La
Nuova
Chiesto
il rinvio a giudizio per 30 del centrosinistra Gli ex consiglieri regionali
sono tutti accusati di peculato continuato Inchiesta chiusa dopo un supplemento
di indagine richiesta dal pm Cocco.
Arriva la richiesta di rinvio a
giudizio per altri trenta consiglieri ed ex consiglieri regionali del
centrosinistra, accusati di peculato continuato per aver incassato e speso
senza un rendiconto regolare i fondi del gruppo di appartenenza nella
legislatura 2004-2009, quella presieduta da Renato Soru.
L'inchiesta su quest'ennesimo elenco
di onorevoli era stata chiusa a dicembre del 2015, ma prima di mandare il
fascicolo all'ufficio del gup per chiedere l'udienza preliminare il pm Marco
Cocco ha chiesto alla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri,
coordinata dal colonnello Gavino Asquer una lunga serie di approfondimenti,
utili per verificare il contenuto delle memorie difensive arrivate all'ufficio dopo la pubblicazione degli atti
d'indagine.
È stato un lavoro lungo e complesso,
che si è sovrapposto agli impegni di Carabinieri e Guardia di Finanza legati
agli altri rami dell'ormai gigantesca inchiesta giudiziaria sui fondi ai
gruppi, che coinvolge oltre cento posizioni con alcuni indagati coinvolti in
più procedimenti. Rispetto al primo elenco di nomi la situazione del gruppo -
che all'origine comprendeva Democrazia e Libertà, Pd, l'Ulivo e la Margherita -
è cambiata di poco: gli indagati erano 33, successivamente la Procura ha
stralciato la posizione di Francesca Barracciu e ha chiesto l'archiviazione di alcuni
ex consiglieri, inserendone altri.
L'accusa è la stessa per tutti:
l'aver percepito, appropriandosene, somme di denaro destinate all'attività
istituzionale del gruppo di riferimento, senza che le spese documentate dagli
investigatori siano state giustificate. La data dell'udienza preliminare non è
stata ancora fissata.
Ecco l'elenco degli imputati, tra
parentesi la somma di cui devono rispondere: Antonio Biancu (96.816 euro),
Giuseppe Cuccu (170.084), Mariuccia Cocco (48.000), Giovanni
Giagu (23.600), Francesco Sabatini (56.000), Simonetta Sanna (42.000),
Giommaria Uggias (28.000), Carmelo Cachia (35.000), Gavino Manca (52.000), Siro
Marrocu (174.567), Antonio Ignazio Calledda (275.517), Angelina Corrias
(79.911), Vincenzo Floris (82.087), Tarcisio Agus (4509), Beniamino Scarpa (25.020),
Giuseppe Matteo Pirisi (78.298), Renato Cugini (70.395), Silvio Bachisio Lai
(81.585), Giovanni Battista Orrù (80.181), Giacomo Spissu (79.262), Alberto
Sanna (83.607), Nazareno Pacifico (94164), Salvatore Mattana (79.366), Mario
Bruno (116.449), Gianluigi Gessa (42.726), Elia Corda (39.386), Alessandro Frau
(54.737), Stefano Pinna (42.915), Antonio Chicco Porcu (172.173) e Giovanni
Tocco (17.000).
Venti degli impuntati sono difesi
dall'avvocato Guido Manca Bitti, gli altri da Benedetto Ballero,
Francesco Macis, Angelo Nanni, Nicola Littarru, Massimiliano Ravenna, Maurizio
Scarparo e Guendalina Garau.
Mauro Lissia
Politiche,
Berlusconi detta la linea nell'isola Il blocco del centrodestra tratta con il
Psd'Az. Certe le candidature di Cappellacci, Pittalis e Fasolino
CAGLIARI Berlusconi ha deciso: in
Sardegna, come nelle altre regioni,
il centrodestra alle elezioni
politiche dovrà presentarsi per forza
compatto. Forte della vittoria nelle
regionali siciliane dove «tutti
abbiamo corso insieme per fermare
Cinque Stelle e centrosinistra», il
Cavaliere - sabato e domenica era a
Villa Certosa - l'ha ripetuto
anche ai notabili sardi di Forza
Italia: Ugo Cappellacci, Salvatore
Ciccu e Settimo Nizzi. «Dobbiamo
stare tutti insieme», è l'ultimo
messaggio arrivato da Berlusconi.
