La
Nuova
Zedda
sulla candidatura: ci penso, me lo chiedono. Il sindaco di Cagliari vicino alla
guida di una coalizione del centrosinistra. Sul suo nome c'è anche il sostegno
dei sindaci e la spinta della società civile
di Alessandro Pirina
INVIATO AD ALGHERO
Ammette che gli piacciono le sfide
impossibili, e il centrosinistra che prova a riconquistare la Regione lo è. Non
nega che da più parti gli chiedono di candidarsi, e la presenza sullo stesso
palco ad Alghero del luogotenente di Martina per gli enti locali non è solo un caso.
Ma per ora Massimo Zedda non scioglie la riserva. Alla domanda diretta del
direttore della Nuova, Antonio Di Rosa, su una sua possibile discesa in campo
alle regionali come leader del centrosinistra il sindaco di Cagliari si limita
a un «vedremo». Salvo poi aggiungere: «Ci sto pensando». Insomma, la
candidatura di Zedda non è più solo un'ipotesi. Il suo è il nome più forte che
il centrosinistra può contrapporre al Movimento 5 stelle e al centrodestra,
forse a trazione sardo-leghista.
Un nome capace di andare oltre gli
steccati dello stesso centrosinistra. In particolare, verso quei movimenti
civici che in questi anni hanno avuto la meglio sui partiti tradizionali.
Ovvero quel variegato partito dei sindaci che viene alla ribalta ogni volta che
il Paese è alle prese con una crisi politica. Era successo dopo Tangentopoli,
sta riaccadendo oggi nella stagione dell'antipolitica. E questo era il tema
dell'incontro di ieri al Teatro civico di Alghero.
L'occasione era il libro di Matteo
Ricci, primo cittadino di Pesaro, sui 25 anni della legge che ha introdotto
l'elezione diretta dei sindaci. Oltre a Zedda sul palco anche i sindaci di
Nuoro, Andrea Soddu, e Alghero, Mario Bruno. Due presenze non casuali, visto
che entrambi hanno conquistato il loro Comune fuori dai partiti proprio alla
guida di quei movimenti civici a cui tutti guardano con forte interesse.
Movimenti che in un caso si sono già trasformati in partito, come l'Italia in Comune
fondata da Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma ex M5s, che ha messo radici
anche in Sardegna. E non è un caso che il primo endorsement ufficiale pro Zedda
sia arrivato proprio dal politico emiliano. «Sono onorato che tante persone,
anche colleghi, stiano guardando a me come possibile candidato - dichiara Zedda
-.
Mi dispiacerebbe tantissimo lasciare
Cagliari, perché è chiaro che anche se si perde bisogna rimanere in Consiglio a
fare opposizione. È questione di serietà». Ma prima di accettare, fa capire, lo
devono mettere nella condizione di dire sì. «Non c'è un santo da portare in
processione, c'è da ricostruire un campo di forze che è stato logorato e
avvicinare i giovani.
Questo al di là della mia
candidatura o di altre persone». Ma non nega che l'ipotesi lo stuzzichi.
«Pizzarotti e tanti altri sindaci propongono il mio nome e a questo non sono
indifferente, perché a me piacciono le sfide impossibili. Se non lo sono non mi
diverto. È stato così con le primarie, è stato così con le comunali». Conclusione
sulla candidatura: «Vedremo, ci sto pensando». Una quasi conferma che dà un'iniezione
di ottimismo a Bruno. «Lavoreremo per ricostruire la coalizione e fare sì che
Massimo possa sciogliere a breve la riserva».
Non si sbilancia Soddu, che però in
queste settimane ha liquidato dalla maggioranza il Psd'Az, ormai alleato di
ferro della Lega, mentre il suo vice Sebastian Cocco (con altri consiglieri ex
Base) è stato tra i primi ad aderire al partito di Pizzarotti. Un quasi
endorsement lo ha fatto anche Matteo Ricci, che non è solo sindaco di Pesaro,
ma è anche il responsabile del Pd per gli enti locali. Insomma, un emissario di
Martina, che ha approfittato della trasferta sarda per sondare la disponibilità
di Zedda. «In Sardegna trovo sindaci di provincia, ma non provinciali, che
hanno una capacità di fare rete.
