La
Nuova Sardegna
09.10.2019
Alla
Camera tutti a sostegno della riduzione, ma ammettono: noi penalizzati sardi
votano per il taglio: l'isola perde 9 parlamentari
di
Alessandro Pirina
L'isola
avrà nove parlamentari in meno, ma i sardi ogni anno potranno permettersi un
caffè in più. Sì, perché il voto quasi unanime della Camera ha sancito una
riduzione pesante della rappresentatività sarda a Roma - i deputati passeranno da 17 a 11, i senatori da 8 a 5 - che in termini di risparmio equivale a 1,35 euro a cittadino all'anno.
Una minuzia di fronte alla portata della riforma di cui, a onore del vero, si
parlava da oltre trent'anni.
Ieri
la svolta, con tutti i partiti - o quasi - che si sono accodati al Movimento 5
stelle che del taglio dei parlamentari aveva fatto un cavallo di battaglia. Pd,
Leu, i renziani di Italia Viva, Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia: hanno
tutti detto sì. E anche i parlamentari sardi hanno seguito le indicazioni del partito di appartenenza. Per
quanto dalle loro parole si evinca una certa sofferenza per un voto che - è
innegabile - va a penalizzare la Sardegna.
Pietro
Pittalis, deputato di Forza Italia, non nega di avere dovuto ingoiare il rospo.
«Dal dibattito sono emerse tutte le problematicità di un taglio che non tiene
conto delle situazioni di regioni come la nostra che subiscono una evidente
penalizzazione in termini di rappresentanza - dice -. Ed è ancora più assurdo
che al Trentino sia stato assicurato un parlamentare ogni 170mila abitanti e a noi ogni 320mila. Abbiamo cercato di fare valere queste incongruenze, ma purtroppo come
sardi non abbiamo i numeri». E così ha seguito le indicazioni del gruppo.
«Forse
si è andati sull'onda di una iniziativa che è nella pancia e nella testa dei
cittadini e quindi penso che nessuno volesse lasciare agli altri una battaglia
di questa portata. Ma è una battaglia che porterà a una riduzione
della spesa infinitesimale. Gli
sprechi non sono i costi della democrazia. Da Di Maio mi sarei aspettato un
taglio delle poltrone ministeriali che invece con i 5 stelle sono aumentate».
Più che soddisfatto si dice Nardo Marino, deputato M5s, che però riconosce i
rischi per la Sardegna. «Serviamo proprio a questo: a vigilare che tutte le
regioni abbiano una rappresentanza equa - sostiene -. Non ci devono essere penalizzazioni
per regioni a basso tasso demografico come la nostra.
È stata
una giornata storica, perché era dal 1983 che si cercava di tagliare i
parlamentari, ma ora bisogna rimettere ordine con la legge elettorale, i nuovi
collegi, tutta la macchina interna del Parlamento per fare in modo che la
Sardegna abbia la rappresentanza che le spetta». Il via
libera al taglio è arrivato anche col voto decisivo del Pd, che nei precedenti passaggi in aula
aveva detto no. Ma ora è al
governo con il M5s.
«È
cambiato il contesto politico - ammette la deputata Romina Mura -. C'è stato un
accordo tra noi e i 5 stelle che prevede impegni precisi su legge elettorale,
regolamenti, sfiducia costruttiva. Tutte modifiche che dovrebbero compensare le
storture in tema di rappresentanza che ci sono. Ci siamo fidati, anche se con difficoltà,
e ora speriamo possa prendere il via una stagione di riforme. L'importante è
che il Pd tenga sempre la barra dritta».
Per il
dem Gavino Manca il voto sul taglio dei parlamentari è in linea con la riforma
costituzionale Renzi-Boschi bocciata al referendum. «L'eliminazione del Senato andava in quella direzione. Ora dobbiamo lavorare perché la nuova legge
elettorale, che sarà varata entro dicembre, garantisca i territori. La useremo per porre rimedio agli errori». Per una volta anche
l'opposizione si è ritrovata a votare con M5s e Pd. «Siamo sempre stati a favore per una
questione di principio - spiega Ugo Cappellacci, deputato di Fi -. Ma è una
riforma malfatta che da sola non basta. Mi auguro che la nuova legge elettorale
possa modificare quegli aspetti che creano disparità tra territori».
Sì convinto
anche da Guido De Martini, parlamentare della Lega. «Ma mi auguro sia un punto
di arrivo - dice -. Sento ancora persone dire che i parlamentari sono ancora
troppi. Ma la politica rappresentativa ha un costo. Il taglio dei parlamentari
è per quello che i cittadini vogliono, ma ora bisogna fermare il vento
dell'antipolitica. Non si può più fare passare il concetto che tutti i politici
sono fannulloni o ladri».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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