Così, in Sardegna, la coalizione
sarà composta oltre che da Forza
Italia, Fdi-An e Lega, anche dai
centristi dell'Udc, dai Riformatori
che confluiranno nel movimento di
Fitto «Direzione Italia», dalla Dc
di Rotondi e da Energie per
l'Italia capeggiato da Stefano
Parisi.
È possibile ma non è detto
anche un'alleanza con il Psd'Az,
impegnato in diverse trattative da
una parte all'altra, ma pare in un
confronto abbastanza avanzato con
«Rinascimento», il movimento fondato
da Vittorio Sgarbi e Giulio
Tremonti. Trattativa, tra l'altro,
contestata apertamente da Angelo
Carta, capogruppo sardista in
Consiglio regionale. «Il segretario
Christian Solinas - ha detto - non
può disporre del partito come se
fosse cosa sua. Ogni scelta dovrà
passare prima per il Consiglio
nazionale». Per tornare al
centrodestra, con Berlusconi i tre big
regionali, incontrati separatamente,
non avrebbero parlato ancora di
nomi da candidare nel 2018, ma più
che altro delle possibile
strategie. Per il Cavaliere la
coalizione va tenuta assieme il più
possibile, anche a costo di qualche
sacrificio importante fra gli
aspiranti parlamentari in uno dei
sei collegi uninominali per la
Camera e nei tre per il Senato.
I candidati sicuri per l'alleanza,
nel
maggioritario, dovrebbero essere Ugo
Cappellacci nel collegio Cagliari
metropolitana, Pietro Pittalis in
quello Nuoro-Ogliastra, Marco Tedde
per Sassari-Alghero o Settimo Nizzi
in Gallura, che per ora partono
alla pari. Gli altri tre posti
nell'uninominale potrebbero andare
invece agli alleati: il Sulcis
all'Udc, uno fra Nuoro e Sassari a
Fdi-An, mentre su Oristano i
Riformatori sarebbero davanti al resto
della pattuglia. Ben diverso, sarà
il discorso per il proporzionale
alla Camera, dove ogni gruppo
presenterà la sua lista bloccata e, a
quel punto, Forza Italia aspetta di
sapere se i collegi in Sardegna
saranno due o tre.
Nel primo caso, con l'isola spaccata
a metà,
Cappellacci e Alessandra Zedda
potrebbero guidare il listino
Cagliari-Oristano, Pittalis o Nizzi
quello Sassari-Nuoro. Se i collegi
fossero invece tre, Nord, Centro e
Sud, Forza Italia potrebbe scendere
in campo con questi capolista:
Cappellacci, Pittalis e Giuseppe
Fasolino. Al Senato un dei tre collegi
uninominali sarebbe di sicuro
per l'uscente Emilio Floris,
dovrebbe essere Cagliari, e lui potrebbe
essere anche il capolista di Fi nel
proporzionale. Gli altri due
collegi, meno sicuri, invece
potrebbero essere assegnati agli alleati.
Però sui nomi tutti i giochi sono
ancora aperti, l'importante è che
«non ci siano diserzioni nel
centrodestra», ha ribadito Berlusconi nel
saluto finale.
Nel 2018
Mdp, Possibile e SI insieme alla ricerca di un dialogo anche col Pd
Sinistra:
prove elettorali di unità
CAGLIARI Di sicuro insieme, nelle
elezioni politiche del 2018, vicino
o lontano dal Pd è ancora tutto da
decidere. Articolo 1-Mdp, Sinistra
Italiana e movimento Possibile anche
in Sardegna hanno cominciato quel
percorso comune che, all'inizio di
dicembre, dovrebbe concludersi con
il nome del nuovo soggetto politico.
