Tariffe e
infrastrutture: finale di partita per far rinascere Alcoa
Ci sono le tariffe energetiche
competitive benedette dall'Unione Europea, è quasi siglato l'accordo sulla
bonifica della falde inquinate e vanno avanti gli interventi infrastrutturali
previsti a Portovesme: in cinque anni intensi di vertenza, per la prima volta
sul caso Alcoa non ci sono ostacoli insormontabili all'orizzonte. Per gli addetti
ai lavori, dopo tante battaglie e mille disoccupati lasciati in dote al Sulcis,
potrebbe essere vicino il momento della svolta. Lo sperano i lavoratori,
rimasti orfani di una busta paga; lo sperano i sindacati, che non tengono più
il conto dei vertici svolti in questi anni.
L'ENERGIA Il capitolo più spinoso da
sempre, ovvero quello delle tariffe energetiche, ha trovato una soluzione con
un mix di misure (interrompibilità, superinterrompibilità e oneri di
dispacciamento) che tutte insieme garantiscono tariffe competitive per tutte le
industrie energivore, inclusa la fabbrica ex Alcoa. Lasciato alle spalle anche
il solito scoglio di Bruxelles, che già in passato, a più riprese, aveva
bocciato le tariffe speciali confezionate dai vari Governi come “aiuti di
Stato”. Le misure attuali, sottoposte preventivamente alla temuta commissione
Concorrenza, hanno ricevuto il via libera. Il provvedimento che taglia le
bollette elettriche è stato inserito nella Legge europea 2017 ed è già stato
approvato dalla Camera, nei giorni scorsi ha avuto il via libera anche dalla commissione
Politiche Comunitarie del Senato.
LA BONIFICA L'altro nodo che ha
rallentato la vertenza Alcoa, cioè la bonifica della falda acquifera inquinata
di Portovesme, sta per essere superato. La bonifica interessa tutte le aziende
presenti nel polo industriale e dopo un lunghissimo braccio di ferro con il ministero
dell'Ambiente, si è arrivati ad un'intesa: saranno le stesse aziende a finanziare
il risanamento, il Consorzio industriale sarà l'attuatore della bonifica. Una
soluzione che fa chiarezza su quanto ogni azienda deve sborsare per ripulire la
falda. Proprio ciò che da tempo chiede Alcoa per poter chiudere in via
definitiva la questione ambientale.
IL DRAGAGGIO Ancora, c'erano i
deficit infrastrutturali, prima fra tutti il fondale del porto industriale, che
impedisce l'attracco dei grandi mercantili. Una mancanza che costava ogni anno
all'Alcoa circa 10 milioni in più di trasporti. Ora il dragaggio del porto, con
fondi del Piano Sulcis, è stato dato in appalto e si è nella fase autorizzativa.
Eliminati gli ostacoli, c'è da dire che il Governo garantirà all'acquirente
della fabbrica un contratto di sviluppo, con soldi freschi da investire negli
impianti di Portovesme. Sono due le società
in corsa: Sider Alloys, che ha già
fatto la due diligence in stabilimento e ha una trattativa in esclusiva con
Invitalia fino al 31 ottobre, e Glencore, tornata sulla scena con una
manifestazione di interesse a fine agosto. Ad attendere ci sono circa 800
lavoratori, ora disoccupati.
LE SPERANZE «Non tifiamo per
nessuno, il nostro unico obiettivo è che la fabbrica riparta - dice Bruno Usai,
delegato della Fiom Cgil – e che abbia una buona prospettiva. Certo, siamo
preoccupati perché speriamo che tutto si definisca entro l'anno, o scadranno
gli ammortizzatori sociali. È sempre più urgente che il ministro Calenda ci
convochi». Il fattore tempo è la preoccupazione principale per i lavoratori.
«La vertenza deve essere chiusa al più presto – sottolinea Romeo Ghilleri,
delegato Fsm Cisl - se per dicembre non ci sarà nulla di definito ci troveremo
con 360 operai senza mobilità». «Ora che ci sono tutte le condizioni - dice
Renato Tocco, delegato Uilm – vogliamo che si chiuda finalmente la partita,
tenendo presente che il tempo a disposizione è pochissimo e che la soluzione
deve garantire una certa prospettiva».
