Riformatori critici dopo il via alla
nuova rete ospedaliera «Ormai
siamo sull'orlo del disastro»
«La sanità sarda è sull'orlo del
disastro, certificato da una riforma falsa, che è riuscita nel difficilissimo
obiettivo di scontentare tutti, dai sindaci, ai medici, ai pazienti. La Regione
brancola nel buio, come dimostra l'ultimo teatrino della legge nazionale di stabilità:
300 milioni prima appositamente stanziati su richiesta della Sardegna e poi
rifiutati quando il Governo ha detto che avrebbe controllato la spesa.
E adesso, si prova addirittura a
fare cassa sugli stipendi dei medici: siamo veramente all'anticamera della tragedia».
Il deputato Pierpaolo Vargiu ha chiuso la manifestazione di sabato scorso al
Comune di Cagliari, organizzata dai Riformatori Sardi per discutere della
situazione della sanità dopo l'approvazione della riforma della rete
ospedaliera.
«Quella della Asl unica è stata una
buona idea applicata male», ha sottolineato Franco Meloni, «perché mancano la
necessaria separazione tra committente ed erogatori delle prestazioni e un
appropriato regime di controlli sia sul privato che sul pubblico, dove si annidano
la maggior parte degli sprechi». Ancora: «La spesa complessiva di 3,2 miliardi
non è eccessiva, eccessiva è stata l'enfasi che vi ha posto la Giunta, che ha
parlato di sprechi da 300 o 400 milioni, fallendo nel tentativo di ridurre la
spesa ma anzi sottostimandola costantemente, creando voragini nei conti
difficili da ripianare».
Unione
Sarda
LANUSEI.
Soffia il vento delle urne, i partiti affilano le armi
Da Forza
Italia al Pd, iniziata la corsa per le candidature
Qualcosa comincia a muoversi. Le
elezioni regionali non sono alle
porte, ma nei circoli di partito il
cammino verso le regionali del
2019 è già cominciato. Si lavora nel
centrodestra per raccogliere
l'eredità politica di Angelo
Stochino , candidato cinque anni fa sotto
le insegne di Forza Italia. Missione
complicata. Nella galassia
azzurra è data in forte ascesa la
stella dell'ex sindaco di
Villagrande Pierino Cannas . Carla
Lai , neo coordinatrice Forza
Italia per L'Ogliastra, potrebbe
essere chiamata a occupare la casella
rosa.
Regionali legate a doppio filo alle
politiche. Diversi i nomi in ballo
tra cui quello di Angelo Cucca ,
fresco di ritorno in Fi.
CASA DEM In casa Pd la situazione
sembra più liquida. Il partito
amministra diversi comuni importanti
e il consigliere uscenteFranco
Sabatini non potrà essere ricandidato.
Dove confluirà il suo
patrimonio di voti? Tra i papabili
viene indicato il sindaco di Baunei
Salvatore Corrias . Le 245 tessere
Dem sottoscritte in paese sembrano
quasi un'investitura.
Tuttavia niente può dirsi scontato.
Il partito ha diversi potenziali
candidati, come il neo segretario
provinciale Carlo Balloi e il
sindaco di Lanusei Davide Burchi ,
passando per quello di Villagrande
Giuseppe Loi . Per la “signora Dem”,
i bene informati indicano Alessandra Pistis , ex
commissario in Provincia, come la candidata
ideale, qualora fosse
disponibile.
REBUS ALLEANZE I democratici
dovranno guardarsi le spalle a sinistra.
Non è escluso che Mdp-Articolo 1
voglia mettere i bastoni tra le
ruote. Uno dei coordinatori Mdp è
Ivan Puddu , assessore al turismo al
Comune di Baunei. È facile prevedere
mesi di intenso confronto. Se
nulla trapela sul fronte Cinque
Stelle grande attivismo mostra
Fratelli d'Italia. Ha consolidato la
sua presenza a Tortolì, con due
assessori Giacomo Usai e Stefania
Vargiu . Le alleanze a livello
nazionale diranno qualcosa di più.
