venerdì 16 agosto 2019

Il grande Bukowski. Di Vincenzo Maria D’Ascanio




“La verità profonda, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La vita è profonda nella sua semplicità.” (C. Bukowski, Hollywood, Hollywood!)

(16 agosto 1920) nasce Henry Charles "Hank" Bukowski Jr., nato Heinrich Karl Bukowski (noto anche con lo pseudonimo Henry Chinaski, suo alter ego letterario). È stato un poeta e scrittore statunitense di origine tedesca.
Ha scritto sei romanzi, centinaia di racconti e migliaia di poesie, per un totale di oltre sessanta libri. Il contenuto di questi tratta della sua vita, caratterizzata da un rapporto morboso con l'alcol, da ripetute esperienze sessuali (descritte in maniera realistica e senza troppi eufemismi).

Figlio di un’ex artigliere dell’esercito U.S.A., la famiglia si trasferisce nella megalopoli di Los Angeles quando Charles aveva soltanto tre anni. La sua vita familiare non fu facile, tanto che nei suoi libri lo stesso Bukowski ha sempre lamentato la mancanza di affetto tanto del padre quanto della madre. “Non mi volevano bene”. Questo scrisse in un dei suoi libri più famosi, “Factotum” (anche se il libro in cui parla maggiormente della sua infanzia è “Panino al Prosciutto).

Ad ogni modo il piccolo Charles non riesce nemmeno ad adattarsi alle scuole. I compagni di scuola lo chiamavano “crucco”, perché conservava ancora un forte accento teutonico. Questo lo spingerà ad isolarsi, cercando tanto nei libri quanto nella scrittura compagnia e consolazione. Questo tratto distintivo del suo carattere, ovvero l’autoemarginazione e la profonda sensibilità, lo accompagneranno per tutto il resto della sua vita. A vent’anni abbandona la casa del padre, e comincia il suo vagabondaggio per le strade dell’America. Svolge lavori saltuari e mal retribuiti, ed allo stesso tempo frequenta persone sempre più ai margini della società, le sole che lui definisce “autentiche”. Nel frattempo continua a scrivere.

I racconti di Bukowski sono caratterizzati da un autobiografismo ossessivo. Il sesso, l'alcol, le corse dei cavalli, lo squallore delle vite marginali, l'ipocrisia del "sogno americano" sono i temi sui quali vengono intessute infinite variazioni grazie a una scrittura veloce, semplice ma spietata e pungente. Assunto dal Postal Office di Los Angeles e cominciato un tempestoso rapporto sentimentale con Jane Baker, Bukowski attraversa gli anni '50 e '60 continuando a pubblicare semiclandestinamente. Nel settembre dei 1964 diviene padre di Marina, nata dalla fugace unione con Frances Smith, giovane poetessa.

Proprio in quegli anni comincia la collaborazione con la rivista “Open City”, e ciò gli da la forza di abbandonare il suo lavoro all’ufficio delle poste (le cui esperienze sono contenute in un altro suo celebre romanzo: “Post Office”). Sono gli anni dei suoi primi readings poetici. Nel 1969 conosce l’uomo che gli cambierà la vita: John Martin, un editore che resta favorevolmente impressionato dalla scrittura di “Buk”. Da questo momento Bukowski diventa uno scrittore professionista, riceverà un assegno periodico come anticipo sui diritti d’autore e la sua vita tormentata ha finalmente la svolta, (anche se lui, dopo aver attraversato innumerevoli dolori, tra cui la scomparsa della compagna Jane, ribadisce che “tutto è arrivato troppo tardi...”)

Un successo che comunque comincia a diventare di proporzioni gigantesche. Prima in Europa, poi negli Stati uniti, La “Black Sparrow press” (nuova casa editrice creata sempre da Martin) lo rendono celebre come l’autore de “Storie di ordinaria follia”. In questo periodo Bukowski comincia a leggere le sue poesie ed i suoi racconti in tutto il mondo, fatto che lui non riuscirà mai a sopportare per la profonda insofferenza verso il pubblico (ma che cercherà di superare con il suo consueto metodo, ovvero l’utilizzo dell’alcol).

In questo periodo incontra anche la sua dea protettrice: Linda lee, che lo aiuterà a ridurre i suoi abusi, cambiargli stile alimentare, dormire correttamente ed a fargli assumere delle vitamine che lo aiuteranno a vivere sino all’inattesa età di 73 anni. Questi sono anni gi agiatezza per l’ex povero e malandato scrittore di Los Angeles, ma la sua vena creativa gli consentirà di continuare a scrivere racconti, romanzi e poesie.

Di Vincenzo Maria D’Ascanio


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