Persone che, al di là
dell'appartenenza partitica, si riconoscono negli stessi valori e possono
essere utili per questa regione». Parole, queste ultime, pronunciate con lo
sguardo e il sorriso rivolto proprio a Zedda.Insomma, i sindaci stanno dalla
parte di Zedda, ma sottolineano tutti l'importanza dei partiti. Anche se con i
loro movimenti civici li hanno sconfitti. «A Nuoro si è anticipato quello che
altrove è avvenuto dopo - spiega Soddu -. Io ho vinto al ballottaggio perché la
gente non ne voleva più sapere di rappresentanze politiche.
Ma ciononostante io predico sempre
la necessità del partito per fare politica. È uno strumento che deve essere al
centro della politica nazionale e regionale, non possiamo farne a meno». «Io
sono stato espulso dal Pd perché volevo partecipare alle primarie che poi hanno
annullato - aggiunge Bruno - ma continuo a credere nei partiti. Se no a
governarci saranno le lobby». Ma, sottolinea Ricci, oggi la classe politica
pecca di inesperienza. «Questa cosa che oggi tutti possano fare tutto è
fortemente diseducativa. Ritengo che la gavetta dei sindaci sia indispensabile per
il Paese». O per la Regione.
Lega e
Psd'Az correranno con un solo simbolo
Giovedì i
vertici sardi di Forza Italia a Roma da Tajani per parlare
della
strategia per le Regionali
CAGLIARI
Alle elezioni regionali di febbraio
la Lega e il Psd'Az si
presenteranno con un'unica lista.
Potrebbe sembrare una scelta
scontata dopo l'accordo per le
Politiche di sette mesi fa, ma c'è una
novità. Questa volta il simbolo non
sarà un'esclusiva del partito di
Salvini, comparirà anche la bandiera
dei Quattro Mori, da un secolo
vessillo dei sardisti. Per farci
stare tutto, è stata aperta una gara
d'idee, con anche il coordinatore
regionale della Lega, Eugenio
Zoffili, e il segretario nazionale
del Psd'Az, Christian Solinas,
impegnati a studiare il bozzetto.
In
cui dovranno trovare spazio: i
Quattro Mori, Alberto da Giussano,
simbolo dei leghisti, i nomi dei
due partiti alleati e forse anche
quello del vicepremier Matteo
Salvini. Dunque, sarà un puzzle in
cui ogni particolare dovrà avere la
stessa dignità rispetto agli altri.
Non sarà per nulla facile.
Primo vertice. Il tavolo regionale del
centrodestra è in attesa di un
segnale da Roma, per esser
riconvocato dopo essere stato avviato a
settembre. La nuova data possibile,
comunque entro la metà di ottobre,
potrebbe essere decisa questa
mattina alla Camera. A incontrarsi
saranno i deputati Zoffili, Ugo
Capellacci, coordinatore regionale di
Forza Italia, e Salvatore Deidda di
Fratelli d'Italia. Però non sarà
certo in questa riunione che verrà
scelto il nome del candidato
governatore, mentre dovrebbe essere
fatto un passo avanti nel
tracciare il programma della
coalizione.
La scelta del portabandiera,
si sa, è invece solo nelle mani di
Salvini e del sottosegretario
Giancarlo Giorgetti per la Lega, di
Silvio Berlusconi e Antonio Tajani
per Forza Italia e dello staff di
Giorgia Meloni per Fdi. Stando alle
indiscrezioni, sulla Sardegna a fare
la prima scelta sarà Salvini. La
rosa dei nomi continua a esserla
quella che circola da settimane:
Christian Solinas, Angelo Binaghi e
Ines Pisano.
Secondo vertice. È
quello che è stato convocato
giovedì, a Roma, dal vicepresidente
nazionale di Fi, Tajani, e dal
coordinatore Cappellacci. L'invito è
stato spedito ai parlamentari
europei e nazionali e ai consiglieri
regionali. Tutti hanno confermato
che saranno presenti alla riunione
in cui c'è un solo punto all'ordine
del giorno: «Attività politica in
Sardegna nei prossimi mesi».
Sarà
anche l'occasione per un chiarimento
interno: le fibrillazioni fra gli
azzurri sardi sono diverse da tempo,
così come la voglia di assicurarsi
un posto in prima fila nelle
liste.Compiti a casa. In attesa di
sapere quale sarà la data della
seconda riunione del tavolo del
centrodestra, i coordinatori dei
cinque partiti dell'alleanza (Fi,
Fdi, Lega-Psd'Az, Riformatori e Udc)
hanno preso l'impegno di presentarsi
la prossima volta con tre punti
programmatici a testa. Serviranno da
base per mettere nero su bianco
il programma.
