lunedì 20 novembre 2017

Lunedì 20 Novembre 2017


Riformatori critici dopo il via alla nuova rete ospedaliera «Ormai
siamo sull'orlo del disastro»

«La sanità sarda è sull'orlo del disastro, certificato da una riforma falsa, che è riuscita nel difficilissimo obiettivo di scontentare tutti, dai sindaci, ai medici, ai pazienti. La Regione brancola nel buio, come dimostra l'ultimo teatrino della legge nazionale di stabilità: 300 milioni prima appositamente stanziati su richiesta della Sardegna e poi rifiutati quando il Governo ha detto che avrebbe controllato la spesa.

E adesso, si prova addirittura a fare cassa sugli stipendi dei medici: siamo veramente all'anticamera della tragedia». Il deputato Pierpaolo Vargiu ha chiuso la manifestazione di sabato scorso al Comune di Cagliari, organizzata dai Riformatori Sardi per discutere della situazione della sanità dopo l'approvazione della riforma della rete ospedaliera.

«Quella della Asl unica è stata una buona idea applicata male», ha sottolineato Franco Meloni, «perché mancano la necessaria separazione tra committente ed erogatori delle prestazioni e un appropriato regime di controlli sia sul privato che sul pubblico, dove si annidano la maggior parte degli sprechi». Ancora: «La spesa complessiva di 3,2 miliardi non è eccessiva, eccessiva è stata l'enfasi che vi ha posto la Giunta, che ha parlato di sprechi da 300 o 400 milioni, fallendo nel tentativo di ridurre la spesa ma anzi sottostimandola costantemente, creando voragini nei conti difficili da ripianare».



Unione Sarda

LANUSEI. Soffia il vento delle urne, i partiti affilano le armi
Da Forza Italia al Pd, iniziata la corsa per le candidature

Qualcosa comincia a muoversi. Le elezioni regionali non sono alle
porte, ma nei circoli di partito il cammino verso le regionali del
2019 è già cominciato. Si lavora nel centrodestra per raccogliere
l'eredità politica di Angelo Stochino , candidato cinque anni fa sotto
le insegne di Forza Italia. Missione complicata. Nella galassia
azzurra è data in forte ascesa la stella dell'ex sindaco di
Villagrande Pierino Cannas . Carla Lai , neo coordinatrice Forza
Italia per L'Ogliastra, potrebbe essere chiamata a occupare la casella
rosa.

Regionali legate a doppio filo alle politiche. Diversi i nomi in ballo
tra cui quello di Angelo Cucca , fresco di ritorno in Fi.
CASA DEM In casa Pd la situazione sembra più liquida. Il partito
amministra diversi comuni importanti e il consigliere uscenteFranco
Sabatini non potrà essere ricandidato. Dove confluirà il suo
patrimonio di voti? Tra i papabili viene indicato il sindaco di Baunei
Salvatore Corrias . Le 245 tessere Dem sottoscritte in paese sembrano
quasi un'investitura.

Tuttavia niente può dirsi scontato. Il partito ha diversi potenziali
candidati, come il neo segretario provinciale Carlo Balloi e il
sindaco di Lanusei Davide Burchi , passando per quello di Villagrande
Giuseppe Loi . Per la “signora Dem”, i bene informati indicano Alessandra Pistis , ex
commissario in Provincia, come la candidata ideale, qualora fosse
disponibile.

REBUS ALLEANZE I democratici dovranno guardarsi le spalle a sinistra.
Non è escluso che Mdp-Articolo 1 voglia mettere i bastoni tra le
ruote. Uno dei coordinatori Mdp è Ivan Puddu , assessore al turismo al
Comune di Baunei. È facile prevedere mesi di intenso confronto. Se
nulla trapela sul fronte Cinque Stelle grande attivismo mostra
Fratelli d'Italia. Ha consolidato la sua presenza a Tortolì, con due
assessori Giacomo Usai e Stefania Vargiu . Le alleanze a livello
nazionale diranno qualcosa di più.