Per il momento nessuno tra i diversi
potenziali candidati sembra
interessato a dire la sua. «È
davvero troppo presto», hanno sussurrato
in tanti. Tuttavia è doveroso notare
come il vento di elezioni abbia
riportato un attivismo che sembrava
del tutto sopito. I circoli sono
attivi e il cuore della politica ha
ripreso a pulsare.
Simone Loi
Doppia
preferenza, rimedi contro le furbizie - I favorevoli allo
stralcio
cercano di evitare il voto segreto
«I tempi sono maturi», «noi siamo a
favore», «ci auguriamo che nessuno
ricorra al voto segreto». A sentire
la maggior parte dei capigruppo,
la strada per la doppia preferenza è
spianata. «Il gruppo del Pd è a
favore, l'ho chiarito tante volte»,
ripete Pietro Cocco. Idem Pietro
Pittalis (Forza Italia): «Abbiamo
persino proposto un emendamento
sulla perfetta parità nelle liste,
speriamo che martedì la legge sia
approvata».
Non ne parlano, ma sanno bene che
domani il voto segreto potrebbe
essere chiesto dal nuovo gruppo
“Sardegna”, formato da Marcello Orrù
(Psd'Az), Paolo Truzzu (FdI),
Gennaro Fuoco (Psd'Az) e Mariano Contu
(FI). I primi tre apertamente contro
lo stralcio nella legge
elettorale. Quanto a Contu, la sua è
«solo un'adesione tecnica:
mancherò dal Consiglio fino al 24
novembre, quindi non parteciperò al
voto, ma ribadisco la volontà di
rispettare le decisioni di Forza
Italia».
«Dietro il gesto chiaro dei
consiglieri che hanno costituito
“Sardegna” aleggia il sospetto che
riguarda tutti gli altri che fanno
a gara a pronunciarsi a favore della
legge, in nome proprio e dei
gruppi che rappresentano», dice
Annamaria Busia (Cp): «La doppia
preferenza non è un obbligo, ma solo
una possibilità in più per gli
elettori. La chiusura dei maschi
appare inspiegabile».
Qualcuno immagina già eventuali
contromisure nel caso in cui Orrù
(capogruppo di “Sardegna”) chiedesse
in aula il voto segreto: «Per
esempio chi si è sempre detto a
favore dello stralcio potrebbe
abbandonare l'aula in caso di voto
segreto, facendo mancare il numero
legale», propone Daniele Cocco,
capogruppo di Art. 1-Sdp. «Serve una
strategia per neutralizzare il voto
segreto: se la doppia preferenza
non passasse torneremmo indietro di
quattro anni».
«Lo stralcio è ineludibile per un
fatto di tempi, maturità e
coerenza», sostiene il capogruppo
del Partito dei Sardi, Gianfranco
Congiu: «Chiediamo che l'aula trovi
sintesi sulla doppia preferenza,
ma che voti solo quella, lasciando
da parte richieste inedite che
potrebbero anche nuocere». Si riferisce
all'emendamento sulla
composizione delle liste e sulla
ripartizione dei seggi: «Questioni
non filtrate dalla commissione,
esperienze non ancora testate. I
processi devono essere ordinati».
Roberto Murgia
Liste
d'attesa, si rafforza il Cup-Arru: pronti 2,5 milioni. Moirano:
ricorriamo
anche ai privati
Il piano
della Regione per superare l'emergenza e abbattere i tempi
delle
prestazioni
Potenziamento del Centro unico di
prenotazione; sensibilizzazione dei
medici sulla quantità delle
prescrizioni e sulla presa in carico del
paziente per le seconde visite;
integrazione tra offerta pubblica e
privata. L'assessorato regionale
alla Sanità e l'Ats mettono in campo
un piano per abbattere le liste
d'attesa. Ci sono visite
specialistiche per le quali bisogna
attendere anche più di un anno,
migliaia e migliaia di persone “in
fila” per vedere un medico, reparti
con l'acqua alla gola e personale
ridottissimo, le associazioni dei
malati che protestano per una
situazione spesso «vergognosa». Le
risorse del vecchio Piano del 2010 -
28,5 milioni - non hanno dati
risultati apprezzabili, sono
avanzati 2,5 milioni, che saranno
utilizzati per rivedere il sistema e
introdurre per la prima volta i
codici sulle priorità, previsti allora
e mai concretizzati.