Antonella Pani
Unione
Sarda
La Giunta
avvia le consultazioni per approvare la legge entro l'anno
I primi
passi della Finanziaria «Soldi per imprese e famiglie»
L'obiettivo è correre, approvare la
legge Finanziaria entro dicembre
per dare in fretta le risposte che
la gente si aspetta. «La ripresa
economica è cominciata, e con una
manovra che diventa operativa nei
tempi giusti possiamo supportarla al
meglio», spiega l'assessore a
Programmazione e bilancio, Raffaele
Paci, che ha già fissato il
calendario degli incontri per
condividere l'impostazione e le linee
generali. La tabella di marcia è
serrata, anche perché si vuole
ottenere il via libera della Giunta
già prima di metà ottobre, e del
Consiglio regionale entro dicembre,
così da scongiurare il ricorso
all'esercizio provvisorio. Si
comincia domani pomeriggio. Paci
incontrerà i capigruppo di
maggioranza, mercoledì toccherà ai
rappresentanti degli enti locali con
Anci e Cal e ai sindacati,
giovedì al partenariato economico.
I PROVVEDIMENTI Come sarà la
manovra? Non senza sacrificio - annuncia
la Regione -, sarà una legge che
mantiene un elevato livello di spesa
e quindi di servizi in tutti i
settori, che continua a supportare il
piano di rientro e gli investimenti
della sanità e allo stesso tempo
riesce a non aumentare le tasse, che
restano tra le più basse
d'Italia. «Stiamo di fatto lasciando
100 milioni di euro in più a
disposizione delle imprese e 130
nelle tasche delle famiglie», dice il
vicepresidente della Giunta, «tutti
soldi che entrerebbero nelle casse
della Regione se equiparassimo le
aliquote Irap e Irpef alla media
nazionale e ricordo inoltre che la
Sardegna è l'unica regione dove non
si paga il ticket, come confermiamo
anche quest'anno».
LA BATTAGLIA Sullo sfondo, un
pensiero fisso. Gli accantonamenti, «la
battaglia da vincere per il nostro
futuro. Un vero fardello», aggiunge
Paci, «sono nostre risorse che ci
vengono trattenute dallo Stato, 684
milioni di euro all'anno, una cifra
spropositata e ormai insostenibile
come stiamo dicendo a gran voce nel
nostro confronto con lo Stato».
Anche in questo caso l'assessore
parla di obiettivo da raggiungere
entro l'anno: «Nei prossimi mesi, e
comunque prima della approvazione
finale della finanziaria 2018,
questo nodo cruciale per il nostro
futuro dovrà essere affrontato con
scelte politiche adeguate, questo
se non dovessimo ottenere risposte
positive dal Governo». A febbraio
infatti si è aperto al ministero
degli Affari regionali l'ultimo
tavolo tra Regione e Governo.
«Abbiamo avviato un percorso importante
che vogliamo porti ad alcuni
risultati già quest'anno, alla
definizione di nuove condizioni
sulla gestione delle finanze e sulla
tutela dei diritti dei cittadini
sardi», diceva Paci dopo un primo
incontro il 17 febbraio con il
sottosegretario Gian Claudio Bressa,
«Abbiamo trovato una buona apertura
da parte del Governo sia rispetto
alle richieste per quest'anno che su
quelle in prospettiva». Ma il
problema degli accantonamenti è
ancora reale.
Roberto Murgia
Su
industria e lavoro i sindacati in trincea- Cgil, Cisl e Uil alla
Giunta:
politiche più incisive
Troppe
vertenze irrisolte, ora la crisi è dilagata anche nel terziario
«Ci siamo giocati un polo
industriale con buona pace di tutti.
Quarantacinque anni dopo l'inizio
del sogno, chiude l'ultimo pezzo
dell'industria chimica di Ottana.
Così finisce un'epoca, nel silenzio
generale». Ignazio Ganga, numero uno
della Cisl, quella battaglia l'ha
combattuta dal principio insieme a
tante altre: «Sembra non sia mai
cambiato niente. Dentro il Patto per
la Sardegna, firmato a luglio
2016 da Renzi e Pigliaru, ci sono
impegni inevasi che risalgono al
1999. Il metano, per dire, lo
attendiamo da mezzo secolo. Inoltre,
siamo in fortissimo ritardo anche
sull'industria 4.0, abbiamo perso
tanti cicli di innovazione, e ora le
imprese, con i processi
produttivi, e i lavoratori, con
nuove competenze e una staffetta
generazionale, devono assolutamente
recuperare».
