Leggo e rileggo. E non riesco a non pensare alla mia
bambina. Se tutto questo fosse fatto a lei. Maledetti. La Libia è questo. E voi
che dite di rimandarli lì, siete tutti complici di questa violenza e di questi
stupri. "I libici erano entrati nel magazzino dove i prigionieri erano
stati stipati come animali e avevano deciso di portare via con loro una bambina
di sei anni, strappandola alla madre che implorava pietà supplicando loro che
non gliela portassero via.
Per tutta la notte la piccola era stata violentata dai
carcerieri e quando è stata restituita alla madre era ormai irriconoscibile:
“Aveva gli occhi bianchi, senza colore, era priva di coscienza, piena di
lividi, ferita e sanguinante”. Racconta allora la giovane che lei e le altre
prigioniere avevano ripulito il corpo della piccola con i propri vestiti e,
strappandosi un pezzo di stoffa ciascuna, l’ avevano rivestita.
“La bambina sembrava morta, ma respirava piano. Sua madre
era ormai completamente impazzita e dalla disperazione si graffiava il proprio
volto e il corpo, piangeva e si strappava i capelli. Provavamo tanta pietà per
lei, che era riuscita quasi fino alla fine di quell’ inferno a proteggere la
bimba dalle violenze sessuali in Libia, subendole lei al suo posto.
Durante il viaggio la madre della piccola si è lasciata
cadere in mare ed è scomparsa tra le onde. La bambina l’ avevamo adagiata sul
gommone. Abbiamo custodito noi il suo corpo esanime per tutto il viaggio e
quando siamo stati salvati in mare da una nave italiana, dopo tre giorni alla
deriva, ci hanno portato a Lampedusa e lei è stata soccorsa per prima. Ci hanno
soltanto detto che era ancora viva e ho pianto di gioia. Non so dove hanno
portata la bimba, ma sono sicura che qualcuno si sarà preso cura di lei".
Di
Cesteste Costantino
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