martedì 15 ottobre 2019

Non ho il coraggio di guardare, ma ho voglia di fare. Di Lucia Chessa.



Non ho avuto il coraggio di guardare le immagini che raccontano della morte orribile di Hevrin Khalaf la donna curda appassionata combattente per i diritti e la libertà delle donne, del suo popolo e di tutti. Non ho il coraggio di guardare l’ignavia indifferente e tranquilla dell’Europa e l’inutile balbettare dell’Italia nella persona del suo ministro degli esteri Di Maio e del governo tutto.

Non ho il coraggio di pensare a quegli uomini e quelle donne condannati in Spagna ad anni e anni di galera per aver promosso un referendum popolare e non ho il coraggio di guardare la ferocia violenta della polizia spagnola mentre cerca (inutilmente) di disperde i manifestanti di Barcellona.

Non ho il coraggio di guardare i bambini curdi-siriani avvinghiati alle mamme mentre fuggono coperti di sangue. Non ho il coraggio di niente. Posso solo andarmene a scuola con la speranza, se ci riesco, di far bene almeno il mio lavoro.

Cercando di seminare umanità, solidarietà, cittadinanza consapevole, principi di democrazia di libertà, di giustizia e di legalità. Senso del diritto e del dovere proprio e degli altri.

Di Lucia Chessa

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