Irene Loche nasce il 26 Giugno 1992 a Oristano, chitarrista, cantante e
compositrice, tra blues e acustico porta avanti il suo progetto solista di
brani inediti che descrive in musica esperienze, emozioni e colori che più la
rappresentano. Dall’energia dei palchi calcati con il trio blues Sunsweet Blues
Revenge (“Mamma Blues”, “BLOOM IN BLUES”, “Italian Blues River”, “Out of the
Blues” Samedan, “Ameno Blues”,“Pistoia Blues”) si scopre e si riscopre in
questo progetto solista, intimo, in cui sonorità Folk e Soul si incontrano,
dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti.
Dal 2015 è ufficialmente artista Magnatone, unica italiana nel panorama
mondiale insieme a Jeff Beck, Billy Gibbons, Keith Richards, Jackson Browne,
Neil Young e tanti altri. L’8 Gennaio uscirà il nuovo disco EP “Garden of
Lotus” disponibile dal 15 Gennaio anche in download digitale sulle più note
piattaforme.
1. Ciao Irene, com’è nata la tua passione
per la musica? Diciamo, chi ti ha regalato la tua prima
chitarra?
La mia prima chitarra è stata una scommessa vinta da mio padre, fu lui ad
insistere a regalarmela per il settimo Natale. Sono cresciuta in una famiglia
che fortunatamente è vicina e ama la musica e sin da piccola sono stata
attratta dai suoni e in particolare dalla chitarra. Mio padre mi ha insegnato i
primi accordi e grazie alla mia famiglia ho sempre ascoltato tanti dischi.
2. Nel tuo percorso musicale, quali
artisti ti hanno ispirato maggiormente?
Può forse suonare strano ma sono cresciuta con i dischi di Battisti,
successivamente mi sono avvicinata alla musica americana e inglese. Il Soul è
stato sicuramente fondamentale per me, ho passato ore e notti ad ascoltare
dischi di Ray Charles, Otis Redding, Wilson Pickett, Percy Sledge, Aretha
Franklin. Ho poi ascoltato tanto Rock e successivamente tutta la musica che
potevo.
3. Forse è una domanda un po’ sciocca, ma
ritengo sia giusto chiedertelo: quanto è complicato per un artista di oggi,
vivere della propria arte. Insomma, tanti giovani artisti fanno diversi lavori,
e naturalmente questa doppia attività è stancante tanto che alcuni decidono di
abbandonare. Cosa diresti a questi ragazzi, magari un po’ più grandi di te?
È faticoso e difficile e ci vuole tantissima passione e determinazione che
per la maggior parte delle volte vengono fortunatamente ripagate. Il mio
consiglio è quello di seguire la propria passione e coltivare la propria
identità. È una scelta fatta di tanti “no”, compromessi e sacrifici ma è anche
l’investimento più importante che si possa fare nella propria vita.
4. Da tempo assistiamo al fenomeni del
Talent show, come “Amici” oppure “X Factor.” Come consideri queste
trasmissioni, agevolano i giovani cantautori? Parteciperesti?
Talent Show: come dice la parola stessa è uno spettacolo fatto e pensato
per intrattenere. La musica, per quanto mi riguarda, non si crea sotto i
riflettori, ma come ogni forma di espressione nasce dalla persona e per questo
dovrebbe essere sempre diversa e personale, dato che ognuno di noi lo è. Da
poco, qualche settimana fa, riflettevo proprio su questo argomento a cui tengo
tanto: la musica non è competizione e non è discriminazione. Solo da questa
affermazione forse traspare abbastanza quanto io non creda e non abbia nessuna
fiducia e stima per i Talent.
5. Veniamo alla tua musica. Per quanto
riguarda i testi, li prepari da sola oppure lavori insieme ad un “paroliere”,
come fanno tenti altri cantautori italiani?
Sì, scrivo i testi delle mie canzoni anche perché sono convinta che musica
e testo debbano sposarsi e raccontarsi a vicenda. Alcuni brani che ho pubblicato
li ha scritti Gian Luca Canu che, oltre ad essere uno dei miei più grandi
amici, è anche il mio primo collaboratore e partner musicale, nonché la persona
in cui ho più fiducia.
6. Puoi parlarci del progetto trio blues
Sunsweet Blues Revenge?
Le SBR è uno dei progetti più importanti che ho avuto, mi hanno dato la
possibilità di crescere e fare esperienza. Devo molto a loro e siamo molto
legati. Nati nel 2011 abbiamo scritto tanti brani, pubblicato diversi lavori e
suonato in tanti palchi. Oggi siamo ancora in attivo ma l’occasione per suonare
è molto più rara per via degli impegni lavorativi di ciascuno di noi.
7. Qual è stato il momento più
emozionante della tua carriera?
Sono fortunata perché nel mio piccolo ne ho vissuto tanti. Probabilmente il
più emozionante è accaduto lo scorso gennaio, quando ho suonato un mio brano di
fronte a Jackson Browne. Non ho mai provato nulla di simile.
8. Come sappiamo, la vita di un artista è
fatta soprattutto di treni che passano, su alcuni si sale, e magari ci si pente,
mentre su altri ci si pente si essere saliti. Altri ancora, purtroppo si
perdono. Se potresti disporre di un’ipotetica macchina del tempo, quanti treni
hai perso e, soprattutto, su quanti treni non saresti mai voluta salire?
Sono estremamente testarda e determinata perciò per ora posso dire
di non aver perso treni, anzi. Ho molta fiducia nella vita e nelle cose che
accadono o che non accadono. Spesso avrei voluto andasse diversamente ma alla
fine dei conti tutto ha avuto un senso ed una spiegazione. Non dico che le cose
debbano venire da sé, tutt’altro. Bisogna sempre cercare di fare e dare il
meglio, ma certi errori e certi “no” vanno presi, accettati e conservati perché
aiuteranno per il futuro.
9. C’è stato un momento in cui sei andata
vicina a dire: “Basta.” Ovvero, hai mai pensato di abbandonare la musica?
Assolutamente sì, mi è capitato e mi capita ancora. Non è un percorso
facile e non è un periodo facile qui e ora, per chiunque. Alcune volte ho
pensato di abbandonare perché non provavo più nulla, altre volte perché ho
semplicemente desiderato fare un’altra vita, ma alla fine mi sono sempre
trovata ad abbracciare la chitarra.
10. Attualmente, stai lavorando su un
nuovo progetto?
Sì, sto registrando il nuovo disco. Dalla prima pubblicazione ad oggi ho
scritto molto e ho troppi brani fermi. Dovrei invece fermarmi io e pubblicarli,
ma sono sempre di corsa, ecco perché è un processo lento.
11. Irene, come t’immagini tra dieci
anni?
Mi vedo come oggi, con la differenza che avrò molte più cose da raccontare:
alcune che avrò capito e molte altre no. Temo che sarò sempre una che sta fra
le nuvole...
Con questa domanda chiudiamo la nostra intervista ad Irene Loche, giovane
cantautrice sarda. Per conoscerla ed ascoltare la sua musica Noi della
Babbaiola non possiamo che ringraziarla per la sua disponibilità, ed augurarle
tanta fortuna per la sua attività artistica. Se volete conoscere Irene in maniera più approfondita visitate la sua pagina Face Book, dove potrete anche ascoltare la sua bellissima voce.
https://www.facebook.com/ireneloche.official/
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