La
Nuova Sardegna
Intervista
a Filippo Spanu: "Migranti, appello a Salvini: basta spot, serve una
linea" L'assessore regionale: «Sono state ignorate le ripetute richieste
di incontro» Emergenza algerini: sono arrivati oltre 700 clandestini
dall'inizio dell'anno.
SASSARI Dal Governo nessun segnale,
le ripetute richieste di incontro sono cadute nel vuoto. Il ministro Salvini
non risponde alla giunta Pigliaru «non indica quale linea intende seguire su un
tema che invece impone chiarezza», dice l'assessore agli Affari generali
Filippo Spanu, delegato alla gestione e
accoglienza migranti. Che poi aggiunge: «Si sentono polemiche, spot, slogan. Ma
niente di certo su un argomento che non può essere ignorato: le migrazioni
proseguiranno, fanno parte della storia. Al contrario il fenomeno va gestito considerandolo
non solo un problema ma una opportunità anche per chi accoglie. In Sardegna sta succedendo questo».
Assessore
Spanu, in che modo i migranti sono diventati un'opportunità per l'isola?
«La Regione, gli enti locali, le università
e la scuola stanno creando in maniera ordinata un circuito virtuoso che ha
consentito di impiegare più di 1000 sardi, spesso molto qualificati, nella
gestione dell'accoglienza. Diverse comunità rurali stanno cogliendo l'occasione
per riaprire scuole, società sportive, servizi pubblici, attività agricole e artigianali.
Sta nascendo un clima di collaborazione, non ha senso parlare di guerra tra
poveri. Perché i migranti non hanno tolto nulla ai sardi, tutt'altro».
La
Regione quanto investe sulle politiche di accoglienza e integrazione?
«L'investimento a nostro carico è di
circa 300mila euro, corrisponde all'1 per mille del bilancio regionale. Ma garantendo
progetti e cooperazione ha ricevuto più di 200 milioni di euro da parte
dell'Europa, risorse vincolate a quello scopo, che sono ricadute sul sistema
sociale e produttivo dell'isola nel quale anche i migranti possono avere un
ruolo attraverso un efficace inserimento».
Si riferisce
al progetto portato avanti con le Università?
«Si, ne abbiamo discusso anche in un
recentissimo incontro a Sassari. Tra i migranti in fuga da situazioni complesse
ci sono giovani preparati, I due atenei insieme all'organismo del Ministero
Cimea hanno lavorato insieme per certificare le loro competenze e inserirli così
in un percorso universitario attraverso il rilascio del passaporto accademico. Dodici sono già stati
inseriti a Cagliari, 20 riceveranno a breve il pass a Sassari. I problemi nella
gestione ci sono, è innegabile, ma dobbiamo vedere gli aspetti positivi».
È questo
il messaggio che vuole mandare al Governo?
«Abbiamo avuto dei primi contatti
nei quali ho spiegato la strada intrapresa dall'isola. Dal 2017 il flusso
migratorio è diminuito e sono stati creati dei canali sicuri con il Nord
Africa. Ora questo clima di collaborazione si è interrotto e la situazione
rischia di diventare esplosiva. Per questo vogliamo chiarezza così da avere
certezze anche sui flussi illegali».
Gli
sbarchi di clandestini dall'Algeria vanno avanti senza sosta.
«Ormai è stata superata quota 700
arrivi dall'inizio dell'anno. Quel flusso va interrotto, serve una politica
forte di rimpatri così da scoraggiare gli arrivi. Per questo è stato dato il
via libera al Cpr, il centro rimpatri a Macomer»A che punto sono i
lavori?«Quelli vanno avanti, anche velocemente. Ma il vero problema è il
rispetto dell'accordo siglato tra la Regione e il Governo. Mi riferisco alla questione
sicurezza, le certezze sui rimpatri rapidi attraverso il dialogo e la
cooperazione con l'Algeria. Il Cpr non avrebbe ragione di esistere se si
trasformasse in una specie di carcere».
Cosa
pensa della gestione della vicenda della nave Diciotti da parte del ministro Salvini?