LE PRIORITÀ Dossier impolverati nei
cassetti, stabilimenti pieni di
ragnatele e fantasmi, operai
invecchiati e fuori dal salvagente degli
ammortizzatori: abbiamo crisi che
vanno avanti da tanto tempo, Alcoa,
Eurallumina, Portovesme, Keller,
Geoparco. E poi ci sono
quattrocentomila sardi su una
zattera alla deriva, e per queste
persone senza lavoro è necessario
trovare sbocchi.
Le segreterie generali confederali
si preparano a una nuova stagione
in trincea. «Manca un anno e mezzo
alla fine della legislatura,
vogliamo risultati concreti. Ci
vedremo presto per fare il punto»,
dicono, «per pungolare l'esecutivo e
tirare le somme delle numerose
questioni aperte».
È sulle politiche per l'occupazione
che, in
perfetta sintonia, bocciano l'azione
della Giunta regionale.
«Totalmente insoddisfacenti»,
sentenzia Michele Carrus della Cgil;
«inadeguate e fortemente in
ritardo», avverte Ignazio Ganga della
Cisl; «i numeri positivi dell'estate
sono un inganno, il bilancio
finale sarà negativo», sostiene
Andrea Lai della Uil.
IL RICHIAMO «Ci sono tante cose in
campo», sottolinea Carrus, «penso
ad esempio alla chimica verde per
Porto Torres, per cui c'è una
snervante discussione in corso e non
si riesce ad arrivare alla
sintesi». Ancora: «Il riordino della
rete sanitaria, diventato un
tormentone e una prova di forza tra
potentati, deve essere concluso e
ai cittadini bisogna trasmettere un
messaggio positivo, contrariamente
a quello che sta accadendo. Sulla
legge di governo del territorio
l'irrigidimento mostrato non va
affatto bene. Terzo: non possiamo
continuare a far finta che le
province non esistano».
Prosegue Carrus: «Servono politiche
del lavoro molto più incisive,
registriamo piccoli numeri col segno
più, che però dipendono dal boom
del turismo, dunque non sono
strutturali, e non sono certo il
risultato di quello che ha fatto
questa Giunta».
L'OCCUPAZIONE Dello stesso avviso
Ganga: «Il dato per i primi sei mesi
del 2017 dà timidi segnali di
ripresa, ma si riferisce quasi
esclusivamente al lavoro a termine e
stagionale. Confermata anche la
sofferenza del comparto
manifatturiero e delle costruzioni e quindi la
difficoltà della Regione di risalire
la china. Per questo, mai come
oggi, rimane ferma la necessità di
dare risposte ai 134 mila sardi in
cerca di occupazione, ma anche ai
400mila in condizione di
disoccupazione e inoccupazione
rilevati dai centri per l'impiego,
30mila dei quali espulsi dal settore
industriale».
Conclude Ganga: «Ci sembra che
l'amministrazione regionale faccia
fatica a esprimere una politica
industriale che vada oltre la
strategia difensiva dell'esistente,
caratterizzata più sulla gestione
delle crisi che sulla promozione di
un modello nuovo. L'attuale
situazione di stallo del comparto
testimonia l'inadeguatezza delle
soluzioni fin qui adottate».
IL TERZO SETTORE Andrea Lai (Uil)
spiega che «oltre alle vertenze
“famose” ci sono quelle poco
pubblicizzate, in tutto sono più di
duecento, riguardano il commercio,
dove c'è stata una vera e propria
strage, la sanità privata, le
servitù militari. Per dire, il 26
ottobre abbiamo l'incontro con i
legali delle forze armate tedesche
per la messa in mobilità di 56
dipendenti che lavoravano nella base
aerea di Decimomannu. Poi c'è
l'indotto, centinaia di realtà. Ecco, va
bene dire no ai soldati ma poi?
Facciamo come a La Maddalena e come
nel Sulcis con le miniere e le
industrie? Prima chiudiamo e poi
cerchiamo soluzioni? E ovunque, di
bonifiche manco l'ombra».