Per il momento nessuno tra i diversi potenziali candidati sembra
interessato a dire la sua. «È davvero troppo presto», hanno sussurrato
in tanti. Tuttavia è doveroso notare come il vento di elezioni abbia
riportato un attivismo che sembrava del tutto sopito. I circoli sono
attivi e il cuore della politica ha ripreso a pulsare.
Simone Loi

Doppia preferenza, rimedi contro le furbizie - I favorevoli allo
stralcio cercano di evitare il voto segreto

«I tempi sono maturi», «noi siamo a favore», «ci auguriamo che nessuno
ricorra al voto segreto». A sentire la maggior parte dei capigruppo,
la strada per la doppia preferenza è spianata. «Il gruppo del Pd è a
favore, l'ho chiarito tante volte», ripete Pietro Cocco. Idem Pietro
Pittalis (Forza Italia): «Abbiamo persino proposto un emendamento
sulla perfetta parità nelle liste, speriamo che martedì la legge sia
approvata».

Non ne parlano, ma sanno bene che domani il voto segreto potrebbe
essere chiesto dal nuovo gruppo “Sardegna”, formato da Marcello Orrù
(Psd'Az), Paolo Truzzu (FdI), Gennaro Fuoco (Psd'Az) e Mariano Contu
(FI). I primi tre apertamente contro lo stralcio nella legge
elettorale. Quanto a Contu, la sua è «solo un'adesione tecnica:
mancherò dal Consiglio fino al 24 novembre, quindi non parteciperò al
voto, ma ribadisco la volontà di rispettare le decisioni di Forza
Italia».

«Dietro il gesto chiaro dei consiglieri che hanno costituito
“Sardegna” aleggia il sospetto che riguarda tutti gli altri che fanno
a gara a pronunciarsi a favore della legge, in nome proprio e dei
gruppi che rappresentano», dice Annamaria Busia (Cp): «La doppia
preferenza non è un obbligo, ma solo una possibilità in più per gli
elettori. La chiusura dei maschi appare inspiegabile».

Qualcuno immagina già eventuali contromisure nel caso in cui Orrù
(capogruppo di “Sardegna”) chiedesse in aula il voto segreto: «Per
esempio chi si è sempre detto a favore dello stralcio potrebbe
abbandonare l'aula in caso di voto segreto, facendo mancare il numero
legale», propone Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1-Sdp. «Serve una
strategia per neutralizzare il voto segreto: se la doppia preferenza
non passasse torneremmo indietro di quattro anni».

«Lo stralcio è ineludibile per un fatto di tempi, maturità e
coerenza», sostiene il capogruppo del Partito dei Sardi, Gianfranco
Congiu: «Chiediamo che l'aula trovi sintesi sulla doppia preferenza,
ma che voti solo quella, lasciando da parte richieste inedite che
potrebbero anche nuocere». Si riferisce all'emendamento sulla
composizione delle liste e sulla ripartizione dei seggi: «Questioni
non filtrate dalla commissione, esperienze non ancora testate. I
processi devono essere ordinati».
Roberto Murgia

Liste d'attesa, si rafforza il Cup-Arru: pronti 2,5 milioni. Moirano:
ricorriamo anche ai privati
Il piano della Regione per superare l'emergenza e abbattere i tempi
delle prestazioni

Potenziamento del Centro unico di prenotazione; sensibilizzazione dei
medici sulla quantità delle prescrizioni e sulla presa in carico del
paziente per le seconde visite; integrazione tra offerta pubblica e
privata. L'assessorato regionale alla Sanità e l'Ats mettono in campo
un piano per abbattere le liste d'attesa. Ci sono visite
specialistiche per le quali bisogna attendere anche più di un anno,
migliaia e migliaia di persone “in fila” per vedere un medico, reparti
con l'acqua alla gola e personale ridottissimo, le associazioni dei
malati che protestano per una situazione spesso «vergognosa». Le
risorse del vecchio Piano del 2010 - 28,5 milioni - non hanno dati
risultati apprezzabili, sono avanzati 2,5 milioni, che saranno
utilizzati per rivedere il sistema e introdurre per la prima volta i
codici sulle priorità, previsti allora e mai concretizzati.