«Credo che sia stato un inutile
braccio di ferro, era chiaro sin dall'inizio che quelle 170 persone avevano
diritto a scendere dalla nave. E ora sento dire che una parte di loro è
"scappata". Non è così: sono eritrei, hanno diritto di muoversi
liberamente nel territorio. Sono liberi, come noi».
Pensa ci
potrà essere un nuovo caso Diciotti?
«Credo che il tempo degli slogan
debba finire. La pazienza è al limite: noi stiamo facendo la nostra parte, il
Governo deve fare la sua». (si. sa.)
L'ex
ministro dell'Interno è intervenuto a Sassari a un convegno su Aldo Moro
«Per riprendere
il primato sulla finanza e sull'economia serve una
morale
solida»
Pisanu,
appello pro Europa «Sovranismi? Una sciagura»
SASSARI
Primo messaggio: «Se la politica
vuole riprendere il primato sulla
finanza e sulla economia, deve prima
riconquistare legittimità morale.
Perché una politica senza
riferimenti etici certi non è credibile, non
regge». Secondo monito: «Il grande
capitale si è mondializzato a danno
della politica, che invece si è
ristretta dentro il guscio dei confini
nazionali». Terzo siluro: «Penso che
i cosiddetti nazionalismi e i
sovranismi siano una sciagura».
Voleva fare un semplice saluto,
giusto
poche parole per non essere scortese
con gli organizzatori che lo
chiamavano al microfono, ma non è
rimasto nei limiti del discorso di
circostanza. Sarà che si parlava di
Aldo Moro, di cui fu amico e
stretto collaboratore fino alla
morte, ma ieri l'ex ministro
dell'Interno Beppe Pisanu è tornato
a parlare come un protagonista
della scena politica. Oltre alla
necessità di ricreare una morale
solida nella classe dirigente,
Pisanu ha anche fatto un appello "pro
Europa" di cui, ha detto, «c'è
bisogno oggi, in Italia e nel mondo.
Gli Stati uniti d'Europa sarebbero
la prima potenza economica del
mondo. Non lo siamo perché siamo
ridotti ancora alla logica dello
staterello e quindi incapaci di
dominare i grandi eventi politici».
Parole dense e destinate non solo
alla attentissima platea
di ingegneri, architetti, agronomi e
periti industriali. I
professionisti, invitati dai
rispettivi Ordini, erano arrivati nella
sala conferenze della Camera di
Commercio per ascoltare Gero Grassi,
proponente e componente della
commissione d'inchiesta Moro-2, parlare
di "Aldo Moro: l'etica dello
statista". Argomento apparentemente
strano per un parterre di tecnici,
ma che invece ha tenuto i
partecipanti inchiodati alle
poltrone tutta la mattina. È durata due
ore l'appassionata
"arringa" di Gero Grassi sulle verità negate del
"caso Moro".
L'ex parlamentare pugliese è
diventato un raffinato
narratore dei 55 giorni dal sequestro
all'omicidio dello statista
democristiano. La mattinata è
proseguita con la tavola rotonda,
moderata dalla giornalista Daniela
Scano, sull'attualità dell'etica di
Aldo Moro. A spiegare come la
declinano nell'amministrazione della
cosa pubblica e negli incarichi
elettivi che ricoprono sono stati il
senatore pentastellato Ettore
Licheri, l'assessore comunale sassarese
Simone Campus, il sindaco di Alghero
Mario Bruno e l'ingegnere Gianni
Massa: vice presidente del Consiglio
nazionale degli
ingegneri.
L'arrivo di Beppe Pisanu ha sorpreso
i partecipanti ma non
Lorenzo Corda. Il presidente
dell'Ordine provinciale degli ingegneri,
appassionato organizzatore di una
giornata che ha dedicato ai due
medici Giovanni Di Maria e Piertonio
Spanu, scomparsi di recente nel
mare di Castelsardo, aveva invitato
l'ex ministro e ieri ha insistito
perché intervenisse alla fine dei
lavori.Beppe Pisanu è partito dal
ricordo intimo di Aldo Moro. «Ma non
dirò nulla dei fatti di cui sono
stato protagonista - ha esordito -
perché, come diceva lo storico
Renzo De Felice riferendosi ai
testimoni di grandi fatti storici,
rischierei di non essere obiettivo».