LA REGIONE La Giunta regionale
venerdì scorso ha approvato - su
proposta dell'assessore alla Sanità
Luigi Arru - una delibera che
«corregge quanto stabilito per il
contenimento delle liste d'attesa
dal 2010 a oggi». In sostanza, c'erano
28,5 milioni di euro, ne sono
stati spesi 26, evidentemente non
nel migliore dei modi dato che i
tempi d'attesa per i sardi, in
generale, non si sono accorciati.
Adesso, con i 2,5 milioni rimasti,
si tenterà di rimediare, e
istituire - come prescrive il
programma - i tempi massimi di attesa
per le prestazioni ambulatoriali in
base alle classi di priorità: U
(urgente), da eseguire nel più breve
tempo possibile e, comunque,
entro 72 ore; B (breve), da eseguire
entro 10 giorni; D (differibile),
da eseguire entro 30 giorni per le
visite o 60 giorni per gli
accertamenti diagnostici; P
(programmata).
LE RISORSE «Le Assl», sottolinea
Arru, «hanno avuto quasi 28 milioni e
mezzo di euro per far fronte al
problema della prenotazione delle
prestazioni sanitarie. A fronte di
queste ingenti risorse, però, è
mancata un'adeguata
sensibilizzazione dei medici che fanno le
prescrizioni. Il Cup regionale deve
essere sfruttato meglio, ci deve
essere una gestione distinta delle
priorità per il primo accesso, e la
possibilità per l'erogatore della
prestazione di attivare il
protocollo di presa in carico e
follow-up e, quindi, delle successive
visite, senza ripassare per il
sistema di prenotazione regionale». In
altre parole: si passa dal Centro
unico di prenotazione nel caso si
tratti di una prima visita poi, per
quelle successive, ci si mette
d'accordo direttamente con lo
specialista.
«Le risorse del Piano del 2010
rimodulate, verranno utilizzate per
smaltire le liste d'attesa»,
aggiunge l'assessore, «garantendo la
prenotazione, su agende
informatizzate sul sistema Cup regionale, di
almeno il 90% delle prestazioni
erogate di specialistica
ambulatoriale, comprese le prime
visite specialistiche, e dell'80%
della totalità delle prestazioni
erogate di specialistica
ambulatoriale istituzionale e
intramoenia (ad esclusione delle
prestazioni di laboratorio
analisi)».
L'ATS Intanto, nei giorni scorsi, il
numero uno dell'Azienda tutela
della salute, Fulvio Moirano, ha
firmato un provvedimento che destina
circa 1,6 milioni allo stesso
obiettivo. Dopo un monitoraggio delle
maggiori criticità nelle varie Assl
sono stati distribuiti tra le
strutture private nei singoli
territori i volumi di prestazioni
necessari e alle Assl i soldi per
pagarli. In sostanza, il paziente in
lista d'attesa viene chiamato e gli
si propone un altro appuntamento,
molto più ravvicinato, nella
struttura privata. «Il ricorso
all'attività del privato», specifica
la determina, «può rappresentare
un valido strumento da utilizzare
per sopperire alle carenze
dell'offerta pubblica, l'offerta di
prestazioni deve essere
disponibile agli utenti in maniera
indistinta». E con gli stessi costi.
LE AZIONI Anche Moirano specifica
che un altro fronte sul quale è
necessario intervenire riguarda il
numero delle prestazioni. «Alcune,
sono veramente in numero
spropositato», spiega, «per risolvere il
problema delle liste bisogna mettere
in campo azioni sinergiche e
parallele sul governo della domanda,
su quello dell'offerta, sui
sistemi di prenotazione ed
erogazione. Speriamo, già alla fine
dell'anno, di vedere i primi
risultati concreti».
