Unione
Sarda
Pd e
alleanze, sì alla linea Cani Soru: non mi ricandido in Europa. Nella
direzione regionale a Oristano solo l'ex presidente contesta il segretario
Nove interventi a favore del
segretario e uno molto critico, quello di Renato Soru, che coglie anche
l'occasione per annunciare che non si ripresenterà alle Europee. «Iniziate a
cercarvi un altro candidato», sono state le sue parole durante la prima
direzione regionale Pd targata Emanuele Cani. L'ex deputato sulcitano ha presentato
la segreteria e lanciato la conferenza programmatica, che culminerà in una
due-giorni che si terrà a metà ottobre.
Soprattutto ha ribadito la necessità
di una coalizione ampia anti-populismi: «Non una mera sommatoria di sigle - ha
ribadito - e certo non sarà possibile allearsi con il Psd'Az, che ha sposato la
linea della Lega, e nemmeno con Forza Italia. Ma sui temi siamo disposti ad
aprire a tutte le altre forze politiche».
L'ANALISI «Viviamo in un periodo
straordinario, il campo politico è modificato e destrutturato, e questa
condizione ci disorienta», ha aggiunto Cani: «Chi mi ha preceduto ha potuto
lavorare su schemi tradizionali, adesso è tutto cambiato. Ma se l'esperimento
che abbiamo in mente riesce, potrebbe rappresentare persino un laboratorio da esportare
a livello nazionale».
Sugli stessi concetti ha insistito
Siro Marrocu (area ex-Ds): «Il nostro obiettivo - ha spiegato - è creare un
argine alla deriva di destra, mettendoci noi a disposizione di un progetto di
blocco democratico con forze politiche anche tradizionalmente opposte ma che si
ritrovino assieme contro questa deriva».
Secondo Marrocu, ragionare in
termini di «logica di centrosinistra costituirà una sconfitta sicura». Quindi:
«Il gruppo dirigente faccia un atto di generosità, io sono per una scelta
forte, dirompente e innovativa per vincere a febbraio». Di apertura verso le
tesi del segretario anche molti altri interventi, come quelli di Chicco Porcu,
dell'ex sindaco di Sorso Antonio Spano, di Patrizia De Sole, Guido Tendas, Tore
Corona, Dino Pusceddu e Cesare Moriconi.
PARERE OPPOSTO Ben diversa
l'opinione di Renato Soru, che prendendo la parola per uno degli ultimi
interventi (precisando subito di parlare «per sé») ha criticato Cani per la
mancanza di ogni riferimento alle primarie come soluzione per individuare il
candidato governatore: «Volete decidere anche questo? Non pensate che le
primarie costituiscano un momento di discussione importante, almeno quanto la conferenza
programmatica? Se mi direte che le primarie si faranno, andrò via da qui molto
più tranquillo».
Poi, rivolgendosi alla maggioranza
dell'assemblea che ha eletto Cani, l'europarlamentare ha chiarito di non
credere a «nulla di quello che dite in merito al bisogno di unità di questo
partito. Voi – ha insistito - avete voluto negare la discussione andando a
contare e ricontare i voti finché non erano a vostro favore, con una violenza anche
fisica che non dovrebbe appartenere al Pd. Rappresentate il tipo d'alleanza che
ha messo al centro altre cose, siete stati bulimici di potere. Quando
inizierete a rassegnare un po' di dimissioni allora crederò a quello che dite». Poi
l'annuncio che non si ricandiderà alle Europee.
In chiusura ha ripreso la parola il
segretario per aggiornare la direzione, che riprenderà probabilmente a lunedì
10 sempre ad Oristano, «per dare la possibilità di intervenire a chi oggi non
ha potuto partecipare, e concludere la discussione».
Roberto Murgia
Forza
Italia punta i piedi - Prime tensioni sulla leadership: «Noi il
partito-guida»
Incerti anche i confini della coalizione
per i
dubbi sulle scelte del Carroccio
Chi guiderà la coalizione? Nel
centrodestra è una domanda alla quale
nessuno si sbilancia a rispondere.