Le parole sono poi planate sulla
capacità di mediare che consentì a
Moro «di fare entrare nella
Costituzione italiana il principio
"sovversivo" che l'uomo viene prima
dello Stato». E infine l'invito a
«riportare la morale a fondamento
dell'ordine politico, per farne il
luogo di affermazione definitiva
della persona umana sull'economia,
sulla finanza e su qualunque altra
cosa».
Forza
Italia, la sfida elettorale parte dalle piazze
Il
vicecoordinatore Piras: «Per essere competitivi alle Regionali
dobbiamo
dialogare con la gente»
CAGLIARI «Lanciamo la nostra sfida
delle idee». Ivan Piras,
vicecoordinatore di Forza Italia, ha
annunciato durante un'assemblea
all'antica casa "Marini",
a cui hanno partecipato più di 50
amministratori locali, l'avvio di un
laboratorio politico "che vada
oltre i personalismi e che traduca
in azione quella forte carica di
rinnovamento invocata dal popolo di
Forza Italia e del centrodestra.
Sarà questo il nostro contributo più
importante sia alla coalizione
che si presenterà alle regionali sia
ad una visione della Sardegna che
vada oltre le scadenze elettorali.
Trasporti, turismo, sanità, zona
franca sono alcuni dei temi
"forti" di cui si è partito un confronto
che - spiega Piras - sarà inclusivo,
partecipativo, e che vedrà il
protagonismo in prima di linea dei
territori e degli amministratori
locali per uscire dalla stagnazione
e dai riti autoreferenziali.
Vogliamo scendere dai palchi, andare
nelle vie, nelle piazze e nelle
case per dialogare e guardarci negli
occhi con padri di famiglia,
imprenditori, studenti. Se vogliamo
tornare ad essere competitivi -
prosegue Piras - ma soprattutto, se
vogliamo essere degni di
rappresentare il popolo, dobbiamo
essere parte della comunità,
condividerne tensioni, aspirazioni,
preoccupazioni.
La partita del
rinnovamento si gioca sul campo
delle idee e non temiamo di sfidare il
Pd, reduce dai disastrosi 5 anni di
Pigliaru, né il Movimento 5 stelle
che, nei primi 100 giorni alla guida
del Paese non ha certo brillato.
In Forza Italia e nel centrodestra
in generale c'è già invece un
ottimo vivaio di persone che hanno
fatto gavetta nei comuni,
nell'associazionismo o si sono
distinte nella loro vita privata.
Persone che oggi possono dare un
contributo di idee, di onestà e di
cambiamento alla vita pubblica della
Sardegna.
Il laboratorio avviato
ieri è aperto a tutti perché la
politica dei feudi e delle
contrapposizioni è perdente, non ci
appassiona e, fatto ben più
rilevante, ha stufato anche
l'opinione pubblica. Il guanto di sfida -
conclude Piras - è lanciato.
Vinceranno le idee più forti».
Salvini
frena sui magistrati «Nessun golpe giudiziario»
Lo
scontro con le toghe peserà sulla composizione del nuovo Csm
di
Francesca Chiri
ROMA «Nessun golpe giudiziario».
Alla fine di un lungo chiarimento
notturno con Luigi Di Maio, Matteo
Salvini spinge il pedale del freno
nell'offensiva contro la
magistratura. Una correzione pretesa
dall'alleato di governo in forte
imbarazzo per il violento attacco
scagliato dal leader della Lega
contro le toghe dopo l'iscrizione nel
registro degli indagati per
sequestro di persona aggravato per il caso
della nave Diciotti.
Un passo indietro che riporta il
sereno nella
maggioranza e che, dopo le prese di
distanza dei 5 Stelle, consente al
ministro della Giustizia, il
pentastellato Alfonso Bonafede, di tirare
un sospiro di sollievo. «Mi fa
piacere che Salvini abbia precisato che
c'è il massimo rispetto per la
magistratura» dice il Guardasigilli che
venerdì aveva lanciato l'altolà al
leader leghista rimproverandogli i
toni da «seconda Repubblica».