Si sa che i
Riformatori una scelta di massima
l'avrebbero già fatta. Come ha detto
più volte il coordinatore
Pietrino Fois «l'insularità, la
vertenza sulle accise e gli
accantonamenti sono per noi temi
irrinunciabili». (ua)
Unione
Sarda
CENTROSINISTRA.
Zedda: «Ci sto pensando»-Parla ad Alghero: onorato che
tanti
colleghi e cittadini pensino a me
Presidenza
della Regione, passo avanti del sindaco di Cagliari
«Ci sto pensando». Massimo Zedda,
ieri sera dal palco del Teatro
Civico di Alghero, ammette che
l'ipotesi di una sua candidatura alla
presidenza della Regione non è così
remota. L'occasione è la
presentazione del libro di Matteo
Ricci, sindaco di Pesaro, alla quale
hanno partecipato anche i primi
cittadini di Alghero e Nuoro, Mario
Bruno e Andrea Soddu. «Sono onorato
del fatto che tante persone, tanti
colleghi sindaci e tanti cittadini
guardino a me», dice Zedda, che a
fronte dei numerosi incoraggiamenti
ammette di non essere indifferente
e amare le sfide.
Ma c'è una precisazione che va oltre
la
consacrazione di una sola persona:
«C'è da ricostruire un campo di
forze, al di là della mia
candidatura, bisogna ricostruire ciò che è
stato logorato». Un proposito che
traccia il solco con la rivoluzione
legale della nazione sarda lanciata
dal segretario del Partito dei
sardi, Paolo Maninchedda che non si
concilia con il centrosinistra.
I SINDACI Una cosa è certa: entrambi
i progetti avranno i sindaci
protagonisti. E proprio i primi
cittadini, corteggiati da tutte le
forze politiche, andranno in ordine
sparso: «C'è il rischio di creare
tanti piccoli eserciti», sottolinea
Soddu, «anche perché i sindaci
appartengono ad aree ideologiche ed
è normale seguano ognuno la
propria».
SEPARATI La prima chiamata alla
quale hanno risposto i sindaci è
arrivata da Abbasanta, dove Paolo
Maninchedda, segretario del Partito
dei sardi, ha lanciato prima di
tutto le primarie nazionali sarde, ma
ha messo sul tavolo un perimetro
politico definito sul quale non
intende mediare ossia il concetto
che la Sardegna è una nazione. Ma
altrettanti primi cittadini sono
pronti a sostenere un impegno
concreto di Massimo Zedda per
guidare una coalizione che nasca dalle
ceneri di un centrosinistra di fatto
inesistente: già oggi potrebbe
essere reso pubblico il documento.
Allo stato attuale i due processi
sono inconciliabili e prima di
ipotizzare una sfida alle primarie tra
Zedda e Maninchedda, ci sono da
superare le distanze politiche.
TENSIONI Nel Partito dei sardi c'è
la convinzione che dietro la
candidatura del sindaco di Cagliari
ci sia una manovra del Pd. Questa
tesi rende più difficile qualsiasi
trattativa perché tra i due partiti
ci sono delle tensioni politiche.
Quindi allo stato attuale non è
possibile convogliare i due processi
in un'eventuale grande
consultazione di primarie sarde. C'è
il concetto di nazione sarda,
considerato imprescindibile da
Maninchedda, che innesca un processo
politico diverso: «E' il paradigma
di un modo di vedere il mondo: più
umano, più libero, più responsabile,
più giusto», scrive Maninchedda
sul suo blog.
L'APERTURA Eppure il presidente di
Campo progressista (partito di
Zedda), Luciano Uras, è convinto che
una convergenza possa esserci. In
una lettera inviata a Maninchedda e
Franciscu Sedda dice: «Popolo o
nazione? Non penso che sarà l'uso di
un termine a scavare tra noi un
fossato, a dividerci verso la comune
responsabilità di dare ai sardi
un futuro di emancipazione, verso il
diritto dovere di autodeterminare
il proprio destino».
Basta divisioni, dunque, per Uras
che ricorda gli
errori fatti dalla sinistra: «A
volte, pur desiderando un medesimo
risultato si è indebolito il fronte
dell'impegno unitario. Sono certo
che non vogliamo fare e non faremo
più questo errore».