Cristina Cossu
A
Cagliari per l'inaugurazione dell'anno accademico, nel pomeriggio a Ghilarza
Il giorno
del presidente
Oggi il
tour di Mattarella nell'Isola: arrivo a Elmas alle 10
La politica, in senso stretto,
resterà in secondo piano. Il profilo
della visita sarda del presidente
della Repubblica (oggi a Cagliari e
Ghilarza) resta soprattutto
culturale. L'università, la storia con i
colossi di Mont'e Prama, l'attualità
di Gramsci. Il programma della
giornata di Sergio Mattarella, che
atterrerà all'aeroporto di Elmas
attorno alle 10, non prevede
appuntamenti ufficiali dedicati alle
questioni economico-sociali, alla
crisi dell'Isola. Ma il capo dello
Stato non le ignorerà.
Non si sa ovviamente quali cenni
potrà fare nei suoi discorsi, anche
perché, in teoria, un suo intervento
non è previsto nella scaletta
dell'inaugurazione dell'anno
accademico cagliaritano e neppure nella
tappa gramsciana di Ghilarza. Ma è
probabile che l'illustre ospite
esprima comunque un saluto in una
delle due occasioni, o in entrambe.
COLLOQUI In ogni caso, a ricordare a
Mattarella la realtà locale
saranno alcune conversazioni
private, del tutto informali, che la pur
serrata tabella di marcia non
impedirà. In particolare con il
presidente della Regione Francesco
Pigliaru, come avviene solitamente
durante le visite delle massime
cariche dello Stato.
Il governatore sardo sarà accanto a
Mattarella in tutte le tappe della
giornata: col rettore Maria Del
Zompo e il sindaco Massimo Zedda lo
accoglierà all'arrivo al rettorato dell'Università
di Cagliari, per la
cerimonia dell'inaugurazione
dell'anno accademico che inizierà alle 11
(e che prevede, oltre alla relazione
del rettore, la prolusione della
scienziata e senatrice a vita Elena
Cattaneo). Ancora col sindaco
Zedda, Pigliaru scorterà il capo
dello Stato nella successiva visita
al vicino museo archeologico, per
ammirare i Giganti di pietra del
Sinis. E sarà presente anche a
Ghilarza.
GRAMSCI Dopo il passaggio al museo
il presidente della Repubblica
raggiungerà a piedi (salvo maltempo)
la prefettura di Cagliari, dove
pranzerà. Poi ritornerà
all'aeroporto di Elmas per spostarsi in aereo
a Fenosu, e da lì in auto a
Ghilarza. Alle 16.30 circa la visita alla
casa di Antonio Gramsci, alle 17
invece Mattarella sarà all'auditorium
comunale, poche centinaia di metri
più in là, per partecipare alla
presentazione dell'ottavo volume
dell'Edizione nazionale degli scritti
di Gramsci. In questa circostanza
verrà anche pronunciato il saluto
ufficiale del governatore Pigliaru
al capo dello Stato.
Al termine della manifestazione il
corteo delle auto presidenziali
ripercorrerà la 131 in direzione
dell'aeroporto di Fenosu,
eccezionalmente strappato al suo
sonno per facilitare la visita
nell'Isola dell'uomo del Quirinale.
Da lì Mattarella prenderà il volo
direttamente verso Roma: il decollo,
che chiuderà la sua giornata in
Sardegna, dovrebbe avvenire poco
dopo le 18.
POLITICHE DI GENERE Come detto, si
tratta di una presenza con un
marcato taglio culturale, più che
una tradizionale visita
istituzionale. È per questo motivo
che la massima carica dello Stato
non verrà oggi accolta nella sede
della Regione né in altre sedi
ufficiali delle autonomie locali.
A chiedere a Mattarella un
intervento più politico, magari solo sotto
forma di moral suasion discreta, è
il Coordinamento 3-Donne di
Sardegna, impegnato nella battaglia
per la doppia preferenza di genere
nella legge elettorale regionale.
Una lettera aperta al presidente,
firmata da Carla Puligheddu, Simona
Corongiu, Carla Medau, Rita Corda
e Rita Mameli, ricorda che nel 2013
fu un voto segreto in Consiglio
regionale a impedire l'introduzione
della possibilità di votare sia un
uomo che una donna. Ora che si
profila una nuova modifica legislativa
in tal senso, scrive il
Coordinamento, «abbiamo il fondato timore che
sia tuttora in essere il rischio del
voto segreto». Da qui la speranza
che Mattarella si esprima per
raccomandare un voto palese: «Certe che
il nostro appello incontrerà la sua
attenzione», conclude la lettera,
«le siamo grate per la sensibilità e
la fermezza che saprà comunicare
ai nostri interlocutori regionali».