Bonafede ammorbidisce quindi i toni
nei
confronti dell'alleato: «il mio non
era un attacco a Salvini ma una
precisazione. Un ministro ha il
diritto di dire che un magistrato sta
sbagliando, ma dire che un
magistrato sta sbagliando perchè è di
destra o sinistra è errato». Salvini
dunque smorza i toni e corregge
il tiro: «Aspetto con totale
rispetto, celerità e curiosità le
sentenze che mi riguardano» e i
magistrati «spero che facciano bene e
in fretta» sottolinea dicendosi
rispettoso del «lavoro di tutti» anche
se sminuisce la portata del fatto in
sè.
«Non mi tolgono il sonno e
vado avanti a lavorare». Anche
perché, avverte, il suo obiettivo è di
continuare a fare «per almeno 5
anni» il ministro, «senza essere
considerato un assassino o un
rapitore». E soprattutto di portare la
Lega ad «essere il primo gruppo in
Europa». Poi assicura di non avere
«alcuna intenzione di andare
all'incasso adesso. Non guardo i sondaggi
ora», dice alludendo ai dati che
segnano il sorpasso sul M5s di oltre
3 punti percentuali. Di Maio,
intanto, si è tenuto alla larga da
Cernobbio anche per evitare un
incontro ravvicinato con il mondo della
grande imprenditoria dopo lo scontro
con Autostrade, ma presidia il
terreno con un'intervista al Sole 24
Ore: «Veniamo descritti come
quelli contro le imprese e contro
l'industria. Non è così», assicura.
Con Salvini mantiene le distanze pur
rimarcando una sostanziale
condivisione programmatica. Dopo il
chiarimento (in serata gli uffici
stampa negano un incontro), il
leader M5s punta l'indice contro chi
«vuole vedere questo governo
cadere», rassicura che con Salvini
«quando non siamo d'accordo, io
glielo dico e ieri l'ho detto che non
deve attaccare i magistrati».
Anche perché, gli dà atto, «sulla
nave
Diciotti la scelta la portiamo
avanti tutti insieme, senza perdere la
testa, con calma e sangue freddo».
Anche il premier Giuseppe Conte
lavora per far rientrare le
tensioni: «siamo coesi, non scriteriati» e
smentisce «fibrillazioni»
nell'esecutivo.
«Salvini ha chiarito. Questo
governo rispetta la divisione dei
poteri, ci mancherebbe» promette. Ma
delle tensioni approfitta invece
l'opposizione, da destra e sinistra.
Renato Brunetta chiede di «andare a
votare il prima possibile». Il
segretario del Pd Maurizio Martina
si dice sdegnato per le
provocazioni del ministro
dell'Interno: «Un insulto agli
italiani».Salvini fa spallucce forte
del sostegno che gli arriva dai
social. Solo nella notte 720
profili, quasi 200 dall'estero, alcuni
dei quali pro-Trump, hanno diffuso
su Twitter circa 2mila contenuti
con l'hashtag #complicediSalvini
facendolo spiccare nelle tendenze del
social network.
«Sapete che con la marea di tweet si
stanno
arrabbiando in tanti? Ma noi
all'odio rispondiamo solo con sorrisi!»
replica lui con un tweet. E forse
anche con la piazza. Anche se la
convocazione di manifestazione della
Lega per sostenere il segretario
resta sullo sfondo.
Unione
Sarda
L'assessore
agli Affari generali domani sarà a Roma - Spanu dalla
viceministra
Del Re
Si discuterà del ruolo degli enti
territoriali nell'attività di
sviluppo locale, nell'incontro di
domani a Roma tra l'assessore
regionale agli Affari generali,
Filippo Spanu, e la viceministra agli
Affari esteri, Emanuela Del Re.
«Vogliamo portare all'attenzione del
governo istanze fondamentali per le
regioni italiane» dice Spanu,
convinto dell'importanza di maggiore
confronto su interventi
finalizzati a creare migliori
condizioni di sviluppo in particolare
nei paesi da cui hanno origine i
flussi migratori.