LA REGIONE La Giunta regionale venerdì scorso ha approvato - su
proposta dell'assessore alla Sanità Luigi Arru - una delibera che
«corregge quanto stabilito per il contenimento delle liste d'attesa
dal 2010 a oggi». In sostanza, c'erano 28,5 milioni di euro, ne sono
stati spesi 26, evidentemente non nel migliore dei modi dato che i
tempi d'attesa per i sardi, in generale, non si sono accorciati.
Adesso, con i 2,5 milioni rimasti, si tenterà di rimediare, e
istituire - come prescrive il programma - i tempi massimi di attesa
per le prestazioni ambulatoriali in base alle classi di priorità: U
(urgente), da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque,
entro 72 ore; B (breve), da eseguire entro 10 giorni; D (differibile),
da eseguire entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli
accertamenti diagnostici; P (programmata).

LE RISORSE «Le Assl», sottolinea Arru, «hanno avuto quasi 28 milioni e
mezzo di euro per far fronte al problema della prenotazione delle
prestazioni sanitarie. A fronte di queste ingenti risorse, però, è
mancata un'adeguata sensibilizzazione dei medici che fanno le
prescrizioni. Il Cup regionale deve essere sfruttato meglio, ci deve
essere una gestione distinta delle priorità per il primo accesso, e la
possibilità per l'erogatore della prestazione di attivare il
protocollo di presa in carico e follow-up e, quindi, delle successive
visite, senza ripassare per il sistema di prenotazione regionale». In
altre parole: si passa dal Centro unico di prenotazione nel caso si
tratti di una prima visita poi, per quelle successive, ci si mette
d'accordo direttamente con lo specialista.

«Le risorse del Piano del 2010 rimodulate, verranno utilizzate per
smaltire le liste d'attesa», aggiunge l'assessore, «garantendo la
prenotazione, su agende informatizzate sul sistema Cup regionale, di
almeno il 90% delle prestazioni erogate di specialistica
ambulatoriale, comprese le prime visite specialistiche, e dell'80%
della totalità delle prestazioni erogate di specialistica
ambulatoriale istituzionale e intramoenia (ad esclusione delle
prestazioni di laboratorio analisi)».

L'ATS Intanto, nei giorni scorsi, il numero uno dell'Azienda tutela
della salute, Fulvio Moirano, ha firmato un provvedimento che destina
circa 1,6 milioni allo stesso obiettivo. Dopo un monitoraggio delle
maggiori criticità nelle varie Assl sono stati distribuiti tra le
strutture private nei singoli territori i volumi di prestazioni
necessari e alle Assl i soldi per pagarli. In sostanza, il paziente in
lista d'attesa viene chiamato e gli si propone un altro appuntamento,
molto più ravvicinato, nella struttura privata. «Il ricorso
all'attività del privato», specifica la determina, «può rappresentare
un valido strumento da utilizzare per sopperire alle carenze
dell'offerta pubblica, l'offerta di prestazioni deve essere
disponibile agli utenti in maniera indistinta». E con gli stessi costi.