Giuseppe Meloni
Domani
comincia la discussione Rete ospedaliera in Aula ma ma prima c'è l'esamedegli
849 emendamenti
Da domani si fa sul serio. Nel
pomeriggio comincia in Aula la
discussione dell'articolato del
testo di riordino della rete
ospedaliera. Di mattina, invece, a
partire dalle 10, la commissione
Sanità procederà all'esame degli
emendamenti presentati venerdì. In
tutto sono 849 ma almeno un
centinaio non passerà la prova
dell'ammissibilità. In ogni caso è
molto difficile che il parlamentino
presieduto da Raimondo Perra (Psi)
riesca a concludere il setaccio in
un giorno solo. Sedici sono quelli
condivisi da maggioranza e
commissione, mentre si contano sulle
dita di una mano quelli
presentati dal Pd, una decina
arrivano dai Rossomori, circa trenta da
Art 1-Sdp, altri trenta quelli del
Campo progressista, 18 quelli del
Partito dei Sardi. Gli altri portano
la firma dei consiglieri
dell'opposizione, la maggior parte
di Forza Italia, seguono Udc,
Fratelli d'Italia e Riformatori.
Cosa riguardano? In particolare gli
ospedali cagliaritani, la
situazione a Olbia in ragione dei
flussi turistici, la classificazione
della struttura di Alghero-Ozieri e
poi i presidi di zona disagiata.
Tra le proposte avanzate dal Campo
progressista, «la Giunta regionale
si impegna a reperire le risorse per
la realizzazione del nuovo corpo
ospedaliero nell'area urbana di
Cagliari nella proposta di Legge di
Stabilità 2018». Un altro
emendamento serve a «evitare che la
definizione del ruolo del San
Giovanni di Dio e del Binaghi sia
rinviata in un momento futuro
indefinito». Fratelli d'Italia chiede
che i presidi di zona disagiata
siano dotati di un reparto di
chirurgia e di un laboratorio
analisi.
Dai consiglieri di Art 1- Sdp
arriva la richiesta di istituire una
radiologia pediatrica dotata di
tac, risonanza magnetica, radiologia
tradizionale ed ecografia presso
il microcitemico A. Cao. E poi, il
riconoscimento per Alghero della
qualifica di presidio di primo
livello senza il passaggio di alcun
tipo di monitoraggio. Forza Italia è
concentrata sul nord Sardegna.
Tra le richieste, il rafforzamento
dei posti letto dinamici al
Giovanni Paolo II di Olbia, per il
flusso di turisti. I Riformatori,
invece, per forzare la nomina del
direttore dell'Areus, che ancora non
è stata fatta, portano un
emendamento che «prevede l'attivazione della
rete ospedaliera dopo 90 giorni
dalla nomina medesima».
Ro. Mu.
La
Nuova
Il
presidente della Repubblica sarà al mattino a Cagliari, al pomeriggio a
Ghilarza
Appello
sulla doppia preferenza: «Solleciti il Consiglio regionale sul
voto
palese» Oggi la visita di Mattarella tra università e Gramsci
CAGLIARITutto pronto per il
Mattarella day. Oggi il presidente della
Repubblica farà la sua prima visita
ufficiale in Sardegna da quando è
stato eletto al Quirinale. Due tappe
ricche di appuntamenti
istituzionali e privati. In mattinata
sarà a Cagliari per partecipare
all'inaugurazione dell'anno
accademico dell'università. Prevista anche
una tappa al museo archeologico. Nel
pomeriggio il capo dello Stato si
sposterà a Ghilarza per prendere
parte a una cerimonia in onore di
Antonio Gramsci. L'aereo
presidenziale atterrerà intorno alle 10 allo
scalo di Elmas. A accogliere il
presidente ci sarà il prefetto Tiziana
Giovanna Costantino.
