017: il governo
metterà a disposizione altri 25 milioni
di euro «in forma di indennizzo, e
attraverso procedure snelle con il
corredo documentale richiesto per i
risarcimenti e non quello più
complesso preteso per gli aiuti».
Fondi che integrano le risorse già
stanziate dalla Regione nei giorni
scorsi.
LAVORATORI DELLE BASI Il terzo
provvedimento, approvato anche col
sostegno di Emilio Floris di Forza
Italia, riguarda i fondi (due
milioni) per la stabilizzazione dei
lavoratori civili delle basi
militari sarde che hanno perso il
lavoro negli ultimi anni a causa
della chiusura totale o parziale dei
siti. È il caso, tra tutti, della
cittadella di Decimomannu. Il
personale sarà integrato nella pubblica
amministrazione. «Questo è il
risultato di un ottimo lavoro sinergico
tra Campo Progressista Sardegna e
Partito Democratico», ha commentato
Luciano Uras, «un importante primo
passo per aiutare insieme un'Isola
troppa spesso dimenticata
nell'ambito dei problemi sociali ed
economici».
«OGGI L'APPROVAZIONE» L'approvazione
in Senato - garantiscono i
promotori - avverrà oggi e alla
Camera nei prossimi giorni. «Un
esempio di cosa si possa fare per la
Sardegna se si intensifica il
lavoro comune nell'ambito di un
grande schieramento democratico,
progressista autonomista ed
identitario», ha aggiunto Silvio Lai.
IL COMMENTO «Apprendo con estrema
soddisfazione l'approvazione
dell'emendamento dei Senatori
Angioni, Uras e Floris che finanzia con
ulteriori 2 milioni di euro all'anno
dal 2018 la legge 98/71 per
l'assunzione nelle pubbliche
amministrazioni dei cittadini italiani
che hanno prestato servizio in organismi
militari della Nato», è il
commento del delegato del Cocer
Interforze Antonsergio Belfiori.
«Finalmente i 58 lavoratori ex
dipendenti della Luftwaffe tedesca
dell'aeroporto di Decimomannu
potranno trovare una valida soluzione
lavorativa grazie alle nuove
coperture finanziarie.
Una battaglia sociale a sostegno dei
lavoratori sempre sostenuta da
Cocer e sindacati fin dal 2014.
Obiettivo raggiunto», aggiunge
Belfiori, «con l'impegno del
ministro della Difesa e dei senatori
firmatari dell'emendamento.
Sono convinto», conclude il delegato
Cocer Interforze, «che la
Sardegna non può permettersi di
perdere un solo posto di lavoro e che
il comparto della Difesa, piaccia o
no, rappresenta una quota
considerevole di economia locale
attualmente insostituibile».
Doppia
preferenza, martedì nuovo tentativo
Ganau:
«Sono fiducioso». Le associazioni: rinvio assurdo
Nessun tranello, lo stralcio
ritornerà in Aula martedì per ottenere il
via libera. Il giorno dopo
“l'occasione mancata” i consiglieri
regionali ci tengono ad allontanare
l'ombra del sospetto: il rinvio è
solo frutto dell'esigenza di
approfondire i dettagli tecnici di un
emendamento sul quale è mancato
l'accordo. Lo dice anche il presidente
Gianfranco Ganau: «Mi pare che la
volontà sia quella di chiudere sulla
parità di genere, resto fiducioso,
d'altronde le dichiarazioni sono
state esplicite in questo senso e
spero che non ci saranno scherzi».
Ma le donne dei comitati che
avant'ieri hanno riempito la tribuna del
Consiglio regionale, insistono: si
poteva comunque votare la legge non
emendata. Lo hanno ribadito anche
ieri Carla Medau, Rita Corda, Rita
Mameli, Simonetta Corongiu e Carla
Puligheddu del Coordinamento
3-Donne di Sardegna: «La norma sulla
doppia preferenza di genere
doveva venire prima di qualsiasi
altro correttivo alla legge
elettorale». Ma «vogliamo pensare
che per un “eccesso di generosità” i
proponenti l'impresentabile
emendamento abbiano trascurato di fare i
conti con i territori e con il
relativo numero di seggi attribuiti».
L'approfondimento tecnico sulla
proposta di modifica che prevede un
numero di candidati pari anche in
circoscrizioni con seggi dispari
inizierà oggi alle 11 in commissione
Autonomia. Dove - precisa il
presidente del parlamentino -
Francesco Agus (Campo Progressista) «non
è rientrata la legge, ma solo
l'emendamento in questione, lavoreremo
per capire quali effetti potrà avere
il suo contenuto sul risultato
complessivo dell'elezione: le due
possibili distorsioni riguardano le
circoscrizioni del Medio Campidano e
dell'Ogliastra». Una soluzione
potrebbe arrivare già oggi, in ogni
caso non è escluso un giro di
consultazioni del numero uno della
commissione Autonomia con i
capigruppo, prima del ritorno in
Aula e per verificare che sia stato
raggiunto effettivamente un accordo.
Rassicurazioni arrivano anche dal
capogruppo del Pd, Pietro Cocco:
«Nessuna furbizia, che si voti a
favore dell'introduzione della
doppia preferenza di genere è ormai un
dato acquisito».
Intanto prende sempre più corpo l'idea
di modificare tutto l'impianto
della statutaria. Ieri il comitato
d'iniziativa costituzionale e
statutaria, guidato dal docente di
diritto amministrativo Andrea
Pubusa, ha presentato a Ganau i
principi guida per una nuova legge
elettorale proporzionale, che
garantisca l'uguaglianza nel voto, la
giusta rappresentanza di partiti e
movimenti e la parità di
rappresentanza di uomini e donne.
Roberto Murgia
No al
patto col Pd - Porta in faccia a Fassino da Mdp e Civati
ROMA
Parte in salita l'esplorazione di Piero Fassino, incaricato dalla
Direzione
Pd di sondare i partiti a sinistra per costruire una
coalizione.
Ieri l'ex segretario dei Ds ha
incontrato Riccardo Nencini del Psi,
Ignazio Messina di Italia dei valori
e Andrea Olivero di Democrazia
solidale, e da tutti ha «ricevuto
piena disponibilità a lavorare
insieme per quell'obiettivo», e
questo suona positivo. Però il primo
segnale di peso arriva dagli
scissionisti di Mdp, e non è certo
un'apertura. «Non mi appassiono mica
a questa storia qui, questo è
teatro. Tutti dicono “uniti, uniti”.
Io sono il più unitario di tutti,
ma uniti si vince o cambiando si
vince? In questi anni uniti si è
perso perché c'è stata una frattura
profonda» ha detto ieri a “8 e
1/2” Pier Luigi Bersani.
Poi Fassino si è sentito rispondere
da D'Alema di non contattare non
lui ma Roberto Speranza, che è il
coordinatore del partito, ma per
quanto riguarda lui «la linea di Mdp
è già stata decisa». Un no secco
infine anche dal leader di Possibile
Pippo Civati: «Penso che Fassino
lo sappia, per me la risposta è no.
Io sono uscito dal Pd perché non
ne condividevo le politiche».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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