L'AVVISO Difficile in questo momento
capire quale sarà la scelta dei
sindaci. Il presidente dell'Anci
Piccoli Comuni, Omar Hassan, è
convinto che sulla ricerca dei
sindaci ci sia «una forte
strumentalizzazione e nel caso di
Zedda, qualcuno forse sta tirando la
giacchetta».
ORDINE SPARSO La sindaca di
Siamaggiore, Anita Pili, ha partecipato
all'incontro di Abbasanta, anche se
l'unità dei primi cittadini è
improbabile: «Ognuno andrà con la
propria area di appartenenza». C'è
il timore che dietro il progetto di
Zedda «potrebbero esserci i
partiti che tentano di riciclarsi,
attraverso lui e i sindaci. Spero,
invece, corrisponda a un rinnovo
reale».
Daniela Falconi, sindaca di
Fonni, dice: «Le uniche primarie
valide saranno quelle sui temi della
Sardegna. Concentrarsi solo sui nomi
è un referendum sulle persone».
Prima un progetto e poi l'eventuale
adesione, altrimenti «il
corteggiamento dei sindaci diventa
uno spot elettorale».
Matteo Sau
CENTRODESTRA.
Da definire gli equilibri con la Lega. In campo sempre Binaghi
Forza
Italia vuole accelerare: giovedì vertice a Roma con Tajani
Un altro passo in avanti per
definire gli equilibri nel centrodestra a
meno di cinque mesi dal voto.
Stavolta è Forza Italia a prendere
l'iniziativa: il vicepresidente
Antonio Tajani e il coordinatore
regionale Ugo Cappellacci hanno
convocato per giovedì alle 18, nella
sede del partito a Roma, tutti i
parlamentari e i consiglieri
regionali sardi. All'ordine del
giorno c'è “il coordinamento delle
attività di FI in Sardegna nei
prossimi mesi”.
IL TEMA ELEZIONI Facile prevedere
che tra le questioni sarde sarà
affrontata anche quella delle
elezioni di febbraio. Al momento tutto
fa pensare che sarà la Lega di Matteo
Salvini a rivendicare il diritto
di scegliere il candidato
governatore per l'Isola. Giovedì questo nodo
potrebbe essere sciolto
definitivamente, anche perché, secondo i ben
informati, l'incontro è fortemente
voluto da Silvio Berlusconi, con il
quale Ugo Cappellacci è
costantemente in contatto.
Inoltre, è Tajani
che tratta con il sottosegretario
alla presidenza del Consiglio, il
leghista Giancarlo Giorgetti, per
stabilire a chi spetta la prima
scelta nella designazione del
candidato della coalizione nelle quattro
regioni al voto. È la linea già
inaugurata nel vertice di Palazzo
Grazioli del 20 settembre quando
Berlusconi, Salvini e Meloni hanno
fatto sapere che «il centro-destra
si presenterà unito a tutte le
prossime competizioni elettorali a
partire dalle elezioni regionali di
Piemonte, Abruzzo, Basilicata,
Sardegna con l'individuazione di un
candidato condiviso, così come in
tutti altri appuntamenti
amministrativi».
FORZA ITALIA E LEGA Una volta deciso
se il potenziale presidente della
Regione sarà azzurro o leghista, ci
si dovrà concentrare sui nomi.
Resta viva l'ipotesi del presidente
della Federazione Italiana Tennis,
il cagliaritano Angelo Binaghi. Il
numero uno della Fit sarebbe molto
gradito alla Lega, anche in virtù
degli ottimi rapporti con il
sottosegretario con delega allo
Sport, Giancarlo Giorgetti, che
risalgono a ben prima del 4 marzo.
Forza Italia non avrebbe problemi
ad accettare, più freddi invece gli
esponenti di Fratelli d'Italia, in
particolare regionali, che non hanno
mai nascosto di preferire profili
provenienti dalla politica. Sempre
di derivazione leghista sarebbe
l'altro nome in campo, quello della
magistrata Ines Pisano.
Ed è realistico credere che anche il
senatore della Lega Psd'Az, Christian
Solinas, non escluda di correre. Se
nessun accordo sarà raggiunto
entro la metà di ottobre, i
Riformatori hanno fatto già sapere che
chiederanno la celebrazioni di
elezioni primarie.