La soluzione migliore, per ora, è
sposare il motto “prima i programmi
e poi i nomi”. La Lega, che
approfitta di ogni occasione per
rinforzare il sodalizio con i
sardisti, e Forza Italia si studiano
a distanza, in attesa di un
confronto vero e proprio.
LE MOSSE Il coordinatore del
Carroccio in Sardegna, Eugenio Zoffili,
non dà per scontata l'alleanza con
gli azzurri, mentre il
vicecapogruppo di Forza Italia in
Consiglio regionale, Marco Tedde,
nel suggerire la road map del
centrodestra, ha ricordato «il grande
lavoro fatto dalle forze di
opposizione che ha visto nel gruppo di
Forza Italia un ruolo guida». Una
precisazione che dà il polso di
quanto tra gli azzurri ci sia la
volontà di non stare dietro le quinte
alle prossime regionali. Tedde
riconosce «le grandi qualità e la
competenza di tutti i consiglieri
delle forze di centrodestra e
sardiste», che hanno portato a un
lavoro in grado di «rafforzare e
riempire di contenuti quel legame
ideale che tradizionalmente le
unifica, pur nelle varie
sensibilità».
IN CORSA Le altre sigle della
coalizione rimangono in attesa di capire
se questa prova di forza
rappresenterà un ostacolo all'armonia
interna. Il coordinatore regionale
di Fratelli d'Italia, Paolo Truzzu,
sulla leadership parla di «un
aspetto che, al di là delle
dichiarazioni, si dimostra sul
campo, con numeri, proposte e valore
delle persone». Dunque, è prematuro
assegnare una palma di candidato
prima di aver chiaro il quadro: «Non
ho mai avuto piacere per quelle
situazioni in cui qualcuno si
autoattribuisce il ruolo di guida».
Nell'immaginare il futuro della
coalizione, Truzzu sottolinea che «si
parte dal centrodestra, magari
diverso da quello che abbiamo sempre
conosciuto». Poi, un accenno a
quello che succede a Roma dove «su
certi temi siamo vicini al governo e
non facciamo un'opposizione per
partito preso». Fratelli d'Italia nel
prossimo fine settimana si
riunirà a Orgosolo per “S'Atobiu
2018”, due giorni di dibattito sui
temi della prossima campagna
elettorale.
«VALORE AGGIUNTO» Tendere la mano al
mondo delle liste civiche è
un'operazione che impegna un po'
tutti i partiti. Nel centrodestra il
vicecoordinatore di Forza Italia,
Ivan Piras, ha iniziato un lavoro di
coinvolgimento degli amministratori
per la corsa al rinnovamento. Alle
prossime regionali ci sarà Sardegna
20Venti, movimento di cui Stefano
Tunis è uno dei maggiori esponenti,
che da anni «lavora con le liste
civiche con esperienze importanti a
Cagliari e Quartu».
Il 22 settembre il movimento
organizzerà un evento per discutere di
lavoro. «Possiamo rappresentare quel
valore aggiunto per far vincere
le elezioni al centrodestra che sta
riacquistando vitalità», dice Tunis.
Matteo Sau
LEGA.
Eugenio Zoffili
«Non è
scontato un accordo col centrodestra»
Un simbolo unico con i sardisti. È
questa la sola certezza (ancora da
definire al lato pratico) in vista
delle regionali, da parte del
coordinatore della Lega in Sardegna,
Eugenio Zoffili, che non dà per
scontata l'alleanza con Forza Italia
e Fratelli d'Italia.
Coalizione
ancora in alto mare?
«Per ora, l'unica cosa sulla quale
siamo indirizzati è l'alleanza con
il Partito sardo d'Azione».
Quindi
il centrodestra è ancora un cantiere aperto?
«Sì. Nei prossimi giorni dovremo
riprendere in mano tutte le
questioni. Non è scontata l'alleanza
con Forza Italia e Fratelli
d'Italia anche se io mi atterrò alle
indicazioni che arriveranno da
Salvini».
Cosa
succederà nei prossimi giorni?
«Ci vedremo con i rappresentanti dei
partiti, con cui a Roma
dialoghiamo, per un confronto».
