Le politiche restrittive producono i risultati attesi da chi
le ha promosse. Prima i tamburi davanti alle telecamere, poi il lavorio
implacabile delle burocrazie e dei numeri. Il centro di accoglienza per migranti
minori di Villanovaforru chiude. Niente sbarchi, niente ragazzi. Il centro di
accoglienza per migranti maggiorenni resta invece aperto. Ma anch’esso sconta
le durezze del Ministero, che ha tenuto ferma per tre mesi l’aggiudicazione
della gara bandita la scorsa primavera tra cooperative in attività nel Sud
Sardegna.
I vincitori hanno firmato la convenzione con la prefettura
solo due giorni fa. Ora i centri in fondo alla graduatoria si svuoteranno di
migranti, a vantaggio di quelli in cima alla lista. È chiaro: anche in questo
caso, l’obbiettivo di Roma è fare leva sull’abbattimento degli sbarchi per
giungere, in pochi anni, ad azzerare il numero dei richiedenti asilo.
Di più. Le notizie di oggi dicono che il nuovo decreto
immigrazione al varo del Consiglio dei Ministri cancellerà gli SPRAR. Come
dire: non solo non vogliamo “negri”, ma nemmeno vogliamo dare a quei pochi che
lo desiderano o ci riuscirebbero la possibilità d’integrarsi nella nostra
società. Insomma, ho visto l’intera parabola. Siamo passati dall’accogliere
tutti (o quasi) al rifiutare tutti (o quasi).
E in assenza totale della politica. Prima perché non si è
mai voluti uscire dall’emergenza, lasciando che diventasse caotica gestione
ordinaria, per incapacità forse, più probabilmente per mancanza di coraggio di
fronte alle proteste di pancia della gente.
Adesso perché mi vergognerei a definire disegno politico
l’esclusione dalle nostre vite di un’intera categoria di essere umani:
rifiutare gli ultimi non è politica, è solo egoismo elevato a governo. A pagare
saranno i meno colpevoli di tutti. Come sempre
Di
Maurizio Onnis
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