Cristina Cossu
La
sinistra: no al Pd - Pisapia: ripensateci. Speranza: sei tu che cambi idea
Mdp e Si,
porte chiuse alla coalizione
ROMA Mdp e Sinistra Italiana
chiudono ai tentativi di disgelo del Pd,
con Pierluigi Bersani che prova a
«lasciare la porta aperta» per il
dopo voto, perché con questa legge
elettorale «ci si ritrova comunque
in parlamento, non vince nessuno con
quella roba lì».
IL MEDIATORE Piero Fassino,
incaricato dal Pd di tessere una nuova
coalizione, incassa l'impegno di
Romano Prodi come garante, ma agli ex
dem non basta: «Dobbiamo uscire dal
teatrino di questi giorni. Renzi è
un nome del passato, non del
futuro», dice il coordinatore Mdp Roberto
Speranza.
FRATOIANNI «Porte chiuse», gli fa
eco Nicola Fratoianni di Sinistra
Italiana. A fine mattinata
l'assemblea di Mdp approva all'unanimità la
relazione di Speranza: avanti verso
la lista unitaria con Si e
Possibile, da sancire il 3 dicembre.
E a Giuliano Pisapia, che chiede
ai bersaniani di ripensarci,
Speranza dice: «Noi siamo sempre dalla
stessa parte. Più che cambiare idea
noi, non vorrei che fosse Pisapia
ad aver cambiato idea. Spero proprio
di no».
La
Nuova
Doppia
preferenza il Pd: basta con le furbate
politica regionale
SASSARI
Domani l'aula sarà chiamata a
esprimersi sulla doppia preferenza di
genere. Sulla carta la sua
introduzione sembra cosa fatta, i partiti
si sono tutti schierati per il voto
palese, ma il nuovo gruppo
Sardegna, formato da esponenti di
Psd'Az, Forza Italia, Fratelli
d'Italia e Uds, quasi tutti contrari
alla parità tra sessi nelle
liste, potrebbe cambiare le sorti
della legge elettorale con la
richiesta del voto segreto. L'unica
cosa certa è che domani uno dei
quattro componenti non sarà in aula.
È lo stesso Mariano Contu ad
annunciarlo. «Sarò ancora assente
dai lavori fino a venerdì e non
parteciperò al voto sulla doppia
preferenza per allontanare da me il
sospetto di un no». Il consigliere
dice che quella al gruppo Sardegna
è «un'adesione solo tecnica, il mio
partito resta Forza Italia». Sulla
possibilità che il suo gruppo
Sardegna chieda il voto segreto, però,
nessuna parola. «Siamo alle furbate
istituzionali - tuona il
consigliere del Pd Antonio Solinas
-. La costituzione di un nuovo
gruppo è un atto formalmente
corretto ma è finalizzata solo alla
richiesta del voto segreto». E al
consigliere di Fi, Stefano Tunis,
che aveva proposto alla giunta
Pigliaru di chiedere la fiducia sulla
doppia preferenza, Solinas ribatte:
«Chieda l'espulsione dal suo
partito di quei consiglieri che
hanno permesso la formazione del nuovo
gruppo».Intanto si moltiplicano gli
appelli ai 60 consiglieri perché
dicano sì alla doppia preferenza e
scongiurino il remake della
clamorosa bocciatura del 2013. Il
Coordinamento 3 Donne di Sardegna
chiede di «non bruciare il futuro
della Sardegna.
Il 21 novembre sarà
una data da ricordare per la
democrazia paritaria. La possibilità di
conferire o togliere dignità a
questa data è nella coscienza di 60
onorevoli cittadini, eletti con una
legge elettorale discriminatoria
che ha consentito a sole 4 donne di
accedere all'assemblea regionale».