C'è
sempre l'incognita su chi dovrà guidare la coalizione.
«A noi interessa il progetto e il
nostro parte dall'alleanza con i sardisti».
Pronti a tendere la mano anche ad
altre forze?
«Siamo disposti e aperti ad
ascoltare tutti coloro che credono nella
vera autonomia della Sardegna.
Aspettiamo chi ha a cuore questo tema e
lo invitiamo a un confronto. Noi ci
siamo».
Salvini
tornerà in Sardegna?
«Sì».
C'è
già una data fissata?
«Ancora no, ma di sicuro gli
chiederò di venire nell'Isola entro
Natale». (m. s.)
Renzi: io
non partecipo
«Zingaretti
non è l'unico candidato Pd»
ROMA Alle prossime primarie «io non
partecipo. Ho già dato. Ho vinto
due volte e due volte mi hanno fatto
la guerra quelli del mio partito.
Vedremo i candidati alle primarie
del Pd. Ce ne sarà più di uno, non è
detto che il mio sarà Zingaretti».
Matteo Renzi torna a parlare di Pd.
Non alla festa di Ravenna, dove è
atteso il prossimo 6 settembre, ma
in tv alla prima puntata di Stasera
Italia su Rete4. La candidatura del
governatore del Lazio è uno dei
pochissimi punti fermi del prossimo
congresso dem. Intanto non si sa
quando verrà celebrato. La primavera
del 2019, prima delle Europee, è
la finestra più probabile. E
soprattutto non si sa chi sarà in corsa
oltre Zingaretti. Delrio non si
sbilancia. Non è chiaro neanche se
alla fine Maurizio Martina sarà o
meno candidato.
Dario Franceschini
si è schierato con Zingaretti e
lavora perchè il campo alternativo al
possibile candidato renziano non si
frammenti. «Zingaretti per ora è
l'unico candidato», ha detto
l'ex-ministro che a Cortona ha riunito i
suoi portando il corpaccione di
Areadem verso il governatore del
Lazio. Un tentativo, si dice, non
del tutto riuscito. «Ci sono fette
di Areadem non convinte del sostegno
a Zingaretti».
Altri, invece,
come l'ex-capogruppo al Senato,
Luigi Zanda, sono già al lavoro per
lanciare la volata al presidente
della Regione intervenuto per
denunciare gli attacchi social nei
suoi confronti. «Se pensano di
mettermi paura si sbagliano - ha
scritto Zingaretti -. Noi non ci
fermiamo, ma andiamo avanti con più
forza di prima».
SASSARI.
Lettera al sindaco L'assessora Spanedda sbatte la porta
Si era ritagliata il ruolo di una
avversaria scomoda ma defilata,
senza grandi clamori e con scarsa
propensione all'uso dei media e dei
social, per manifestare il suo
dissenso. Fino alle dimissioni, proprio
per questo inaspettate. Per il
sindaco Nicola Sanna è un altro boccone
amaro: l'assessora alle Politiche
sociali, Monica Spanedda, ha
annunciato le dimissioni dalla
Giunta comunale.
In una lettera all'Esecutivo,
Spanedda spiega il suo addio. Sanna
viene accusato di gestire la Giunta
con «mancanza di collegialità e di
vera condivisione delle decisioni»,
con «atteggiamenti caratterizzati
da eccessivo individualismo e scarsa
considerazione per le altrui
opinioni». Sul motivo scatenante si
scatena il sottobosco politico
sassarese. Monica Spanedda non è mai
stata una da attacco frontale,
lei non si era mai dimessa ma era
sempre stata sul punto.
C'è chi ora
vede le sue dimissioni come un riposizionamento
in vista delle
elezioni, chi invece attribuisce il
suo addio al recente
"aggiustamento" in Giunta,
benedetto dal Pd ma probabilmente foriero
di altri malumori. L'addio di
Spanedda segue di un mese l'ultimo
rimpasto in Giunta, con
l'ingresso a Palazzo Ducale delle
assessore Manuela Palitta (Upc) e
Rossana Serratrice (Pd).