IL NUOVO VERTICE Oggi, intanto,
potrebbe essere fissata la data del
prossimo vertice della coalizione
che si terrà di sicuro nella sede
della Lega in viale Sant'Avendrace a
Cagliari. Nell'attesa, che non
dovrebbe durare più di due
settimane, ogni coordinatore ha il compito
di indicare tre punti programmatici
da portare al tavolo. E sempre
oggi, novità potrebbero arrivare sul
fronte Lega: il commissario per
la Sardegna e coordinatore del
tavolo della coalizione, Eugenio
Zoffili, dovrebbe vedere infatti
Matteo Salvini.
Tra le altre cose, si
discuterà del simbolo con cui si
presenterà la Lega, che prima del 4
marzo ha stretto un accordo col
Psd'Az. A differenza delle politiche
ci sarà la possibilità di presentare
il simbolo di Alberto da Giussano
in composizione con quello dei
quattro mori.
Roberto Murgia
Il
confronto
Il Pd
riparte dai circoli, Cani incontra gli iscritti
Il viaggio nei territori del Pd è
entrato a pieno regime. Il
segretario regionale, Emanuele Cani,
sta girando per i circoli
provinciali per organizzare degli
incontri e cercare di rilanciare
l'attività del Partito democratico
in maniera decentrata. Dopo
l'incontro con il Circolo Copernico
di Cagliari, il segretario sarà
oggi nel Medio Campidano, con il
coordinamento provinciale, mentre
sabato è prevista la Festa
dell'Unità a Guspini, un'occasione di
confronto sui temi politici.
Si tratta di un'attività legata
anche
alla conferenza programmatica
pensata dal partito proprio per
coinvolgere gli iscritti e i
cittadini in dibattiti sui temi di
attualità come trasporti, sanità,
cultura, infrastrutture e welfare.
Dopo l'incontro di Roma organizzato
dal segretario nazionale, Maurizio
Martina, il Pd sardo prosegue con
l'obiettivo di uscire dal palazzo e
riprendere il contatto con le
periferie. (m. s.)
L'INTERVISTA.
La leader degli Autonomisti con Lussu lascia la guida
della
commissione
«Porta a
porta? Troppa fretta» Secondo Monia Matta sarebbe servita
maggiore
informazione
«Servirà un po' di rodaggio per far
funzionare il porta a porta, ma
forse la partenza è stata un po'
avventata». Monia Matta, capogruppo
degli Autonomisti con Lussu, ha
deciso di lasciare la guida della
commissione Politiche per il decoro
urbano. Dopo mesi di attesa è
arrivato il via libera al
regolamento per il porta a porta - che oggi
è all'ordine del giorno in Consiglio
comunale - poi Monia Matta si è
dimessa dalla guida della
commissione.
Quel regolamento non le piace?
«Così come era stato licenziato
dalla Giunta l'abbiamo licenziato
anche noi, ma abbiamo preparato alcuni
emendamenti importanti fatti da
tutti i consiglieri - di maggioranza
e opposizione - partendo dalle
criticità emerse dove era già
partito il porta a porta, soprattutto
per disabili e anziani».
Ecco, perché partire col servizio
prima di definire le regole?
«Sarebbe servito un periodo maggiore
di preparazione. Ci sono stati
incontri prima dell'avvio della
raccolta porta a porta, ma ce ne
sarebbero voluti di più».
Si è partiti senza regole?
«Le regole principali erano
stabilite dal bando. Noi le abbiamo
recepite poi abbiamo tardato per
capire meglio i punti da rivedere,
d'accordo con tutti i commissari».
Poi si è dimessa, c'è di nuovo
maretta tra voi e il sindaco?
«Non mi sono dimessa per contestare
l'operato del nostro sindaco - la
fiducia è inalterata - ma neanche
per l'introduzione del porta a
porta, era tutto previsto quando
abbiamo deciso di candidarci. Però,
ripeto, sarebbe servito più tempo
per la sensibilizzazione dei
cittadini, non parlo di educazione».
Crede che stia funzionando?
«La macchina ha bisogno di rodaggio
e il servizio migliorerà sempre di
più, ma sono sempre convinta che sia
fondamentale avere più isole
ecologiche mobili in tutte le zone
più complesse della città».
La Soprintendenza ha bocciato quelle
previste nel centro storico.
«Quello è un problema che sarà
risolto, ma il punto è che ne servono
tante in diversi punti della città,
penso a quartieri complicati come
San Benedetto».
Riuscirete a ottenerle?
«Avremmo dovuto prevederle a monte,
ora stiamo preparando un
emendamento ed è fondamentale
mettere in bilancio fondi per
acquistarne altre».