LE AZIONI Anche Moirano specifica che un altro fronte sul quale è
necessario intervenire riguarda il numero delle prestazioni. «Alcune,
sono veramente in numero spropositato», spiega, «per risolvere il
problema delle liste bisogna mettere in campo azioni sinergiche e
parallele sul governo della domanda, su quello dell'offerta, sui
sistemi di prenotazione ed erogazione. Speriamo, già alla fine
dell'anno, di vedere i primi risultati concreti».
Cristina Cossu


La sinistra: no al Pd - Pisapia: ripensateci. Speranza: sei tu che cambi idea
Mdp e Si, porte chiuse alla coalizione

ROMA Mdp e Sinistra Italiana chiudono ai tentativi di disgelo del Pd,
con Pierluigi Bersani che prova a «lasciare la porta aperta» per il
dopo voto, perché con questa legge elettorale «ci si ritrova comunque
in parlamento, non vince nessuno con quella roba lì».
IL MEDIATORE Piero Fassino, incaricato dal Pd di tessere una nuova
coalizione, incassa l'impegno di Romano Prodi come garante, ma agli ex
dem non basta: «Dobbiamo uscire dal teatrino di questi giorni. Renzi è
un nome del passato, non del futuro», dice il coordinatore Mdp Roberto
Speranza.

FRATOIANNI «Porte chiuse», gli fa eco Nicola Fratoianni di Sinistra
Italiana. A fine mattinata l'assemblea di Mdp approva all'unanimità la
relazione di Speranza: avanti verso la lista unitaria con Si e
Possibile, da sancire il 3 dicembre. E a Giuliano Pisapia, che chiede
ai bersaniani di ripensarci, Speranza dice: «Noi siamo sempre dalla
stessa parte. Più che cambiare idea noi, non vorrei che fosse Pisapia
ad aver cambiato idea. Spero proprio di no».

La Nuova

Doppia preferenza il Pd: basta con le furbate

politica regionale
SASSARI
Domani l'aula sarà chiamata a esprimersi sulla doppia preferenza di
genere. Sulla carta la sua introduzione sembra cosa fatta, i partiti
si sono tutti schierati per il voto palese, ma il nuovo gruppo
Sardegna, formato da esponenti di Psd'Az, Forza Italia, Fratelli
d'Italia e Uds, quasi tutti contrari alla parità tra sessi nelle
liste, potrebbe cambiare le sorti della legge elettorale con la
richiesta del voto segreto. L'unica cosa certa è che domani uno dei
quattro componenti non sarà in aula.

È lo stesso Mariano Contu ad
annunciarlo. «Sarò ancora assente dai lavori fino a venerdì e non
parteciperò al voto sulla doppia preferenza per allontanare da me il
sospetto di un no». Il consigliere dice che quella al gruppo Sardegna
è «un'adesione solo tecnica, il mio partito resta Forza Italia». Sulla
possibilità che il suo gruppo Sardegna chieda il voto segreto, però,
nessuna parola. «Siamo alle furbate istituzionali - tuona il
consigliere del Pd Antonio Solinas -. La costituzione di un nuovo
gruppo è un atto formalmente corretto ma è finalizzata solo alla
richiesta del voto segreto». E al consigliere di Fi, Stefano Tunis,
che aveva proposto alla giunta Pigliaru di chiedere la fiducia sulla
doppia preferenza, Solinas ribatte: «Chieda l'espulsione dal suo
partito di quei consiglieri che hanno permesso la formazione del nuovo
gruppo».Intanto si moltiplicano gli appelli ai 60 consiglieri perché
dicano sì alla doppia preferenza e scongiurino il remake della
clamorosa bocciatura del 2013. Il Coordinamento 3 Donne di Sardegna
chiede di «non bruciare il futuro della Sardegna.

Il 21 novembre sarà
una data da ricordare per la democrazia paritaria. La possibilità di
conferire o togliere dignità a questa data è nella coscienza di 60
onorevoli cittadini, eletti con una legge elettorale discriminatoria
che ha consentito a sole 4 donne di accedere all'assemblea regionale».
La nota incassa l'adesione di rappresentanti della società civile,
istituzionale e culturale. Come il magistrato Simonetta Sotgiu, la
sociologa Antonietta Mazzette, l'ex presidente del Fai Maria
Antonietta Mongiu, l'ex rettore di Sassari Attilio Mastino. Anche
l'altra associazione impegnata nella battaglia sulla doppia
preferenza, Meglio in due, si appella ai 60 inquilini di via Roma. «Ci
aspettiamo che i partiti non tradiscano gli impegni presi a favore
della doppia preferenza di genere anche con una possibile richiesta di
voto segreto». (al.pi.)

