I media e i sondaggisti italiani
riescono sempre a stupirmi: scoprono ora che il Pd perderà nei collegi. Chissà
dov'erano quando ci sono state le ultime tornate amministrative? E mentre i
partiti fratelli del Pd tracollavano in tutta Europa? E il giorno del
referendum costituzionale? Probabilmente erano troppo impegnati a guidare
attraverso le proprie pagine operazioni politiche improbabili, le quali tolgono
tempo e spazio al racconto della realtà ormai da molti anni, per rendersi davvero conto di cosa scavi nel profondo del
paese.
Tant'é che accade sempre più
spesso che fare una passeggiata per strada e chiacchierare con un po' di
conoscenti si rilevi un metodo di predizione migliore di quello che usano molti
istituti di sondaggi e molti retro scenisti dei quotidiani. Direi che, dai
dati in possesso del prenditore non scientifico ma perspicace, questo è il
quadro che si va delineando:
A) il Pd subirà un tracollo di
medie proporzioni, dipendente da ragioni contingenti (errori di Renzi) e
strutturali (ruolo dei partiti socialisti nella gestione della decennale crisi
economica).
B) la campagna del Pd per il voto
utile si trasformerà nel suo contrario, cioè in una enorme spinta al voto utile
contro di loro.
C) con il Rosatellum il Pd ha
fatto un gigantesco favore al centro destra, ma lo ha fatto perché pensa di
fare dopo la grande coalizione, e questo produce ulteriore emorragia di
voti.
D) proprio per le ragioni di cui
sopra è ragionevole pensare che le liste collegate al Pd, i satelliti per
intenderci, non supereranno lo sbarramento del 3%.
E) l'unico modo di impedire che il
colossale flusso di voti in uscita dal Pd finisca nelle mani sbagliate (destre,
astensionismo, 5 stelle) è costruire una sinistra alternativa e autonoma in
grado di rappresentare la rabbia e la frustrazione dei ceti più deboli e
trasformala in progetto politico costruttivo. In sostanza, la nostra strada è
giusta ma c'è ancora molto, moltissimo lavoro da fare.
Di Elisabetta Piccolotti.
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