In cui si ritroverà «una sinistra
vera, civica e diversa». Quella che
per ora vuole stare lontana, poi
si vedrà, dal Pd di Renzi e dal
governo Gentiloni: «Da una parte e
dall'altra non c'è davvero nulla di
sinistra, e se non cambiano i
programmi, noi non possiamo stare
con loro», ha detto Yuri Marcialis,
coordinatore di Articolo 1-Mdp.
Meglio cominciare a pensare di
mettersi in proprio, così dal 19
novembre i tre movimenti hanno
organizzato le loro assemblee
territoriali, poi a fine mese si
ritroveranno per eleggere i delegati
regionali che parteciperanno alla
riunione del 2 dicembre, a Roma, in
cui nascerà qualcosa di nuovo. «È
questa la strada che ci ha chiesto
di avviare e percorrere in fretta
il popolo della sinistra, che si è
allontanato dalla politica: si è
sentito tradito. Oppure non riesce
proprio, e come potrebbe, di avere
a che fare con questo Partito
democratico», ha sottolineato Thomas
Castangia, portavoce di Possibile,
il movimento dei Civatiani.
«Dobbiamo ridare centralità a quei
temi che in questi anni renziani -
ha aggiunto Antonello Licheri,
segretario di Sinistra Italiana - sono
stati triturati, maciullati da
presunte alleanze di centrosinistra: il
lavoro, basta per esempio con le
storture del Jobs act, e poi va
rilanciata la lotta allo
sfruttamento e alle disuguaglianze. C'è anche
la Costituzione: va rispettata, non
stravolta da chi ha o crede di
avere la maggioranza». La nuova
Sinistra ha un obiettivo: governare.
«Non partiamo certo battuti - ha
detto Marcialis - Sappiamo che in
giro c'è un nuovo fermento politico
e sociale che, in quest'ultima
stagione s'è sentito imbottigliato
dalle troppe, esasperate strategie
di palazzo, ma ora vuole
riconquistare visibilità». Resta il grande
quesito: con chi governare?
Potrebbe essere con il Campo
progressista,
che però sembra avvicinarsi sempre
più al Pd, e anche con i
Democratici, «ma non possono essere
certo quelli che oggi sono alla
guida della segreteria e di Palazzo
Chigi». Perché - secondo i tre
movimenti - «c'è una maggioranza, in
Parlamento, che è sostenuta da
partiti che sono dichiaratamente di
destra, altro che centrosinistra,
e con quelli mai la sinistra potrà
andare». Le elezioni regionali in
Sicilia - è stata un'altra analisi -
hanno confermato che «c'è uno
spazio ed è importante per i nostri
movimenti», anche se poi a vincere
sono stati altri. «Certo, ma una
Sinistra unita è il nostro traguardo
nel 2018. Poi vedremo se il Pd
cambierà pelle e si metterà finalmente
alle spalle la stagione del renzismo
devastante».
Continuità,
Soru: «Errore la tariffa unica» L'eurodeputato: «Ora dobbiamo far ripartire la
Ct2». L'assessore Careddu: «Presto i nuovi bandi»
CAGLIARIL'Europa ha detto che la
continuità aerea territoriale sognata
dai sardi è impossibile. Renato
Soru, europarlamentare del Pd, ha
commentato: «Lo sapevamo, ma abbiamo
insistito con la tariffa unica ed
è stato un errore. Avessimo parlato
più spesso fra noi (intendendo la
maggioranza al governo della
Regione) non ci troveremo in questa
situazione a rischio». È stata
questa, in estrema sintesi, la
conclusione dell'ex governatore nel
convegno sui trasporti,
organizzato dal suo movimento
«SardegnaEuropa».
Ma non ha insistito
nell'affondare i colpi su un passato
- l'assessore ai trasporti era
Massimo Deiana - che mai ha
condiviso, perché «abbiamo sovrapposto il
diritto alla nostra mobilità,
innegabile, con gli incentivi per il
turismo» che sono ben altra cosa.
«Però ora - ha aggiunto - abbiamo la
strada spianata, perché Bruxelles ci
ha detto fino a scriverlo in una
lettera, cos'è possibile e quello
che è impossibile fare». La tariffa
unica, residente e non residenti,
per troppi mesi in un anno è
impraticabile. «È un'alterazione del
mercato», ha aggiunto Soru, per
dire subito dopo: «Poco importa che
sia doppia o tripla rispetto a
quella dei sardi, comunque
dev'essere differenziata e non solo nei
mesi estivi».