E su questo tema
l'assessore ha evidenziato
l'importanza degli atenei di Cagliari e
Sassari nell'inserimento dei
migranti nel contesto degli studi
universitari. L'obiettivo è
«acquisire conoscenze specialistiche da
utilizzare successivamente, in modo
proficuo, nei paesi di origine».
Durante un incontro sul tema
"Città, migrazioni e cooperazione
internazionale", che si è
svolto a Sassari, Spanu ha ricordato il
lavoro «avviato da tempo dalla
Regione per una programmazione
strutturata della gestione del fenomeno
migratorio attraverso il Piano
per l'accoglienza dei flussi non
programmati».
Il lavoro
dell'amministrazione spazia in
diversi ambiti per «favorire il
processo di inclusione dei
richiedenti asilo e dei titolari di
protezione internazionale». In
platea c'erano 20 giovani richiedenti
asilo, ospitati nei centri di
accoglienza del nord Sardegna, che
riceveranno a breve pass accademici
per poter frequentare corsi
universitari sulla base di
un'iniziativa dell'ateneo sassarese che ha
avuto il sostegno della Regione. (m.
s.)
La mossa
di Fratelli d'Italia Truzzu candidato governatore
A
Orgosolo “S'Atobiu”: il partito fissa i punti del programma per le regionali
Paolo Truzzu gioca d'anticipo e
ufficializza la sua candidatura per
Fratelli d'Italia alla presidenza
della Regione. L'annuncio è arrivato
nella tarda serata di ieri da
Orgosolo dove il partito ha organizzato
“S'Atobiu”, due giorni di lavoro in
cui verranno fissati i punti
cardine del programma.
La fuga in avanti del coordinatore
regionale di Fratelli d'Italia non
è la scelta di una corsa in
solitaria, ma un avviso agli alleati:
«Stiamo facendo una proposta e
vogliamo dialogare con i partiti del
centrodestra. Sulla base dei nomi
che verranno proposti potremmo
decidere anche di correre da soli».
A sostenere la candidatura c'è
anche il deputato, Salvatore Deidda,
convinto che Truzzu rappresenti
«la destra moderna e credibile che
si candida a governare la Regione».
IL FUTURO Oggi si chiuderà la due
giorni di Orgosolo con l'avvio
ufficiale della campagna elettorale
di Fratelli d'Italia. Ci sono già
alcuni punti chiave fissati e
riguardano «cancellazione della Asl
unica, revisione della continuità
territoriale e una serie di proposte
in cui il tema principale è il
lavoro», dice Truzzu. In attesa che il
centrodestra definisca confini e
alleanze, Fratelli d'Italia guarda
avanti e pone alcuni paletti anche
sul metodo di ingaggio della
coalizione. Il coordinatore
regionale, infatti, vuole uscire «dai
tatticismi inutili perché noi
abbiamo le idee chiare e anche i
candidati». L'obiettivo dunque in
questo inizio di campagna elettorale
è «rinunciare ai caminetti e parlare
il più possibile con la gente che
ha necessità di sapere chi sarà il
candidato per le regionali».
I RAPPORTI La candidatura di Truzzu
è un segnale che il partito di
Giorgia Meloni vuole giocare un
ruolo da protagonista sia nel
centrodestra che in Regione. Gli
alleati, per ora, stanno ancora
lavorando per capire quali saranno
le scelte da fare sia sul fronte
dei nomi che su quello delle
alleanze. Il coordinatore di FdI non
parla di «imposizione», perché «se
in corsa ci saranno altri nomi
validi non è detto che il candidato
sia io».
Altri nomi ufficiali,però, ancora
non sono emersi
e dunque quello di Truzzu è l'unico
in corsa.