Ignazio Ganga, Cisl: «Lavoro antidoto contro la povertà»

CAGLIARIIl dramma della povertà si risolve solo con la creazione di
posti di lavoro. Ne è convinto il segretario regionale della Cisl
Ignazio Ganga. «La situazione della povertà in Sardegna non può dirsi
migliorata soltanto perché l'Istat ha certificato che l'incidenza
della povertà relativa sulle famiglie nel 2016 è passata dal 14,9% al
14,0% Oppure perché nella nostra regione esiste il Reddito di
inclusione - ha detto il segretario della Cisl in occasione della
Giornata mondiale della povertà -Né può consolare il fatto che, tra le
regioni meridionali, quella sarda sia messa meglio rispetto a questa
emergenza.

Da molti anni la Cisl ripete che la madre di tutte le
povertà è l'assenza di lavoro, che non genera solo disoccupazione, ma
anche fuga dei giovani dall'isola, precarietà di vita, malattie, crisi
familiari, perfino suicidi. La povertà ha il volto dei circa 400 mila
sardi senza lavoro, dei 450 mila nostri concittadini che hanno come
massimo titolo di studio la licenza elementare e 544 mila appena la
licenza di scuola media inferiore». Secondo Ganga «il reddito di
inclusione dovrebbe essere rafforzato attraverso il lavoro. La Cisl ha
condiviso l'aumento delle risorse per l'emergenza povertà ma vorrei
ricordare ai politici che solo con la creazione di posti di lavoro si
possono aiutare veramente i poveri».

Il consigliere chiede che in finanziaria ci siano più risorse per
scuola e povertà
Sabatini: «Serve più coraggio»

CAGLIARI«Serve una manovra più coraggiosa e in sintonia con i sardi,
che onori e compia l'opera del presidente Pigliaru e della sua
Giunta». Lo chiede il presidente della terza commissione del Consiglio
regionale, Franco Sabatini (Pd), a conclusione del ciclo di audizioni
che ha impegnato nelle scorse settimane il parlamentino del
bilancio.«Auspichiamo più coraggio - ha aggiunto l'esponente dei
democratici - nel ricordare all'esecutivo e alle forze della
maggioranza che quella che ci accingiamo a varare sarà l'ultima
manovra prima delle nuove elezioni. Per questo è necessario un
consistente rafforzamento degli stanziamenti utili a portare a
compimento il disegno riformatore promosso dal centrosinistra sardo
alla guida della Regione».

Secondo il presidente della commissione
Bilancio, gli interventi più urgenti riguardano la scuola e
l'università, la formazione professionale, le imprese, le nuove
povertà e gli enti locali.«Sono necessarie politiche più incisive per
l'università sarda e il diritto allo studio - ha spiegato Sabatini -
così come serve lavorare sui voucher formativi per uscire dalle non
più efficaci politiche della formazione professionale legate agli
affidamenti ad enti e agenzie.

 Inoltre, lo strumento introdotto per
combattere le povertà, il Reis, deve essere rafforzato se si vogliono
dare le risposte attese».«Alle imprese servono strumenti snelli e
efficaci - ha spiegato Sabatini - ed è necessario approntare
correttivi nel sistema dei bandi perché è ormai accertato che le
imprese artigiane, che rappresentano la maggior parte del tessuto
produttivo isolano, rischiano di essere escluse dalla complessità
delle procedure previste per l'assegnazione anche di piccole cifre».

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Federico Marini

skype: federico1970ca

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