Ad ascoltarlo il quasi neo assessore
ai trasporti Carlo
Careddu, che ha confermato: «Siamo
impegnati in una difficile
trattativa con l'Europa, ma nei
nuovi bandi, visto che gli altri sono
stati bocciati, raccoglieremo tutti
i suggerimenti che ci sono
arrivati dalla Commissione europea».
Soru lo ha incalzato: «Mi
raccomando, non fissiamoci neanche
che esista solo la Ct1 per Roma e
Milano, diversifichiamo, facciamo
ripartire il sistema della Ct2 verso
gli altri aeroporti. I due modelli
devono viaggiare assieme e quando
abbiamo abbandonato il secondo,
questo errore è stato pagato caro
dall'intero sistema».
Careddu ha confermato che «i tempi
per
ripubblicare i bandi saranno brevi
e, nel frattempo, siamo al sicuro
con la proroga». Nel convegno,
coordinato da Italo Meloni, c'è stato
anche lo spazio per affrontare la
continuità territoriale marittima.
Presente l'amministratore delegato
di Tirrenia, Massimo Mura, è stato
il deputato del Pd Francesco Sanna a
ricordare: «La convenzione è in
scadenza fra meno di tre anni e in
Parlamento è ferma una proposta di
legge che dà alla Regione ben altro
ruolo e di fatto prevede una gara
europea per assegnare le rotte».
Quindi non più quel monopolio, con
tanto d'incentivi dello Stato a
favore della Tirrenia, ma - ha detto
Soru - «dobbiamo accelerare subito
il confronto con lo Stato, perché
non possiamo rinunciare a un
servizio essenziale che garantisce, come
ha ricordato Alberto Scanu di
Confindustria, il 45 per cento del
traffico». O altrimenti, com'è
accaduto con la continuità aerea,
«saremo di nuovo in emergenza e
un'isola sui trasporti deve avere
certezze, non inseguire sogni
irrealizzabili».
Unione
sarda
Sinistra
sarda, prove di convergenza Avviato il progetto comune di Art 1-Mdp, Possibile
e SI in vista delle prossime Politiche
Una sinistra nuova, civica, diversa,
in grado di parlare anche a chi
non vota più per disaffezione o ha
scelto di andare con Grillo. È
quello che vogliono creare insieme
Art 1-Mdp, Possibile e Sinistra
Italiana. Anche in Sardegna, dove
ieri i segretari Yuri Marcialis
(Mdp), Thomas Castangia (Possibile)
e Antonello Licheri (SI), hanno
illustrato il percorso unitario
verso la costituzione di un programma
comune da discutere il 2 dicembre in
un'assemblea nazionale
rappresentativa.
Non resta tanto tempo. Fino al 19
novembre è previsto un ciclo di
assemblee territoriali dei singoli
movimenti, che poi s'incontreranno
il 24, 25 e 26 novembre in assemblee
unitarie. Il 2 dicembre i tempi
saranno già maturi per dare un nome
comune alla lista che raggrupperà
i tre movimenti in vista delle
elezioni politiche. Sarà il nome del
nuovo soggetto politico di sinistra.
«Si tratta di un percorso unitario
che sarà portato a termine in
Sardegna come in tutta Italia», ha
spiegato Marcialis. Si parte dai
territori, dunque, «e dalla tradizione
civica», sottolinea l'assessore
allo Sport del Comune di Cagliari,
«guardando anche al mondo
ambientalista e del volontariato.
Finalmente facciamo sintesi», ha
detto Castangia, segretario sardo di
Possibile, il movimento che fa
capo a Pippo Civati.
«Ridare centralità al lavoro,
combattere lo sfruttamento e le
disuguaglianze, sono i tre punti che
distingueranno il programma», ha
concluso l'esponente di Sinistra
Italiana, Antonello Licheri. La
costituzione della nuova lista viene
lanciata il giorno dopo l'appello
del leader del Campo Progressista,
Giuliano Pisapia, a un
centrosinistra unito. Ma i sardi di
Mdp, Possibile ed SI sembrano
guardare con più interesse alla
posizione dell'altra esponente Cp, la
presidente della Camera Laura
Boldrini, in particolare alla sua presa
d'atto dell'impossibilità di una
coalizione col Pd.