Da lì Sergio Mattarella si
trasferirà
all'università dove parteciperà alla
inaugurazione dell'anno
accademico. A riceverlo sarà la
padrona di casa, il rettore Maria Del
Zompo, insieme al presidente della
Regione Francesco Pigliaru e al
sindaco di Cagliari Massimo Zedda.
Non è dato sapere se Mattarella
interverrà alla cerimonia con un suo
discorso. Nel programma ufficiale
non è menzionato, ma non è esclusa
una sorpresa dell'ultima ora. Di
certo per ora c'è solo che assisterà
alla cerimonia che si concluderà
con una lectio di Elena Cattaneo,
scienziata e senatrice a vita, sulla
ricerca come volano della conoscenza
e dell'etica pubblica. La tappa a
Cagliari proseguirà con una visita
in forma privata al museo
archeologico. Il pranzo è previsto
nella sede della prefettura. Da qui
Mattarella si trasferirà nuovamente
in aeroporto dove riprenderà
l'aereo presidenziale per
raggiungere lo scalo di Fenosu, a Oristano.
In auto raggiungerà a Ghilarza per
un doppio appuntamento: la visita a
Casa Gramsci, dove per l'occasione
sarà inaugurata una nuova
postazione multimediale per il
pubblico, e la partecipazione
all'auditorium comunale alla
presentazione nazionale dell'ottavo
volume degli scritti di Gramsci. In
occasione della visita ufficiale
nell'isola il Coordinamento3-Donne
di Sardegna gli ha scritto una
lettera aperta con un appello a
Mattarella per il voto palese nel
Consiglio regionale per la norma
sulla doppia preferenza di genere
nella legge elettorale sarda.
«Cogliamo l'occasione della sua presenza
per sollecitare il Consiglio
regionale ad approvare quanto prima la
norma. Chiediamo, come questione
irrinunciabile, che venga votata a
scrutinio palese, prima che finisca
l'attuale legislatura».
L'assessore
al Bilancio: lasciamo 100 milioni in più a disposizione
delle
imprese e 130 per le famiglie. Paci: Finanziaria, non aumenteremo le tasse
CAGLIARIInizia ufficialmente il
percorso della Finanziaria 2018. Una
manovra, assicura la giunta, che non
toccherà le tasse, che resteranno
così le più basse d'Italia. Da
domano cominceranno gli incontri
fissati dall'assessore al Bilancio
Raffaele Paci per condividere
impostazione e linee generali della
manovra. La tabella di marcia è
serrata: l'obiettivo è riuscire ad
approvare la legge nella prima metà
di ottobre in giunta e in Consiglio
entro dicembre, in modo da
scongiurare il ricorso all'esercizio
provvisorio. Martedì pomeriggio
Paci incontrerà i capigruppo di
maggioranza, mercoledì toccherà ai
rappresentanti degli enti locali con
Anci e Cal e ai sindacati,
giovedì al partenariato
economico.L'obiettivo è una manovra che, non
senza sacrificio, mantenga un
elevato livello di spesa e quindi di
servizi in tutti i settori, che
continui a supportare il piano di
rientro e gli investimenti della
sanità ma che allo stesso tempo
riesca a non aumentare le tasse.
«Un grande sforzo per garantire ai
cittadini sardi che le tasse non
verranno toccate, nonostante siano le
più basse rispetto a tutte le altre
regioni - afferma Paci -. Con
questa decisione stiamo di fatto
lasciando 100 milioni di euro in più
a disposizione delle imprese e 130
nelle tasche delle famiglie: tutti
soldi che entrerebbero nelle casse
della Regione se equiparassimo le
aliquote Irap e Irpef alla media
nazionale e ricordo inoltre che la
Sardegna è l'unica regione dove non
si paga il ticket, come
confermiamo anche quest'anno».
C'è poi la questione accantonamenti.
«Un fardello - dice ancora Paci -
nostre risorse che ci vengono
trattenute dallo Stato, 684 milioni
di euro all'anno, una cifra
spropositata e ormai insostenibile
come stiamo dicendo a gran voce
nella nostra battaglia con lo Stato.
Nei prossimi mesi, e comunque
prima della approvazione finale
della finanziaria 2018, questo nodo
cruciale per il nostro futuro dovrà
essere affrontato con scelte
politiche adeguate se non dovessimo
ottenere risposte positive alle
proposte di intesa che da febbraio
stiamo facendo al Governo».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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