«Diego era capace di
cose che nessuno avrebbe potuto eguagliare. Le cose che io potrei fare con un
pallone, lui potrebbe farle con un'arancia.» (Michel Platini)
(30 Ottobre 1960) Nasce
in Argentina Diego Armando Maradona, per tutti el "pibe de oro" (Il
Ragazzo d'Oro), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi e, da
molti, il migliore in assoluto. Nato poverissimo in un sobborgo
di Buenos Aires e per nulla aiutato da un fisico tozzo e quasi sgraziato,
Maradona trovò subito nel calcio il riscatto alla sua condizione sociale: a 16
anni era già nella nazionale giovanile del suo paese, a meno di 18 avrebbe
potuto disputare, e conseguentemente vincere, il Campionato del Mondo giocato proprio
in Argentina se l'eccessiva prudenza del commissario tecnico Menotti e
soprattutto la storica gelosia del capitano Passarella non l'avessero costretto
al ruolo di 'riserva non giocatore'.
Nel 1979 Diego era il re
del calcio argentino e sudamericano; il Boca Juniors lo strappò per 10 miliardi
all'Argentinos e con lui vinse subito il Campionato.
Ma la fama del suo talento ormai aveva varcato ogni confine e il ricco
Barcellona gli fece ponti d'oro per portarlo in Europa non ancora ventiduenne.
Venne accolto come un fenomeno inarrestabile ma, purtroppo per lui, anche gli
avversari si regolarono di conseguenza. Un giocatore basco, Goicoechea, gli
spezzò tibia e perone. Il forzato riposo, la rabbia e la delusione forse spianarono la
strada al vizio che ne avrebbe minato la carriera: la droga.
Ma c'erano una squadra e una città che con il loro entusiasmo sembravano fatte
per lui.
Approda nel calcio
italiano, a Napoli, nel 1984, diventando a breve l’idolo della
città. Iniziò la sua avventura italiana, meravigliosa ed esaltante sul piano
calcistico: drammatica, se si pensa alla sua conclusione, dal punto di vista
umano. In Italia, dove pure erano transitati Zico e Platini, non si era mai
visto un campione così straordinario. In tre anni il Napoli
arrivò al primo scudetto (1987): l'impresa venne replicata nel 1990, anno dei
Mondiali in Italia.
Con la Nazionale
argentina ha partecipato a quattro edizioni dei Mondiali (1982, 1986, 1990 e
1994); i 91 incontri disputati e le 34 reti realizzate in Nazionale
costituirono due record, successivamente battuti. Il suo gol realizzato contro
la Nazionale inglese nei quarti di finale del Mondiale 1986 è considerato il
gol del secolo, e segue di cinque minuti l'altro famoso e controverso episodio
per cui è spesso ricordato, quello della mano de Dios.
Non è mai potuto
entrare nelle graduatorie del Pallone d'oro, perché fino al 1995 il premio era
riservato solo ai giocatori europei (proprio per questo nel 1995 vinse il
Pallone d'oro alla carriera). Ha comunque ricevuto altri numerosi
riconoscimenti individuali: condivide con Pelé il premio
ufficiale FIFA come Miglior giocatore del XX secolo, e nel 1993 è stato
insignito del titolo di miglior calciatore argentino di sempre, tributatogli
dalla federazione calcistica dell'Argentina (AFA).
Nel 2002 è stato inserito
nella FIFA World Cup Dream Team, selezione formata dai migliori undici
giocatori della storia dei Mondiali, ottenendo, tra gli undici della squadra
ideale, il maggior numero di voti. Nel 2004 è stato
inserito da Pelé nel FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi,
stilata in occasione del centenario della federazione. Nel
2012 viene premiato come Miglior Calciatore del Secolo ai
Globe Soccer Awards e nel 2014 entra a far parte della Hall of Fame del calcio
italiano tra i giocatori stranieri.
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