Roberto Murgia
PSD'AZ.
Carta polemico «Ma l'alleanza con Sgarbi è solo una sciocchezza»
Solo un'enorme sciocchezza. Angelo
Carta usa questi termini per
definire l'ipotesi di alleanza, in
vista delle politiche, del Psd'Az
di cui è capogruppo in Consiglio
regionale, con Rinascimento italiano,
movimento che fa riferimento a
Vittorio Sgarbi e all'ex ministro
dell'Economia Giulio Tremonti. «Con
le videoconferenze non si chiudono
alleanze ma si può distruggere il
Partito», ha detto ieri il
capogruppo dei Quattro mori in
Consiglio, riferendosi all'incontro di
sabato a Sassari tra il segretario
nazionale, Christian Solinas, e il
coordinatore di Rinascimento Paolo
Naccarato. I due prima hanno reso
omaggio a Francesco Cossiga al
cimitero monumentale, poi si sono
collegati in videoconferenza con
Tremonti e con Sgarbi, già ospite dei
sardisti al convegno “La nostra
Sardegna” il 22 ottobre scorso a
Villagrande Strisaili. «Il Consiglio
Nazionale del partito non ha mai
discusso di alleanze - ha precisato
ieri Carta - né di quella con la
Base di Efisio Arbau e tanto meno di
questa ipotizzata con
Rinascimento». D'altra parte, ha
aggiunto, «è inverosimile che il
Psd'Az possa affiancarsi a Sgarbi e
Tremonti per costruire qualcosa di
utile per i sardi». Secondo il
vertice di sabato, esisterebbe un patto
sulla base di un programma che
recepisce le principali questioni che
riguardano l'Isola.
Il capogruppo sardista ha lanciato
un appello a Salvatore Giaccu che,
dopo le dimissioni di Giovanni
Columbu, svolge le funzioni di
presidente del Partito: «Convochi
subito il Consiglio Nazionale, è lui
che deve garantire ai sardisti la
possibilità di confrontarsi e
discutere su tutto». (ro. mu.)
LEGGE
ELETTORALE. La doppia preferenza oggi in Aula Parità di genere, l'ora della
svolt
Testo di
daue articoli: pressing delle associazioni, l'ombra del voto segreto
È il giorno della verità. Quattro
anni fa - era il novembre 2013 - la
doppia preferenza di genere venne
bocciata dal Consiglio regionale con
il voto segreto. Oggi ritorna in
Aula come stralcio da inserire
direttamente nella legge elettorale.
Nulla impedisce il ricorso al
voto segreto, ma è altamente
improbabile soprattutto perché stavolta è
stata la conferenza dei capigruppo a
decidere per l'approdo del testo.
LISTE ALLA PARI Ma c'è di più:
Pietro Cocco (Pd) ha anche parlato
della necessità di prevedere anche
la parità di genere nella
compilazione delle liste che dovrà
essere garantita per il 50 per
cento. Su questo passaggio esiste
già un emendamento presentato dal
capogruppo di Forza Italia Pietro
Pittalis e il presidente della
commissione Autonomia, Francesco
Agus, ha fatto sapere che nel merito
si sta predisponendo un emendamento
di sintesi che sarà portato in
Aula. Oggi molto probabilmente sarà
votata anche questa proposta di
modifica.
DUE ARTICOLI Il testo licenziato il
28 settembre scorso dalla prima
commissione (con i soli voti
contrari dei sardisti Gennaro Fuoco e
Marcello Orrù) ha due articoli, il
primo recepisce una proposta di
legge di Anna Maria Busia (Campo
Progressista) e riguarda
l'inserimento secco del doppio voto,
l'altro una proposta di
Gianfranco Congiu (Partito dei
Sardi) e prevede che «nel caso di lista
circoscrizionale con due soli
candidati devono essere rappresentati
entrambi i generi». Se l'operazione
va in porto. ogni elettore sardo
avrà diritto a esprimere due
preferenze, e magari alle prossime
regionali le elette non saranno più
4 come nel 2014, ma molte di più.