Si è dimessa solo per questo?
«Circa un anno fa sono subentrata al
mio collega Stara alla presidenza
della commissione, dichiarando
subito che sarebbe stato un incarico a
tempo e che non avrei potuto seguire
la materia e la commissione».
Come Autonomisti con Lussu, avete
incassato la presidenza del Ctm e un
assessorato. Placati gli appetiti,
si dimette?
«Assolutamente no. Non so a chi
andrà la commissione, ma non potevo
più occuparmene e ho aspettato di
licenziare questo importante
regolamento e preparare gli
emendamenti per modificarlo».
Coma sta andando il vostro assessore
alle Politiche sociali Roberto Marras?
«Con lui bisogna fare discorsi più
ampi sulle periferie, non limitarci
ai problemi dei mastelli. Bisogna
pensare a progetti di inclusione
sociale, utilizzando i fondi
Pon-Metro, per responsabilizzare i
residenti e dare lavoro ai giovani
del quartiere: serve più inclusione
sociale e responsabilità
ambientale».
Gli impegni con le Politiche sociali
non mancano...
«Ora si sta occupando del centro di
viale Sant'Ignazio da sgomberare.
La questione non è stata gestita
bene e lui che, si è insediato da
poco, sta gestendo la al meglio
patata bollente. Il problema, però, è
che ho visto in che condizioni
vivevano lì gli indigenti: una vergogna
per il Comune e per tutti noi».
R. C.
TORTOLÌ.
Pd: ipotesi Salvatore Corrias per il posto di Franco Sabatini
I sindaci
in prima linea per la corsa alle Regionali
Le regionali a febbraio e le
comunali di primavera a Tortolì e
Villagrande apriranno una nuova
stagione politica in Ogliastra. Tra i
partiti, soprattutto in vista delle
elezioni per il rinnovo del
consiglio regionale, è iniziato il
totonomi: decine gli aspiranti che
ambiscono a un posto al sole, in
fila per la poltrona di Franco
Sabatini , il consigliere Pd che ha
raggiunto il limite massimo di tre
candidature di fila. A quattro mesi
dall'appuntamento con le urne, i
papabili sono tanti. Muovono i primi
passi, in particolare a Tortolì,
i gruppi che proveranno la scalata
al palazzo di via Garibaldi. In
attesa di conoscere le intenzioni
del sindaco Massimo Cannas è più che
un'ipotesi la candidatura dell'ex
sindaco Mimmo Lerede .
GRANDI MANOVRE I partiti guardano
con interesse alle regionali.
Coordinatori e segretari hanno
ancora sessanta giorni per chiudere il
cerchio. Il Pd è chiamato a cercare
l'erede di Sabatini: il nome più
accreditato è quello di Salvatore
Corrias , sindaco di Baunei.
Patrizia Ferreli , di Lanusei, ex
assessore provinciale alla Cultura
nella giunta Pilia, potrebbe
completare il team. Lega e Psd'Az si
riuniranno a breve per scegliere i
candidati: in rampa di lancio,
sempre stando ai rumors, ci sarebbe
Giorgio Todde , coordinatore
provinciale dei leghisti. Sul
partner in quota Psd'Az si parla di
Mariangela Serrau , ex sindaco di
Osini.
Forza Italia attende
indicazioni dai vertici prima di
adottare decisioni: sul territorio
verrà avviato un confronto con la
coordinatrice Carla Lai , ex
assessore comunale di Ilbono. Nella
coalizione di centrodestra è calda
l'ipotesi candidatura di Piero
Cannas , mister 2938 preferenze alle
regionali del 2014 quando l'ex
sindaco di Villagrande era candidato in
quota Udc. L'unica certezza è
rappresentata dal Movimento Cinque
Stelle che, a meno di cambiamenti
dell'ultim'ora, si presenterà con i
più votati alle regionarie:
Anastasia Agus e Andrea Mascia .
ASPIRAZIONI IN FASCE Oltre
all'ipotesi Corrias, anche altri sindaci
starebbero strizzando l'occhio a una
candidatura. Si tratterebbe di
Gianluca Congiu (Girasole), in quota
Partito dei Sardi, Marco Melis
(Arzana), indipendente di
centrodestra accostato a Fratelli d'Italia e
Udc, e uno tra Andrea Piroddi - neo
coordinatore ogliastrino - e Ivan
Mameli con i Riformatori.
Roberto Secci
-----------------
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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