Non ho avuto il coraggio di guardare le immagini che
raccontano della morte orribile di Hevrin Khalaf la donna curda appassionata
combattente per i diritti e la libertà delle donne, del suo popolo e di tutti. Non
ho il coraggio di guardare l’ignavia indifferente e tranquilla dell’Europa e l’inutile balbettare dell’Italia
nella persona del suo ministro degli esteri Di Maio e del governo tutto.
Non ho il coraggio di
pensare a quegli uomini e quelle donne condannati in Spagna ad anni e anni di
galera per aver promosso un
referendum popolare e non ho il coraggio di guardare la ferocia violenta della
polizia spagnola mentre cerca (inutilmente) di disperde i manifestanti di
Barcellona.
Non ho il coraggio di
guardare i bambini curdi-siriani avvinghiati alle mamme mentre fuggono coperti
di sangue. Non ho il coraggio di
niente. Posso solo andarmene a scuola con la speranza, se ci riesco, di far
bene almeno il mio lavoro.
Cercando di seminare
umanità, solidarietà,
cittadinanza consapevole, principi di democrazia di libertà, di giustizia e di
legalità. Senso del diritto e del dovere proprio e degli altri.
Di
Lucia Chessa
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