CONSIGLIERE FIDUCIOSE Le quattro
consigliere - Anna Maria Busia (Campo
progressista), Daniela Forma (Pd),
Rossella Pinna (Pd) e Alessandra
Zedda (Forza Italia) - sono
fiduciose per «la consapevolezza che
trasversalmente, in seno alla
maggioranza e all'opposizione, si
respira rispetto all'urgenza di
promuovere condizioni di parità, e poi
questo meccanismo ha già dato ottimi
risultati dove applicato».
PRESSING DELLE ASSOCIAZIONI La nuova
consapevolezza acquisita è merito
anche del pressing delle
associazioni che hanno sposato la causa.
Movimenti come Heminas,
Coordinamento 3 - Donne di Sardegna, Meglio in
due, gli stessi che, anche per oggi,
invitano a non abbassare la
guardia. «No al voto segreto e no ad
altri giochi, la Sardegna vi
osserva», è il monito lanciato ieri
dalle coordinatrici di Meglio in
due. «Non possiamo permetterci un
altro 2013, un'altra richiesta di
voto segreto, altri giochi al rinvio
magari per allungare i tempi o
strategie simili. Dalle parole si
deve passare ai fatti e quindi
votare lo stralcio in modo palese -
scrivono in una nota - il percorso
è stato lungo e tortuoso ma non ci
siamo mai arrese. Saremo lì ad
osservare e insieme a noi ci saranno
gli oltre 200 Comuni, i gruppi e
le associazioni che hanno aderito
alla battaglia».
Roberto Murgia
E la
Direzione Pd applaude. Né veti né abiure: Renzi punta all'alleanza ampia
ROMA Nessuna abiura sui provedimenti
adottati dal suo governo ma
neppure veti su sigle e interlocutori
per costruire a coalizione «più
ampia possibile». Nella Direzione
del Pd Matteo Renzi traccia il
perimetro delle alleanze che i dem
dovranno tenere insieme: dai
moderati fino a Sinistra Italiana e
ai bersaniani di Mdp passando per
Campo progressista di Pisapia,
Verdi, ciò che resta di Italia dei
Valori, Radicali italiani di Magi e
Bonino e socialisti.
L'obiettivo è «essere il primo
gruppo parlamentare della prossima
legislatura», spiega dopo un
ragionamento che parte dal suo governo:
«Non faremo passi indietro sulla
rivendicazione del passato», e «chi
fa richieste di abiura non si rende
conto che il Paese era in crisi
profonda». Renzi difende il JobsAct,
gli 80 euro e la politica sui
migranti (e quindi Marco Minniti):
«Ci sono stati errori, ma le cose
che sono state fatte hanno
migliorato il Paese».
Poi il segretario cambia
prospettiva: «Il futuro è una pagina bianca»
e «se vogliamo fare una discussione
seria, il Pd c'è. Gli insulti che
ho ricevuto non valgono, dobbiamo
ragionare e guardare avanti».
Quindi, il passo più atteso: «Non
sarà il Pd a mettere paletti ad una
coalizione più larga possibile».
La relazione passa senza voti
contrari, col sì di un critico come
Gianni Cuperlo e «l'applauso
convinto» dell'alleato-concorrente Dario
Franceschini, ma si astengono i 15
componenti della Direzione che
fanno capo al ministro della
Giustizia Andrea Orlando, che nel suo
intervento ammoniva: «Dobbiamo dire
qual è esattamente il terreno e
quali sono i tempi, non restare nel
vago».
IL
REPORT. Cagliari-Rifiuti e acqua, città bocciata Le pagelle di Legambiente sui
Comuni verdi d'Italia: Cagliari a metà classifica Ok i dati sul trasporto
pubblico ma la qualità dell'aria non va
Bocciata nella gestione dei rifiuti
e dell'acqua, rimandata per la
qualità dell'aria, promossa su
mobilità e trasporto pubblico. Le
pagelle verdi stilate nell'ultimo
rapporto “Ecosistema urbano” da
Legambiente e Ambiente Italia, non
sorridono del tutto a Cagliari. Il
capoluogo sardo conquista infatti un
anonimo 52esimo posto nella
classifica generale delle città più
green d'Italia, lontana da
Oristano (decima) e Nuoro (36esima)
e avanti solo a Sassari (53esima).