Un rimpasto tutt'altro che indolore,
forse deciso in cambio di una
blindatura di Sanna alle prossime
elezioni, ma inviso a cinque
consiglieri monogruppo che avevano
fatto le valigie. Tutto sembrava
essersi messo a posto, una quiete
che a quanto pare precedeva la
tempesta.
Patrizia Canu
La
Nuova
Soru:
«Non mi candido alle Europee»
Pd, in
direzione contesta la linea di Cani che vuole aprire a una
coalizione
larghissima per le Regionali
ORISTANO
Il Pd prova a tracciare la linea, ma
non trova ancora l'unità. La
spaccatura tra Renato Soru e il
segretario Emanuele Cani non si
attenua. A sorpresa Soru spiazza un
po' tutti e annuncia in direzione
che non si ricandiderà alle Europee
nel 2019. «Iniziate a cercarvi un
altro candidato». L'eurodeputato ha
sollecitato l'avvio di una fase
congressuale per la scelta del leder
nell'isola dopo le dimissioni di
Cucca. Ma tutto l'intervento di Soru
in direzione è stato di rottura.
Lo scontro inizia quando Cani non
cita le primarie «come soluzione per
individuare un candidato
governatore».
Questo fa infuriare Soru che
attacca: «volete decidere anche
questo? Non pensate che le primarie
costituiscano un momento di discussione
importante, quanto la
conferenza programmatica? Se mi
direte che le primarie si faranno,
andrò via da qui molto più
tranquillo». Poi, rivolgendosi alla
maggioranza dell'assemblea che ha
eletto Cani, l'europarlamentare ha
chiarito di non credere a nulla «di
quello che dite in merito al
bisogno di unità di questo partito.
Voi avete voluto negare la
discussione andando a contare e
ricontare i voti finché non erano a
vostro favore. Con una violenza
anche fisica che non dovrebbe
appartenere al Pd. Rappresentate il
tipo d'alleanza che ha messo al
centro altre cose, siete stati
bulimici di potere.
Quando inizierete a
rassegnare un po' di dimissioni
crederò a quello che dite». In
chiusura ha preso la parola Cani che
ha aggiornato la direzione per i
prossimi giorni, probabilmente a
lunedì sempre a Oristano, «per dare
la possibilità di intervenire a chi
oggi non ha potuto partecipare e
concludere la discussione dei punti
all'ordine del giorno». Ma non ci
sono state solo polemiche. Cani ha
tracciato la linea. Un alleanza il
più ampio possibile in vista delle
Regionali contro lo strapotere
gialloverde. «Non una sommatoria di
sigle ma una coalizione ampia,
certo non sarà possibile allearsi
con il Psd'Az che ha sposato la
linea della Lega, e nemmeno con
Forza Italia, ma siamo disposti ad
aprire sui temi a tutte le altre
forze politiche della regione».
L'ex deputato ha spiegato che il Pd
sardo «potrebbe rappresentare un
laboratorio da esportare anche a
livello nazionale». Sugli stessi
concetti ha insistito Siro Marrocu.
«Il nostro obiettivo - ha spiegato
- è creare un argine alla deriva di
destra, mettendoci a disposizione
di un progetto di blocco democratico
con forze politiche anche
tradizionalmente opposte, ma che si
ritrovino assieme contro questa
deriva. Ragionare in termini di
logica di centrosinistra costituirà
una sconfitta sicura». Cani ha
lanciato la prossima conferenza
programmatica che culminerà in una
due giorni che si dovrebbe tenere a
metà ottobre.
«In queste settimane abbiamo
lavorato
sull'organizzazione, abbiamo
immaginato una struttura che
soddisfacesse la partecipazione di
tutto ciò che c'è nel partito e
quello che c'è fuori. Saranno
coinvolti i segretari provinciali e i
circoli perché il partito va
rivitalizzato e per riuscirci dobbiamo
animare e creare occasioni per la
discussione».