La nota incassa l'adesione di
rappresentanti della società civile,
istituzionale e culturale. Come il
magistrato Simonetta Sotgiu, la
sociologa Antonietta Mazzette, l'ex
presidente del Fai Maria
Antonietta Mongiu, l'ex rettore di
Sassari Attilio Mastino. Anche
l'altra associazione impegnata nella
battaglia sulla doppia
preferenza, Meglio in due, si
appella ai 60 inquilini di via Roma. «Ci
aspettiamo che i partiti non
tradiscano gli impegni presi a favore
della doppia preferenza di genere
anche con una possibile richiesta di
voto segreto». (al.pi.)
Ignazio
Ganga, Cisl: «Lavoro antidoto contro la povertà»
CAGLIARIIl dramma della povertà si
risolve solo con la creazione di
posti di lavoro. Ne è convinto il
segretario regionale della Cisl
Ignazio Ganga. «La situazione della
povertà in Sardegna non può dirsi
migliorata soltanto perché l'Istat
ha certificato che l'incidenza
della povertà relativa sulle
famiglie nel 2016 è passata dal 14,9% al
14,0% Oppure perché nella nostra
regione esiste il Reddito di
inclusione - ha detto il segretario
della Cisl in occasione della
Giornata mondiale della povertà -Né
può consolare il fatto che, tra le
regioni meridionali, quella sarda
sia messa meglio rispetto a questa
emergenza.
Da molti anni la Cisl ripete che la
madre di tutte le
povertà è l'assenza di lavoro, che
non genera solo disoccupazione, ma
anche fuga dei giovani dall'isola,
precarietà di vita, malattie, crisi
familiari, perfino suicidi. La
povertà ha il volto dei circa 400 mila
sardi senza lavoro, dei 450 mila
nostri concittadini che hanno come
massimo titolo di studio la licenza
elementare e 544 mila appena la
licenza di scuola media inferiore».
Secondo Ganga «il reddito di
inclusione dovrebbe essere
rafforzato attraverso il lavoro. La Cisl ha
condiviso l'aumento delle risorse
per l'emergenza povertà ma vorrei
ricordare ai politici che solo con
la creazione di posti di lavoro si
possono aiutare veramente i poveri».
Il
consigliere chiede che in finanziaria ci siano più risorse per
scuola e
povertà
Sabatini:
«Serve più coraggio»
CAGLIARI«Serve una manovra più
coraggiosa e in sintonia con i sardi,
che onori e compia l'opera del presidente
Pigliaru e della sua
Giunta». Lo chiede il presidente
della terza commissione del Consiglio
regionale, Franco Sabatini (Pd), a
conclusione del ciclo di audizioni
che ha impegnato nelle scorse
settimane il parlamentino del
bilancio.«Auspichiamo più coraggio -
ha aggiunto l'esponente dei
democratici - nel ricordare
all'esecutivo e alle forze della
maggioranza che quella che ci
accingiamo a varare sarà l'ultima
manovra prima delle nuove elezioni.
Per questo è necessario un
consistente rafforzamento degli
stanziamenti utili a portare a
compimento il disegno riformatore
promosso dal centrosinistra sardo
alla guida della Regione».
Secondo il presidente della
commissione
Bilancio, gli interventi più urgenti
riguardano la scuola e
l'università, la formazione
professionale, le imprese, le nuove
povertà e gli enti locali.«Sono
necessarie politiche più incisive per
l'università sarda e il diritto allo
studio - ha spiegato Sabatini -
così come serve lavorare sui voucher
formativi per uscire dalle non
più efficaci politiche della
formazione professionale legate agli
affidamenti ad enti e agenzie.
Inoltre, lo strumento introdotto per
combattere le povertà, il Reis, deve
essere rafforzato se si vogliono
dare le risposte attese».«Alle imprese
servono strumenti snelli e
efficaci - ha spiegato Sabatini - ed
è necessario approntare
correttivi nel sistema dei bandi
perché è ormai accertato che le
imprese artigiane, che rappresentano
la maggior parte del tessuto
produttivo isolano, rischiano di essere
escluse dalla complessità
delle procedure previste per
l'assegnazione anche di piccole cifre».
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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