Davanti ad un cappuccino, un giorno, queste cose, vorrei
dirtele a quattrocchi, seduti in un bar, davanti ad un cappuccino, come piace a
te. Eppure io ero uno che in te ci ha creduto, nella tua capacità visionaria,
in quella severa passione capace di indignarsi. Mai banale. E quanta rabbia
provo oggi ed in questi anni, nel vederti scendere così in basso, come uno
''qualunque''.
Quanta rabbia provo nel sentirti dare dello speculatore a
chiunque, sui temi urbanistici e ambientali non abbia la tua stessa opinione,
quando facile sarebbe stato, per chi avesse voluto strumentalizzare queste cose
(non io), farti notare che occorrerebbe essere prudenti, se in virtù di un
determinato processo legislativo, la propria casa di proprietà in riva al mare,
acquisisse in virtù di quel processo un incremento del proprio valore di
mercato.
Quanta rabbia provo nell'averti sentito moralizzare nel nome
de ''la moglie di Cesare deve stare sopra ogni sospetto'' e averti sentito dire
che mai tu, ti saresti mai ricandidato a nulla, qualora colpito da un sospetto,
o sottoposto ad una indagine, fino a quando da quel sospetto non ne saresti
uscito incolume. E invece no, ti ricandidasti e da persona sotto processo.
Fui tra quelli che non ebbe mai dubbi e che di dubbi
continua a non averne sulla tua buona fede nel dimostrarti estraneo alle ombre
che hanno segnato il tuo percorso imprenditoriale in questi anni. E oggi provo
ancor più rabbia per te, che hai sempre raccontato (secondo me ingiustamente)
di un partito schiavo dei ''proprietari'' di pacchetti di tessere, e che oggi
vedono in te, l'unico protagonista di una simile macchia: escludere qualsiasi
tentativo di dibattito, di confronto sulle questioni, nel nome di una guerra,
una guerra senza mai fine, giocata a suon di tessere o comunque consegnate in
barba a quel minimo sindacale di regole di convivenza civile e democratica.
E quanta indignazione provo nel sapere esserti lasciato
andare a dare dei ''traditori'' a persone che di quella stagione furono per te
leali amici e sognatori per il solo fatto di non pensarla sempre e comunque
come te. Sono così arrabbiato e così indignato, che vorrei dirtele in faccia
queste cose, e come piace a te, davanti ad un cappuccino. Sperando di ritrovare
quel poco di stima e fiducia verso l'uomo, prima ancora che verso il politico,
che non riconosco più. Con affetto.
Di
Gianluigi Piras
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