LE PROPOSTE Il partito ha scelto il
centro dell'Isola per «rafforzare
il senso di comunità e proporre la
nostra idea di una Sardegna forte
che rinasca dalle macerie lasciate
dalla sinistra e sconfigga il nulla
del pensiero grillino». Il partito
sta cercando di ampliare il raggio
di azione, concentrandosi anche su
temi come ambiente, cultura e
sostenibilità. Bruno Murgia,
responsabile della comunicazione per
Fratelli d'Italia dice: «Stiamo
mettendo in campo un progetto di
Sardegna profondamente innovativo e
identitario e per certi versi
ardito». Murgia punta sulla
concretezza visto che «stiamo elaborando
proposte su numerosi temi e ci
stiamo mettendo in marcia per le
prossime elezioni».
LE TAPPE Oggi si concluderanno i
lavori di Orgosolo e poi per Fratelli
d'Italia comincerà una fase fatta di
trattative e incontri con i
cittadini. «Non c'è tempo da
perdere», conclude Truzzu, «servono
scelte decise, credibili e
coraggiose. Noi ci siamo». (m. s.)
Raimondo
Perra: rete territoriale, troppi interventi a macchia di leopardo
«Molti
errori su Ats e ospedali»
Il
presidente della commissione Sanità: inutile la riorganizzazione
delle
aziende locali
La nuova rete ospedaliera «stenta a
decollare» e in una situazione di
difficoltà non aiutano «le soluzioni
spot» per singolo territorio.
Mondo Perra, presidente della
commissione Sanità del Consiglio
regionale, mette in guardia
l'assessore Luigi Arru e il dg dell'Ats,
Fulvio Moirano, dopo l'annuncio di
incrementare con 30 medici il
personale dell'ospedale di Lanusei.
Perra ammette che il lavoro sulla
riforma sanitaria non è ancora
completato e ribadisce il suo “no”
alla scelta di avere un'unica
azienda sanitaria regionale.
Cosa non ha gradito?
«Non trovo corretti gli interventi a
macchia di leopardo. La rete
ospedaliera deve essere applicata in
modo omogeneo in tutto il
territorio regionale».
Questi interventi non sono fatti
concreti?
«Sì, ma dare risposte parziali nei
confronti di singole realtà,
dettate da situazioni particolari e
contingenti, amplificano il
malessere generale e diffuso verso
la gestione della sanità
regionale».
Quali sono le conseguenze?
«Si innescano fenomeni di protesta e
lacerazione sociale, con
ulteriore pregiudizio per la
necessaria organicità e omogeneità del
riordino del sistema sanitario».
L'Ogliastra, però, lamentava le
carenze.
«È giusto preoccuparsi di un
territorio svantaggiato, ma in Sardegna
non è l'unico. Le gravi carenze di
personale affliggono anche altre
aree socio sanitarie e altri
presìdi, in particolare quelli dell'area
Metropolitana di Cagliari, ai quali
si rivolgono praticamente i
pazienti provenienti da tutta
l'Isola».
La rete ospedaliera è a regime?
«La si sta applicando molto a
rilento, ma è vero anche che si tratta
di un provvedimento molto
complesso».
Si può ancora cambiare qualcosa?
«Quando sarà applicata nella sua
totalità sarà necessario rivederla e,
nel caso, modificarla».
Dopo un po' di rodaggio, la Asl
unica è stata la soluzione migliore?
«No. Ho sempre dichiarato in passato
la mia contrarietà alla
riorganizzazione delle Aziende
sanitarie. Avrei puntato di più sul
portare a termine il percorso di
riforme importanti come la rete
ospedaliera, l'emergenza-urgenza e
le cure territoriali».
In questa situazione di stallo qual
è il rischio?
«Che applicando una riforma così
complessa in tempi molto lunghi si
tiri troppo la corda e si arrivi in
affanno all'appuntamento delle
regionali».
La sanità sarà uno dei temi chiave
della campagna elettorale?
«Sicuramente sì perché è un
argomento di grande interesse per tutti i cittadini.
La maggioranza raccoglierà più
meriti o critiche su questo argomento?
«Chi si impegna a portare avanti le
riforme deve mettere in conto il
rischio di essere penalizzato dal
punto di vista elettorale. Ma è vero
che qualcuno deve anche assumersi la
responsabilità di farle».
Matteo Sau
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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