L'assessora
Spanedda: «Addio sindaco»
«Poca
collegialità, eccessivo individualismo»: la responsabile delle
Politiche
sociali è la quinta a lasciare la giunta di Vincenzo Garofalo
SASSARI
Si dimette un altro assessore della
giunta Sanna, il quinto
dall'inizio del mandato, e il
sindaco si trova di nuova sotto i colpi
del fuoco amico. Questa volta a dire
addio a Nicola Sanna è
l'assessora alle Politiche sociali,
Monica Spanedda: da due anni radio
Palazzo Ducale parlava di lei come
dell'assessore con la lettera di
dimissioni in tasca. Ieri mattina
quella lettera è arrivata sulla
scrivania del sindaco, e insieme al
commiato dalla giunta, Spanedda ha
condito la missiva con una condanna
politica senza appello contro
Nicola Sanna e i suoi metodi.
«Mancanza di collegialità e di vera
condivisione delle decisioni,
atteggiamenti caratterizzati da
eccessivo individualismo e scarsa
considerazione per le altrui
opinioni. La vicenda dell'ultimo
rimpasto ne è lo specchio», si legge
sulla lettera con cui Monica
Spanedda spiega al sindaco le motivazioni
che la hanno spinta a gettare la
spugna. «In questi quattro anni ho
profuso il massimo impegno nello
svolgere l'incarico da lei affidatomi
al servizio della città. In diverse
occasioni le ho manifestato il mio
dissenso e un punto di vista
critico», continua il documento. «Nel
tempo e con responsabilità ho
rinnovato le ragioni dello stare insieme
per continuare a governare la città.
L'ho fatto fino al momento in cui
sono stati raggiunti diversi
obiettivi importanti e necessari per il
benessere dei nostri concittadini.
Con la partecipazione alla discesa
dei Candelieri ho voluto
testimoniare il profondo rispetto che nutro
per la città. Ora posso dichiarare
concluso il mio percorso
amministrativo».Il futuro di
Spanedda sarà ancora nel Pd, di cui è
dirigente regionale: «Faccio un
passo alla volta. Lasciare la giunta è
stata una scelta ponderata e
difficile. Per ora torno al mio lavoro e
continuerò a fare politica nel
partito.
Per il futuro si vedrà»,
precisa. Le accuse di Spanedda
collimano con quelle già rivolte in
passato al sindaco dagli altri
quattro assessori che hanno abbandonato
la giunta, e sono rese ancora più
pesanti dal segretario cittadino del
Pd, Gianni Carbini, ex vicesindaco
proprio di Nicola Sanna, e secondo
in ordine di tempo a lasciare vuota
una poltrona a Palazzo Ducale:
«Monica Spanedda era rimasta in
giunta con spirito di sacrificio per
completare delle azioni positive per
la città, ma alla fine si è resa
conto che non è possibile», sostiene
Carbini.
«Il Pd ha fatto tutto
ciò che era in suo potere per creare
le condizioni giuste per
amministrare e tenere unita la coalizione,
ma se cinque assessori si
dimettono, e tre rimpasti non sono
sufficienti a creare la giusta
armonia in giunta, il problema non
può essere il Pd o la coalizione.
Mi auguro che il sindaco riesca a
concludere qualche opera, ma ormai
siamo arrivati alla fine. Uno o sei
mesi di ulteriore mandato non
cambieranno la storia di questa
amministrazione», conclude.Il sindaco,
a Viterbo per la festa della Rete
delle Grandi Macchine a spalla,
incassa come un pugile
professionista: «Le dimissioni dell'assessora
Spanedda mi sorprendono, e ancor di
più son sorpreso dal fatto che non
abbia voluto attendere il mio
ritorno», commenta.
«Rispetto all'accusa
di individualismo, mi sento di
rispondere che è chiaro che il sindaco
si trovi a dover operare una
sintesi, per il ruolo che ricopre, ma son
convinto che la giunta stia portando
avanti, e abbia sempre portato
avanti, un lavoro collegiale, pur
trovandosi ad operare in un momento
difficile, dal punto di vista
politico ed economico», continua. «Per
ciò che riguarda il rimpasto, si
tratta di scelte politiche
concordate, e la stessa Spanedda ha
votato a favore del documento
approvato dalla direzione
provinciale del Pd».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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