Un risultato abbastanza deludente se
si considera che
l'amministrazione guidata da Massimo
Zedda, in sella da 6 anni, ha
fatto dell'ecosostenibilità una
della sue bandiere.
LE CRITICITÀ L'indagine si basa su
16 parametri divisi per macro aree.
A incidere negativamente sul
risultato finale sono in primis l'elevata
produzione di rifiuti e la bassa
percentuale di differenziata (ferma
al 29,2%), dove Cagliari - in attesa
che entri a regime il nuovo
appalto e soprattutto il porta a
porta - occupa rispettivamente la
76esima e la 84esima posizione. Male
anche la gestione delle acque, su
cui pesano però le responsabilità di
Abbanoa: tra i 104 capoluoghi di
provincia, Cagliari è al 93esimo
posto per le perdite della rete
(oltre la metà dell'acqua immessa
viene sprecata, un problema che
riguarda tutte le città sarde) e al
61esimo per consumo idrico pro
capite (154 litri al giorno). Non va
bene neanche sul fronte della
qualità dell'aria: nonostante
condizioni climatiche favorevoli,
Cagliari è al 54esimo posto per
inquinamento da Pm10 (polveri sottili)
mentre le altre città sarde sono tra
le più virtuose d'Italia, con
Nuoro al primo posto.
LE NOTE LIETE Dove invece Cagliari
eccelle è su alcuni indicatori
relativi alla mobilità. In quello
dell'offerta di trasporto pubblico
(percorrenza annua per abitante) ad
esempio, Cagliari è addirittura
prima tra le città con meno di
200mila residenti, mentre si mette al
collo la medaglia di bronzo per il
numero di passeggeri dietro solo a
Brescia e Trento. Bene anche
l'indicatore aree pedonali, 16esimo
posto. Curioso invece il dato delle
piste ciclabili, su cui la giunta
Zedda ha puntato moltissimo: qui
Cagliari risulta 52esima in
classifica. Quanto al verde urbano,
con 10,38 alberi ogni 100
abitanti, la città si piazza ancora
una volta a metà classifica:
51esima.
LE REAZIONI «Cagliari ha raggiunto
risultati eccellenti nel trasporto
pubblico - dice Vincenzo Tiana di
Legambiente -. Deve invece molto
migliorare sul sistema rifiuti, voce
in cui è ancora molto indietro
soprattutto nella raccolta
differenziata». Duro Stefano Schirru,
consigliere di Forza Italia che parla
di risultati deludenti:
«Cagliari è una città sporca e la
gestione dei rifiuti è di
vecchissima concezione - dice -,
questa amministrazione è stata
incapace di progettare con
razionalità ed efficienza. La ricorderemo
per le piste ciclabili che hanno
congestionato il traffico aumentando
l'inquinamento».
IL PRIMO CITTADINO Il sindaco
Massimo Zedda guarda invece i lati
positivi: «Lo studio di Legambiente
è utile per consolidare i già
buoni risultati ottenuti e
migliorare in altri settori. Il nuovo
sistema dei rifiuti ci consentirà di
incrementare la percentuale di
differenziata e porterà a una
progressiva diminuzione delle tasse. Dal
2012, con Abbanoa stiamo
intervenendo per il rifacimento dei
sottoservizi, sostituendo le tubature
che, in alcuni casi, avevano più
di 100 anni. Questo consentirà di
eliminare le perdite e gli sprechi».
E conclude: «Tra i risultati
positivi vi sono il numero in costante
crescita di passeggeri sui bus del
Ctm, che ci pone ai primi posti in
Italia per la mobilità sostenibile e
il verde pubblico. Studiamo poi
con attenzione anche il rapporto
annuale ICity Rate, che ci posiziona
al primo posto tra le città
intelligenti e innovative del sud Italia».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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